giovedì 13 Novembre 2025
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Mokavit presenta Rottamoka, l’iniziativa che permette di scambiare una vecchia moka con un nuovo modello a metà prezzo fino al 31 marzo

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L'iniziativa Rottamoka (immagine concessa)

MILANO – In un’epoca in cui la velocità sembra dominare ogni aspetto della nostra quotidianità, Mokavit, azienda specializzata nella produzione di moka di alta qualità, lancia Rottamoka, un’iniziativa per preservare la tradizione e godersi il caffè con una moka innovativa: fino al 31 marzo offre la possibilità di scambiare la propria vecchia caffettiera con una nuova Mokavit, dal design particolare e compatibile con tutte le superfici, inclusa l’induzione.

Un gesto che non è solo un cambio di oggetto, ma un ritorno consapevole a un rituale autentico, lontano dalla frenesia delle capsule e del caffè istantaneo.

Come funziona?

  • Scatta una foto della tua vecchia vecchia moka
  • Inviarla via e- mail a rottamoka@mokavit.it o su whatsapp al numero +39 345 078 0296
  • Ricevere un codice sconto del 50% da utilizzare su mokavit.it
  • Scegli la tua una nuova Mokavit
  • Consegna la vecchia moka al corriere al momento della ricezione della nuova.

L’iniziativa è aperta a tutti e offre un ulteriore vantaggio: spedizione gratuita in tutta Italia.

Perché sostituire una moka?

Il caffè, si sa, non è solo caffè. È condivisione e tradizione. Con la moka, il rito della sua preparazione torna ad avere un senso profondo: ci invita a fermarci, a riconnetterci con noi stessi e con gli altri.

In Italia, la moka resta uno degli strumenti più utilizzati per la preparazione del caffè. Il 58% degli italiani acquista caffè macinato destinato alla moka, e ogni anno vengono venduti circa due milioni di Moka Express, con il 40% delle vendite concentrate nel mercato italiano.

Questi numeri testimoniano quanto la moka sia ancora oggi un simbolo della cultura e della tradizione italiana, resistendo alle nuove tecnologie e ai metodi di preparazione più veloci.

Così Mokavit non produce solo moke: crea esperienze, racconta storie, difende il valore della bellezza quotidiana. Perché nella semplicità di una moka che borbotta sul fornello, si nasconde la promessa di un momento autentico, da assaporare senza fretta.

Il regolamento completo è disponibile qui.

La scheda sintetica di Mokavit

Mokavit è un’azienda piemontese che celebra l’eccellenza artigianale italiana attraverso la produzione di moke di alta qualità. Fondata da Gianni Vittoni, si oppone alla standardizzazione del caffè, valorizzando il rito tradizionale della moka come momento di condivisione e autenticità.

L’azienda produce esclusivamente in Italia, collaborando con artigiani locali per preservare l’eredità manifatturiera italiana e garantire prodotti di design e lunga durata. Le collezioni Mokavit, come Capri Home, Zodiaco e Dakar, uniscono estetica e innovazione, offrendo modelli compatibili con diversi tipi di fornelli, inclusi quelli a induzione.

Mokavit si oppone alle capsule e ai metodi di erogazione veloce, riaffermando il valore del Made in Italy e della qualità artigianale. Simbolo di questa filosofia è la fenice, emblema di resilienza e rinascita, che rappresenta la missione dell’azienda: riportare la moka al centro della cultura del caffè, difendendo il gusto autentico e la bellezza dei gesti quotidiani.

La caffettiera Angelina protagonista alla Milan Design Week

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La moka Angelina (immagine concessa)

MILANO – Angelina è una moka iconica per stile e innovazione che porta colore nella cucina. Nata nel Distretto del Casalingo, situato a Verbano Cusio Ossola tra le rive del Lago Maggiore e le montagne piemontesi, e realizzata con maestria dalla Fonderia Alfredo Togno, Angelina incarna l’eccellenza del made in Italy.

Con un design fresco e contemporaneo, la moka Angelina si adatta perfettamente a ogni stile di cucina, offrendo una vivace gamma di colori per la propria pausa caffè. Funzionale e versatile, è ideale sia per cucine a induzione che tradizionali.

La moka Angelina

La moka verrà presentata in occasione della Milan Design Week. La presentazione si terrà dall’8 al 13 aprile 2025, tutti i giorni dalle 10:30 alle 13 presso lo Showroom Composit di Via Baracchini 10 a Milano.

Verrà realizzato un percorso multisensoriale che abbinerà la lavorazione del caffè all’uso della moka Angelina per un’esperienza a 360º che coinvolga i 5 sensi.

Il progetto prende vita da un’idea di Barbara Togno , che ha voluto fortemente circondarsi di un team di donne talentuose per svilupparlo. Questa scelta riflette il suo impegno a valorizzare il contributo femminile in ogni fase del processo creativo.

Questa sinergia ha dato vita a una caffettiera di alta qualità, curata in ogni dettaglio, che unisce tradizione, innovazione e design.

Realizzata in alluminio riciclabile, Angelina promuove un consumo sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Le caffettiere Angelina sono pensate per ogni cucina: funzionano sia sui piani a induzione che su quelli tradizionali. La loro speciale progettazione permette di ottenere un caffè dal gusto ricco e intenso, proprio come vuole la tradizione.

Al momento, è possibile scegliere tra i modelli da 3 e 6 tazze, disponibili nelle linee Classica, Base, Sand e Corinna by Angelina, perfetti per ogni occasione. Ma non finisce qui: il team sta già lavorando a nuove versioni da 1 e 12 tazze per soddisfare tutte le esigenza.

