giovedì 18 Settembre 2025
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Santa Teresa Arabica Coffee Cask Finish, il whisky, il caffè: “E poi lavoreremo sul cacao”

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Santa Teresa 1795, la variante al caffè (foto concessa)
Santa Teresa 1795, la variante al caffè (foto concessa)

MILANO – Distillato e caffè in un prodotto ricercato di cui si è parlato su queste pagine diverse volte negli ultimi tempi: entriamo nella realtà storica di Santa Teresa 1796, fondata nel 1796, nella Valle di Aragua in cui coltivavano le materie prime locali come: caffè, cacao e canna da zucchero.

Santa Teresa Arabica Coffee Cask Finish è la creazione che mette d’accordo gli appassionati del rum e del caffè. Avviene una trasformazione aggiuntiva, determinata da tre mesi all’interno di botti di quercia bianca americana precedentemente utilizzate per una macerazione a freddo di rum venezuelano e caffè 100% monorigine arabica di loro coltivazione.

Realizzato con chicchi di caffè Arabica di alta qualità, coltivati biologicamente, tostati a livello medio e macinati grossolanamente sotto la guida dei maestri distillatori del marchio presso Hacienda Santa Teresa, è disponibile all’acquisto online su Tannico e fisicamente nella Rinascente di Milano, con la distribuzione in esclusiva da Meregalli per On trade.

Con una tradizione che si estende per oltre 225 anni, Hacienda Santa Teresa, di proprietà familiare da cinque generazioni, produce tutto il suo rum nella storica tenuta in Venezuela.

L’impegno per la qualità e la tradizione sottolinea la dedizione del marchio non solo all’eccellenza, ma anche al supporto delle comunità locali attraverso iniziative come il Proyecto Alcatraz, un programma di reintegrazione sociale gestito dalla “Fundación Santa Teresa”.

Registrato nel 1909, il marchio Santa Teresa vanta il titolo di primo marchio di rum del Venezuela, nonché il diritto di portare orgogliosamente l’etichetta DOC “Ron de Venezuela”.

Racconta Andrea Pomo, brand ambassador di Santa Teresa 1796 in Italia:

Andrea Pomo, Santa Teresa 1796 (foto concessa)

“Parliamo di un’attività nata non solo per il commercio di rum, ma di caffè 100% Arabica, coltivato sempre attraverso le persone del progetto Alcatraz con una classica coltivazione manuale e naturale, con una tostatura e l’infusione del rum avviene con i chicchi leggermente pressati. Per far uscire un po’ di oli e aromi. “

Perché avete utilizzato chicchi di caffè tostati e non macinati per l’infusione?

“Selezionando i chicchi più grandi, è garantito un sapore più ricco. È poi durante il processo di tostatura che si sviluppa la maggior parte dell’aroma, che abbiamo cercato di trasmettere a questo eccezionale rum attraverso la botte.

Perché poi abbiamo scelto la frantumazione dei chicchi anziché la loro macinazione? Perché migliora l’estrazione di aromi e sapori e allo stesso tempo si evitano l’amarezza e l’acidità tipiche del caffè.”

Quale Arabica avete utilizzato per la miscela?

“È un caffè dal sapore unico, coltivato nello stato di Aragua, sulle montagne dell’Hacienda Santa Teresa, dalle note gustative che includono caramello, polvere di cacao, cioccolato fondente e acidità malica.

I chicchi sono di arabica, in particolare la varietà Bourbon Villanueva, coltivata nell’hacienda della famiglia.”

Che tipo di tostatura utilizzate? In caso Perché tostatura media e non chiara o scura?

“Grazie a diversi test approfonditi, abbiamo scoperto che una tostatura media restituiva il profilo ideale del caffè necessario per completare i sapori del rum. Questo livello di tostatura mantiene invariate alcune delle note fruttate di ciliegia.”

Avete usato la tecnica del cold brew, oppure del cold drip per realizzare il distillato?

“Il termine più corretto probabilmente è quella di un’infusione a freddo di caffè e rum. L’idea è stata quella di mantenere il profilo organolettico del nostro prodotto di referenza, veicolando un sentore particolare. Aromatizziamo la botte attraverso un’infusione a freddo di caffè e rum per mesi, rilasciando nella botte i sentori del caffè stesso. Per il nostro Coffee task finish, è stato inserito il Santa Teresa nella botte per altri tre mesi. Abbiamo un rum che ricorderà un sentore piacevolmente dolce. “

Quali sono le ricette ideali per impiegare il Santa Teresa coffee task finish

“Il prodotto così come lo abbiamo realizzato è equilibrato e bilanciato tra le due bevande. In Italia vogliamo lavorare più sul prodotto liscio, anche se in miscelazione potrebbe funzionare molto bene con i coffee drinks (un Espresso Martini, un highball con della soda) oppure rappresentare una valida alternativa per l’Old fashioned, o ad esempio può essere utilizzato in un Manhattan con al posto del vermouth al Barolo che si sposa bene con il caffè.

