lunedì 10 Novembre 2025
Home Blog Pagina 136

Vending, 1° trimestre 2025: il caffè corre di più e segna un +36%, incremento medio dei ricavi +2,12% sul 2024

0
(dati concessi)

MILANO – Il futuro del vending? Senza dubbio in crescita, ma a rilento. L’incremento medio dei ricavi nel 1° trimestre del 2025 sul 2024 è di +2,12%. Tuttavia, nel 15,8% dei casi la variazione dei ricavi è stata in influenzata da acquisizioni: senza quest’ultime l’incremento si attesterebbe sul +1,18%.

Ma ci sono buone notizie per il caffè che si conferma ancora una volta il prodotto con la maggiore crescita nel vending: +36%

Questi sono solo alcuni dei tantissimi dati condivisi da Eidos Consulting e Vending Magazine e commentati sul webinar “Il futuro del vending visto dai gestori”.

L’iniziativa è stata possibile grazie all’Osservatorio Permanente del Vending, con la collaborazione di un gruppo di aziende del settore. Nella nuova edizione dello studio è stata esaminata la situazione del mercato del comparto gestori in Italia nei primi tre mesi del 2025.

Il futuro del vending

Il fatturato dei partecipanti all’iniziativa è  superiore a 291 milioni di euro su base annua (una ventina di aziende tra Grandi Gruppi e operatori indipendenti) e identifica circa il 20,1% del totale dei ricavi della “Top 100 – 2023” uscita sul numero di dicembre 2024 di Vending Magazine.

L’incremento medio dei ricavi nel 1° trimestre del 2025 rispetto all’analogo periodo del 2024 è di +2,12%. Nel 15,8% dei casi la variazione dei ricavi è stata in influenzata da nuove acquisizioni.

Il peso delle nuove acquisizioni sulla variazione dei ricavi, rispetto a tutte le aziende che hanno partecipato al sondaggio, è stata mediamente dello 0,94% sul +2,12%. Senza considerare le nuove acquisizioni è possibile dire, quindi, che l’incremento si attesta sul +1,18%.

La variazione è positiva per il 60% delle aziende del campione, il 40% ha un andamento negativo.

L’incremento massimo è del 19,4% (senza acquisizioni), il maggiore decremento è -11,2%.

Il 45% ha un incremento dei ricavi inferiore al 10%, il 15% è tra +10% e +20%, il 40% ha un decremento.

(dati concessi)
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)

L’incremento medio dei ricavi nel 1° trimestre del 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023 era stato del 6,23%. Se invece si considera l’incremento medio totale dei ricavi nel 2024 rispetto al 2023 era del 3,98%. E, ancora, l’incremento del 2023 rispetto al 2022 era stato dell’11,50%.

La metà delle aziende ha un incremento dei ricavi superiore a quello dei costi. Nel 1° trimestre 2024, il 71% delle aziende aveva un aumento dei ricavi superiore a quello dei costi, nel 29% invece i costi aumentavano più dei guadagni.

vending
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine )

Nel 2024 la variazione era positiva per l’86% delle aziende del campione, il 14% aveva un andamento negativo. L’incremento massimo era del 22,8%, il maggiore decremento era del -7,1%.

Nel 2023, proseguono Vending Magazine e Eidos Consulting, la variazione dei ricavi tra le imprese che facevano parte del campione era stata per tutte positiva e l’andamento andava da un minimo di +1,20% a un massimo di +33,88%.

Anche il totale dei costi operativi aziendali mediamente aumenta nel 1° trimestre 2025 rispetto al 1° trimestre 2024 e il valore è di +2,14%. Poiché l’incremento dei ricavi è del 2,12%, la conseguenza è una diminuzione media della redditività pari al 0,02%.

vending
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)

Il 33% delle aziende ha una riduzione dei costi, mentre il 67% registra un incremento. In tal senso, l’aumento maggiore è del 20,7%, la massima riduzione è di -13,6%.

(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)

Per costi si intendono il totale dei costi operativi, cioè tutti i costi aziendali ad esclusione degli oneri finanziari e delle imposte.

Il 50% delle aziende ha un incremento dei costi inferiore al 10%, l’11% tra il 10% e il 20%, il 6% tra il 20% e il 30%, il 33% ha una riduzione dei costi.

Il totale dei costi operativi aziendali mediamente era aumentato nel 1° trimestre 2024 rispetto al 1° trimestre 2023 e il valore era di +5,68%.

Nel 2024 mediamente i costi erano aumentati del +2,45% rispetto al 2023. Nel 2023 rispetto al 2022 i costi erano aumentati di +6,86%.

Il costo delle materie prime aumenta del 6,8% rispetto al primo trimestre del 2024. C’è di più: nel primo trimestre dello scorso anno il costo era aumentato dell’8,7% rispetto al primo trimestre del 2023.

Nel 2024 aveva registrato +2,36% rispetto al 2023. Nel 2023 era aumentato del 12,7% rispetto all’anno precedente e nel 1° semestre 2023 l’incremento era stato del 16,53% rispetto ad analogo periodo del 2022.

vending
(dati concessi Eidos Consulting e Vending Magazine)

Le variazioni sono determinate sia dai prezzi di acquisto che dai volumi. Nel 24% dei casi abbiamo avuto un decremento, l’incremento inferiore al 10% ha riguardato il 41% delle aziende; il 29% ha avuto un aumento tra il 10% e il 20%, il 6% ha avuto un incremento superiore al 20%. L’incidenza del costo delle materie prime sui ricavi nelle aziende del campione è il 28,15%.

Il 33% delle aziende del campione ha avuto un aumento del numero delle erogazioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, il 67% ha avuto una riduzione.

vending
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)

La variazione media è stata negativa e vale -0,6%, (in diminuzione rispetto al primo trimestre del 2024 quando era stata del 3,03% e rispetto al +1,5% del 2024 e al 6,4% del 2023). Essa va da una riduzione di -11% ad un aumento massimo del 15%.

