martedì 26 Agosto 2025
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Il caffè peruviano conquista l’Italia: successo e innovazione nel corso per baristi a Roma

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Il corso dedicato al caffè peruviano (immagine concessa)

ROMA – Il caffè peruviano, famoso in tutto il mondo per la sua qualità superiore e il suo aroma unico, sta conquistando sempre più il mercato italiano. Con una produzione record di circa 216 mila tonnellate nella campagna 2022-2023, il Perù si posiziona al nono posto tra i maggiori produttori mondiali di caffè Arabica.

Oltre 660 mila ettari coltivati e 236 mila piccoli produttori familiari formano una filiera sostenibile e certificata da importanti enti internazionali come Biologico, Commercio Equo e Rainforest Alliance.

L’Italia, terzo importatore mondiale di caffè verde, rappresenta un mercato chiave per il Perù. Nel 2022, le esportazioni verso il Belpaese hanno raggiunto 8.804 tonnellate, per un valore complessivo di 45,6 milioni di dollari. Il porto di Trieste, che funge da principale punto d’ingresso, è sede di torrefazioni prestigiose come Illy, Lavazza e Kimbo, che proprio lì trasformano il caffè peruviano in eccellenze riconosciute a livello globale.

A Roma, il 7 luglio 2025 si è concluso presso il Sisters Coffee Lab, il corso di formazione professionale “Caffè peruviano: formazione nella filiera del bar”, che ha raccolto l’entusiasmo di baristi italiani di alto livello, pronti a scoprire ogni segreto del caffè peruviano.

Con il supporto del trainer autorizzato SCA Andrea Matarangolo, i partecipanti hanno vissuto quattro giornate intense di formazione pratica e teorica, con sessioni di sei ore che hanno offerto un’esperienza esclusiva e personalizzata. Sono state approfondite le caratteristiche botaniche, sensoriali e tecniche del caffè peruviano, valorizzando la sua unicità.

Particolare attenzione è stata dedicata al ruolo fondamentale delle donne nella filiera del caffè peruviano: vere protagoniste di innovazione, sostenibilità e qualità. Il loro contributo rappresenta un modello di empowerment che coniuga tradizione e futuro.

Nel corso della cerimonia di chiusura, l’Ambasciatore del Perù in Italia, Manuel Cacho-Sousa, ha consegnato i diplomi ai partecipanti, sottolineando come questo percorso rappresenti non solo una formazione tecnica, ma anche un’occasione per diffondere la storia, l’identità e la cultura del caffè peruviano in Italia e in Europa.

Il Perù ribadisce così il suo impegno nel settore del caffè di specialità, promuovendo una produzione sostenibile, equa e di qualità, e rafforzando la sua presenza nel mercato europeo.

I Lavazza incassano oltre 80mila€ da Neva First di Intesa Sanpaolo

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Lavazza trainig center Giuseppe Lavazza cavaliere Giuseppe Lavazza, vice presidente del Gruppo Lavazza
Giuseppe Lavazza presidente del Gruppo Lavazza

MILANO – L’investimento di Lavazza nel venture capital di Intesa Sanpaolo si è rivelato un ottimo affare: a rivelarlo è il quotidiano economico Milano Finanza che ha riportato la notizia dal deposito di bilancio dello scorso anno di Big Five, una società di investimento creata da Giuseppe Lavazza e la sorella Francesca nel 2021.

Il presidente è invece Dario Tosetti del marchio Tosetti Value Sim, controllata al 60% dalla Torino1895, sempre dei Lavazza, come nota Milano Finanza.

L’investimento di Lavazza

Sono 1,43 milioni di euro le immobilizzazioni finanziarie registrate dalla Big Five nel 2024, somma che equivale, come afferma Milano Finanza, a 30 quote di classe A del fondo Neva First di Neva Sgr, controllata da Intesa Sanpaolo.

Secondo la nota integrativa del bilancio, il net asset value del fondo a fine 2021 era di 180,1 milioni di euro.

Nell’ottobre precedente, come riporta sempre Milano Finanza, il fondo ha distribuito dei guadagni tra gli investitori, e Big Five ha ricevuto più di 80.000 euro.

Infine, nel consiglio di amministrazione di Big Five è entrato Lorenzo Massimello, che ha sostituito la madre Francesca Lavazza.

Bar is the name: a Busto Arsizio, gli specialty vanno nella mixology alcolica e non

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Ambrogio Ferraro (foto concessa)
Ambrogio Ferraro (foto concessa)

BUSTO ARSIZIO (Varese) – Abbiamo già visto all’opera il bartender Ambrogio Ferraro, giovane fondatore di Bar is the name a Busto Arsizio in Viale Giuseppe Borri, 29, in occasione della masterclass di fine dining e caffè organizzata da Café El Mundo. Il suo locale ha fatto della mixology il suo cavallo di battaglia, in una rivisitazione del classico modo di miscelare i cocktail.