C’è un ulteriore tocco di unicità: ogni caffettiera della collezione Angelina è accompagnata da illustrazioni esclusive del noto illustratore italiano Massimo Caccia. I suoi disegni, ispirati alla natura e agli animali, come la libellula, il colibrì e il pesciolino arancione, aggiungono un elemento artistico e distintivo.

Ogni anno, nuove edizioni con illustrazioni uniche arricchiranno la collezione, offrendo sempre qualcosa di nuovo e speciale.

Il manico ergonomico è progettato per prevenire scottature e garantire una presa sicura durante l’uso. Inoltre, il beccuccio è studiato per un versamento preciso, evitando fastidiosi sgocciolamenti.

La struttura della caffettiera Angelina, realizzata in alluminio e acciaio inox, si compone di:

  • Base o caldaia: il serbatoio dove si versa l’acqua.
  • Filtro a imbuto centrale: contiene il caffè macinato.
  • Filtro a piastra: impedisce il passaggio di residui di polvere di caffè.
  • Parte superiore o raccoglitore: dove si raccoglie il caffè pronto.
  • Valvola di sicurezza in acciaio inox, regola la pressione interna durante la preparazione.

Caratteristiche delle valvole in acciaio inox:

  • Materiale resistente: l’acciaio inox è robusto, durevole e resistente alla corrosione, assicurando una lunga durata operativa rispetto a valvole realizzate con materiali meno pregiati.
  • Precisione nella regolazione della pressione: la valvola controlla il flusso di vapore, mantenendo la pressione ideale durante l’estrazione del caffè.
  • Facilità di pulizia: l’acciaio inox è semplice da pulire e non trattiene residui o odori, garantendo una preparazione del caffè più igienica.
  • Sicurezza: grazie alla sua elevata resistenza, riduce il rischio di malfunzionamenti, come blocchi o perdite di pressione, offrendo un utilizzo più sicuro.

Tutte i modelli moka Angelina hanno valvole in acciaio per offrire una sicurezza maggiore e una qualità costante nel tempo, rendendole una scelta ideale per chi cerca affidabilità e prestazioni elevate.

La linea classica

La caffettiera Angelina linea classica è progettata specificamente per l’uso su fornelli a gas, garantendo una preparazione tradizionale del caffè che esalta gli aromi e i sapori autentici.

Realizzata con materiali di alta qualità, come l’alluminio e l’acciaio inox, assicura una distribuzione uniforme del calore, fondamentale per ottenere un caffè ricco e corposo.

Il suo design semplice e moderno è disponibile in vari colori e finiture, permettendo di scegliere la versione che meglio si adatta al proprio stile.

La caffettiera Angelina linea classica è ideale per chi apprezza il metodo tradizionale di preparazione del caffè, offrendo una resa ricca di aromi e un processo di preparazione piacevole, che consente un controllo diretto sul risultato finale.

Disponibile nelle capacità da 3 e 6 tazze, con future varianti da 1 e 12 tazze.

La linea base e sand

Le caffettiere Angelina linea base e sand sono pensate per offrire un’esperienza di caffè versatile e moderna, compatibile con piani cottura a induzione, elettrici e a gas.

Realizzata in alluminio leggero e resistente, garantisce una distribuzione uniforme del calore, assicurando un’estrazione ottimale per un caffè aromatico e ricco di sapore.

Il suo design semplice e moderno è disponibile in vari colori e finiture, permettendo di scegliere la versione che meglio si adatta al proprio stile.

La caffettiera Angelina linea Base e sand è ideale per chi apprezza il metodo tradizionale di preparazione del caffè, offrendo una resa ricca di aromi e un processo di preparazione piacevole, che consente un controllo diretto sul risultato finale.

Disponibile nelle capacità da 3 e 6 tazze, con future varianti da 1 e 12 tazze.

Sostenibilità

La caffettiera Angelina rappresenta una scelta ecologica e sostenibile per gli amanti del caffè. Realizzata in alluminio, un materiale leggero e resistente, garantisce una distribuzione uniforme del calore e una lunga durata nel tempo. La struttura è completamente riciclabile, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale.

Corinna by Angelina

Corinna by Angelina rappresenta l’eccellenza nell’incontro tra eleganza e funzionalità. Con il suo design distintivo, questa caffettiera è realizzata con un contenitore in vetro borosilicato resistente al calore, che esalta l’aspetto estetico e consente anche di osservare il processo di preparazione del caffè in tempo reale, aggiungendo un’esperienza visiva unica a ogni pausa caffè.

La base in alluminio, leggera ma resistente, assicura una distribuzione ottimale del calore, permettendo di preparare un caffè ricco e aromatico in tempi rapidi. La caffettiera è compatibile con piani di induzione, elettrici e a gas, offrendo versatilità e praticità in cucina.

Disponibile con finitura cromata o nera, Corinna by Angelina si distingue per il suo design sofisticato e per la sua capacità di coniugare la tradizione con l’innovazione, rendendola un oggetto di design perfetto per ogni cucina moderna.

Personalizzazione

Le caffettiere Angelina offrono un’esperienza di personalizzazione unica, permettendo di esprimere il proprio stile personale in cucina. È possibile scegliere tra una gamma attuale di 12 colori raffinati per il corpo della caffettiera, abbinandoli a manici e pomoli disponibili in 7 tonalità diverse. Questa combinazione consente di creare una caffettiera che rispecchi perfettamente i propri gusti.

Inoltre, si ha la possibilità di acquistare manici e pomoli aggiuntivi, permettendo di rinnovare l’aspetto della tua caffettiera con facilità. Il design modulare facilita la sostituzione di questi componenti, offrendo la libertà di cambiare look alla caffettiera in base all’umore o all’arredamento della cucina.