Essendo l’incremento dei ricavi superiore a quello delle erogazioni di circa il 2,72%, si presume che nel periodo considerato ci sia stato un aumento del prezzo medio delle erogazioni dovuto probabilmente a una crescita dei prezzi delle forniture (in particolare il caffè). La variazione naturalmente può essere provocata, almeno in parte, anche dalla variazione nel mix dei prodotti venduti.

(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)

La differenza tra incremento percentuale dei ricavi e aumento percentuale delle erogazioni nel 2024 era stata del 2,48% e nel 2023 era stata del 5,06%.

Il 67% delle aziende ha avuto una riduzione delle erogazioni, il 22% delle aziende ha avuto un incremento delle erogazioni inferiore al 10%, l’11% tra il 10% e il 20%.

Andamento dell’occupazione

L’occupazione nel 1° trimestre 2025, rispetto al trimestre precedente, è aumentata nel 30% dei casi, invariata nel 45%, diminuita nel 25%.

Nel 1° trimestre 2024, rispetto al trimestre precedente, era aumentata nel 48% dei casi, invariata nel 43%, diminuita nel 9%.

Nell’ultimo trimestre del 2023, rispetto al trimestre precedente, era aumentata nel 65% dei casi, invariata nel 31%, in diminuzione nel 4%.

(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)

Anche nella crescita dell’occupazione si riscontra un forte rallentamento.

vending
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)

Il 70% delle aziende, si prosegue nel webinar, ha inserito nuove referenze nel 1° trimestre 2025. Nel primo trimestre 2024 il 43% delle aziende aveva inserito nuove referenze; nell’ultimo trimestre del 2023 era stato il 62%. Aumenta l’inserimento di nuove referenze probabilmente perché i gestori cercano nuove strade, stante le maggiori difficoltà sul versante dei ricavi.

Il 7% valuta positivamente l’andamento delle nuove referenze, nessuno lo valuta negativamente e il 70% dichiara che non è ancora possibile fare valutazioni. Per quanto riguarda le referenze con la maggiore crescita in termini di volume, troviamo il caffè col 36%, snack dolci al 29% e acqua al 14%.

 

vending
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)

Ogni azienda poteva indicare le 3 referenze con maggiore crescita. Nel primo trimestre 2025, nonostante le difficoltà, le aziende che hanno fatto parte del campione hanno avuto un aumento dei ricavi del 2,12% e anche togliendo le acquisizioni l’incremento dei ricavi si mantiene positivo e vale +1,18%.

I costi aumentano di +2,14%, quindi sostanzialmente in linea con i ricavi. I costi aumentano di +2,14%.

Le erogazioni sono in  diminuzione, -0,6%. Tiene l’occupazione: il 30% delle aziende ha aumentato gli occupati, contro il 25% in cui sono diminuiti. Il caffè resta il prodotto con la maggiore crescita.

IVS Group, partecipata da Lavazza al 49%: per il colosso del vending 1° trimestre a 190 milioni, +3,7%, ebitda a 25,5

0
Ivs Group coffeecapp
Il logo Ivs group

GRAN DUCATO DEL LUSSEMBURGO – Il consiglio di amministrazione di IVS Group S.A. si è riunito il 15 maggio 2025, sotto la presidenza di Paolo Covre, per esaminare ed approvare il resoconto intermedio di gestione del gruppo IVS al 31 marzo 2025. In particolare il fatturato consolidato del primo trimestre è pari a 190 milioni, in crescita del 3,7% rispetto a euro 183,2 milioni del 31 marzo 2024. Ebitda pari a euro 25,5 milioni. Ebitda Adjusted euro 25,1 milioni.

Risultato netto consolidato pari a euro -0,5 milioni. Risultato netto Adjusted consolidato pari a euro -1,0 milioni.

Indebitamento finanziario netto pari a euro 473,0 milioni (inclusi euro 115 milioni da effetti IFRS16) Realizzate nel primo trimestre 2025 quattro acquisizioni, in Italia, per un valore di 6,3 milioni di euro.

Andamento della gestione

Il fatturato consolidato del 1° trimestre 2025 ammonta a Euro 190,0 milioni, +3,7% rispetto ai Euro 183,2 milioni del 1° trimestre 2024.

I settori operativi del gruppo hanno riportato il seguente andamenti dei ricavi (prima delle elisioni intra gruppo).

1) attività di gestione vending (che include i settori operativi vending di Italia, Francia, Spagna e Altri paesi minori): euro 147,8 milioni, +2,6% rispetto a euro 144,1 milioni al 31 marzo 2024, a loro volta suddivise per mercati geografici: (i) Italia (euro 114,9 milioni, -3,2%), (ii) Francia (euro 16,8 milioni, +21,0%), (iii) Spagna (euro 12,6 milioni, +28,8%) e (iv) altri mercati Europa (euro 5,4 milioni, +40,6%).

2) attività di rivendita: euro 27,8 milioni, da euro 27,5 milioni (+1,0% sul primo trimestre 2024).

3) attività nel settore horeca: euro 7,7 milioni da euro 6,0 milioni (+28,3% sul primo trimestre 2024).

4) attività della divisione Coin: euro 10,9 milioni da euro 9,9 milioni (+10,1% sul primo trimestre 2024).

Le quattro acquisizioni realizzate in Italia, per un valore di euro 6,3 milioni, hanno generato vendite nel primo trimestre 2025, dalla data dell’acquisto, pari a euro 2,0 milioni.

Nel vending, il numero totale di erogazioni del gruppo al 31 marzo 2025 è stato pari a 249,6 milioni (-1,8% rispetto a 254,1 milioni a marzo 2024).

Il prezzo medio delle erogazioni (al netto dell’IVA) è stato pari a Euro 55,46 centesimi +4,6% rispetto a Euro 53,05 centesimi dell’analogo periodo 2024.

