MILANO – Dopo il successo del lancio estivo e dei gusti speciali per il Chocolate Show, Artico – gelateria milanese di riferimento con quattro punti vendita in città – arricchisce la linea Gelartico con tre nuove edizioni speciali dedicate al Natale.
La collezione in barattolo da 400 cc, pensata per portare a casa la qualità del gelato artigianale firmato Artico, si veste di sapori iconici delle feste, reinterpretati con lo stile unico della gelateria.
I gusti natalizi
I tre nuovi gusti natalizi uniscono tradizione, ricerca e materie prime selezionate, trasformando ogni assaggio in un’esperienza che profuma di festa:
Panettone gelato, ricca crema all’uovo con aggiunta di panettone artigianale, uvette e morbidi canditi
Torrone tradizionale, fior di Latte arricchito da uno splendido Torrone di Cremona, con aggiunta di mandorle tostate e stracciatella fondente
Zabaione della festa, crema all’uovo arricchita da uno splendido Marsala invecchiato
Come tutta la linea, anche le proposte natalizie vengono realizzate con il mantecatore espresso che caratterizza Gelartico: una tecnica che permette di ottenere un gelato leggero e “aerato”, dalla texture particolarmente morbida e cremosa.
Pensato per essere conservato a -18°C, il prodotto è pronto all’assaggio senza tempi di attesa, ideale per un consumo domestico immediato e conviviale.
Per celebrare l’arrivo delle feste, i barattoli natalizi di Gelartico saranno confezionati in speciali box che impreziosiscono ulteriormente il prodotto: un packaging dalle grafiche accattivanti, minimali ma d’impatto, perfettamente in linea con il nuovo rebranding di Artico e pensato per rendere ogni box un pensiero goloso da portare in tavola o regalare.
«Con questa edizione festiva di Gelartico vogliamo portare nelle case dei nostri clienti il calore e i sapori più autentici del Natale, sempre con la qualità e la cura che contraddistinguono i nostri gelati» afferma Mariano Fioretti, co-fondatore del brand.
I nuovi gusti natalizi di Gelartico sono disponibili in edizione limitata nei negozi Artico di Isola (via Lambertenghi 15), Solari (via Bergognone 27) e Città Studi (via Pacini 17) al prezzo di 12 €.
Artico
Dal 2012, Artico rappresenta a Milano l’eccellenza del gelato artigianale, coniugando tradizione e innovazione in un’esperienza unica di gusto. Il brand si distingue per l’attenzione alla qualità e alla manualità, offrendo un prodotto autentico e senza compromessi.
Oggi, con quattro store nel cuore di Milano, Artico continua a evolversi, mantenendo al centro la ricerca e la sperimentazione. Il gelato è prodotto fresco ogni giorno nei laboratori interni, senza coloranti, grassi idrogenati o aromi artificiali, garantendo gusti sempre nuovi e sorprendenti.
Con un’identità rinnovata e una costante attenzione all’innovazione, Artico conferma il proprio ruolo di punto di riferimento per chi cerca un gelato che sia espressione di artigianalità, creatività e assoluta qualità.
Giuseppe Lavazza è il Presidente del Gruppo Lavazza e del Comitato italiano del caffè in Union Food (immagine concessa)
FIRENZE – Il nuovo Regolamento imballaggi (PPWR), il Regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR) con il rinvio a fine 2026 deciso mercoledì 26 novembre dal Parlamento EU, il quadro normativo su contaminanti e pesticidi, la crisi delle materie prime e l’evoluzione dei prezzi, le direzioni europee sulla sostenibilità: sono i temi sul tavolo dell’assemblea del Comitato italiano del caffè di Unione Italiana Food, che si apre giovedì 27 novembre per chiudersi venerdì 28, nella suggestiva cornice di Palazzo Pucci, a Firenze. Aprirà i lavori il Presidente del Comitato, Giuseppe Lavazza.
Un appuntamento annuale che riunisce le aziende più rappresentative del comparto del caffè per una due giorni di confronto, analisi dei trend di mercato e approfondimento sui principali dossier regolatori europei e internazionali.
I numeri del caffè in Italia (2024) secondo il Comitato Italiano del Caffè
Il Comitato Italiano del Caffè è parte di Unione Italiana Food ed è il portavoce delle principali aziende di torrefazione e delle imprese dei servizi collegati, garantendo rappresentanza nei rapporti con le Istituzioni nazionali, europee e internazionali, con la Federazione Europea del Caffè e con le diverse componenti sociali.
Riunisce più di 65 aziende, pari a circa l’80% del mercato nazionale
Il Comitato è presieduto da Giuseppe Lavazza e le imprese che ne fanno parte includono grandi marchi e piccole e medie realtà fortemente radicate nei territori, accomunate dalla capacità di portare nel mondo il valore e la qualità dell’espresso italiano.