Lindt apre il nuovo flagship store a Londra con il più grande Lindor Pick-And-Mix, la scatola di cioccolato da personalizzare, del Regno Unito

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Il logo Lindt

Lindt ha aperto un nuovo flagship a Londra, che vanta il più grande Lindor Pick-And-Mix, la scatola di cioccolato da personalizzare, di tutto il Regno Unito. Il punto vendita è anche dotato di un choco barista. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Jack Sadler per il portale d’informazione Secret London.

Il nuove flagship store Lindt di Londra

LONDRA – Non c’è sensazione più bella che infilarsi in una scatola di Lindt Lindor a Pasqua, a Natale o in uno qualsiasi degli altri 363 giorni dell’anno. Ognuno ha i suoi tipi preferiti e tutti saranno soddisfatti quando ci troveremo di fronte all’ultima forma di sogno di cioccolato: il Lindtor pick-and-mix più grande del Regno Unito.

Il nuovo gigantesco flagship Lindt & Sprüngli, appena inaugurato a Londra, è dotato del suddetto enorme pick-and-mix, di un choco barista e di molto altro ancora. È il luogo perfetto per soddisfare i propri desideri di un paese delle meraviglie al cioccolato.

Dopo essere entrati e aver dato un’occhiata al bellissimo design delle vetrine (tra cui uno skyline di Londra in cioccolato), i vostri occhi saranno immediatamente attratti dal Pick-And-Mix, pieno zeppo di tutti i tipi di cioccolatini Lindor che potreste desiderare.

Fate il pieno di questi cioccolatini prima di passare ai primi maestri cioccolatieri Lindt del Regno Unito: tre cioccolatieri con formazione classica che preparano i cioccolatini nel negozio per servirli ai clienti più golosi.

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TÜV Italia ha celebrato la Giornata mondiale dell’acqua con una riflessione sulla water footprint

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TÜV Italia
TÜV Italia per la Giornata mondiale dell'acqua (immagine concessa)

MILANO – Il 22 marzo di ogni anno si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite per promuovere la consapevolezza sull’importanza vitale di questa risorsa e sottolineare l’urgenza di adottare pratiche di gestione sostenibile. L’acqua è infatti un elemento imprescindibile per la vita e per lo sviluppo delle società, ma oggi più che mai è minacciata da inquinamento, sprechi e cambiamenti climatici.

Secondo le Nazioni Unite, circa 2,2 miliardi di persone non hanno accesso a servizi di acqua potabile sicura, mentre oltre il 40% della popolazione mondiale affronta problemi legati alla scarsità idrica.

A ciò si aggiunge il grave impatto dell’inquinamento: ogni anno circa 4 miliardi di tonnellate di acque reflue non trattate vengono riversate nell’ambiente, compromettendo la qualità di fiumi, laghi e falde acquifere.

In Europa, il 60% dei corsi d’acqua e delle acque sotterranee presenta livelli di contaminazione preoccupanti dovuti all’uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti.

In questo scenario, TÜV Italia sottolinea l’importanza della tutela e della gestione responsabile delle risorse idriche attraverso servizi di certificazione, ispezione e testing dedicati alla qualità e alla sicurezza dell’acqua.

Per affrontare le sfide globali legate all’acqua, è fondamentale adottare strumenti di misurazione e strategie di sostenibilità. Tra questi, la Water Footprint si configura come un indicatore chiave per valutare il consumo e l’impatto ambientale sull’acqua dolce da parte delle attività produttive, fornendo un approccio misurabile e concreto per ridurre gli sprechi e promuovere un uso più consapevole di questa risorsa.

Water footprint: un approccio strategico per la gestione sostenibile delle risorse idriche
Misurare e gestire in modo responsabile il consumo di acqua è oggi una priorità per aziende e istituzioni.

La water footprint (wf) rappresenta uno strumento chiave per quantificare l’utilizzo di acqua nei processi produttivi e analizzare il suo impatto ambientale. Grazie a questa metodologia, le organizzazioni possono adottare strategie mirate per ridurre gli sprechi, migliorare l’efficienza idrica e comunicare in modo trasparente il proprio impegno verso la sostenibilità.

In particolare, la water footprint consente di:

• Determinare il volume totale di acqua impiegato per prodotti, servizi, processi o intere organizzazioni.

• Valutare la qualità delle acque di scarico e il livello di degrado delle risorse idriche.

• Identificare le aree critiche di consumo e adottare soluzioni per una gestione più efficiente.

• Rafforzare la comunicazione ambientale, dimostrando un impegno concreto nella tutela delle risorse idriche.

• Monitorare la gestione idrica aziendale, facilitando il miglioramento continuo delle performance di sostenibilità.

La certificazione della Water Footprint secondo lo standard ISO 14046

La verifica della Water Footprint da parte di un ente terzo indipendente garantisce la conformità agli standard ISO 14046, fornendo un’analisi scientifica rigorosa e trasparente dell’impatto idrico. TÜV Italia supporta le organizzazioni nell’implementazione di sistemi di misurazione affidabili, contribuendo a consolidare la credibilità aziendale e a promuovere una gestione responsabile delle risorse idriche.

“Oggi più che mai, la tutela delle risorse idriche è una priorità globale. Quantificare e ridurre la Water Footprint non è solo una scelta strategica, ma una responsabilità verso le generazioni future. L’adozione di standard come l’ISO 14046 consente alle aziende di dimostrare un impegno concreto per un futuro più sostenibile”, dichiara Primiano De Rosa-Giglio, environmental sustainability manager di TÜV Italia.

L’entrata in vigore della Direttiva 2020/2184

Un passo decisivo per la qualità dell’acqua potabile in Europa. Questa evoluzione normativa si inserisce in un quadro più ampio di strategie per la gestione sostenibile delle risorse idriche, tra cui la misurazione della Water Footprint, un indicatore essenziale per valutare il consumo di acqua dolce nei processi produttivi e il loro impatto ambientale.