In termini generali, il calo dei volumi nel “core” business del vending è stato compensato dall’aumento del prezzo medio su tutti i mercati e dall’effetto delle acquisizioni, soprattutto quelle realizzate nel corso del 2024 all’estero, mentre l’Italia ha segnato una variazione negativa dei volumi totali del 6,6% rispetto al 1° trimestre 2024, non compensata dall’aumento prezzo medio (+2,8% sulla sola Italia).

L’Ebitda reported, pari a Euro 25,5 milioni, da circa Euro 28,9 milioni di marzo 2024, è in calo del 11,6%.

L’Ebitda Adjusted consolidato è pari a Euro 25,1 milioni, è diminuito del 13,7% rispetto a Euro 29,1 milioni di marzo 2024.

Nel corso del periodo, come già registrato a fine 2024, hanno inciso in misura significativa sulla redditività l’aumento dei costi del prodotto venduto (+8,3% circa) e del costo del lavoro (+7,6%), quest’ultimo anche in virtù dei recenti rinnovi contrattuali. Essendo l’effetto positivo dell’aumento dei prezzi di vendita più graduale nel tempo rispetto all’immediato e rilevante aumento dei costi, si registra complessivamente un calo del 2,9% margine operativo (EBITDA Adj. sul fatturato).

Anche per effetto degli accresciuti ammortamenti rispetto al 31 marzo 2024, l’EBIT Reported consolidato scende a euro 4,1 da euro 9,3 milioni e l’EBIT Adjusted a euro 3,7 milioni da euro 9,5 milioni.

Il Risultato netto consolidato a marzo 2025 è pari a euro -0,5 milioni (prima di Euro 0,3 milioni di risultato attribuibili alle minoranze), da euro 2,7 milioni del 2024. Il Risultato Netto Adjusted al netto delle voci considerate non ricorrenti, è pari a euro -1,0 milioni, rispetto a euro 3,4 milioni di marzo 2024.

La Posizione Finanziaria Netta (“PFN”) è negativa per euro 473,0 milioni (inclusi circa Euro 115 milioni derivanti da contratti di affitto e leasing in base alle previsioni del principio IFRS 16. Al 31 dicembre 2024 la PFN era pari a euro -441,5 (con euro 88,8 milioni di effetti da IFRS16). L’aumento del debito è ascrivibile a maggiori effetti IFRS 16 per circa euro 33 milioni, per la maggior parte connessi ai futuri pagamenti delle “positioning fees” sul rinnovo del contratto pluriennale con l’importante cliente Grandi Stazioni, oltre che a canoni di affitto immobili.

Nel corso del 1° trimestre 2025, l’attività operativa ha generato un flusso di cassa di euro 21,3 milioni (+5,4% rispetto a euro 20,2 milioni nel 1° trimestre 2024); i pagamenti per investimenti fissi netti sono stati pari a euro 7,1 milioni e euro 5,6 milioni per acquisizioni.

Sono inoltre inclusi nella PFN gli interessi (circa euro 4,2 milioni) maturati dalla data di pagamento dell’ultima cedola (metà ottobre 2024) sulle obbligazioni con scadenza ottobre 2026. I crediti IVA (non inclusi nella PFN) sono pari a euro 14,7 milioni.

Altri fatti di rilievo ed operazioni poste in essere dopo il 31 marzo 2025 e previsioni per l’esercizio

Sul mercato “core” del vending, perdurano gli effetti negativi dei cali della produzione industriale degli ultimi mesi, in particolare nelle grandi fabbriche, con la ripresa della cassa integrazione, il calo delle ore lavorate e il conseguente impatto sui consumi– a parità di perimetro – nelle attività del vending.

Resistono meglio i segmenti di mercato non legati all’industria (quali aeroporti, ferrovie, università…), che tuttavia pesano complessivamente meno del settore manifatturiero. Inoltre, l’aumento del costo del venduto (caffè e altri prodotti) e dei rinnovi dei contratti di lavoro è stato ancora significativo e immediato e potrà essere recuperato e riassorbito gradualmente, considerato l’impegno operativo e il tempo necessari per contrattualizzare ed applicare gli aumenti dei prezzi di vendita sull’intero parco distributori.

Come annunciato, il gruppo sta ampliando e diversificando la sua presenza sui mercati esteri in EU e su nuovi segmenti, già con buoni risultati. E’ peraltro comprensibile che il ritorno economico su tali nuovi e rilevanti investimenti cresca gradualmente, in valori assoluti e relativi, di pari passo con maggiori dimensioni ed economie di scala sui nuovi business e mercati.

Antonio Tartaro e Massimo Paravisi, Co-CEO di IVS Group, commentano i risultati del primo trimestre 2025 nei seguenti termini:

“In uno scenario economico oggettivamente difficile, in tutta Europa, IVS Group conferma l’intento e la capacità di sviluppare le sue attività, mantenendo buoni margini e cash-flow operativi, per quanto diluiti dal calo dei volumi e dall’aumento dei costi.

Come annunciato a seguito dell’operazione strategica avviata nel 2024 con il gruppo Lavazza, IVS continua ad investire in misura significativa, su base continentale, andando a rafforzare le quote nel mercato tradizionale del vending, ma anche cogliendo nuove opportunità con alto potenziale in business contigui. E’ una strategia che ci vedrà impegnati sul medio termine

e che porrà le basi per aumentare la nostra capacità di creare e accrescere il valore del gruppo”.

La scheda sintetica di IVS Group

IVS Group S.A. è il leader italiano e secondo operatore in Europa nella gestione di distributori automatici e semiautomatici per la somministrazione di bevande calde, fredde e snack (vending). L’attività core del vending si svolge principalmente in Italia (80% circa del fatturato), in Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Spagna e Svizzera, con circa 278.700 distributori automatici e semiautomatici; il gruppo ha una rete di 134 filiali e oltre 4.600 collaboratori. IVS Group serve più di 15.000 aziende ed enti, con oltre 980 milioni di erogazioni nel 2024.