Nulla si spreca in Bar is the name, e tutto è curatissimo, compresa la proposta di caffè, usato appunto come ingrediente per dare vita a ricette diverse dal solito.

Ferraro, com’è venuto a contatto con il mondo del caffè e perché ha deciso di investirci?

“Dopo 14 anni nella ristorazione, senza però aver mai avuto un’esperienza vera e propria all’interno di un bar, ho deciso di coltivare questa passione. Sono partito come autodidatta e proprio questo fatto mi ha dato la spinta a studiare tantissimo. Volevo capire bene il valore del caffè e di tutto quello che riguarda la caffetteria, come il tè e il cacao, messi a confronto con il vino.

Avviando Bar is the name ho voluto dar vita ad un cocktail bar in cui vengono serviti prodotti insoliti: per questo abbiamo inserito gli specialty coffee e non solo nella miscelazione.

Il locale apre dalle 17 all’una e nel weekend sino anche alle due, ma in inverno il set up della merenda va dalle cinque alle sette e quando ci viene ordinato il caffè, proponiamo il cold brew in tutte le stagioni o in alternativa un hot brew in V60 o moka – entrambi funzionano molto -. Ma la cosa davvero che mi interessava esplorare, era l’abbinamento con altri elementi. Si potrebbe dire che da noi lo specialty funziona perché il cliente non è obbligato ad acquistare un caffè americano, ma può ritrovare un ottimo caffè anche nei cocktails.”

Per quanto riguarda lo specialty cosa avete scelto?

“Ci affidiamo a Café El Mundo in base alla loro produzione settimanale, ma in generale chiediamo il chicco più fresco. Solitamente le origini sono Hondurars, Etiopia e Santos. Non abbiamo tante miscele perché risultano al gusto meno aromatiche.”

Dunque Ferraro, arriva la domanda delle domande: il caffè ha spazio nella mixology?

“Totalmente sì. Penso che il futuro della miscelazione si esprimerà proprio attraverso l’uso di queste materie prime e lo stiamo già osservando. Ancora di più lo constateremo nel breve periodo.

Basta pensare all’ultima novità dei dazi imposti dal Presidente Trump, sui distillati sia americani che nella vicina Sud America, a causa della quale l’importazione della tequila subirà un rincaro e questo poi avrà delle ricadute anche su di noi, tra un paio di anni. Anche il caffè sta conoscendo lo stesso aumento e per riuscire a mantenere un prezzo di base coerente per il consumatore finale, si dovrà imparare ad utilizzarlo in più modi, abbattendo così i costi.”

Qual è la maggiore difficoltà nell’usarlo nella miscelazione?

“La caffeina. Effettivamente è la principale preoccupazione al fine di vendita per i nostri clienti. Non è facile proporre un cocktail a mezzanotte che contenga il caffè e per questo motivo abbiamo scelto di usare anche opzioni decaffeinate. Lo spieghiamo sempre al cliente finale.

Abbiamo anche realizzato un nuovo menù a forma di mappamondo, dotato di una leggenda in cui viene indicato il tenore alcolico e nel caso del caffè, i livelli ipotetici di caffeina e teina. Nel cocktail che ho creato per esempio, Acero, con dentro Arabica dall’Etiopia, l’intensità è bassa per via di un’infusione base acqua con il chicco intero e non macinato. L’estrazione è più che altro aromatica.”

Tè o caffè nei cocktail, quale secondo lei funziona meglio?

“Direi il tè, perché è in generale è più delicato, al contrario del caffè che può risultare prepotente e in alcuni abbinamenti, come ad un fiore, ne coprirebbe il sapore. Ci sono dei casi in cui per abbassare l’aromaticità del caffè, utilizzo la tecnica del Milk washing: quindi si aggiunge una piccola dose di latte (noi scegliamo la bevanda a base di soia), si fa cagliare il liquido e in questo modo si eliminano i grassi e le particelle più aggressive del caffè. Quello che resta è soltanto un sentore, che poi è quello che vogliamo mantenere nella ricetta.”

L’Espresso Martini, grande classico, lei come lo aggiornerebbe?

“Ovviamente ogni bartender ha la sua cifra e le sue ricette. L’Espresso Martini è il classico cocktail che deve essere modificato al fine di ingentilirlo. La provincia è chiaramente diversa da Milano, che impazzisce per questo drink, mentre a mezzanotte in un posto come Busto Arsizio non viene ordinato: a questo punto ho dovuto inventare qualcosa di simile che potesse portarlo verso la stessa esperienza gustativa, depotenziandone però la carica caffeinica.

Utilizzo molto spume e sifoni per ricrearne la texture e la sensazione al palato. Di recente ho anche abbinato un Rooibos tostato, messo in infusione con bevanda a base di soia: così abbiamo ricreato questa parte un po’ affumicata dell’Espresso Martini, mentre la base alcolica resta la vodka neutra con caffè del Santos rimasto in infusione per tre ore. Questo abbinamento ci ha permesso di riproporre la ricetta con delle sfaccettature e intensità inferiori.