Nonostante la diversità per dimensioni e segmenti produttivi, queste aziende condividono valori, competenze ed esperienze, che attraverso Unionfood si trasformano in progetti comuni su temi strategici per il Settore, tutelando al contempo le identità aziendali che costituiscono la ricchezza dell’Associazione.
La tostatura del caffè (immagine concessa)
L’Assemblea affronterà questioni di rilevanza cruciale per il settore, che vanta numeri da record: secondo le elaborazioni di Unione Italiana Food su dati Istat e NielsenIQ, infatti, l’Italia nel 2024 ha prodotto oltre 430 mila tonnellate di caffè, tostato e solubile, affermandosi come secondo Paese produttore di caffè tostato in Unione Europea e quinto produttore di caffè solubile.
Un grande risultato ottenuto grazie alle 1.000 torrefazioni d’eccellenza distribuite su tutta la Penisola, che hanno generato un fatturato di 5 miliardi di euro. Il programma dell’Assemblea prevede inoltre un convegno tecnico con Areté – The Agri-Food Intelligence Company, dedicato all’andamento della materia prima caffè.
I chicchi di caffè (immagine concessa)
Nel 2024 ogni italiano ha consumato 792 tazzine di caffè
Il caffè non è solo una bevanda, ma un rito sociale, identitario e culturale per gli italiani. Nel 2024, in Italia si sono consumate oltre 280mila tonnellate di caffè, con un consumo pro capite salito a 4,8 kg all’anno, che corrispondono a 792 tazzine di caffè espresso.
Il consumo è prevalentemente domestico: di ogni 100 tazzine, il 72% si consumano tra le mura di casa, mentre il restante 28% deriva da consumi fuori casa (bar, ristoranti, hotel, ecc.).
La tostatura (immagine concessa)
Inoltre, prendendo in considerazione le tipologie di prodotto disponibile sul mercato, è possibile vedere nel 2024 un aumento del mono-porzionato a discapito del caffè macinato: capsule e cialde, infatti, hanno registrato una crescita a volume del 13% (dal 20,6% del 2023 al 24% del 2024), mentre il caffè macinato ha registrato un -6% a volume (dal 67,6% del 2023 è sceso al 64%), rimanendo comunque la scelta preferita degli italiani. Segue il caffè in grani (8%) e chiude il caffè solubile (4%).
Il valore dell’import-export
Nel 2024, il nostro Paese ha importato circa 655 mila tonnellate di caffè, di cui oltre la metà proveniente dal Brasile e dal Vietnam. Parlando di varietà, la Robusta ha costituito un terzo delle importazioni e l’Arabica i due terzi.
Il controllo qualità (immagine concessa)
Infine, nell’ultimo anno, l’Italia ha esportato 300 mila tonnellate di caffè, di cui 5,7 mila tonnellate di solubile, la restante parte di caffè tostato. Tra le destinazioni del caffè tostato, al primo posto c’è la Germania, al secondo la Francia e al terzo la Polonia. Seguono gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito. Per il caffè solubile la classifica cambia: sul podio figurano Francia, Filippine e Bulgaria, seguite da Spagna e Danimarca.
“Il caffè è un prodotto amatissimo, ma anche molto fragile – afferma Giuseppe Lavazza, Presidente del Comitato Italiano del Caffè – In questo momento, è minacciato da molteplici fattori: in primis da una prolungata diminuzione del volume dei raccolti dei principali Paesi produttori, come Brasile e Vietnam; poi da una massiccia attività speculativa, dovuta principalmente ad una riduzione degli stock di caffè verde presso i principali magazzini di borsa europei e dalle prospettive sull’andamento climatico; da gravi problematiche logistiche, come l’impraticabilità dal canale di Suez, da cui passa buona parte del caffè destinato all’Europa; dalla minaccia dell’applicazione di dazi molto elevati sul caffè sia quello verde che quello tostato da parte dell’amministrazione USA; dalla pesante incertezza dovuta al cammino contraddittorio e stentato dei regolamenti europei legati al Green Deal”.
L’assaggio del caffè (immagine concessa)
Lavazza: “L’insieme di questi fenomeni ha provocato un aumento record del prezzo per entrambe le varietà, arabica e robusta, di caffè verde e conseguentemente un’esplosione dei costi di approvvigionamento di tutto il settore con gravi problemi di liquidità e contrazione dei margini.”
Aggiunge Lavazza: “A valle si sta verificando una progressiva diminuzione trasversale dei consumi dovuta al tentativo di adattamento delle abitudini di acquisto da parte del pubblico al nuovo scenario di mercato. La previsione per i prossimi mesi non si presenta migliorativa: il caffè continuerà a viaggiare su prezzi molto elevati e la domanda sarà caratterizzata da ulteriori incertezze”.