Gruppo Selecta, numero 1 della distribuzione automatica in Europa: per il rilancio arriva il ceo ad interim Michael Rauch

0
selecta
Il logo Selecta

CHAM (Svizzera) – Selecta Group, leader svizzero nel settore Foodtech con una rete di distribuzione di livello mondiale in Europa, annuncia che Christian Schmitz ha informato il Consiglio di Amministrazione della sua intenzione di dimettersi dalla carica di ceo del Gruppo. Michael Rauch, che in passato ha ricoperto i ruoli di ceo e cfo di CompuGroup Medical, nonché di cfo di Douglas Group e ha maturato una lunga carriera presso Henkel, assumerà il ruolo di ceo ad interim.

Christian Schmitz, ceo di Selecta Group, ha dichiarato: “Sono onorato di aver guidato Selecta per cinque anni, guidando la sua trasformazione in una forza leader nel settore food tech europeo. Con l’accordo sulla ricapitalizzazione di Selecta, sono convinto che questo sia il momento ideale per affidare il suo prossimo capitolo di crescita a una nuova proprietà.”

Marc van der Plas, Presidente di Selecta Group, ha dichiarato: “A nome del Consiglio di amministrazione di Selecta Group e dell’intera organizzazione, desidero ringraziare Christian per la sua leadership, la sua dedizione e il suo contributo. Ha guidato il gruppo in tempi difficili e ha realizzato una ricapitalizzazione veramente trasformativa, lasciando l’azienda con prospettive nettamente migliori. Il Consiglio di amministrazione gli augura ogni successo per i suoi impegni futuri.”

“Siamo certi che con Michael Rauch ci siamo assicurati i servizi di un leader eccezionale con un’esperienza diretta alla guida di un’azienda paneuropea. Insieme alla struttura di capitale significativamente rafforzata del Gruppo, siamo fiduciosi di poter perseguire opportunità di crescita, migliorare la competitività e migliorare il servizio ai clienti in tutti i mercati. Michael e Christian lavoreranno insieme per garantire una transizione ben organizzata”.

IMF fa un passo decisivo verso l’eccellenza ambientale: ottiene la certificazione UNI EN ISO 14001:2015

0
imf
Torrefattrice industriale automatica RM60 installata da Fausto Kaffeerösterei a Monaco, Germania (immagine concessa)

OCCHIOBELLO (Rovigo) – Da sempre impegnata nell’innovazione tecnologica e nella qualità dei propri impianti per la torrefazione del caffè, la società IMF compie un ulteriore passo avanti nel segno della sostenibilità. L’azienda ha infatti ottenuto la certificazione UNI EN ISO 14001:2015, attestando l’adozione di un Sistema di Gestione Ambientale conforme ai più rigorosi standard internazionali.

Un riconoscimento che conferma l’attenzione costante non solo alla performance delle proprie soluzioni tecnologiche, ma anche all’impatto ambientale lungo tutto il ciclo produttivo.

Verso una produzione a basso impatto

La norma ISO 14001:2015 stabilisce requisiti e best practice per individuare, controllare e ridurre gli aspetti ambientali delle attività aziendali. Per IMF il percorso ha comportato:

  • Mappatura degli aspetti ambientali: analisi di consumi energetici, emissioni in atmosfera, gestione dei rifiuti e utilizzo di risorse.
  • Definizione di obiettivi misurabili: piani di miglioramento per ridurre consumi elettrici, ottimizzare la raccolta differenziata e minimizzare gli scarti di lavorazione.
  • Formazione del personale: corsi dedicati alla sensibilizzazione ambientale, con particolare attenzione a buone pratiche operative e segnalazione di potenziali non conformità.

Grazie a questi interventi, l’azienda prevede un abbattimento progressivo delle emissioni di CO₂ e una maggiore efficienza nell’uso delle materie prime.

Le parole del responsabile qualità e ambiente

“Ottenere la certificazione ISO 14001:2015 è per noi motivo di grande orgoglio”, commenta Vladimiro Boschi, responsabile qualità e ambiente del brand IMF. “Questo riconoscimento conferma che la sostenibilità è parte integrante del nostro modello di business. Continueremo a monitorare ogni processo, puntando a nuovi traguardi green, in coerenza con le normative europee e le aspettative dei clienti più attenti all’ambiente”.

IMF conferma la propria visione di crescita responsabile, con questo ulteriore passo, fondendo innovazione e sostenibilità per offrire ai torrefattori soluzioni sempre più performanti e rispettose del pianeta.

Il certificato (immagine concessa)

La macchina NUOVA Aurelia, firmata Nuova Simonelli, lancia la tecnologia C-Automation che consente di servire più bevande in meno tempo

0
nuova aurelia
NUOVA Aurelia (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Negli ultimi anni, il consumo di caffè ha visto una crescita costante, accompagnata da aspettative sempre più alte da parte dei consumatori, in particolare dei più giovani. Questi clienti richiedono bevande di alta qualità, preparate rapidamente e in modo consistente.

Allo stesso tempo, dall’altro lato del bancone, catene e torrefattori devono affrontare una realtà complessa: alti tassi di turnover del personale, costi di formazione elevati, workflow intricati e la necessità di contenere consumi e sprechi.

Per rispondere efficacemente a queste sfide, la ricerca tecnologica ha fatto passi da gigante, e tra le innovazioni più rilevanti c’è la tecnologia C-Automation di NUOVA Aurelia, firmata Nuova Simonelli.

C-Automation (immagine concessa)

1. Efficienza e qualità non sono più un compromesso

Uno dei problemi principali per le catene e i professionisti del caffè è trovare il giusto equilibrio tra efficienza operativa, produttività e qualità in tazza. La tecnologia C-Automation consente di servire più bevande in meno tempo, mantenendo alti standard qualitativi. Come? Automatizzando la comunicazione tra macchina e macinino, che condividono le ricette tramite il portafiltro.