Esiste anche l’esempio dell’Irish coffee: in questo caso basta sostituire il doppio espresso super concentrato con un caffè americano più soft e un 100% Arabica. Ricordiamoci che siamo noi baristi, operatori, camerieri, che abbiamo il potere di agire, reinventare ed educare per cambiare i sistemi e renderli duraturi nel tempo.”

Ora un locale che si basa sulla mixology come il suo, come affronterà le nuove norme sul tasso alcolico e la guida?

“Penso che si stia diffondendo una generale informazione scorretta. Bisogna capire meglio cosa non si può fare: non si tratta di non bere del tutto. Bar is the name è già un bar riconosciuto per un’ottima offerta di analcolici. Un 50% degli ordini, il sabato sera derivava già da quello.

La provincia cavalcava da un po’ di tempo il trend del no-low alcool. Serviamo entrambe le varianti nella stessa maniera e bicchieri e oltre a questo, il tenore alcolico viene sempre indicato chiaramente, per informare ed educare i consumatori anche dal punto di vista della digestione. Il distillato è il top player per essere assorbito più facilmente ad esempio, quindi molto meglio del vino. Questo aiuta anche a comprendere una maggiore o minore presenza nel sangue dell’alcol: il nostro organismo smaltisce più semplicemente certe molecole rispetto ad altre.”

Bevande vegetali: altro punto particolare di Bar is the name, dato che per sua confessione, lei è intollerante al lattosio e nel suo locale si usano solo le alternative. Questo quanto incide sulla preparazione dei drink e sul loro costo finale?

“Sì, hanno un costo maggiore, ma basta saperle dosare nella maniera più efficiente per rientrare dalla differenza. Anche in questo caso penso che non siano gli 80 centesimi sul litro a incidere su un drink cost ben studiato. Si tratta sempre di non sprecare. A seconda della stagione prediligiamo un’opzione rispetto all’altra: d’inverno la nocciola e la mandorla, d’autunno l’avena, tutto l’anno proponiamo la soia, che ci piace molto a livello di caratteristiche sensoriali e aromatiche.”

E a proposito di costo: Ferraro ha affermato che non concepisce un cocktail che superi i 10 euro. Ci può far capire perché e soprattutto come rientrare in questa cifra restando economicamente sostenibili?

“Basta conoscere la materia prima che si utilizza per tirarne fuori tutte le sue potenzialità. Pensando a un ristorante che sceglie un tonno che costa 150 euro ad esempio, ne si utilizza ogni aspetto, senza minimi scarti. È così che si creano più piatti e più introiti. Stesso discorso vale per i cocktail: tutti gli ingredienti vanno usati e poi riutilizzati.

L’old fashioned alla banana che abbiamo servito per un periodo, veniva realizzato soltanto con la buccia, mentre la polpa diventava un’addensante per un’altra ricetta. Adottando queste piccole pratiche, sono gradualmente entrato nel mondo dell’economia circolare e da lì abbiamo pensato come sfruttare tutto.

Grazie al caffè ad esempio ho eliminato la spesa dell’anti zanzare: infatti impieghiamo i fondi di caffè, derivati da qualsiasi chicco di caffè utilizzato per infusione o macerazione di un cocktail, di un’estrazione in hot o cold brew, per gli incensi. Sembrerà banale, ma sono sessanta euro mensili risparmiati e anche qualcosa di più. Inoltre si possono creare delle essenze di caffè per infusione idroalcolica che poi si possono spruzzare con dei nebulizzatori. Stessa cosa con la menta.”

Il miglior cocktail riuscito secondo te con il caffè? Ed è alcolico o analcolico?

“Acero per me rappresenta il top di tutti quelli creati a base caffè fin qui. Un bellissimo connubio che costa 10 euro. Sicuramente il caffè si esprime meglio nell’analcolico, questo perché la molecola dell’alcol incrementa in generale gli aromi e il caffè non ne ha bisogno, ne ha già uno molto spiccato in autonomia.”

Ferraro, lei ora ha pensato ad un angolo di degustazione tra più diverse materie prime

“E’ partita proprio ora una stanza che si chiama Speak Loud, proprio il contrario dello Speak Easy. È una che non è segreta: il primo capitolo e degustazione è dedicato ai 4 elementi, caffè tè tabacco e cacao.

Spieghiamo i trend, discutiamo dei costi, rendiamo consapevoli i nostri clienti di cosa sta succedendo nel mondo e facciamo divulgazione sui giusti prezzi da pagare. I 5 cocktail: un welcome drink con il Pu’Er, poi l’abbinamento tè e cacao, cacao e tabacco, tabacco e caffè, concludendo con caffè e tè. Su 5 ricette, tre sono analcoliche.”