La preparazione (immagine concessa)
Lavazza conclude: “Le imprese italiane del settore, con molto senso di responsabilità, si stanno attrezzando per cercare di superare un momento difficile e complesso dove ormai da tempo tutte le risorse e le riserve vengono messe in gioco per garantire continuità d’impresa e qualità di servizio”.
La scheda sintetica di Unione Italiana Food
Unione Italiana Food (Unionfood) è la maggiore Associazione italiana per rappresentanza diretta di categorie merceologiche alimentari e una delle più rilevanti a livello europeo. L’Associazione promuove e tutela le imprese, i prodotti e i settori che costituiscono l’eccellenza della nostra industria alimentare, supportandole nell’affrontare le sfide dei mercati globali.
Oggi Unionfood rappresenta oltre 530 aziende appartenenti a 26 categorie merceologiche, per un totale di oltre 100.000 addetti e un fatturato complessivo di 58 miliardi di euro, di cui 23 miliardi generati dall’export.
MILANO – Via libera dal Parlamento europeo al rinvio di un anno, per tutte le imprese, dell’entrata in applicazione dell’Eudr e a ulteriori semplificazioni della norma. Il disco verde dell’emiciclo di Strasburgo è arrivato ieri, mercoledì 26 novembre, con 402 voti favorevoli, 250 contrari e 8 astensioni. Come nelle attese (e già prefigurato in un nostro commento nei giorni scorsi), l’approvazione da parte dell’aula è avvenuta con un voto alternativo rispetto alla maggioranza Ursula.
Assieme al Partito popolare europeo si sono infatti espressi a favore della proposta, che riprendeva il mandato negoziale del Consiglio: Conservatori e riformisti (Ecr), Patrioti per l’Europa (PfE) ed Europa per le Nazioni Sovrane (Esn). Contrari Socialisti e Democratici (S&D) e Verdi, mentre i liberali di Renew sono andati in ordine sparso.
Le imprese avranno dunque più tempo mettersi in regola. Ancora una volta – come era avvenuto nel voto sulla semplificazione delle direttive sulla rendicontazione societaria (CSRD) e il dovere di diligenza (CSDDD) – il Ppe ha scelto uno “strappo forte” formando una maggioranza alternativa, allo scopo di semplificare una normativa ritenuta troppo complessa e onerosa per le imprese.
Le nuove scadenze dell’Eudr
L’applicazione scatterà dunque dal 30 dicembre 2026 per i grandi operatori e commercianti, mentre micro e piccole imprese avranno tempo fino al 30 giugno 2027 (vedi sotto per le definizioni di piccola e micro impresa).
Questa ulteriore proroga dovrebbe consentire una transizione più graduale e rendere possibile il potenziamento delle capacità del sistema informatico, per la presentazione delle dichiarazioni elettroniche di due diligence.
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ROMA – Oggi dalle ore 10:30 presso il cinema The Space di piazza Repubblica a Roma, sarà presentata la nuova edizione della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia, il progetto editoriale che ogni anno racconta l’identità, la qualità e la mappatura aggiornata del settore della torrefazione italiana.
Sul palco interverranno Lorenzo Ruggeri, direttore responsabile di Gambero Rosso, insieme ai due curatori della guida, Mauro Illiano e Andrej Godina. La loro presentazione sarà arricchita dai contributi dei rappresentanti delle principali associazioni del comparto: Omar Zidarich per il Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, Arianna Mingardi per l’Associazione Caffè Trieste, Alberto Polojac per SCA Italy, Ilaria Danesi per il Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizioanale (CTCEIT), Luca Montagna per l’Associazione Torrefattori Parma, Michele Monzini per il Consorzio Promozione Caffè. Una presenza che testimonia l’importanza di questo appuntamento per tutto il settore.
La presentazione sarà un evento senza precedenti con la partecipazione di più di 150 torrefazioni provenienti da tutta Italia, che saranno presenti in sala in rappresentanza della grande industria, delle torrefazioni medio-piccole, dei micro-torrefattori e produttori di Specialty Coffee e Fine Robusta.
Andrej Godina e Mauro Illiano (immagine concessa)
La Guida rappresenta oggi l’unico strumento a disposizione del consumatore che fotografa la mappa delle torrefazioni italiane e la qualità del caffè nel nostro paese. L’edizione 2026 nasce da un lavoro di assaggio imponente: un panel di assaggiatori professionisti ha valutato migliaia di referenze provenienti da ogni regione, suddivisi in quattro categorie – espresso, moka, filtro e monoporzionato.
Le degustazioni hanno permesso di individuare i prodotti più meritevoli e di offrire un quadro aggiornato delle eccellenze italiane.