Sul mercato italiano il rum è inteso ancora più come prodotto da bere in purezza o associato con il cioccolato. Tuttavia stiamo notando una certa curiosità rispetto ad altre soluzioni parallele. L’italiano medio è abituato a pasteggiare con vino e birra, non come può succedere a Londra dove i drink accompagnano anche i piatti.

Stiamo cercando di svecchiare questo classico abbinamento, magari studiando cose più innovative, attraverso diverse collaborazioni con i cocktail bar, all’interno dei quali è già utilizzato in altre maniere. Dal primo gennaio abbiamo una partnership con Meregalli, un Gruppo molto improntato sulla ristorazione e le enoteche.”

Avete pensato a questo prodotto più per i bartender o per la mixology a casa?

“Sono del parare che abbiamo tra le mani un prodotto trasversale: perfetto con ghiaccio da bere liscio e da bere a casa magari con un buon sigaro, ricostruendo un po’ quella che è l’immagine iconica legata storicamente al rum.

Ma è ottimo anche – per la sua bassissima percentuale zuccherina – nelle altre categorie di miscelazione e persino nella cucina come componente aromatica differente. Il classico resta ovviamente più semplice da far passare al consumatore e la variante che abbina il caffè invece rientra in una categoria specifica di drink di cui abbiamo parlato prima, ancora di nicchia.”

Il mercato dei liquori al caffè come sta andando e verso quali direzioni?

“Santa Teresa lavora con un concept e degli obiettivi su scala mondiale. In Italia abbiamo un bel panorama dove indubbiamente il mondo del caffè sta prendendo piede. Ci sono una serie di attività che stanno trasformando questo settore, a partire da un interesse da parte dei baristi e alle nuove tecniche di estrazione. Quindi come azienda dobbiamo muoverci in sinergia rispetto a questa crescita seppur non esponenziale: per questo abbiamo investito in questo nuovo prodotto. Il mondo dei distillati varia a seconda dei trend.”

Pensate di utilizzare degli specialty per un prodotto così evoluto come il vostro rum in prossime edizioni?

“Il prossimo anno lavoreremo su un’altra materia prima del nostro territorio, ovvero il cacao. Abbiamo lanciato il primo anno una ricetta dedicata agli amanti del whisky, importando dalla Scozia le botti.

In seguito è nata la soluzione al caffè e adesso è il turno del cacao. Sempre restando fedeli al nostro proporci come single estate, spingendo sempre sul chilometro zero: Venezuela e cacao vanno di pari passo e si rispecchia nella nostra filosofia di artigianalità. Forti di questo principio continueremo a creare ricette nuove legate alla tradizione del territorio.”

Ci parlate del progetto Alcatraz?

“Nasce nel 2003, il 23 aprile, a causa di un avvenimento che ha svoltato la vita del proprietario dell’Hacienda: il furto organizzato da parte delle gang criminali. Il rugby ci ha aiutato a creare sinergie e a crescere come progetto dal forte impatto sociale. Così è partito il progetto che dopo vent’anni ha abbassato il tasso di mortalità da 200 morti al giorno, agli 8. Un risultato davvero notevole.

C’è un’azione importante legata alla produzione locale. Tra le altre professioni, queste persone possono essere impiegate anche come coltivatori di caffè, ma non solo: a loro vengono anche proposte diverse sessioni di supporto psicologico per dar loro modo di superare le loro esperienze pregresse nel mondo del crimine. Alcuni sono riusciti ad entrare nel circuito professionistico come atleti, nel rugby. Ci sono poi anche alcune risorse che al termine del programma aprono una propria attività e ricominciamo una nuova vita totalmente avulsa dall’illegalità.”

Qual è il costo di questo prodotto?

“Meregalli lo vende a 37 euro più IVA ai locali. La release invece parte dai 50 in su più IVA. Qualità prezzo rimangono bilanciate. Le edizioni limitate ovviamente hanno un costo più elevato, dedicati ai collezionisti. Siamo in linea con il resto del mercato.”

Previsioni consumi 2025: incremento nullo a volume, a rischio crescita economica

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consumi previsioni
Raffaele Cerchiaro, managing director JAKALA (immagine concessa)

MILANO – Se i consumi del mese di dicembre hanno chiuso al +1,3% a valore riallineandosi al trend debole del 2024 fermo a +0,7%, le previsioni per il 2025 non segnalano al momento un cambio di passo. Anzi la crescita dei volumi è stimata con un perfetto +0,0%. In calo anche quella a valore con una media ponderata del +1,7% a fronte di un tasso d’inflazione del +1,5% (dati Banca d’Italia), dunque pari al +0,2%.

La brusca frenata degli ultimi 3 mesi del 2024, che è passata dal 34,7% di ottobre 2024 al 24,7% di gennaio 2025, ha inciso sulle previsioni dell’anno in corso con il rischio reale che si possa aprire un periodo di stagnazione.