Rapporto Ico: prezzi in caduta libera a giugno, ma l’export mondiale rimane inferiore a quello dell’anno scorso

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Ico export mondiale prezzi robusta G7 mercati
Il logo dell'Ico

MILANO – Crollano i prezzi del caffè a giugno: secondo il nuovo report Ico, diffuso lunedì pomeriggio, l’indicatore composto Ico ha assunto, a giugno, un andamento fortemente ribassista a partire dalla seconda decade del mese passando da un picco di 317,41 centesimi per libbra, raggiunto il 5 giugno, a un minimo mensile di 267,02 centesimi, toccato nell’ultima seduta del mese (30 giugno).

La media mensile è conseguentemente scivolata a 295,06 centesimi, in flessione dell’11,8% rispetto a maggio.

È la prima volta, da dicembre 2024, che la media scende sotto la soglia dei 3 dollari alla libbra. La tipologia in maggiore calo è quella dei robusta, che segna una variazione negativa sul mese precedente del 17,5% attestandosi al valore – comunque elevatissimo – di 196,21 centesimi alla libbra: si tratta del il livello minimo, per questo indicatore, da maggio 2024.

Colombiani dolci, altri dolci e brasiliani naturali sono in flessione rispettivamente del 9%, 8,7% e 10,9%. L’indicatore della borsa di Londra perde il 18,4%; quello della borsa di New York, il 10,5%.

Questa evoluzione ha allargato ulteriormente la forbice tra gli indicatori degli arabica e dei robusta e soprattutto tra gli arabica lavati e gli arabica naturali

In particolare, i differenziali tra colombiani dolci e brasiliani naturali e tra altri dolci e brasiliani naturali sono cresciuti rispettivamente del 38,4% e 38,2%.

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Nicolò Liso, Rancilio Group, sulla sicurezza in azienda: “Impegno costante verso standard elevati di incolumità”

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Nicolò Liso Rancilio
Nicolò Liso, RSPP G HSE Manager di Rancilio Group (immagine concesa)

MILANO – In un momento storico in cui la sicurezza sul lavoro è tornata al centro del dibattito nazionale, le aziende sono chiamate a fare la propria parte con azioni concrete e durature. Rancilio Group, realtà industriale di riferimento nel settore delle macchine da caffè, da anni investe in un modello di produzione che mette al centro la tutela delle persone, dalla diffusione dei Safety Cross Reports al rispetto rigoroso delle linee guida alla sicurezza.

Nicolò Liso, RSPP & HSE Manager di Rancilio Group, approfondisce il valore che l’azienda attribuisce alla cultura della sicurezza e le strategie adottate per affrontare le sfide del settore.

Ǫual è la sua valutazione sull’attuale situazione della sicurezza sul lavoro in Italia, alla luce dell’aumento degli infortuni e dei decessi registrati nei primi mesi del 2025?

“Molte aziende italiane, spesso PMI, considerano ancora la sicurezza sul lavoro come un costo, un’attività che pesa sul processo produttivo, privo di ritorni economici diretti. In alcuni casi, viene percepita come un semplice adempimento formale da esibire in caso di audit o per soddisfare il cliente più attento.

Le norme sulla sicurezza (immagine concessa)

Nonostante l’introduzione di nuove leggi, decreti e accordi Stato-Regioni, gli organi di vigilanza restano numericamente insufficienti per garantire controlli efficaci e verificare gli inadempienti. In altre parole, le regole esistono, ma spesso mancano i controlli da parte delle istituzioni.

È necessario un cambio di mentalità da parte delle aziende affinché le nuove generazioni imparino a vivere la sicurezza come un valore aggiunto, parte integrante del lavoro quotidiano, e non come un peso”.

In che modo Rancilio Group monitora e analizza gli incidenti sul lavoro e cosa sono i Safety Cross Reports?

“Dal gennaio 2024, Rancilio Group ha raggiunto le dimensioni organizzative che hanno spinto alla nomina di un RSPP & HSE Manager interno, garantendo così un presidio costante in azienda. L’inserimento di una figura chiave a capo del team di prevenzione e protezione ha permesso di rafforzare ulteriormente la già solida filosofia HSE (Salute, sicurezza e ambiente), come testimonia la certificazione ISO 45001 ottenuta sin dal 2015.

Trimestralmente, il RSPP ed il Dirigente delegato strutturano una comunicazione HSE, i Safety Cross Reports, che coinvolgono tutte le maestranze sull’andamento di infortuni e near miss.

Questo strumento, oltre a sensibilizzare sul tema della prevenzione, consente di affrontare in modo trasversale argomenti legati alla salute, alla sicurezza e all’ambiente. Il coinvolgimento attivo di tutte le risorse è un elemento chiave per perseguire l’obiettivo prioritario dell’azienda: zero infortuni“.

Ǫuali iniziative ha intrapreso l’azienda per promuovere la cultura della sicurezza tra i lavoratori, oltre alla condivisione delle linee guida interne?