Mauro Illiano, curatore della Guida: “L’edizione 2026 della Guida rappresenta un punto di svolta. La pubblicazione con l’editore Gambero Rosso è infatti un evento destinato a trasformare la portata del progetto. Da quest’anno cambia la diffusione, che diviene su più larga scala, cambia l’approccio, oggi più volto al consumatore e finalmente la Guida realizza lo scopo per cui era stata creata: restituire al caffè una maggiore dignità e consegnare ai consumatori con cui orientarsi tra le migliaia di referenze presenti sul mercato. Domani sarà una data importante, e sono felice di poter condividere questa giornata con i migliori torrefattori d’Italia.”
Mauro Illiano (immagine concessa)
Andrej Godina, curatore della Guida: “Quest’anno il lavoro di assaggio che abbiamo svolto con il nostro panel di professionisti è stato imponente, nella sede di Gambero Rosso a Roma sono arrivate migliaia di referenze di caffè che sono state assaggiate ciascuno con il proprio metodo di estrazione dedicato. Un lavoro lungo ed estenuante ma, allo stesso tempo, divertente e interessantissimo. Oggi, posso dire con soddisfazione, che io e Mauro siamo gli assaggiatori più esperti della qualità del caffè prodotta dalle torrefazioni italiane che quest’anno sono state selezionate per rappresentare in Guida questa straordinaria filiera.”
Andrej Godina (immagine concessa)
La scala dei macinini: un sistema di classificazione che premia la qualità riconoscibile in tazza
La Guida quest’anno adotta un sistema di valutazione delle referenze assaggiate chiaro e immediato, che diviene così un riferimento nel settore:
Un Macinino indica un caffè di qualità solida e riconoscibile.
Due Macinini premiano prodotti di livello superiore.
Tre Macinini è la massima menzione che sono assegnati esclusivamente ai caffè che raggiungono l’eccellenza all’interno delle rispettive categorie prodotto.
Durante l’evento di presentazione ufficiale della Guida saranno annunciati e premiati i caffè che hanno ottenuto i Tre Macinini nelle categorie espresso, moka, filtro e monoporzionato, referenze che rappresentano il meglio della produzione italiana e che sono il risultato di una selezione rigorosa.
Gli Award Torrefazione 2026
La giornata di domani segnerà anche un momento importante con la proclamazione degli Award Torrefazione 2026, i riconoscimenti speciali assegnati alle aziende che si sono distinte per identità, stile e filosofia di prodotto, sostenibilità, innovazione, tradizione e contributo culturale. Si tratta di premi che valorizzano il lavoro quotidiano delle torrefazioni italiane in tutte le sue sfumature inerenti pratiche virtuose di filiera.
Tra gli Award spicca il titolo più prestigioso, che ogni anno individua un’azienda capace di rappresentare con coerenza e visione l’eccellenza del caffè italiano. Ma l’intero sistema di riconoscimenti ha un ruolo ancora più ampio: queste menzioni – fortemente volute fin dalla prima edizione dai due curatori – nascono con l’obiettivo di offrire al consumatore una ulteriore guida per orientarsi ed esplorare nuovi prodotti legati a progetti specifici e che raccontano le storie di tante torrefazioni che, spesso in silenzio e lontano dai riflettori, portano avanti valori di grande rilievo.
Gli Award, suddivisi per categorie, mettono in luce un patrimonio di competenze che meritano di essere raccontate, e che contribuiscono in modo determinante alla crescita culturale del caffè in Italia.
La presentazione della Guida non è soltanto un momento celebrativo, ma un’occasione di confronto per torrefattori, professionisti, associazioni e operatori che rappresentano la filiera in tutte le sue forme. L’obiettivo è offrire ai consumatori uno strumento affidabile e dare visibilità a chi lavora ogni giorno per migliorare la qualità del caffè italiano.
LùBar e Caffè Moak: un incontro di eccellenze siciliane al LùBazar (immagine concessa)
MILANO – In via dell’Orso 5, nel cuore di Brera, abbiamo partecipato all’evento di LùBazar, il nuovo spazio firmato LùBar nato per valorizzare l’artigianalità e la cultura siciliana (anche) del caffè. Un luogo concepito non soltanto come punto vendita, ma come percorso narrativo tra profumi, sapori e oggetti che raccontano l’identità dell’isola.
Tra i protagonisti della giornata, Caffè Moak, realtà storica di Modica (Ragusa), che consolida la propria collaborazione con LùBar entrando ufficialmente nel progetto LùBazar. Un rapporto già avviato da anni – il caffè Moak è servito quotidianamente nei locali LùBar – e che oggi si rafforza con una presenza dedicata all’interno dello spazio.
All’interno del LùBazar abbiamo potuto esplorare la selezione curata da Moak: miscele, prodotti della linea gourmet e abbinamenti che valorizzano l’identità mediterranea. Tra le proposte, marmellate e cioccolato pensati per accompagnare la degustazione del caffè. Particolare attenzione ha suscitato la possibilità di acquistare il caffè macinato al grammo, un omaggio alle botteghe tradizionali che recupera un gesto semplice ma carico di storia.