Dando uno sguardo più allargato, nell’insieme il ciclo dell’Italia non si discosta dall’evoluzione media delle economie europee, in cui le contrazioni di Germania e Francia hanno pesato sull’economia dell’Eurozona. Inoltre, se i dazi annunciati dagli Stati Uniti dovessero concretizzarsi, avranno senza dubbio un impatto negativo sul settore industriale e sui prezzi a carico dei consumatori e destabilizzeranno il sistema internazionale.

In sintesi, ci dobbiamo aspettare un altro anno complesso per le aziende di retail, con particolare attenzione alla ristorazione impattata dell’incremento delle materie prime alimentari e dall’aumento del costo del lavoro, fenomeno questo generalizzato a tutti i settori di attività.

Per le aziende sarà fondamentale realizzare accorte politiche di convenienza per ritenere i propri clienti e attirarne di nuovi, il tutto abbinato ad attente politiche di contenimento dei costi e miglioramento della produttività

Le stime del Retail Barometer semestrale Confimprese-Jakala con l’elaborazione di Global Strategy sull’andamento dei consumi per l’anno 2025 in corso evidenziano una media ponderata del +1,7%, che si scompone nei macrosettori come segue: solo altro retail (casa-arredo, ottica, entertainment, cura persona e servizi) lascia intravedere aspettative più rosee con un +3,1%, mentre per l’abbigliamento al +0,5% e per la ristorazione al +0,4% sono riviste al ribasso sul 2024.

“Le catene del retail e ristorazione rappresentate nell’Osservatorio consumi Confimprese-JAKALA – spiega Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese – chiudono l’anno 2024 con un +2,8% a totale perimetro rispetto a un totale mercato indicato a un perfetto 0,0% con chiaro segnale di stagnazione a livello Paese”.

Maiocchi aggiunge: “Quello che ancora più preoccupa è la brusca frenata dell’economia nell’ultimo trimestre 2024 che ha portato alla revisione al ribasso delle previsioni ufficiali 2025 per esportazioni, Importazioni e occupati, tutte stime abbassate in dicembre di oltre mezzo punto percentuale rispetto a quanto valutato solo un paio di mesi prima. Risulta quindi difficile immaginare come uno scenario di ridotto import/export ed occupazione non impatti ulteriormente sui consumi ora previsti da Banca d’Italia a +1,0% e rimasti invariati rispetto alla stima fatta precedentemente”.

A fronte di uno scenario che non promette crescite rilevanti per il 2025, è necessario un cambio di strategia per attirare il consumatore finale in punto vendita. Tra le prime voci rientra il ritocco dei listini, che le aziende dichiarano di volere mantenere stabili con una media ponderata del +1,2% praticamente in linea con l’attuale tasso di inflazione.

Non sorprende che il 79 delle aziende non preveda di aumentare la frequenza della spinta promozionale in un momento in cui poco meno della metà dei consumatori, pari al 40,9%, dichiara di rivolgersi alle insegne a basso prezzo.

È vero che le iniziative di maggior successo sono promozioni, Black friday e saldi, ma non sono tuttavia sufficienti a risollevare l’andamento dei consumi e a incrementare i fatturati. Il settore su cui avverranno i rialzi maggiori pari al +1,8% è altro retail. Medie più contenute per la ristorazione +1,1%, mentre l’abbigliamento, che ha chiuso il 2024 con una modesta crescita del +1,0%, si prevede un listino ritoccato al ribasso a -0,1%.
Sulla leva promozionale, invece, l’intento delle aziende è quello di ridurre le politiche aggressive del 2024, guarderanno, dunque, più alla marginalità e meno al fatturato.

Quanto ai canali di vendita, i centri commerciali hanno chiuso il 2024 con gli stessi andamenti del totale mercato consumi. Il sentiment è che anche per il 2025 l’interesse dei consumatori verso il canale possa continuare a mantenersi inalterato. Rispetto al 2023, nell’ultimo trimestre 2024 si è registrato un aumento del +2,2% delle visite nei centri commerciali in tutto il territorio nazionale rispetto allo stesso periodo 2023, con un incremento significativo dei centri commerciali di categoria A.

“La ripresa seppur lieve del traffico nei diversi ambienti d’acquisto, sia centri commerciali che centri storici – chiarisce Raffaele Cerchiaro, managing director JAKALA – rappresenta un segnale di positività su cui far leva in un contesto ancora governato da grande incertezza e da crescita non legata ai volumi ma solo all’effetto prezzo. Per le aziende diventa cruciale da un lato convertire tale traffico in acquisti attraverso investimenti in branding e comunicazione verso il consumatore finale e dall’altro di aumentare la fidelizzazione della clientela con modelli di servizio che puntino all’eccellenza. In tale contesto il ruolo del personale di vendita, preparazione, hard skills e capacità soft nella cerimonia di vendita, diverrà sempre più importante nel sostenere vantaggio competitivo”.