“Come avvenuto negli ultimi due anni, l’azienda ha rinnovato l’organizzazione del Safety Day, giornata di formazione e coinvolgimento, destinata a tutti i dipendenti Rancilio. Ǫuest’anno abbiamo affrontato anche il tema della sostenibilità, altro importante principio aziendale.

Il Safety Day di Rancilio (immagine concessa)

Nel corso del 2024 si è provveduto, inoltre, a organizzare ben 25 audit HSE interni, divisi per ogni ambiente di lavoro. La presenza periodica sul campo del RSPP e dei Preposti di reparto e ufficio, ma anche del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), dimostra una sorveglianza costante, ma soprattutto, rappresenta un’occasione di dialogo diretto con tutti i lavoratori, che spesso non trovano un momento adatto per esprimere dubbi e/o segnalazioni in materia.

Tale attività, gestita direttamente dal RSPP, ha consentito di dare origine al primo KPI sulla sicurezza aziendale. Il risultato? Nel 2024, il 97,95% dei comportamenti adottati dai lavoratori di Rancilio Group è stato considerato sicuro per la sicurezza”.

Quali sono le principali sfide che l’azienda affronta nel mantenere la conformità alle normative sulla sicurezza sul lavoro, come la ISO 45001, e come vengono superate?

“Le sfide principali riguardano la formazione, sorveglianza e pianificazione. Tutti elementi indispensabili per garantire l’efficacia di un sistema di gestione integrato, come quello adottato da Rancilio Group, che vanta la conformità alle ISO 9001, 14001 e 45001.

La sicurezza sul lavoro (immagine concessa)

La programmazione delle attività avviene in occasione del riesame della direzione, momento in cui il team definisce quali iniziative di miglioramento adottare ogni anno. A giugno 2025, l’azienda ha esteso la certificazione ISO 45001 anche al nuovo stabilimento di Arluno, confermando l’impegno costante verso standard elevati di sicurezza“.

Come viene gestita la formazione continua dei lavoratori in materia di sicurezza, soprattutto in relazione all’introduzione di nuove tecnologie e processi produttivi?

“Prima di iniziare qualsiasi attività lavorativa, ogni neoassunto incontra il RSPP Oltre alla formazione obbligatoria prevista dal D.Lgs. 81/08, il lavoratore riceve immediatamente formazione iniziale sui rischi specifici presenti in azienda, con il dettaglio relativo alla mansione assegnata.

L’inserimento in reparto è gestito dai Preposti, che affiancano il lavoratore per un periodo diaddestramento variabile a seconda delle lavorazioni da svolgere.

La gestione delle scadenze e dei nuovi percorsi formativi viene condivisa tra Risorse Umane, Preposti e RSPP, e pianificata secondo le procedure del Sistema di Gestione, con approvazione finale da parte del Dirigente Delegato e Datore di Lavoro”.

Ǫuali obiettivi futuri si pone Rancilio Group per migliorare ulteriormente la sicurezza e la salute dei lavoratori in fabbrica?

“L’azienda continuerà a perseguire il miglioramento continuo, cogliendo le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica. Dal distributore automatico dei DPI alla revisione di processi critici come quello della saldobrasatura manuale.

Questa evoluzione rappresenta non solo un’importante innovazione tecnologica, ma anche un’eccezionale opera di prevenzione HSE: meno rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori (es. esposizione a radiazioni ottiche e fumi di saldatura) ed un minor impatto ambientale (ridotto consumo di gas ed emissioni in atmosfera).

Questi interventi rappresentano un esempio concreto del percorso che l’azienda intende proseguire, investendo in soluzioni tecnologiche sempre più sicure e sostenibili”.

Francesca Cavallo, Fiera Milano: “Solida e continuativa sinergia tra HostMilano e il Trieste Coffee Experts di Bazzara”

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francesca cavallo hostmilano
Francesca Cavallo, head of hospitality exhibitions presso Fiera Milano (immagine concessa)

TRIESTE – HostMilano, organizzata da Fiera Milano, esposizione biennale tra le più importanti al mondo per il settore horeca, sarà main sponsor dell’ottava edizione del Trieste Coffee Experts. La collaborazione con Bazzara non si limiterà alle giornate dell’evento triestino, in programma il 6 e 7 dicembre 2025, ma avrà il suo “debutto” proprio durante Host dal 17 al 21 ottobre 2025. In quest’occasione, verrà infatti organizzata un’anteprima esclusiva dell’evento firmato da Bazzara.

Il gigante espositivo milanese, che nell’ultima edizione del 2023 ha accolto oltre 180.000 visitatori professionali provenienti da più di 160 Paesi e ospitato oltre 2.000 espositori, ha commentato così la decisione, attraverso le parole di Francesca Cavallo, Head of Hospitality Exhibitions presso Fiera Milano:

Cavallo: “Siamo davvero felici di annunciare il nostro supporto a Bazzara per la realizzazione del Trieste Coffee Experts. Il mondo del caffè rappresenta da sempre uno dei punti di forza di HostMilano, che ogni edizione accoglie torrefattori, produttori di macchine, distributori, baristi e tante altre figure chiave del settore. Proprio per questo riteniamo fondamentale sostenere iniziative di livello come questo importante appuntamento pensate per rafforzare il dialogo e la coesione tra le diverse anime del comparto”.