Il progetto e l’amore per la Sicilia
Il progetto LùBar nasce dal desiderio dei fratelli Ludovico, Lucilla e Lucrezia Bonaccorsi di portare fuori dalla Sicilia i sapori scoperti a Vendicari (Siracusa), traducendoli in un’idea di ospitalità contemporanea ma radicata nel territorio. Un percorso che trova un naturale parallelismo con quello di Moak, fondata nel 1967 da Giovanni Spadola e oggi guidata dai figli Annalisa e Alessandro Spadola, rispettivamente CMO e CEO, che continuano a promuovere nel mondo un modello di eccellenza siciliana.
La giornata ha messo in evidenza una visione condivisa: unire creatività, autenticità e qualità per valorizzare l’isola attraverso prodotti, profumi e storie. Con LùBazar, LùBar e Caffè Moak rinnovano un legame che, tazzina dopo tazzina, continua a trasformarsi in un tributo alla loro terra d’origine.
BINASCO (MILANO) – Per l’ottava volta, MUMAC, il Museo della Macchina per Caffè di Cimbali Group, ospita la Prima Diffusa, l’iniziativa di Comune di Milano, Edison, Rai e Teatro alla Scala che porta l’opera della Prima – Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Dmitrij Šostakovič – nei quartieri della Città e in Città Metropolitana, con proiezioni, concerti e performance in oltre 40 luoghi di Milano e dintorni.
La Prima Diffusa rappresenta un appuntamento imprescindibile per avvicinare un vasto pubblico alla conoscenza della rappresentazione della Prima Scaligera.
Quest’anno viene proposta un’opera di forte intensità emotiva, provocatoria e innovativa nella scrittura musicale e drammaturgica. Composta intorno al 1934, Lady Macbeth del distretto di Mcensk è un lavoro dirompente che combina tensione narrativa, critica sociale e una trama orchestrale di grande modernità.
L’opera, diretta dal Maestro Riccardo Chailly con la regia di Vasily Barkhatov, inaugura la stagione scaligera di Opera 2025/2026.
Le parole di Fabrizia Cimbali
“Partecipare alla Prima Diffusa è diventato un appuntamento irrinunciabile per Cimbali Group. Siamo fieri di mettere a disposizione della comunità gli spazi del MUMAC per promuovere l’arte e la bellezza.
Questo è reso possibile grazie alla nostra duratura collaborazione con il Teatro alla Scala, simbolo della cultura non solo milanese, ma internazionale”, afferma Fabrizia Cimbali, AD del Gruppo.
Il MUMAC, con sede a Binasco, ha il piacere di accogliere tutti gli appassionati – previa prenotazione sul sito mumac.it fino ad esaurimento posti– che vorranno assistere alla proiezione in diretta dell’opera in un contesto inusuale di condivisione collettiva
La serata sarà introdotta da “Prima della Prima”, una presentazione e un approfondimento a cura della musicologa Liana Püschel, divulgatrice e ricercatrice attiva presso istituzioni ed enti teatrali di rilievo, che guiderà il pubblico con una narrazione appassionata tra letture musicali, contesto storico e aneddoti, approfondendo anche la travagliata vicenda dell’opera.
La Prima Diffusa negli spazi del MUMAC conferma l’impegno del museo e di Cimbali Group nella promozione della cultura, unendo due realtà simbolo dell’eccellenza italiana: da un lato, Cimbali Group, eccellenza italiana tra i principali produttori al mondo di macchine professionali per caffè, dall’altro, il Teatro alla Scala, uno dei più riconosciuti e prestigiosi ambasciatori della cultura italiana nel mondo.
Le parole di Barbara Foglia, MUMAC Director
“La partecipazione alla Prima Diffusa al MUMAC è la prima espressione della consolidata e rinnovata partnership per il biennio 2025-26 con la Scala e con il suo Museo Teatrale sia da parte del museo d’impresa di Cimbali Group, il MUMAC, che da parte del brand La Cimbali, le cui macchine si trovano in tutti i foyer per offrire un caffè agli spettatori delle rappresentazioni del più importante teatro d’opera al mondo” afferma Barbara Foglia, MUMAC Director.
Il supporto di Cimbali Group alla Scala e al suo museo ha avuto avvio nel 2016 e da allora è proseguito senza interruzioni sia attraverso la Prima Diffusa che con altre collaborazioni e sinergie in occasione di numerosi altri momenti di spettacolo e cultura, fra cui, nel 2024, la mostra allestita presso il Museo del Teatro, “Fantasmagoria Callas”.
Nestlé, con l’aiuto di alcune università internazionali, ha creato una collezione genetica del cacao che rappresenta il 95% della biodiversità mondiale per proteggere il futuro del cioccolato. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Capitalist.