TÜV Italia, attraverso i suoi servizi di certificazione e testing, continua a supportare le imprese nell’adozione di standard rigorosi e soluzioni innovative per la sicurezza e la sostenibilità delle risorse idriche.

Le nuove regole per i materiali a contatto con l’acqua

La sicurezza e la qualità dell’acqua potabile sono al centro della Direttiva europea 2020/2184, conosciuta come Drinking Water Directive (DWD), che introduce requisiti più rigorosi per la tutela della salute pubblica. Recepita in Italia con il Decreto Legislativo 18/2023, questa normativa segna un’importante evoluzione nella regolamentazione delle acque destinate al consumo umano, fissando standard armonizzati per i materiali a contatto con l’acqua potabile, come le tubature in plastica e altri sistemi di distribuzione.

Tra gli obiettivi principali della direttiva:

• Uniformità dei requisiti: definire criteri comuni a livello europeo per i materiali a contatto con l’acqua, garantendo che non alterino le caratteristiche organolettiche, non favoriscano la crescita microbica e non rilascino sostanze nocive.

• Introduzione di nuovi parametri di sicurezza: fissare limiti per sostanze come Bisfenolo A (BPA), Clorato, Clorite, PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) e Uranio, aggiornando e ampliando i parametri della precedente direttiva 98/83/CE.

Per garantire l’attuazione della direttiva, sono stati pubblicati nuovi atti delegati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea nell’aprile 2024. Questi stabiliscono che, a partire dal 31 dicembre 2026, potranno essere utilizzati solo materiali conformi alla lista positiva EU per il contatto con l’acqua potabile. Le nuove norme disciplinano:

• Gli elenchi positivi europei di sostanze di partenza, composizioni e costituenti.

• Le procedure di valutazione della conformità e le modalità per la designazione degli organismi di certificazione.

• Le specifiche armonizzate per la marcatura dei prodotti destinati al contatto con l’acqua potabile.

Queste misure consentiranno di commercializzare i prodotti in tutta l’UE senza restrizioni, eliminando potenziali rischi per la salute pubblica e l’ambiente. È fondamentale prestare attenzione alle scadenze: le nuove norme entreranno in vigore dal 31 dicembre 2026 per i nuovi prodotti e dal 31 dicembre 2032 per quelli già certificati a livello nazionale.

“Per supportare le aziende nell’adeguamento ai nuovi requisiti della direttiva,” – dichiara Silvia Arrigoni, sales area manager food contact pH Labs – Gruppo TÜV Italia – “i Laboratori pH di TÜV Italia offrono servizi di testing sui materiali a contatto con l’acqua potabile. Questi servizi includono test sensoriali, analisi della migrazione di sostanze e valutazione del rischio per garantire la conformità alle normative e la sicurezza dell’acqua destinata al consumo umano”.

TÜV Italia rinnova il suo impegno nella promozione di soluzioni innovative per la tutela dell’acqua, risorsa essenziale per il benessere delle comunità e la competitività delle imprese.

La Giornata mondiale dell’acqua rappresenta un’occasione per riflettere sull’importanza di strategie condivise e di una governance efficace delle risorse idriche. Attraverso certificazioni, ispezioni e servizi dedicati, TÜV Italia continua a supportare un uso responsabile dell’acqua, contribuendo a un futuro più sostenibile per le generazioni presenti e future.

Bevanda vegetale di soia: ecco i benefici e le controindicazioni secondo il nutrizionista

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mandorle e soia latte vegetali
Bevanda vegetale di soia e mandorla (immagine: Pixabay)

Grazie al suo contenuto proteico e alla presenza di grassi buoni, la bevanda vegetale di soia può essere considerata una delle alternative più bilanciate al latte vaccino. Ma come inserirlo correttamente nella dieta? E quali controindicazioni è bene conoscere? Riportiamo di seguito le risposte di Carola Dubini, biologa ricercatrice e nutrizionista dell’unità operativa di endocrinologia e del Servizio di nutrizione clinica e prevenzione cardiometabolica dell’IRCCS Policlinico San Donato, in un estratto dell’articolo di Francesca Gastaldi per il portale d”informazione Io Donna.

La bevanda vegetale di soia: un valido alimento ma non adatto a tutti

MILANO – “La bevanda vegetale di soia è un alimento nutrizionalmente interessante, soprattutto per chi segue una dieta a base vegetale o per chi ha intolleranze al lattosio – spiega la nutrizionista Carola Dubini come riportato da Io Donna. – È ricca di proteine vegetali di buona qualità, fibre e povera di grassi saturi. Inoltre, è priva di colesterolo, il che la rende adatta a chi ha bisogno di ridurre l’assunzione di grassi animali”.

Dubini aggiunge: “Tuttavia, rispetto al latte vaccino è povera di calcio: motivo per cui è importante scegliere versioni fortificate o integrarla con altre fonti di questo minerale. Una dritta utile, per esempio, può essere quello di consumarlo insieme a una manciata di mandorle”.

Un valido alimento, dunque, anche se non adatto a tutti. “Oltre alle persone con allergia alla soia, il consumo di questa bevanda è sconsigliato in caso di disturbi gastrointestinali, come gonfiore o gas intestinali – precisa la specialista sempre su Io Donna. – Altrettanto importante è sottolineare che le persone con patologie tiroidee dovrebbero limitare il consumo di prodotti a base soia poiché la soia potrebbe interferire con l’assorbimento di iodio e con la funzione tiroidea”.