Particolarmente positivo il trend nelle regioni del Nord-ovest, che mostra valori al di sopra della media Italia, mentre le regioni del centro mostrano risultati per lo più in linea con lo scorso anno. Anche per le vie commerciali, nell’ultimo trimestre 2024 sono aumentate del +2,29% le visite in tutto il territorio nazionale, trainate dalle regioni del Nord-ovest e del Sud, che mostrano valori non solo positivi, ma anche al di sopra della media Italia.

Stime 2025: comportamenti di spesa dei consumatori

Sentiment negativo per l’81,2% degli italiani
(Dati Innovation Team-Cerved per Confimprese)

Quanto alle previsioni per il 2025 sull’economia familiare dei prossimi mesi pesa innanzitutto l’impatto dei fenomeni di attualità come la ripresa dell’inflazione segnalato dal 43% degli italiani contro il 36,7% della rilevazione di ottobre 2024.

La quasi totalità dei consumatori pari all’81,2%, il livello più alto degli ultimi 24 mesi, dichiara un sentiment negativo per il 2025, continuano le preoccupazioni per il contesto geopolitico internazionale per il 36,9%, per i fenomeni climatici (35,2%) e, in minor misura, per la situazione politica nazionale (29,8%).

In un’ottica di maggiore risparmio, la maggior parte dei consumatori pensa di agire sia sul numero di acquisti sia sulla variante prezzo. La metà pensa di ridurre le spese sulla ristorazione. Del resto, il trend è già in atto da qualche mese ed è interessante notare un cambiamento sostanziale nelle abitudini di consumo: le famiglie dichiarano di volere aumentare la spesa in alimentari e di spendere meno in ristorazione.

Si arricchisce, dunque, il carrello della spesa a discapito dei consumi fuori casa. A riprova la voce alimentari è quella dove si pensa di ridurre meno la spesa. Lo dichiara il 18,8%, mentre CIRCA un terzo pensa addirittura di aumentarla. Un dato allarmante riguarda la riduzione generale sul fuori casa, in cui i settori meno impattati sono bar-caffetterie, delivery e ristoranti di prossimità:

Tra i settori potenzialmente più colpiti oltre alla ristorazione vi sono casa 48,7%, entertainment 45,2%, e in minor misura elettronica 39,1%, beauty 28,9%.

Quanto all’abbigliamento, il 43,4% dichiara di volere risparmiare, ma è comunque significativo che il 43,1% voglia mantenersi sugli stessi livelli del 2024 (Dati Innovation Team-Cerved).

illycaffè festeggia ad ARCOmadrid 20 anni di unione tra arte e caffè

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illycaffè
L'ultima illy Art Collection (immagine concessa)

MADRID – illycaffè, azienda globale del caffè nota per il legame privilegiato che ha costruito con il mondo dell’arte contemporanea, celebra i 20 anni di coffee partner della Fiera internazionale d’arte contemporanea ARCOmadrid, che si svolgerà dal 5 al 9 marzo 2025. Diciott’anni fa, inoltre, da questa collaborazione è nato illy Sustain Art, un progetto pensato per sostenere la diffusione dell’arte e della cultura premiando il miglior artista emergente della fiera, che viene selezionato da una giuria specializzata. Il vincitore di illy Sustain Art riceve un premio di 15.000 euro.

“È con orgoglio che continuiamo a sostenere ARCOmadrid, una delle fiere d’arte più importanti d’Europa, dove, da due decenni, trasmettiamo i valori del brand illy attraverso il linguaggio dell’arte, dando inoltre visibilità ad artisti emergenti e a grandi maestri grazie al nostro premio illy Sustain Art, ormai maggiorenne”, ha dichiarato Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè.

Le lounge illy

Allo stand B26 del padiglione 7 e allo stand D29 del padiglione 9 i visitatori potranno conversare di arte, gustare una tazzina di caffè illy preparato da esperti baristi o scoprire l’ultima illy Art Collection firmata dalla siriana Simone Fattal, dall’iraniana Shirin Neshat, dall’italiana Monica Bonvicini e dalla milanese di origine senegalese Binta Diaw.

Le quattro artiste, ognuna con il proprio codice espressivo, hanno utilizzato la tazzina illy come una tela bianca per riflettere attorno ad alcune delle più urgenti questioni culturali, ambientali e sociali, riportando la propria esperienza di donne in differenti contesti geografici e sociali e facendosi così portavoce della condizione femminile nel mondo.

Premio illy Sustain Art

Questa edizione di ARCOmadrid celebra il diciottesimo anniversario di illy Sustain Art, il riconoscimento rivolto ai giovani artisti under 40 che espongono in fiera. Finalizzato a sostenere e promuovere i talenti emergenti, ogni anno assegna un premio di 15.000 euro e la possibilità di esporre l’opera nella successiva edizione di ARCOmadrid. Si tratta di un’importante opportunità per i giovani talenti, che quest’anno ha visto la presenza di 93 artisti.