La mappatura del cacao
I ricercatori Nestlé, in collaborazione con importanti istituzioni scientifiche, hanno completato la mappatura della diversità genetica del cacao per tutelare il futuro del cioccolato. Il lavoro ha portato alla creazione di una collezione centrale composta da 96 varietà di cacao.
La raccolta rappresenta oltre il 95% della diversità genetica globale del cacao e consentirà a studiosi e breeder di identificare con maggiore efficienza piante con caratteristiche desiderabili, tra cui resilienza climatica, tolleranza alle malattie, resa più elevata e qualità sensoriale.
In un contesto segnato dagli effetti del cambiamento climatico, parassiti e patologie che riducono le rese e influenzano il reddito degli agricoltori, questa ricerca costituisce una base fondamentale per costruire una filiera più resiliente.
La collaborazione scientifica internazionale
Lo studio, pubblicato su BMC Genomics, è frutto di una collaborazione tra The Pennsylvania State University (Penn State), il Tropical Agricultural Research and Higher Education Center (CATIE), Fox Consultancy e Nestlé Research. La nuova collezione include numerose sequenze genomiche di alta qualità generate da Penn State tramite il programma di lunga data dedicato alla Molecular Biology of Cacao.
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Andrea Penazzi, Editor, Gruppo Food (immagine concessa)
MILANO – Con oltre 150 manager invitati, in rappresentanza dell’intera filiera dell’out-of-home, e 30 top brand italianie internazionali della ristorazione a catena che hanno calcato la scena, anche quest’anno il Food Service Forum ha rappresentato l’occasione perfetta per riunire la community del fuoricasa. Il titolo di questa edizione, “Ristorazione, reazione a catena”, ha posto l’accento sullo sviluppo di questa formula consolidata, che in Italia vale ormai il 10% del mercato.
L’evento è stato anche il palcoscenico per la presentazione della III° edizione dell’Osservatorio Food Court, a cui hanno contributo nella fase di analisi e ricerca oltre 50 tra aziende leader di mercato, associazioni partner, partner scientifici e sponsor.
La fotografia del mercato: +0,5% rispetto allo scorso anno
A definire lo scenario, in termini di nuove aperture e trend delle vendite, Confimprese che ha presentato in anteprima i dati aggiornati a ottobre 2025, corredati dalle prospettive per il periodo natalizio. In particolare, il dato Year to Date (YTD) vede la ristorazione in crescita dello 0,5% rispetto allo scorso anno. Il 37% del campione dichiara un dato YTD superiore al 2024, mentre il 63% dichiara una tendenza negativa.
Parola ai protagonisti del settore: sfide, opportunità e temi
Riflettori puntati, sul palco del Food Service Forum, anche sul ruolo decisivo assunto dal canale horeca. Con un focus particolare sulle insegne franchisor con cui i marchi possono promuovere il proprio sviluppo tramite, ad esempio, l’aumento della fornitura e l’investimento su prodotti o macchinari ad hoc.
È questa la strategia che racconta Gianluigi Ligasacchi, direttore del Consorzio Italiano di Tutela Mortadella Bologna: “La nostra partecipazione, per la prima volta, al Food Service Forum risiede nella scelta strategica del Consorzio di presidiare il canale horeca che, per la Mortadella Bologna IGP, è sempre più importante, in quanto contribuisce ad accrescerne il valore sia in Italia che all’estero”.
Anche Lactalis condivide la sua testimonianza sull’importanza del fuori casa come leva di business. È Gabriele Petrillo, Direttore vendite Food service organizzato e indipendente, Lactalis Italia a raccontarla: “Con la nascita della Business Unit Out of Home ad aprile 2025 in Lactalis Italia, abbiamo avviato un percorso di ulteriore focalizzazione sul canale della ristorazione professionale, puntando su innovazione, performance e sostenibilità. Il nostro obiettivo è offrire soluzioni che semplifichino il lavoro degli operatori e creino valore per tutta la filiera, attraverso un dialogo costante con i protagonisti del settore. La prima edizione della Coppa delle Pizze, che abbiamo organizzato in partnership con aziende di riferimento nel settore, rappresenta un esempio concreto di questo modello collaborativo e di come vogliamo essere parte attiva nello sviluppo e nella valorizzazione della cultura gastronomica italiana”.
A prendere parola al dibattito è anche Antonio Cellie, Amministratore delegato Fiere di Parma, che pone l’enfasi su quanto sia fondamentale trovare un terreno comune per lo sviluppo del comparto: “La ristorazione commerciale italiana è un fenomeno con dinamiche uniche al mondo, che la rendono rappresentazione plastica e purissima della nostra cultura dell’accoglienza. Il mercato del food service richiede però sempre più flessibilità, capacità esplorative ed esportabilità dei format. Perciò, gli imprenditori e i professionisti di questo mondo devono poter contare su veri e propri momenti ‘costituenti’, nei quali scoperta, confronto e networking creino quell’intelaiatura necessaria a dare un impulso vincente al loro business”.