Il sistema regola automaticamente la macinatura e controlla il flusso del caffè in uscita, garantendo un risultato sempre consistente. In questo modo, è possibile aumentare la velocità del workflow fino al 20% senza compromettere la qualità.

Per guardare il video basta cliccare qui

2. Semplificare la complessità del workflow

La preparazione del caffè può essere un processo articolato e soggetto a variabili che impattano la qualità finale. Con C-Automation, tutto diventa più semplice e fluido: ogni portafiltro è associato a una o più ricette che vengono preparate automaticamente, riducendo tempi e margini di errore. Il macinino GX riconosce automaticamente il portafiltro inserito e macina la dose corretta. Allo stesso modo anche la macchina NUOVA Aurelia riconosce il portafiltro ed eroga la dose associata.

Questo processo non richiede l’uso di app o connessioni internet, garantendo massima affidabilità anche in ambienti complessi. C-Automation analizza inoltre molteplici parametri – incluso il flusso di tutte le estrazioni – e regola continuamente le impostazioni del macinino per mantenere la qualità costante. L’operatore, quindi, non deve più preoccuparsi di calibrare il macinino o monitorare l’estrazione: tutto avviene in automatico, riducendo i tempi e rendendo il processo fluido, replicabile e adatto anche a contesti con alto volume di ordini.

3. Una risposta concreta all’alto turnover del personale

Formare nuovi operatori richiede tempo e risorse, e spesso rappresenta un ostacolo alla crescita per molte realtà del settore. C-Automation riduce al minimo la necessità di formazione: il sistema guida l’operatore in ogni fase, permettendo anche a personale con poca esperienza di servire ottime bevande fin dal primo giorno. Questo abbassa i costi di onboarding e garantisce continuità operativa, indipendentemente dalla frequenza del cambio staff.

4. Taglio dei consumi energetici e degli sprechi

Ogni errore di estrazione può tradursi in uno spreco di materie prime, tempo ed energia. Automatizzando i processi, C-Automation abbatte gli scarti, ottimizza i consumi e contribuisce a un modello di lavoro più sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale. Meno errori, meno rifiuti, più efficienza energetica.

Una soluzione per un futuro sostenibile del coffee shop

Dalla prima macchina ergonomica del 2003 fino alla recente evoluzione con NUOVA Aurelia, Nuova Simonelli continua a innovare pensando alle esigenze reali di chi gestisce uno o più punti vendita. La tecnologia C-Automation rappresenta oggi una delle risposte più avanzate e concrete alle sfide che affrontano torrefattori e catene: velocizzare il servizio, ridurre i costi, migliorare la qualità e semplificare il lavoro.

Per saperne di più basta cliccare qui

Donald Trump rifiuta il caffè arabo offerto dal principe Muhammed bin Salman: la polemica sui social

0
mercati futures
Donald J. Trump (foto The White House)

Donald Trump ha inaugurato il secondo mandato con il primo viaggio all’estero ufficiale in Arabia Saudita. Il presidente è stato ben accolto tuttavia, come si vede dal filmato dell’incontro, rifiuta di bere il caffè Arabo offertogli per due volte. Sui social media è subito scoppiata la polemica. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Corriere Tv.

Il caffè rifiutato da Donald Trump in Arabia Saudita

MILANO – Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scelto l’Arabia Saudita per il primo viaggio ufficiale all’estero del suo secondo mandato.

Il regno lo ha accolto con tutti gli onori del caso, compresa una parata militare e un’accoglienza personale all’aeroporto da parte del principe ereditario Mohammed bin Salman.

Ma il filmato dell’incontro, in cui Trump rifiuta di bere il caffè arabo offerto per due volte, ha scatenato critiche sui social media sauditi, con alcuni che lo hanno definito un insulto.

Per leggere la notizia completa e vedere il video basta cliccare qui

SCA presenta il nuovo listino prezzi per i corsi più economico e accessibile con differenze tra i Paesi, l’Italia è nel gruppo 5

0
sca
Il nuovo modello dei prezzi della SCA (immagine concessa)

MILANO – La Specialty Coffee Association ha deciso di cambiare il listino prezzi dei corsi al fine di rendere l’apprendimento più accessibile, economico ed equo per i professionisti del caffè in tutto il mondo. L’associazione ha potuto constatare che sempre più persone vogliono entrare nel mondo del chicco, anche e specialmente nei mercati emergenti, nelle regioni meno servite.

Il nuovo modello di prezzi della SCA

Già l’anno scorso, al fine di creare una filiera più inclusiva, l’associazione SCA ha introdotto l’iscrizione gratuita per abbattere le barriere di accesso alla comunità globale.

Yannis Apostolopoulos, ceo della Specialty Coffee Association, ha affermato:  “L’educazione rappresenta il fondamento delle carriere, della leadership e dell’innovazione lungo tutta la filiera. Gioca un ruolo vitale nella missione di migliorare il caffè, con la nostra ricerca e standard che continuano a plasmare l’evoluzione del curriculum dell’associazione. Dopo anni di lavoro, abbiamo introdotto un nuovo modello progettato per rendere la nostra educazione più accessibile.”

I costi dei corsi varieranno ora a seconda del Paese, riflettendo le realtà economiche locali. I Paesi sono stati divisi in cinque gruppi in base ai dati dell’IMF (International Monetary Fund) e sull’Indice di parità del potere d’acquisto pro capite.

Questo approccio garantisce che le tariffe dei corsi per gli studenti e le licenze per i formatori siano proposte in maniera equa e trasparente.

Ecco alcuni prezzi dal nuovo listino SCA (l’Italia è nel gruppo 5):

Un formatore autorizzato SCA (AST) nel Gruppo 5 pagherà 975 dollari all’anno, mentre un formatore nel Gruppo 1 pagherà solo 115.