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Pi’n’Pi, fondi di caffè e silverskin nei prodotti degli chef stellati nel nord della Sardegna

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I due fondatori della società Agricola Pi'n'Pi (foto concessa)
I due fondatori della società Agricola Pi'n'Pi (foto concessa)

MILANO – Si vola in terra Sarda, per la precisione ad Olmedo, dove Oscar Pilo e Andrea Piras hanno deciso di sviluppare una loro attività di economia circolare che dal 2019 a oggi ha raggiunto i primi risultati: si parla di Pi’n’Pi, piccola impresa che ha conquistato di recente l’Oscar Green di Coldiretti. I due fondatori hanno un’esperienza alle spalle che si è svolta all’interno di un progetto che in queste pagine è già ben conosciuto dai lettori, ovvero la creatura di Antonio di Giovanni a Firenze, Fungo espresso.

Il principio di Pi’n’Pi è il medesimo: la raccolta dei fondi di caffè da alcuni bar di Alghero e Olmedo, e della silverskin da due torrefazioni di Sassari e Alghero

Raccontano i due protagonisti: “Attualmente i bar coinvolti sono circa 15 e li abbiamo selezionati secondo alcuni parametri: è necessario che i locali registrino volumi importanti e per questo diamo la priorità alle caffetterie che si svegliano alle prime luci dell’alba.

A loro forniamo un cestino che viene igienizzato ad ogni passaggio che possa reggere 15/20 chili.

Riusciamo a raccogliere dai 12 ai 20 chili per ogni giro, ovvero tre volte alla settimana per ciascun locale.”

È stato un progetto che ha coinvolto facilmente i gestori?

“Sì, dobbiamo dire che si sono mostrati tutti molto partecipi, sin dall’inizio quando Pi’n’Pi era ancora in fase di sperimentazione. Apprezzano molto il progetto perché in fin dei conti il materiale di scarto che producono in quantità industriale andrebbe perso e metterlo nell’umido era uno spreco. Naturalmente noi li ringraziamo molto per il loro sostegno.

D’altra parte per questo servizio si instaura un rapporto win to win per entrambi. Sigliamo
un accordo quadro, con un modulo predisposto che stabilisce che il gestore ci dona il caffè – assicurandoci che sia solo quello, senza altri rifiuti mescolati – e che in cambio noi ogni due giorni, ci occupiamo dello smaltimento negli orari concordati. Conferiamo sempre noi un bidone pulito e igienizzato ad ogni nostro passaggio.

Anche per quanto riguarda i trasporti rappresentiamo un recupero di chilometri, sempre nell’ottica della sostenibilità il più possibile: per questo motivo privilegiamo i locali che si trovano lungo il percorso delle nostre consegne ai ristoranti del prodotto finito, così da fare un unico viaggio. Il caffè raccolto lo lavoriamo poi nel nostro laboratorio dove prepariamo le ballette in cui far sviluppare il fungo.

Dalla torrefazione invece recuperiamo la silver skin, da Caffè Maya e Luiss, che poi viene aggiunta alla mistura per creare la balletta nella quantità necessaria a fornire la lignina fondamentale per la fortificazione del fungo.

Al mese ritiriamo tutta la pellicola da Caffè Maya – più o meno 9 sacchi circa ogni 10 giorni e da Luiss 3 sacchi -. In seguito la impieghiamo anche come pacciamatura nei campi così da evitare la crescita di erbacce senza l’uso di diserbanti. L’abbiamo anche sperimentato come ammendante da mettere nei terreni per assorbire e rilasciare l’acqua lentamente in supporto della pianta.”

L’incubazione dei funghi si sviluppa nell’arco di 25-30 giorni e a questi si devono contare atri 5-6 giorni per poter procedere con la raccolta. Da 1,5 tonnellate di caffè al mese circa, si ricavano più o meno 250 ballette, ed una produzione di circa 300 chili di funghi al mese.

Ci sono aziende di settore e magari locali che hanno deciso di investire nella vostra start up?

“Investitori ancora niente, purtroppo, così come alcun finanziamento. “

Quant’è il vostro fatturato oggi? Quanto può costare un vostro fungo?

“Pi’n’Pi è composto da noi due soci soltanto ed è partito basandosi solo sui nostri mezzi, senza l’appoggio di garanti, solo spinti dall’idea e con 50mila euro ottenuti per edificare e strutturare l’azienda grazie alla banca Intesa San Paolo. Abbiamo un terreno in affitto. Il primo anno è stato durissimo, senza entrate e solo lavoro dalle sei del mattino alle sette di sera. Ma noi crediamo molto in questo progetto.

I funghi dai fondi (foto concessa)

Ad oggi anche se c’è ancora molto fare, vantiamo la collaborazione con 11 ristoranti, molti stellati, nella Costa Nord da Alghero-Sassari-Porto Torresa a Olbia/Costa Smeralda.

L’economia circolare garantisce il rifornimento di materiali di altissima qualità a costo zero per un prodotto finale che si vende molto bene: l’antunna e il cardoncello li proponiamo dagli 8 ai 12 euro al chilo tutto l’anno (rispetto ai 16 euro al chilo che si trova ora sul mercato) siamo piuttosto concorrenziali.”

Avete intenzione di ampliare la vostra area di azione (come aderire a questa rete)? E di fare formazione sull’isola come ha fatto Antonio di funghi espresso?

“Sì, ci piacerebbe tanto, un passo per volta. I progetti sono diversi e vorremmo rivolgerci ai mercati all’ingrosso con altri nostri prodotti, come ad esempio i microgreens e i fiori edibili per l’alta ristorazione.

Il logo di Pi’n’Pi (foto concessa)

Vogliamo mantenerci a questi livelli per garantire sempre un’alta qualità, restando in Sardegna. Partecipiamo inoltre con dei corsi piccoli di formazione e degli eventi dedicati al mondo dei funghi. Collaboriamo con le scuole e gli istituti superiori.