Il vincitore dell’edizione 2025 di illy Sustain Art sarà annunciato giovedì 6 marzo alle ore 16:30 nella lounge illy. La giuria che selezionerà il vincitore è composta da personalità di spicco del mondo dell’arte e della cultura, tra cui Inma Prieto (Direttrice della Fundació Tàpies), Javier Díaz-Guardiola (Critico d’arte di ABC e coordinatore della sezione arte di ABC Cultural), Mariano Mayer (curatore d’arte indipendente) e Carlo Bach (curatore artistico di illycaffè).

Mónica Mays, vincitrice del premio 2024, quest’anno avrà una superficie dedicata per esporre i suoi lavori. L’attività di Mays si colloca in uno spazio ibrido tra scultura, installazione e performance. Esplora il simbolismo degli oggetti mentre crea narrazioni basate sull’autobiografia, sugli archivi storici e sulla conoscenza dei materiali.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.

Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Tutto ciò che è made in illy viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

Tirreno C.T. vetrina per il gelato che vale in Italia un volume d’affari di quasi 5mld l’anno con 39.000 locali e 90.000 addetti

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tirreno ct gelato
Un gelatiere al lavoro (immagine concessa)

CARRARA (Massa Carrara) – Gelato made in Italy, una vera passione. Lo dicono i dati sul consumo in Italia, ma anche di quello all’estero. Lo conferma Tirreno C.T., chiusa mercoledì 26 con 56.000 visitatori, dove come ogni anno la presenza di mastri gelatai e di produttori di macchine per la lavorazione è sempre di alto livello.

La kermesse si è conclusa il 26 febbraio a Carrarafiere dove la presenza dell’Associazione italiana gelatieri e della Federazione internazionale pasticceria gelateria e cioccolateria con le loro sfide per la Coppa di Gelateria dimostrano l’importanza che la manifestazione riveste a livello nazionale.

Il gelato artigianale si conferma un’eccellenza del made in Italy e un pilastro dei consumi alimentari fuori casa. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi Fipe-Confcommercio, il settore genera soltanto in Italia un volume d’affari di quasi 5 miliardi di euro, coinvolgendo oltre 39mila esercizi tra gelaterie, bar-gelaterie e gelaterie-pasticcerie, con più di 90mila addetti.

Destagionalizzazione e problemi a reperire personale. Tra i problemi del settore quello del reclutamento di personale. Il gelato ha la tendenza alla destagionalizzazione con il 40% delle gelaterie che apre tutto l’anno, mentre oltre il 90% ha una stagionalità assai lunga che dura almeno otto mesi.

Una vera leccornia anche all’estero. Una recente indagine di AstraRicerche ha messo in evidenza che oltre il 63,5% degli stranieri sono “ice cream lovers” e mangiano gelato anche d’inverno, soprattutto nei Paesi più freddi.

Il piacere del gelato nasce in Italia tanto che il 54% dei turisti, dopo averlo assaggiato nel nostro Paese, ricercano lo stesso piacere e la stessa qualità anche nelle loro città d’origine. All’estero durante la bella stagione, il 59,3% lo consuma con frequenza settimanale mentre il 29,5% lo consuma 3 o più volte. E il consumo va di pari passo in casa o fuori per il 45,4% mentre il 43,8% lo associa a momenti con amici e persone care.

Gelato sì, ma made in Italy. Il 62,1% degli intervistati di AstraRicerche, per riconoscere un gelato come italiano, ritiene fondamentale che sia prodotto secondo ricette tradizionali, mentre il 32,6% privilegia un prodotto di un’azienda italiana o realizzato in Italia (31,6%).

Il 76,6% degli intervistati sceglie il gelato italiano per il suo sapore unico, seguito dalla cremosità e consistenza vellutata (75,2%), dall’alta qualità delle materie prime (67,3%) e in quanto prodotto simbolo del Made in Italy (63,5%).

I numeri del gelato confezionato in Italia e all’estero La produzione di gelati confezionati in Italia nel 2023 ha riguardato un volume di 168.170 tonnellate per un valore di quasi 1,9 miliardi di euro (1.864 milioni di euro) con un consumo pro-capite di 2,14 kg. (dati Unione Italiana Food). Nel periodo gennaio-settembre 2024 le vendite in Italia si sono attestate sui 3,3 miliardi di porzioni con una sostanziale tenuta rispetto al 2023 (dati Unione Italiana Food e Circana). L’Italia è prima in Europa per produzione di gelati industriali per valore e al terzo posto in volume, dopo Germania e Francia (Eurostat).

L’export del comparto ha raggiunto nel 2023 un volume di 80.400 tonnellate per un valore di 345 milioni di euro (Unione Italiana Food su dati Istat). L’Europa copre circa il 75% dei volumi e valori delle esportazioni (60.537 tonnellate e 257,3 milioni di euro). In generale, le destinazioni maggiori sono state Usa e Germania, entrambe con quote attorno ai 43 milioni di euro.