Cellie: “Chi verrà a Tuttofood Milano dall’11 al 14 maggio 2026 troverà proprio questo: grandi player, trend ed eccellenze dall’Italia e dal mondo, relazioni di enorme qualità, occasioni di business globali. Questa è una ricetta centrale di tutti i nostri format fieristici, pensata per promuovere la trazione innovativa esistente nel settore alimentare e riportare l’Italia al centro del dibattito europeo sui temi caldi del food e del food service”.
L’Osservatorio Food Court: è la Gen Z a frequentare maggiormente le aree di ristorazione
Giunto alla sua III° edizione, l’Osservatorio Food Court ha arricchito la propria analisi, approfondendo ulteriormente tutti i principali cluster dello studio (Centri commerciali, travel retail e consumatore finale) grazie alla partecipazione delle associazioni partner (Assofranchising, ATRI, CNCC – con il Patrocinio -, Confimprese e Federfranchising), dei partner tecnici e scientifici (IPSOS DOXA e IULM – novità di quest’anno) e al supporto di sponsor di primaria rilevanza (Cigierre, Parma Promenade e Oriocenter).
Proprio sul consumatore finale, l’indagine di Ipsos Doxa dimostra che la frequenza di visita è decisamente maggiore tra i più giovani e cala al crescere dell’età – altra frequenza (più volte al mese):Gen Z 51% vs Boomers 32%. La varietà dell’offerta e la rapidità del servizio rappresentano i due principali driver di scelta della Food Court, per tutte le generazioni. La cucina tradizionale è di gran lunga la preferita da tutti, soprattutto da Gen X (71%) e Boomers (77%), mentre fra i giovani c’è una maggiore eterogeneità – spicca il 21% di preferenza per Sushi/Poke e cucina vegana e/o vegetariana
Parallelamente, lo studio pilota condotto da Behavior and Brain Lab IULM presso la food court di Oriocenter, dimostra che sono i brand più noti ad attivare le emozioni più elevate, anche senza prodotti esposti. L’engagement neurofisiologico è un predittore della scelta: il ristorante più scelto ha un engagement del +76% rispetto agli altri.
Franchising e Food Court: svelate le realtà nelle power list del Gruppo Food
Il Food Service Forum si presenta quale palcoscenico privilegiato per valorizzare due segmenti di mercato di straordinaria rilevanza per il settore della ristorazione a catena: il Franchising e le Food Court.
La power list dedicata al Franchising è una selezione di 30 franchisor, frutto di un’indagine giornalistica sui numeri attuali e sui progetti di sviluppo dei brand, finalizzata a dare risalto ai grandi player e, parimenti, alle insegne di media dimensione che attraverso la leva del franchising cercano di lanciarsi o di rilanciarsi, per alimentare una crescita finanziariamente sostenibile, veloce e capillare sul territorio nazionale.
La selezione, invece, relativa alle Food Court nasce dall’esperienza dell’Osservatorio Food Court ed è la prima selezione in Italia delle migliori piazze della ristorazione all’interno di centri commerciali, stazioni ferroviarie e aeroporti. La short list è stata redatta in base alle preferenze espresse dai food retailers.
La spesa digitale in Italia vale ora 66 miliardi. Il motore è il food delivery, che da solo rappresenta quasi metà della spesa alimentare via web. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Massimiliano Jattoni Dall’Asén per il Corriere della Sera.
La spesa digitale in Italia
MILANO – La spesa digitale degli italiani vola a 66 miliardi: gli e-shopper diventano 35 milioni. Intanto, le big tech accumulano 22,5 miliardi di multe globali (ma sono una goccia nel mare dei loro ricavi).
C’è un’Italia che compra, guarda, ordina e prenota sempre più spesso passando da uno schermo. Un’Italia che, in appena dieci anni, ha moltiplicato per tre la spesa online e che oggi affida alle piattaforme digitali un pezzo consistente della propria quotidianità. Ma c’è anche un’Italia che, proprio per questo, si trova di fronte a un potere nuovo, pervasivo, difficile perfino da misurare: quello dei giganti del web.
La fotografia arriva da una ricerca di Consumers’ Forum, presentata nel convegno Il Potere delle Piattaforme, che ha riunito Antitrust, Ivass, Arera, Bankitalia, Garante Privacy e le principali authority del Paese. Una mappa nitida del modo in cui siamo cambiati — e del prezzo che potremmo pagare per esserlo diventati.