Inoltre: “La nostra collaborazione con Bazzara va ben oltre la semplice partecipazione reciproca agli eventi: l’idea di organizzare un’anteprima della manifestazione triestina durante i giorni di Host Milano è la testimonianza concreta della volontà di costruire una sinergia solida e continuativa. A livello personale, ho molto apprezzato l’apertura dimostrata verso i torrefattori e la visione strategica che ha guidato l’organizzazione degli Stati Generali del Caffè”.

Infine: “Un’iniziativa che conferma, ancora una volta, l’impegno della famiglia Bazzara nel fare rete all’interno del mondo del caffè italiano, in parallelo alla costante capacità di rinnovare e far crescere un evento ormai diventato un punto di riferimento per l’intero settore.”

Una collaborazione significativa e strategica per il mondo del caffè italiano, che unisce due realtà diverse, animate da obiettivi comuni: connettere i protagonisti del settore, promuovere la cultura del Made in Italy e affrontare temi cruciali come l’innovazione e la sostenibilità.

illycaffè supporta Fondazione Umberto Veronesi ETS per la lotta contro i tumori femminili

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illycaffè
Il progetto Esselunga per la Fondazione Veronesi (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè scende in campo al fianco della Fondazione Veronesi per sostenere la ricerca, la prevenzione e la cura dei tumori femminili. Per ogni confezione venduta dell’edizione limitata del barattolo di caffè illy disponibile in esclusiva nei supermercati Esselunga, illycaffè donerà alla Fondazione Veronesi 50 centesimi.

Da luglio nella catena della grande distribuzione Esselunga sarà possibile acquistare l’iconico barattolo illy da 250 grammi tostatura Intenso decorato per l’occasione con il fiocco rosa, simbolo della lotta contro i tumori femminili.

Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè, ha dichiarato: “Credo fermamente che le aziende debbano avere un ruolo sociale e assumersi la responsabilità di contribuire al benessere delle comunità in cui operano. Per questo siamo orgogliosi di dare il nostro supporto alla Fondazione Veronesi che da anni si impegna in prima linea nel promuovere la ricerca scientifica di avanguardia per la cura dei tumori. Con questa iniziativa anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo essere al loro fianco e dare un contributo concreto alla causa.”

“Da anni, la Fondazione Veronesi sostiene medici e ricercatori che hanno dedicato la propria vita allo studio dei tumori tipicamente femminili, con l’obiettivo di sviluppare cure sempre più efficaci. Continuiamo a ribadire con forza quanto la prevenzione e la diagnosi precoce siano strumenti fondamentali per individuare tempestivamente la malattia. Un sentito grazie a illycaffè per essere al nostro fianco e per il concreto sostegno alla ricerca scientifica d’eccellenza, che ci consente di proseguire il nostro impegno a favore delle pazienti di oggi e di domani” – ha affermato Monica Ramaioli, direttore di Fondazione Umberto Veronesi ETS.

Il barattolo di caffè illy in edizione limitata a favore della Fondazione Veronesi rappresenta un’iniziativa significativa e simbolica che non solo contribuisce alla ricerca scientifica, ma serve anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della prevenzione oncologica.

Ogni barattolo venduto è un piccolo passo verso una maggiore consapevolezza e un sostanziale supporto alla ricerca. Attraverso questa azione, i consumatori hanno l’opportunità di prendere parte attivamente alla lotta contro i tumori femminili, sostenendo al contempo la diffusione di informazioni sulla prevenzione e la cura.

Questo progetto incarna il cuore della solidarietà e dell’impegno sociale, ricordandoci che anche un gesto semplice, come l’acquisto di un barattolo di caffè, può avere un impatto profondo e duraturo sulla vita di molte persone.

La scheda sintetica di illycaffè

Azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica. Ogni giorno vengono gustate più di 10 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 135 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 24 paesi del mondo. Nel 2024 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €630 milioni. La rete monomarca illy conta 157 punti vendita in 28 Paesi.

Caffè, rischio e opportunità: Giancarlo Samaritani in collaborazione con Lualdi Advisors

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Giancarlo Samaritani
Giancarlo Samaritani (immagine concessa)

MIAMI – Al via la  collaborazione strategica tra Giancarlo Samaritani e Lualdi Advisors. Figura di riferimento nell’industria del caffè, con decenni di esperienza sul campo, Samaritani porta con sé una visione profonda del mercato, dalla piantagione alla tazza. Il suo ingresso in questo progetto rappresenta un passo importante verso una gestione più consapevole e avanzata del rischio legato alle materie prime, a partire proprio dal caffè.