E c’è stata anche una giornata dedicata agli alunni diversamente abili: “Insieme a Voi con un sorriso”. Pranzo elaborato e servito dai ragazzi delle scuole alberghiere della Toscana. Ai ragazzi speciali è dedicato il concorso Specialmente Cocktails della Fib che dedica tutta la giornata ai ragazzi speciali con aperitivo, servizio di sala e bar a loro affidato.

La Federazione internazionale pasticceria gelateria e cioccolateria è terminata con la proclamazione del concorrente che parteciperà al The World Trophy of Professional Tiramisù 2025 che si terrà a Roma l’8 novembre 2025.

Sono stati anche decretati i Migliori Locali Fipgc. Inoltre proclamazione dei vincitori di Miglior Coppa gelato d’Italia, Miglior Pralina d’Italia, Miglior Uova di Pasqua Decorato e Premiazione dei locali Top Quality.

Saranno presentate le nuove Equipe Eccellenze Italiane Fipgc 2025. Il Ristorante dei Saperi Sapori e Conoscenze sarà aperto al pubblico con i menù proposti da importanti chef regionali oltre che dall’Istituto Alberghiero di Massa e a operare saranno i ragazzi diversamente abili “Insieme a voi con un Sorriso”.

Balnearia si conferma punto di riferimento per le categorie sindacali delle imprese balneari. Ieri doppio appuntamento con il direttivo di CNA Balneari e nel pomeriggio l’incontro di Confartigianato Imprese Demaniali sul futuro della filiera balneare italiana.

Il 25 febbraio invece, presso la sala Canova si è svolta l’assemblea di Fiba Confesercenti dove si è ribadita l’importanza del decreto attuativo tanto atteso per conoscere se e come verranno riconosciuti gli indennizzi ai concessionari uscenti.

 

Ferran Adrià a Milano: “Bisogna pensare meno ai piatti e più all’imprenditorialità”

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ferran adrià calendario Lavazza
Un'originale immagine di Ferran Adrià tratta dal Calendario Lavazza 2014

Ferran Adrià, il fondatore del mitico ristorante El Bulli, torna a Milano dopo vent’anni, tenendo una lezione sull’imprenditorialità dei ristoranti. Secondo Adrià, per avere  successo in questo mondo è necessario sapere come gestire un locale e non focalizzarsi soltanto sulla qualità dei piatti. Leggiamo di seguito la prima parte dell’intervista della giornalista Roberto Schira per Il Corriere della Sera.

Ferra Adrià sulla corretta gestione dei ristoranti

MILANO – “Tutti si preoccupano dei piatti, ma quel che conta è saper gestire un ristorante. È un mondo complesso, bisogna aiutarne la sostenibilità economica. Molti locali non sono redditizi”. Con la consueta chiarezza, Ferran Adrià ha tenuto una lezione su questo tema. Per lo chef (ma potremmo definirlo filosofo) catalano, 62 anni, che con El Bulli in Costa Brava ha rivoluzionato la cucina cosiddetta contemporanea, è un atteso ritorno al congresso: c’era stato vent’anni fa, all’inizio.

Questa volta non ha cucinato, ma parlato a lungo (“potrei andare avanti per quattro ore”, ha detto), soprattutto sul cambio di paradigma necessario al suo mondo: per lui la vera rivoluzione, oggi, è la formazione. Una rivoluzione economica. “In tanti – dice lo chef – vogliono aprire ristoranti, ma non sanno cosa proporre e non sanno neppure cosa sia un bilancio o cosa significhi food cost”. Sembra detto per Milano, con tanti che si improvvisano e chiudono dopo un anno di attività.

Cosa significa alta cucina oggi?

“Basta guardarsi intorno, vive un momento di cambiamento ed evoluzione, di ripensamenti, di confronto”.

Chi si salverà, in tanto fermento?

“Chi pensa di meno al piatto in sé e di più a essere imprenditore”.

Lei però ha cominciato pensando eccome ai piatti: si è ribellato, a El Bulli, ed era giovanissimo, alla dittatura francese in cucina.

“Un momento, ho sempre avuto e ho massimo rispetto per la cultura gastronomica francese. Hanno dominato per secoli, hanno inventato loro i ristoranti, ci hanno insegnato le tecniche. A El Bulli ho solo portato in carta, e fu una rivoluzione, un terremoto, la Spagna e il Mediterraneo. Ricordiamoci che fino a venti o trent’anni fa cozze e vongole, faccio un esempio, erano ignote nell’alta cucina”.

Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui

Dersut Caffè accoglie le imprese del gruppo sostenibilità di Confindustria Veneto Est

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Le imprese in visita (immagine concessa)

CONEGLIANO (Treviso) – Dersut Caffè ha accolto il 25 febbraio in azienda le imprese del gruppo sostenibilità di Confindustria Veneto Est. L’incontro aveva una duplice finalità: avvicinare le aziende ospiti al mondo della torrefazione e affrontare la vasta tematica della sostenibilità. Il gruppo è stato accolto con una degustazione di caffè e cioccolato condotta da Daniele Bitto e Nicolas Mosco, coffee trainer dell’Accademia Baristi Caffè Dersut.