Nel 2015 gli italiani che usavano l’e-commerce erano 17,7 milioni. Oggi sono 35,2 milioni: il doppio. Ma il dato che colpisce è un altro: la spesa. Si passa da 16,6 miliardi di euro a 62 miliardi nel 2025, con un balzo del +273%. Una crescita che ha trasformato la quota dell’online nelle vendite retail: dal 4% all’11% in un decennio.
Se elettronica, moda e turismo restano i tre pilastri del carrello digitale nazionale, a sorprendere è la marcia trionfale del Food&Grocery. Nel 2015 valeva 377 milioni di euro, una nicchia quasi sperimentale. Nel 2025 supera i 4,9 miliardi: +1.200%. Il motore è il food delivery, che da solo rappresenta quasi metà della spesa alimentare via web. È la normalizzazione della cena da app, una rivoluzione silenziosa avvenuta senza che ce ne accorgessimo.
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MILANO – A Natale, più che un oggetto, ciò che resta sono i momenti speciali. Il Rapporto Coop 2025 fotografa chiaramente questa tendenza: gli italiani stanno entrando nell’“era del deconsumismo”, privilegiando sempre più le esperienze ai beni materiali.
In un Paese in cui il 73,9% delle persone beve caffè ogni giorno[1] e cresce il desiderio di vivere esperienze autentiche, il dono perfetto è quello che invita alla scoperta, alla connessione e al racconto. È in questo spirito – e nel segno dell’idea che “together is the best place to be” – che Starbucks Reserve™ Roastery Milano presenta un regalo da vivere: un invito esclusivo alla sua esperienza più speciale,“Roast with a Starbucks Reserve™ Roaster”.
Un’esperienza “dietro le quinte”, nel cuore della torrefazione
L’esperienza prende vita all’interno dello storico Palazzo Broggi, dove si ripercorrono la storia della Roastery e il legame tra Starbucks e Milano, prima di accedere all’area di torrefazione: uno spazio normalmente non visitabile, aperto in esclusiva per questo percorso. Un vero viaggio dietro le quinte, che permette di seguire da vicino la trasformazione dei chicchi verdi di arabica in una tazza ricca e aromatica.
Camminando tra sacchi di iuta, macchinari iconici, calore e profumi di tostatura, è possibile scoprire ogni passaggio fondamentale: dall’arrivo dei chicchi grezzi ai sistemi di selezione, fino alla tostatura e al confezionamento. Un viaggio immersivo nel mondo del caffè, in cui tecnologia e artigianalità dialogano in armonia, mostrando la bellezza nascosta del lavoro dei Roaster.
Il percorso si conclude all’Arriviamo Bar, con la degustazione delMilano Roastery Microblend – dalle note di ciliegia maraschino, gianduia, zafferano e scorzetta di arancia candita – preparato in coffee press: un momento pensato per assaporare il risultato finale di ciò che è stato osservato dietro le quinte, per un’esperienza sensoriale completa.
La “tecnologia umana” nel caffè
Parte del fascino di questo percorso risiede proprio nella possibilità di osservare da vicino la dimensione innovativa e tecnologica del caffè. Durante l’esperienza, è infatti possibile osservare come macchinari, sistemi di controllo e competenza del team lavorino in armonia per garantire precisione, qualità e coerenza. È un equilibrio raro tra ingegneria e sensibilità artigianale: la tecnologia sostiene il lavoro umano, trasformando ogni fase in un gesto di cura.
Un regalo per chi ama il caffè… e per chi ama meravigliarsi
Questa esperienza è pensata per gli appassionati del mondo del caffè e del food, ma anche per chi è semplicemente curioso di scoprire un mondo nuovo. È un dono ideale per chi cerca un regalo autentico e originale: un momento da vivere in compagnia, un’esperienza che lascia ricordi ed emozioni; tutto ciò che il Natale rappresenta.
Come donare il “pacchetto regalo” da vivere e assaporare
L’esperienza Roast with a Starbucks Reserve™ Roaster è disponibile in forma di gift card dal valore di 90€, acquistabile presso Starbucks Reserve™ Roastery Milano (in piazza Cordusio) fino al 7 gennaio 2026. Il pacchetto comprende l’accesso al percorso completo – tour della Roastery, ingresso all’area di torrefazione e coffee tasting finale – e una bag di Christmas Blend Starbucks Reserve™, confezionata negli iconici sacchetti di juta della Roastery.
Il Christmas Blend di quest’anno unisce chicchi provenienti da Hacienda Alsacia, la farm Starbucks in Costa Rica, a chicchi di Aged Sumatra raccolti nel 2019 e affinati lentamente, così da sviluppare note profonde di spezie, legno e cuoio che rendono questo caffè ricco, avvolgente e perfetto per le festività. Usufruibile fino al 31 dicembre 2026, è un dono che unisce un momento da vivere a un caffè da gustare, trasformando il Natale in un ricordo autentico e speciale.
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