Giancarlo Samaritani: “Sono entusiasta di unirmi a un’iniziativa che combina l’esperienza concreta del settore con strumenti analitici all’avanguardia. Credo che questa sinergia possa portare un contributo concreto alle aziende che, come molte nel nostro mondo, affrontano quotidianamente l’incertezza dei mercati”.

Prende il via una nuova collaborazione tra Giancarlo Samaritani e Lualdi Advisors, società di consulenza con sede in Florida specializzata in strategie quantitative avanzate per i mercati delle materie prime.

L’accordo punta a mettere la tecnologia predittiva al servizio di aziende del settore caffè, in particolare quelle esposte alla volatilità dei prezzi.

Al centro dell’iniziativa c’è Sigma, il modello predittivo proprietario di Lualdi Advisors, progettato per identificare e anticipare regimi di mercato ad alta volatilità. Basato su tecniche quantitative avanzate, Sigma analizza grandi quantità di dati per generare segnali operativi ad alto contenuto informativo.

Nel settore del caffè, dove oscillazioni di prezzo possono compromettere interi cicli economici, l’uso di strumenti come Sigma consente alle aziende di proteggersi da scenari sfavorevoli e, al tempo stesso, di cogliere opportunità di margine attraverso strategie speculative strutturate. Il modello si adatta tanto a contesti produttivi quanto a quelli commerciali, offrendo un vantaggio competitivo tangibile.

Lualdi Advisors è una società indipendente con sede in Florida, fondata nel 2015 e specializzata in modelli algoritmici e consulenza strategica.

Il suo focus comprende sia operatori finanziari, sia aziende esposte alla volatilità dei prezzi delle commodities, oltre a realtà industriali che necessitano di avanzate capacità di elaborazione e analisi dei dati. Il suo approccio coniuga rigore scientifico e applicabilità concreta, con particolare attenzione alla gestione del rischio e all’ottimizzazione delle performance.

Tra i suoi strumenti di punta figura Sigma, modello multi-asset ad alta precisione già adottato da realtà internazionali nei settori energia, agricolo e metalli.

Con l’ingresso di Giancarlo Samaritani, Lualdi Advisors rafforza la propria connessione con il settore caffè, avvalendosi di una figura di comprovata esperienza, ampiamente rispettata a livello internazionale. Una nuova fase si apre per la gestione del rischio nelle commodity agricole, con l’obiettivo di trasformare l’incertezza in strategia.

La scheda sintetica di Lualdi Advisors

Lualdi Advisors, fondata nel giugno 2015 con sede in Florida, è una società privata di tecnologia e consulenza. L’azienda si concentra sul trading quantitativo, sull’analisi predittiva e su sistemi decisionali basati su intelligenza artificiale. Grazie a un’approfondita esperienza nei mercati finanziari e a modelli proprietari di analisi dati, Lualdi Advisors serve una clientela sofisticata composta da banche, hedge fund, family office e grandi aziende.

Risultati finanziari e riconoscimenti

Attiva con successo da oltre un decennio, la società ha dimostrato una solida continuità operativa. Nel 2024, Lualdi Advisors ha registrato un aumento del 41,67% dei ricavi rispetto all’anno precedente. In riconoscimento delle sue competenze specialistiche e della sua performance costante, ha ricevuto il premio “Miglior società di consulenza in trading quantitativo 2025 – USA” ai FinTech Awards 2025.

Offerta principale

SIGMA – Motore di riconoscimento contestuale dei pattern

Il modello proprietario SIGMA è progettato per rilevare relazioni complesse e sottili tra set di dati eterogenei, tra cui serie temporali, informazioni geospaziali, dati transazionali e contenuti non strutturati. Incorporando memoria contestuale e capacità di adattamento agli ambienti in evoluzione, SIGMA consente decisioni proattive e lungimiranti.

Nel settore finanziario, SIGMA supporta la previsione dei flussi intraday, l’intelligence sulla liquidità e la determinazione dei prezzi degli asset. Nel comparto delle materie prime, aiuta ad anticipare stress di approvvigionamento causati da meteo, logistica e dinamiche geopolitiche.

SIGMA per il trading finanziario

Questa versione di SIGMA è ottimizzata per eseguire operazioni di trading sistematico con impatto minimo sul mercato. Offre precisione strategica e calibrazione in tempo reale per asset manager e desk di trading. È particolarmente efficace nel preservare l’alpha attraverso il timing e la scala ottimali delle esecuzioni, adattandosi dinamicamente alle condizioni intraday su futures ed equity.

Consulenza strategica per le materie prime

Lualdi Advisors supporta i team di approvvigionamento e finanza nell’identificare le finestre di acquisto più vantaggiose in mercati volatili. Attraverso analisi in tempo reale e modelli predittivi, i clienti possono passare da un approccio reattivo all’acquisto delle materie prime a una protezione proattiva dei margini. Il risultato è una strategia di procurement più efficiente e con minori rischi.