Al termine della degustazione l’avvocato Lara, amministratrice delegata di Dersut Caffè con la dottoressa Federica Pauletto del team dedicato alla sostenibilità aziendale, ha accompagnato gli ospiti in torrefazione, guidandoli in visita ai vari reparti produttivi: dal magazzino del caffè crudo alla tostatura, fino al confezionamento.

L’incontro da Dersut (immagine concessa)

Durante il tour, i collaboratori sono intervenuti per illustrare le aree di loro competenza e rispondere alle numerose domande e curiosità del gruppo.

dersut
L’approfondimento sulla sostenibilità (immagine concessa)

L’incontro è proseguito nell’Auditorium Conte Vincenzo Caballini di Sassoferrato (fondatore di Dersut Caffè), dove è stata approfondita la tematica della sostenibilità.

Il magazzino (immagine: Giuseppe Dall’Arche)

L’azienda ha presentato i progetti già adottati per allinearsi agli obiettivi di sviluppo sostenibile e ha condiviso le iniziative previste nel breve e lungo periodo.

Le tostatrici Dersut (immagine: Giuseppe Dall’Arche)

Il confronto con le diverse realtà aziendali del gruppo sostenibilità, coordinato da Mario Paronetto e Silvia dal Cin, ha rappresentato un momento centrale della giornata, offrendo spunti di riflessione e stimoli per i futuri obiettivi.

Caffè Gilli trionfa per il 2° anno nel concorso dedicato alla miglior schiacciata fiorentina

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Caffè Gilli trionfa al contest (immagine concessa)

FIRENZE – Caffè Gilli Firenze celebra un nuovo e importante traguardo, conquistando per il secondo anno consecutivo il primo premio sia dalla giuria tecnica sia dalla giuria popolare nel concorso di pasticceria “La miglior schiacciata alla fiorentina”. Il concorso, il più longevo di Firenze, della Toscana e uno dei più prestigiosi a livello nazionale, vede ogni anno la partecipazione delle migliori pasticcerie e forni dell’area metropolitana Firenze-Prato.

Il successo di Caffè Gilli Firenze

Dal 2005 l’evento si è consolidato come un appuntamento imprescindibile, facente parte del calendario di Vetrina Toscana, progetto promosso dalla Regione e coadiuvato da Toscana Promozione Turistica e Fondazione Sistema Toscana. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con Guido Guidi Ricevimenti e la Venerabile Compagnia dei Quochi, ha visto la partecipazione di 35 concorrenti, scelti tra oltre 50 candidature per la loro eccellenza.

La ricetta vincente di Caffè Gilli si distingue per l’uso di ingredienti tradizionali e di altissima qualità: strutto, farina, uova, lievito di birra, lievito madre vivo e scorza di arancia grattugiata fresca non trattata. La schiacciata alla fiorentina di Caffè Gilli è disponibile tutto l’anno e ordinabile anche online sul sito caffegilli.com

Il riconoscimento arriva a pochi giorni dall’ingresso di Caffè Gilli nell’associazione degli Ambasciatori Pasticceri d’Eccellenza Italiane (APEI), fondata e presieduta dal Maestro Iginio Massari. L’adesione ad APEI rappresenta un riconoscimento dell’impegno e della qualità che da quasi tre secoli contraddistinguono Caffè Gilli, punto di riferimento per la pasticceria artigianale e la tradizione dolciaria toscana. L’associazione, nata per valorizzare e tutelare l’eccellenza della pasticceria italiana, riunisce i più grandi maestri del settore, con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’alta pasticceria attraverso ricerca, comunicazione e innovazione.

“Entrare a far parte di APEI è per noi un grande onore e un’opportunità straordinaria per confrontarci con i migliori pasticceri d’Italia, in un percorso di crescita continua all’insegna della qualità e dell’eccellenza – commenta Marco Valenza, titolare di Caffè Gilli che fa il suo ingresso in APEI insieme al maestro Massimo Davitti, responsabile del laboratorio di pasticceria con Ivan Santoro -. Condividiamo i valori dell’associazione e siamo pronti a contribuire con la nostra esperienza e il nostro impegno per portare avanti la grande tradizione della pasticceria italiana”.

La scheda sintetica di Caffè Gilli

Lo storico Caffè Gilli si trova nel centro di Firenze, in piazza della Repubblica. Simbolo di eccellenza e tradizione che accompagna da quasi tre secoli la vita dei fiorentini e dei visitatori di tutto il mondo, è stato fondato nel 1733 ed è oggi la pasticceria più longeva di Firenze e la seconda più longeva d’Italia. Noto per la qualità dei suoi prodotti artigianali, Caffè Gilli offre un’ampia gamma di dolci tradizionali fiorentini, tra cui la celebre e pluripremiata schiacciata fiorentina.