Uno studente nel Gruppo 5 pagherà una tariffa di 50 dollari per corso alla SCA, mentre uno appartenente al primo Gruppo ne pagherà solo 8.

Questo modello si applica a tutti i programmi di certificazione SCA, incluso il Q Program, dopo le recenti novità.

I formatori continueranno a stabilire i propri prezzi

SCA ha stabilito inoltre collaborazioni con Coffee Quality Institute (CQI), Colombian Coffee Growers Federation (FNC), Brazil Specialty Coffee Association (BSCA).

Secondo Sca queste partnership aiutano a introdurre programmi e standard a un numero maggiore di persone, rispettando e sfruttando le conoscenze e le infrastrutture locali.

Cosa c’è da sapere

  • La struttura completa dei prezzi è ora disponibile sul sito web di SCA Education.
  • Sessioni informative—online e in presenza—si terranno nelle prossime settimane.
  • Nei prossimi mesi ci sarà un lancio ufficiale

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Nespresso: il progetto Da chicco a chicco dona 220 quintali di riso al Banco Alimentare del Lazio

0
nespresso Eric Favre capsule
Logo Nespresso

A volte basta cambiare prospettiva per dare nuovo valore a ciò che consideriamo scarto. È da qui che nasce l’iniziativa di Nespresso Da chicco a chicco in cui sostenibilità e aiuto sociale si rafforzano a vicenda. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Banco Alimentare.

Il progetto Da chicco a chicco di Nespresso

ROMA – Un chicco di caffè può trasformarsi in un chicco di riso? Sì, grazie al progetto “Da chicco a chicco” di Nespresso: le capsule esauste vengono raccolte, l’alluminio viene riciclato e il caffè residuo si trasforma in compost, che fertilizza le risaie italiane. È così che la raccolta delle capsule diventa un esempio concreto di economia circolare, unendo rispetto per l’ambiente e solidarietà.

Anche quest’anno Banco Alimentare del Lazio ha ricevuto una generosa donazione di riso frutto di questa iniziativa: un alimento prezioso, che porterà un aiuto concreto a tante persone in difficoltà nella nostra regione.

In totale, sono 22.000 kg di riso quelli che Banco Alimentare del Lazio potrà distribuire nel 2025 grazie a questo progetto.

Come funziona il progetto

Le capsule esauste vengono raccolte:

  • nelle Boutique Nespresso
  • nelle isole ecologiche partner

Qui, i materiali vengono separati:

L’alluminio si trasforma in nuovi oggetti come penne e biciclette.

Il caffè esausto diventa compost, che fertilizza il terreno delle risaie italiane.

In questo modo, lo scarto si trasforma in nuova risorsa, generando un impatto positivo sia sull’ambiente che sulle persone.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Ristoranti contro la fame: l’iniziativa benefica ha raggiunto circa 1 milione dal 2015 a oggi

0
ristoranti
I protagonisti dell'iniziativa (immagine concessa)

MILANO – Dieci anni di collaborazione solidale con il mondo della ristorazione. Dieci anni di idee, piatti solidali, eventi e coinvolgimento attivo per garantire a ogni persona una vita libera dalla fame. Questo e tanto altro è Ristoranti contro la fame, iniziativa promossa da Azione contro la fame, che ha celebrato la conclusione dell’edizione numero dieci con un evento organizzato presso la Fondazione IBVA di Milano, una delle due sedi che ospita il programma di Azione contro la fame a Milano.

All’evento hanno partecipato oltre cento persone, tra ristoratori, rappresentanti istituzionali, partner e appassionati del mondo food. La giornata ha alternato momenti di riconoscimento ufficiale, testimonianze dirette dei beneficiari dei programmi e la condivisione dei risultati raggiunti, resi possibili anche grazie ai fondi raccolti attraverso l’iniziativa Ristoranti Contro la Fame.

La mattinata si è aperta con una visita al social market Solidando, progetto di IBVA nato nel 2017, ed è proseguita con gli interventi di Azione Contro la Fame e dei partner. La conclusione dell’evento ha visto la consegna dei premi ai ristoranti e alle catene che si sono distinti per l’impegno nella raccolta fondi sia nell’ultimo anno sia nel corso del decennio. La raccolta fondi di 250.000 euro nel 2024 ha portato il totale complessivo dei dieci anni a quasi 1 milione di euro.

“Ristoranti contro la fame è sicuramente buon cibo e convivialità, ma è soprattutto un modo per realizzare progetti concreti di risposta alle emergenze e di costruzione dell’autonomia delle persone che partecipano ai nostri programmi. In Italia abbiamo supportato più di 400 persone vulnerabili a Milano e Napoli. Nel mondo, abbiamo potuto verificare lo stato di nutrizione di oltre 8.000 bambini in India, Repubblica Centrafricana e Repubblica Democratica del Congo, dato accesso all’acqua potabile a quasi 30.000 persone in Libano e rafforzato 21 strutture sanitarie in contesti fragili”, ha dichiarato Simone Garroni, Direttore di Azione Contro la Fame in Italia.

Oltre 300 le realtà aderenti tra ristoranti, osterie, pizzerie e catene. A queste ultime si deve una delle principali novità della decima edizione che, per la prima volta, ha visto un equilibrio numerico tra catene e ristoranti indipendenti. Tra i brand più attivi: Bomaki, Bun Burgers, Greeat, Investfood (NIMA Sushi, Pokéria by NIMA, This Is Not a Sushi Bar, Poké Factory e Maui Hawaiian Restaurant), Il Mannarino, Lievità – Pizzeria Gourmet, Macha, Roadhouse Restaurant e Wiener Haus. Al risultato del 2024 hanno contribuito anche Giano Lai e Francesca Manunta (del canale YouTube @cosamangiamooggi) che, nel loro viaggio- documentario attraverso l’India, hanno raccontato i progetti di Azione Contro la Fame e raccolto oltre 30.000 euro attraverso la loro community.