Magari si potrebbe pensare di sviluppare il progetto in una urban farm, al centro di una città, ma la realtà è che la nostra visione è di macro economia. Ci interessa garantire un prodotto fresco, sempre al top”.

Avete studiato delle ricette particolari con i vostri funghi e prodotti insieme agli chef dei ristoranti che rifornite?

“Ci capita spesso ultimamente, per noi è un onore ed una grande gioia ogni volta. Collaboriamo con chef stellati ed è una bella fortuna, perché a noi piace anche mangiare e l’assaggio fa sempre parte di un lavoro condiviso”.

Prossimi passi per Pin pi? Creare una urban farm?

“Perché no, chi può dirlo? Per ora nel futuro pensiamo a fortificare il nostro network, un po’ come fa il fungo nel radicarci ed espanderci nel nostro territorio”.

Uc Davis Coffee Center, Irwin Ronaldo Donis-Gonzales: “Per una ricerca all’avanguardia, fondamentali gli investimenti da parte di aziende private”

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uc davis coffee center
Irwin R. Donis-González mentre visita un wet mill in Guatemala (foto concessa)

MILANO – L’UC Davis Coffee Center è stato fondato ufficialmente nel 2024 per servire lo stato della California e da allora si è posto l’obiettivo di promuovere la ricerca in molti settori, tra i quali spicca chiaramente il caffè, dalle sue origini ai metodi di estrazione: le innovazioni sono continue e non ci si ferma mai. Abbiamo potuto parlarne con uno dei suoi membri, Irwin Ronaldo Donis-Gonzalez, Ph.D. Department of Biological and Agricultural Engineering.

Oggi la produzione di commodity è diventata complicata perché deve evolversi rispetto alle grandi sfide del cambiamento climatico, della deforestazione (EUDR) mantenendo alti volumi e qualità: cosa può fare concretamente la tecnologia (AI, IoT, blockchain) applicata ai campi per rispondere a questi fenomeni?

“L’applicazione della tecnologia all’agricoltura e alla produzione, al trasporto, allo stoccaggio e alla distribuzione di alimenti, che all’UC Davis chiamiamo Smart farming, comprende l’AI, le tecnologie dei sensori, le macchine intelligenti, l’IoT e la blockchain che possono aiutare a ottimizzare la resa dei raccolti, a misurare e comunicare meglio le condizioni ambientali e di conservazione degli alimenti; a prevedere i modelli meteorologici per una migliore allocazione delle risorse, a monitorare le condizioni del suolo e persino a contribuire allo sviluppo di nuove varietà di piante, attraverso tecniche di fenotipizzazione ad alto rendimento, che siano più resistenti ai cambiamenti delle condizioni ambientali.

Inoltre, queste tecnologie possono essere utilizzate per migliorare la gestione della catena di approvvigionamento, ridurre gli sprechi e le perdite alimentari e aumentare l’efficienza complessiva della produzione e della distribuzione.

Poiché il nostro mondo si trova ad affrontare nuove sfide legate al cambiamento climatico e ad altri fattori, le innovazioni tecnologiche svolgeranno un ruolo cruciale nel garantire la sicurezza e la sostenibilità alimentare”.

Dove si concentra attualmente la ricerca sul caffè? Sulla creazione di nuove varietà più resistenti o su strumenti che facilitino i compiti degli agricoltori, oppure sulla tracciabilità della materia prima o ancora sulla tostatura e l’estrazione?

“Nella mia area di competenza, ci concentriamo sul miglioramento della lavorazione post-raccolta, del trasporto e della conservazione dei chicchi verdi attraverso lo sviluppo delle tecnologie di rilevamento e dei metodi di conservazione, tra cui i sensori non invasivi per valutare l’umidità della materia prima e il miglioramento delle condizioni di conservazione e trasporto con l’uso di essiccanti.

Di recente ci siamo concentrati sullo studio dell’impatto della tostatura sul verde e su come i diversi metodi di cottura influenzino le proprietà fisiche e chimiche del risultato finale ottenuto. Le ricerche precedenti hanno coinvolto principalmente torrefattori di piccole dimensioni, con un controllo limitato sul profilo di tostatura e sulla frequenza di campionamento.

Di conseguenza, la relazione tra il profilo di tostatura in una torrefazione su larga scala e i cambiamenti risultanti negli attributi del caffè, come l’asprezza percepita (acidità), il contenuto di umidità e il colore, ad alte frequenze temporali, rimane per ora poco chiara. I nostri studi offrono preziose indicazioni per manipolare e ottenere le caratteristiche desiderate della bevanda durante il processo di tostatura”.

Negli ultimi anni, gli studi sulla sostenibilità e sul recupero anche degli scarti di produzione, come e quanto si stanno sviluppando?

“Sarò specifico per il mio settore di competenza e in relazione al mio programma. La ricerca sulla sostenibilità e sul recupero è fondamentale per ridurre gli sprechi alimentari, affrontando i diversi aspetti della filiera alimentare. Ciò include una migliore comprensione dei meccanismi che regolano la perdita e lo spreco di cibo, il riutilizzo dei sottoprodotti, il miglioramento della lavorazione post-raccolta, il trasporto e la conservabilità dei prodotti alimentari.

Seguendo il tema affrontato nella domanda precedente, il miglioramento delle tecnologie di rilevamento e dei metodi di conservazione può aiutare a monitorare e gestire meglio i prodotti alimentari, riducendo la probabilità di deterioramento e di spreco.