Ma non è solo la pasticceria a rendere unico Caffè Gilli: il locale è famoso anche per il suo impeccabile servizio di caffetteria e cocktail bar, con un’offerta studiata per accompagnare ogni momento della giornata, dalla colazione al dopo cena.

Caffè Gilli Firenze
Piazza della Repubblica, Firenze
Aperto tutti i giorni, dalle 8.00 a mezzanotte

Chocolate Factory Simulator: ecco il gioco dedicato al cioccolato su Steam

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La produzione di cioccolato (Pixabay License)

Lo studio Games Incubator ha rilasciato Chocolate Factory Simulator – un gioco complesso in ambientazione steampunk in è possibile giocare il ruolo del proprietario di una fabbrica di cioccolato. I giocatori dovranno attrezzare una fabbrica, occuparsi degli strumenti, acquistare gli ingredienti per il cioccolato e soddisfare gli ordini. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Anton Kratiuk per il portale d’informazione gagadget.com.

Chocolate Factory Simulator

MILANO – Il 7 gennaio 2025 è stato rilasciato su Steam un simulatore non standard realizzato da sviluppatori polacchi. Questa volta i giocatori potranno cimentarsi nei panni del proprietario della fabbrica di cioccolato.

I giocatori dovranno attrezzare una fabbrica, occuparsi degli strumenti, acquistare gli ingredienti per il cioccolato, ideare una ricetta e creare dolci d’autore, sperimentando forme, colori e sapori.

Per soddisfare gli ordini personalizzati, bisogna pensare a ogni dettaglio della decorazione, creare iscrizioni con lettere di cioccolato e curare la perfezione estetica. È interessante notare che nella produzione del cioccolato il giocatore sarà assistito dall’automa Nouga, che porterà una parte di umorismo nel gioco.

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Ferrero presenta l’uovo di Pasqua Pocket Coffee rivestito di cacao e caffè

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Il logo della Ferrero

La multinazionale Ferrero introduce per la Pasqua 2025 l’uovo Pocket Coffee con uno strato interno al cacao e caffè, avvolto da fine cioccolato fondente con inclusioni croccanti al caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Efa News.

Ferrero presenta l’uovo Pocket Coffee

MILANO – Per la Pasqua 2025 arriva una grande novità ispirata all’iconica pralina al caffè: l’Uovo Pocket Coffee. Un uovo di Pasqua con doppia copertura: uno strato interno al cacao e caffè, avvolto da uno strato esterno di finissimo cioccolato fondente con inclusioni croccanti al caffè.

In regalo con ogni uovo l’esclusiva guida digitale “Le rotte del caffè Pocket Coffee”, una raccolta di consigli di viaggio su Brasile, Costa Rica, Santo Domingo e Colombia firmata Lonely Planet.

Una speciale collaborazione con il leader mondiale nel settore delle guide di viaggio, per raccontare i quattro Paesi di origine del caffè con cui è realizzato Pocket Coffee. Attraverso la guida, i consumatori scopriranno moltissime curiosità di questi quattro paesi dove il caffè non è solo un prodotto, ma un vero e proprio patrimonio culturale.

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PuckPuck: quest’estate, il cold brew drip si fa con l’AeroPress, in casa e on the road

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PuckPuck sull'AeroPress (foto dal sito dell'azienda)
PuckPuck sull'AeroPress (foto dal sito dell'azienda)

MILANO – Cold brew drip e AeroPress? Un’accoppiata vincente e che, soprattutto, può essere realizzata grazie a PuckPuck, uno strumento che permette di prepararsi a casa – ma anche on the road – il proprio caffè freddo. Questo adattatore per AeroPress, consente un lento e controllato gocciolare dell’acqua sul letto di caffè.

Risultato: un infuso versatile che può essere arricchito con il ghiaccio, con il latte o essere usato come mixer per i cocktail.

Un attrezzo che è sul mercato già da diversi anni, che però ora che ci si predispone all’arrivo di temperature più calde, è interessante da riscoprire per i coffeelovers appassionati di cold brew – o per i baristi che vogliono sperimentare – che però si sono persi questa opzione a 36.99 euro (attualmente si può preordinare qui, per quando tornerà disponibile alla fine di maggio).

PuckPuck: vediamo come funziona

Attraverso una valvola antigoccia, in attesa di ottenere il brevetto, impiega pochi secondi per essere impostata correttamente. PuckPuck è anche tecnologico perchè, se abbinata all’applicazione PUCKPUCK Drip Counter, disponibile per Apple e Android, si possono calibrare ancora più precisamente i parametri di infusione.

Si parla di design: la filettatura universale rende PuckPuck applicabile a tutti i tipi di bottiglie di acqua minerale.

Sul sito dell’azienda, a questo link, è possibile studiare bene come sfruttare al meglio PuckPuck. Trasformare il proprio AeroPress da una classica macchina per estrarre il caffè in una drip station è piuttosto semplice e impiega circa due-tre ore per la preparazione, da conservare in frigo per consumarlo in più tempo.