Premi e riconoscimenti

Tra i riconoscimenti con il Premio Platinum 2024 (oltre 3.000 euro raccolti): Madama Piola di Torino, Da Vittorio di Brusaporto – BG (3 Stelle MICHELIN 2025), Yard Restaurant di Verona, Nobu di Milano, Il Sereno Al Lago di Torno – CO (1 Stella MICHELIN 2025), Il Fagiano di Gardone Riviera – BS (1 Stella MICHELIN 2025), Locanda Margon di Trento (1 Stella MICHELIN 2025), Osteria Brunello di Milano e Denis Pizza di Montagna di Alano di Piave – BL.

I riconoscimenti con il Premio Gold 2024 (oltre 1.500 euro raccolti) sono per: Innocenti Evasioni di Milano, Ristorante Famiglia Rana di Vallese di Oppeano – VR (1 Stella MICHELIN 2025), Venissa di Mazzorbo – VE (1 Stella MICHELIN 2025), Lanterna Verde di Villa di Chiavenna – SO (1 Stella MICHELIN 2025), Orma di Roma (1 Stella MICHELIN 2025), Osteria dai Coghi di Costermano sul Garda – VR e Oseleta di Cavaion Veronese – VR (1 Stella MICHELIN 2025).

Premi Fedeltà assegnati a ristoranti che sostengono l’iniziativa dall’inizio come Ceresio 7 di Milano, Glass Hostaria di Roma (1 Stella MICHELIN 2025), Il Credenziere di Annone Veneto – VE, Innocenti Evasioni di Milano, La Locanda dei Matteri di Sant’Elpidio a Mare – FM, La Pineta Marina di Bibbona – LI (1 Stella MICHELIN 2025), Lanterna Verde di San Barnaba – SO (1 Stella MICHELIN 2025), Piazza Duomo di Alba – CN (3 Stelle MICHELIN 2025), Poporoya di Milano, Sadler di Milano (1 Stella MICHELIN 2025), San Domenico di Imola – BO (2 Stelle MICHELIN 2025) e Terrazza Palestro di Milano.

Grazie ai fondi raccolti, Azione Contro la Fame ha potuto sostenere i programmi in Italia e nel mondo di seguito elencati.

Impatto in Italia

In Italia, fino a fine 2024, il programma ha coinvolto 410 famiglie tra Milano e Napoli, offrendo un percorso integrato che comprende supporto alla spesa, educazione nutrizionale, formazione e accompagnamento all’inserimento lavorativo.

I risultati sono rilevanti: il 59% dei partecipanti ha trovato lavoro o ripreso la formazione e anche la qualità dell’alimentazione è migliorata sensibilmente, con progressi evidenti su idratazione, varietà della dieta e riduzione del consumo di zuccheri e cibi ultra-processati.

Impatto nel mondo

Nel mondo, i programmi sono stati portati avanti in India, dove oltre 6.000 bambini hanno avuto accesso a screening nutrizionali e 2.400 donne hanno ricevuto consulenza su salute e nutrizione. Nel Sahel (Burkina Faso, Mauritania, Niger e Senegal), Azione Contro la Fame ha sviluppato progetti di adattamento climatico, guidando le comunità nomadi – grazie all’uso di immagini satellitari e intelligenza artificiale – verso le aree più adatte al pascolo e alla coltivazione. In Repubblica Centrafricana, sei strutture sanitarie sono state rinforzate e dotate delle risorse necessarie, più di 2.300 bambini sono stati sottoposti a screening e 246 famiglie hanno ricevuto supporto psicosociale.

Nella Repubblica Democratica del Congo, sostenute 15 strutture per il trattamento della malnutrizione grave, oltre 6.000 famiglie sono state formate sulla diagnosi precoce della malnutrizione e più di 1.600 bambini sono stati curati.

In Libano, oltre 29.000 persone hanno avuto accesso all’acqua potabile e più di 39.000 hanno beneficiato di servizi di igiene e gestione delle acque reflue, in un contesto segnato da crisi economica e sociale.

Partnership e sostenitori

L’edizione 2024 della campagna ha visto il supporto di partner strategici, tra cui Ferrari Trento, METRO Italia, Michelin Italiana e Radio DEEJAY.

“La partnership con Azione Contro la Fame è particolarmente significativa per noi perché unisce a filo doppio ristorazione di eccellenza e solidarietà, due ambiti a cui sia Ferrari Trento sia l’acqua Surgiva sono da sempre molto vicini. Sapere che i fondi ricavati da Ristoranti Contro la Fame, anche grazie al contributo del nostro progetto “Bollicine Solidali”, si sono tradotti in azioni concrete a sostegno di tante persone vulnerabili, in Italia e nel mondo, è per noi motivo di grande soddisfazione”, ha dichiarato Camilla Lunelli, direttrice comunicazione e sostenibilità Gruppo Lunelli.

“Come METRO Italia, siamo orgogliosi di essere al fianco di Azione Contro la Fame per celebrare dieci anni di Ristoranti Contro la Fame, un progetto che dimostra quanto la ristorazione possa essere protagonista anche fuori dalle cucine. I ristoratori che aderiscono a questa iniziativa mettono al servizio degli altri non solo il loro lavoro, ma anche il loro senso di responsabilità e il loro cuore. In qualità di partner d’eccellenza della ristorazione, METRO crede con convinzione nell’importanza di iniziative come questa per mettere il talento e l’impegno dei professionisti del fuori casa a sostegno di chi è più in difficoltà”, ha dichiarato David Martínez Fontano, ceo di METRO Italia.

Si ringraziano: ABI Professional, Federazione Italiana Cuochi, GAG, Gastronomika, Honor Consulting, IBVA, International Pizza Academy, Italian Gourmet, Jeunes Restaurateurs, Le Soste, Restworld e Unione Brand Ristorazione Italiana – UBRI.