Inoltre, lo sviluppo di sensori non invasivi, come già detto, può agevolare la valutazione del contenuto di umidità degli alimenti, come i chicchi di caffè verde, consentendo una migliore conservazione e riducendo le possibilità di deterioramento. Inoltre, l’uso di essiccanti nelle condizioni di stoccaggio e trasporto può aiutare a mantenere la qualità dei prodotti alimentari, riducendo così gli sprechi.

Inoltre, gli studi sulla sostenibilità nella lavorazione del caffè e nel post-raccolto possono concentrarsi sull’ottimizzazione di diversi processi come la tostatura, che a sua volta può avere un impatto sulle proprietà fisiche e chimiche dei prodotti alimentari come i chicchi di caffè. La loro comprensione può portare a una produzione più efficiente e a una riduzione del volume di rifiuti.

In conclusione, grazie all’approfondimento delle varie fasi della filiera alimentare e all’implementazione di pratiche sostenibili, gli studi sulla sostenibilità e sul recupero contribuiscono in modo significativo a ridurre gli sprechi e le perdite alimentari. Questo non vale solo per il caffè, ma anche per altre filiere produttive alimentari, come la produzione di prodotti freschi, come frutta e verdura”.

Queste operazioni di tecnologizzazione hanno un impatto reale sui produttori? Possono permettersele economicamente e sono in grado di applicarle nei loro territori?

“Sì, in quanto esperti del settore, ci concentriamo sullo sviluppo di tecnologie appropriate che rispondano alle esigenze dell’industria, compresi i piccoli produttori dei Paesi in via di sviluppo. Questo è fondamentale per affrontare le sfide e le esigenze specifiche di varie industrie e settori. Un’adeguata tecnologia deve puntare a fornire soluzioni pratiche e sostenibili, adatte alle specifiche condizioni socio-economiche e ambientali di una determinata regione o comunità.

Per questo un obiettivo è mettere a disposizione una tecnologia accessibile, facile da mantenere e compatibile con le risorse e le infrastrutture locali. Inoltre, con questi strumenti si cerca di responsabilizzare le comunità locali coinvolgendole nella progettazione e nell’implementazione di soluzioni tecnologiche, che in ultima analisi portano a una maggiore proprietà e sostenibilità. Un esempio perfetto è lo sviluppo di un metodo economico per misurare l’attività idrica dei prodotti secchi, chiamato DryCard”.

I grandi trasformatori, quanto e dove investono le loro risorse per il futuro della ricerca sul caffè?

“Diverse aziende lungimiranti, tra cui La Marzocco, Peet’s Coffee, J.M. Smucker/Folgers, Behmor, Bridge Coffee, Cropster e Probat, stanno investendo nella ricerca sul caffè. Ciò è evidente dalla recente istituzione del Coffee Center della UC Davis.

Tuttavia, per far progredire ulteriormente la ricerca all’avanguardia, sono fondamentali ulteriori investimenti da parte di aziende private. Per informazioni sul sostegno agli studi sul caffè e al centro per il caffè della UC Davis, invitiamo tutti a contattare Kristen Norquist, direttore senior dello sviluppo del centro per il caffè della UC Davis”.

C’è interesse per la ricerca sul caffè? O c’è ancora molta comunicazione da fare rispetto al suo ruolo chiave nel futuro della filiera?

Sì, c’è molto interesse per la ricerca sul caffè, che resta una delle bevande più consumate al mondo. Attualmente i lavori in corso si concentrano su vari aspetti, tra cui i benefici per la salute, le tecniche di coltivazione, la sostenibilità, la tostatura, la conservabilità e altro ancora, come già detto.

Detto questo, molte domande devono ancora essere esplorate in vari campi. È importante continuare a cercare risposte e ampliare le nostre conoscenze per compiere progressi e avanzamenti nei diversi aspetti della filiera del caffè”.

Il New York Times: “Gli alti prezzi attuali del caffè non sono necessariamente una manna per i produttori”

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Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)

MILANO – Gli altissimi prezzi attuali dovrebbero essere una manna per i produttori di caffè, ma anche questi ultimi – in realtà – non hanno un gran da festeggiare. Perché ciò che fa oggi la loro fortuna potrebbe diventare domani la loro rovina. Questa la realtà paradossale che emerge da un’inchiesta realizzata per il New York Times da Peter S. Goodman, che è andato in Honduras a tastare il polso del locale comparto del caffè. Cominciando dalla Finca El Puente, nel sud-ovest del paese.

L’Honduras è il primo produttore di caffè dell’America centrale e l’ottavo al mondo. I suoi arabica lavati hanno costituito, per molti anni, la massima parte delle scorte certificate della borsa di New York, anche se lo scettro è passato oggi ai caffè brasiliani.

Le quotazioni dell’Ice Arabica sono più che raddoppiate da un anno a questa parte, ma i due proprietari – Marysabel Caballero, quarta generazione di una famiglia di produttori di caffè, assieme al marito Moisés Herrera – non ostentano ottimismo, appaiono anzi alquanto preoccupati.

L’eterno pessimismo del contadino? Purtroppo il loro stato d’animo non calza questo stereotipo ed è bensì alimentato da preoccupazioni reali.

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Eagle One di Victoria Arduino ora nel portale Ongreening per la sostenibilità in edilizia

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Eagle One nel portale Ongreening (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – È la prima macchina con una nuova filosofia costruttiva e un nuovo motore capace di garantire performance, risparmiare energia e ridurre l’impatto ambientale. Ora Eagle One, la macchina per caffè espresso di Victoria Arduino, è anche conforme ai maggiori sistemi di rating della sostenibilità in edilizia (LEED, BREEAM, WELL, Estidama, ecc) per il raggiungimento del Green Building Certification.