Leadership e team

La società è guidata dal fondatore e CEO Alex Lualdi. Claudio Di Blasi supervisiona le alleanze strategiche, mentre Davi De Rosa e Stephen Carruthers gestiscono l’espansione in Brasile e Nord America. Giancarlo Samaritani, esperto riconosciuto nel commercio globale del caffè e nell’approvvigionamento di materie prime, contribuisce con la sua visione strategica e conoscenza del settore alle attività di consulenza e sviluppo clienti.

Presenza globale

Lualdi Advisors ha sede in Florida e una presenza operativa in centri finanziari chiave come New York e Chicago. La crescita internazionale è supportata da manager regionali e partner strategici, consentendo un’interazione agile e localizzata con i clienti a livello globale.

Track record e clientela

L’accesso ai dati di performance, ai modelli proprietari e alle soluzioni di trading è subordinato a un processo di qualificazione destinato a investitori professionali.

La clientela è composta tipicamente da istituzioni finanziarie, acquirenti e venditori di materie prime, e grandi aziende in cerca di soluzioni personalizzate basate su modelli e analisi dati.

Sintesi

Lualdi Advisors è una società orientata ai risultati e guidata dalla ricerca, che unisce rigore quantitativo e innovazione algoritmica. Attraverso la piattaforma proprietaria SIGMA, consente alle istituzioni di trasformare dati complessi in strategie operative, con risultati concreti nei mercati finanziari e nei processi decisionali aziendali.

Dehors, Roma: approvato il nuovo regolamento che mette fine alle deroghe Covid

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

È stato approvato il nuovo regolamento per i dehors che ha messo fine alle deroghe introdotte durante il Covid. Roma viene suddivisa in tre macro-aree: centro Unesco, città storica e periferie. In centro le concessioni sono più limitate, mentre in periferia potranno arrivare fino ai 4/3 della metratura interna del locale.

Le autorizzazioni temporanee legate al Covid dovranno essere regolarizzate entro il 31 dicembre 2025. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Radio Roma.

Il nuovo regolamento per i dehors a Roma

ROMA – Arrivano nuove regole per dehors, tavolini, sedie e pedane a Roma. L’Assemblea Capitolina ha approvato il nuovo regolamento per l’occupazione di suolo pubblico, che mette fine alle deroghe straordinarie introdotte durante l’emergenza Covid.

Bar, ristoranti, hotel e fast food dovranno adeguarsi a criteri più rigidi, con concessioni calcolate non più sul fronte vetrina, ma sulla superficie interna dei locali e in base alla zona della città.

Roma viene suddivisa in tre macro-aree: centro Unesco, città storica e periferie. In centro le concessioni sono più limitate, mentre in periferia potranno arrivare fino ai 4/3 della metratura interna del locale.

Gli arredi dovranno rispettare un catalogo stilato dalla Sovrintendenza e l’area occupata andrà chiaramente delimitata con segnaletica o pannelli autorizzati. Le concessioni avranno durata fino a cinque anni e saranno rinnovabili.

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Keita Balde, l’ex giocatore della Lazio e dell’Inter, su Monte Carlo: “Un caffè arriva anche a 20 euro”

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

Keita Balde, l’ex giocatore della Lazio e dell’Inter e ora al Monza in serie B, ha giocato due stagioni al Monaco e ricorda il Principato come un posto troppo caro con una tazzina di caffè che può arrivare a costare anche 20 euro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Salvatore Riggio per il quotidiano Il Corriere della Sera.

L’opinione di Keita Balde sul prezzo del caffè a Monte Carlo

MILANO – È rimasto al Monza in B, ma Keita Balde – che in Italia ha vestito anche le maglie di Lazio, Inter, Sampdoria e Cagliari – non dimentica i suoi anni a Monte Carlo per giocare con il Monaco (2017-2018 e 2019-2020), club che ha appena preso Pogba (scoppiato a piangere dopo la firma sul contratto, rientra dalla squalifica per doping) e Ansu Fati (lui in prestito per un anno).

Ecco di cosa ha parlato l’attaccante del Monza al podcast El After de Post United: “Vivere lì è surreale, una follia. Una cosa è andare nel fine settimana, un’altra è vivere lì. Voglio dire, per vedere così tanto lusso devi essere molto intelligente, avere una mente aperta. Penso che sarei dovuto andarci in un’età più matura perché non è una città facile, basti pensare agli affitti o al solo costo di un caffè”.

Nel Principato, insomma, la vita è carissima: “Monaco non è facile, Monaco è un mondo a parte, ci vivono le persone più importanti al mondo e ci sono cose che vedi e che impari e cose che non vedrai mai nella tua vita come, ad esempio, gli affitti delle case pari a 50mila euro al mese oppure migliaia di euro al mese per noleggiare un auto. O ancora un caffè che ti costa anche 20 euro”.

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