Si aggiunge nel 2025 il prezioso contributo della Federazione Italiana Pubblici Esercizi – FIPE. Azione Contro la Fame | www.azionecontrolafame.it

Azione Contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale impegnata a garantire a ogni persona

il diritto a una vita libera dalla fame. Specialisti da 46 anni, prevediamo fame e malnutrizione, ne curiamo gli effetti e ne preveniamo le cause. Siamo in prima linea in 56 paesi del mondo per salvare la vita dei bambini malnutriti e rafforzare la resilienza delle famiglie con cibo, acqua, salute e formazione. Guidiamo con determinazione la lotta globale contro la fame, introducendo innovazioni che promuovono il progresso, lavorando in collaborazione con le comunità locali e mobilitando persone e governi per realizzare un cambiamento sostenibile. Ogni anno aiutiamo 21 milioni di persone.

Caffè Borbone rinnova la partnership con Plastic Free Odv Onlus

0
caffè borbone
Caffè Borbone partner di Plastic Free (immagine concessa)

NAPOLI – Caffè Borbone, azienda leader nel business della torrefazione e del caffè porzionato, rinnova la partnership con Plastic Free Odv Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica. Negli anni la collaborazione si è ulteriormente consolidata, ampliando il numero di iniziative di pulizia ambientale su più tappe distribuite in diverse regioni italiane.

Anche quest’anno Caffè Borbone conferma la propria presenza a diversi appuntamenti previsti in Campania. Il primo è stato quello in occasione della Giornata della Terra che ha avuto luogo il 26/27 aprile.

A seguire, le prossime due date:

• 7/8 giugno per la Giornata Mondiale dell’Ambiente
• 27/28 settembre in occasione del Sea & Rivers Day.

La partnership, ormai consolidata e ampliata anche al Nord Italia, vedrà inoltre l’azienda protagonista il 7 giugno a Milano, in una giornata esclusiva di raccolta organizzata da Caffè Borbone in collaborazione con Plastic Free.

Nel 2024 la partnership ha visto coinvolti 3.444 volontari e 26.360 kg di plastica e rifiuti rimossi dall’ambiente.

Plastic Free Odv Onlus è l’organizzazione di volontariato nata nel 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare le persone sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica, impegnata in battaglie per la salvaguardia del pianeta attraverso collaborazioni attive sui vari territori coinvolgendo cittadini volontari, scuole, aziende, media, enti ed istituzioni.

In questi anni, Plastic Free Odv Onlus ha provveduto a rimuovere 4.540.836 kg di plastica e rifiuti dall’ambiente attraverso 8264 appuntamenti con la collaborazione di oltre 260.000 volontari.

Dichiara Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone: “Continuiamo a sostenere con determinazione la missione di Plastic Free, associazione da anni in prima linea nella lotta contro l’inquinamento da plastica e promotrice di iniziative di educazione ambientale e coinvolgimento civico, con la quale condividiamo valori fondamentali quali la tutela dell’ambiente e la promozione di una cultura di responsabilità attraverso la sensibilizzazione delle comunità”.

Schiavon aggiunge: “L’impegno di Caffè Borbone si estende lungo l’intera filiera produttiva, da una selezione accurata del caffè verde nei paesi d’origine fino allo smaltimento dei prodotti. Parallelamente, l’azienda prosegue nel percorso di riduzione delle emissioni climalteranti lungo tutta la catena del valore, intervenendo in maniera strutturale su selezione e coinvolgimento dei fornitori, efficientamento dei processi produttivi, eco-design di prodotti e imballaggi e ottimizzazione delle attività logistiche. Nel 2024, Caffè Borbone ha ulteriormente rafforzato il proprio impegno ambientale aderendo al percorso di decarbonizzazione ispirato ai principi della Science Based Targets initiative”.

“Siamo orgogliosi di continuare a collaborare con Caffè Borbone, che per il quarto anno consecutivo ci supporta nelle nostre attività di sensibilizzazione e tutela ambientale. La lotta contro l’inquinamento da plastica è un obiettivo che richiede la partecipazione attiva di tutti: aziende, istituzioni e cittadini. Grazie a questa partnership, possiamo estendere la nostra azione a sempre più territori, coinvolgendo un numero crescente di persone nella protezione del nostro pianeta. Il nostro impegno è quello di sensibilizzare e agire concretamente per un futuro più verde, con l’obiettivo di ridurre l’uso della plastica e promuovere una cultura della sostenibilità”, dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Odv Onlus.

Nel 2017, Caffè Borbone è stato il primo brand ad introdurre sul mercato la cialda compostabile con incarto riciclabile nella carta e cialda smaltibile nell’umido eriutilizzabile come compost, un chiaro segnale di come sia possibile realizzare soluzioni di consumo che siano sostenibili e allo stesso tempo di qualità.

È di Caffè Borbone anche la prima capsula compostabile in biopolimero con top in carta filtro, realizzata attraverso processi biologici che conferiscono al prodotto un’elevata biodegradabilità. La conversione del sacchetto e dell’involucro della cialda, oggi totalmente in carta, ha permesso di ridurre significativamente negli anni il ricorso a plastiche.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Caffè Borbone

Nata a Napoli nel 1999 come piccola torrefazione legata alla tradizione del caffè napoletano, Caffè Borbone è diventata in pochi anni uno dei principali produttori di caffè monoporzionato in cialde e capsule. Rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi e di qualità che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.

È stata, infatti, la prima azienda in Italia a proporre la cialda compostabile che, smaltita nell’umido, può essere utilizzata per la produzione di compost, con involucro riciclabile nella raccolta della carta. Successivamente, ha lanciato la capsula compostabile in biopolimero con il top in carta filtro. Dal 2018 Caffè Borbone è controllata da Italmobiliare Investment Holding, che ha acquisito il 60% della società, mentre il restante 40% rimane al fondatore Massimo Renda.