Ongreening, il portale web dedicato a architetti, progettisti e ingegneri e che fornisce informazioni dettagliate sulla conformità dei prodotti ai principali standard ambientali nel campo dell’edilizia, ha aggiunto Eagle One nel suo database in qualità di prodotto capace di ridurre il consumo energetico e quindi le emissioni dell’edificio o del locale in cui è installata.

I programmi di certificazione come LEED, BREEAM, WELL, ESTIDAMA e tanti altri, infatti, promuovono un approccio orientato alla sostenibilità, riconoscendo le prestazioni degli edifici in settori chiave, quali il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegate.

Come Eagle One permette di risparmiare energia e di ridurre l’impatto ambientale, mantenendo qualità e prestazioni elevate?

Riduzione del consumo energetico del 35% rispetto a macchine per caffè espresso della stessa categoria: il nuovo motore NEO (New Engine Optimization) permette di ottenere le stesse prestazioni, migliorando l’efficienza energetica. La caratteristica innovativa sta proprio nel nome NEO perché è un nuovo approccio nel riscaldamento dell’acqua per l’estrazione del caffè.

Il motore NEO sfrutta la tecnologia del riscaldamento istantaneo che richiede volumi e caldaie più piccole in quanto viene riscaldata solo l’acqua che serve. Le caldaie, inoltre, sono coibentate e rivestite da un innovativo materiale isolante che evita dispersioni di calore e aumenta l’efficienza energetica. Il procedimento è efficiente ma anche semplice: il barista deve solo impostare da display la temperatura. L’elettronica della macchina fa il resto, mantenendo stabile la temperatura durante l’intera fase di erogazione. Produttività e performance rimangono invariate, ma i consumi sono fortemente abbassati del 35% rispetto a macchine per caffè espresso della stessa categoria.

Riduzione dell’impatto ambientale del 23% rispetto a macchine per caffè espresso della stessa categoria. Lo studio dell’analisi LCA (Life Cycle Assessment è una metodologia strutturata e standardizzata sull’analisi del ciclo vitale di un prodotto che quantifica eventuali impatti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo associati all’uso) su Eagle One ha evidenziato come il nuovo motore e i nuovi componenti e materiali garantiscono una riduzione dell’impatto ambientale (in termini di Kg di CO2) del 23% rispetto a macchine per caffè espresso della stessa categoria.

Recupero dell’energia di scarto per un risparmio energetico dell’8%. Eagle One, con il suo motore NEO, ha introdotto anche una nuova tecnologia brevettata T.E.R.S. (Thermal Energy Recovery System) che sfrutta l’energia dell’acqua di scarico per preriscaldare l’acqua in entrata. Il risultato è un risparmio pari al 8% sul totale consumo della macchina.
Con V.I.S. (Virtual Intelligent Scale) ancora più precisione, minori sprechi e nessun componente aggiuntivo: VIS è una bilancia virtuale basata su un algoritmo di intelligenza artificiale che favorisce un workflow ancora più rapido e una dose sempre corretta rispetto alla precedente versione di Eagle One.

Oltre alla riduzione degli sprechi, VIS è implementata nella macchina per caffè espresso senza l’utilizzo di alcun componente aggiuntivo, mantenendo inalterato il design minimal, contemporaneo e sostenibile di Eagle One.

Scopri Eagle One nel portale Ongreening.

Pacorini Silocaf certificato Rainforest Alliance: è il primo operatore logistico per caffè verde e cacao a riuscirci in Italia

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Il logo Pacorini

TRIESTE – Pacorini Silocaf, società leader in Italia nel settore di caffè verde e cacao, è stato il primo operatore logistico, in tali settori, ad ottenere la certificazione Rainforest Alliance. Riccardo Marchesi, amministratore delegato dell’azienda, afferma: “La filosofia di Pacorini Silocaf e di tutte le società del Gruppo Pacorini è quella di uno sviluppo sostenibile in termini economici, sociali ed ambientali”.

vado ligure silo
Il Silo di Vado Ligure (immagine concessa)

La certificazione Rainforest Alliance

Marchesi aggiunge: “Ciò implica essere competitivi ed innovativi nel creare valore per i nostri clienti, non solo attraverso l’efficienza del servizio, ma anche mediante il continuo sviluppo di nuove modalità di servizio, l’impegno sociale, il rispetto etico verso ogni interlocutore, la salvaguardia dell’ambiente e l’attenzione per il territorio circostante. La sostenibilità è un impegno essenziale per il nostro Gruppo”.

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Sacchi di caffè in uno dei magazzini Pacorini

Il certificato Rainforest Alliance rappresenta un traguardo ed un’ulteriore testimonianza dell’impegno per l’ambiente e per lo sviluppo di pratiche e processi sostenibili che Pacorini Silocaf persegue.

Impegno che ha determinato l’adozione del Codice Etico e del Modello 231, con progetti rivolti al sociale sui territori in cui hanno sede le società del Gruppo.

Rainforest Alliance, presente in oltre 80 Paesi da più di 30 anni, promuove la conservazione della biodiversità la protezione dell’ambiente e i diritti “delle comunità del caffè e del cacao”.

La scheda sintetica del Gruppo Pacorini

Il Gruppo Pacorini, fondato nel 1933 a Trieste, è una multinazionale italiana, guidata dalla terza generazione che offre servizi logistici a livello mondiale nei mercati del caffè verde, cacao e metalli non ferrosi.

Pacorini Silocaf S.r.l., società del Gruppo Pacorini, è leader italiano nel mercato dei servizi logistici dedicati al caffè verde e cacao e fornisce, oltre ai servizi di movimentazione e stoccaggio, una pluralità di lavorazioni industriali del caffè crudo ai traders e torrefattori.
Per maggiori informazioni basta cliccare qui.