Da sinistra: Andrea Cacciatore, Renzo Solazzo e Cristian Carriere (immagine concessa)
CHIERI (Torino) – Il 21 maggio si è svolta la terza tappa di selezione di The Latte Art Grading Battle, ospitata nella prestigiosa Accademia Vergnano, un luogo simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo del caffè. L’evento ha attirato partecipanti da tutta Italia, pronti a sfidarsi in una giornata all’insegna della creatività e della passione per la latte art.
La competizione è stata coordinata da LucaRamoni, affiancato dal team di CaffèVergnano, e con la presenza di una commissione di giudici esperti: AndreaVilla,Diletta Sisti,GiuseppeMusiueFabioDotti.
Ecco i vincitori delle categorie Lags Battle:
Livellonero: Renzo Solazzo
Livellorosso: Andrea Cacciatore
Livelloverde: Cristian Carriere
Un ringraziamento speciale va ai partner dell’evento – tra cui Rancilio,Hemro, Recappuccio,Pulycaff,MetallurgicaMotta,CleanExpress,Brita,Toschi, IPAporcellane,Ferridal1905eHOONVED – che hanno contribuito con premi e omaggi esclusivi, rendendo questa giornata ancora più memorabile.
I prossimi appuntamenti
Quarta tappa di selezione 2025 – 1 Luglio 2025 – Brescia
Data di apertura/chiusura delle iscrizioni:
Apertura: 3 giugno 2025, ore 15:00
Chiusura: 10 giugno 2025
Partecipazione:
Aperta ai livelli verdi, rossi e neri.
Quota di partecipazione: 45€.
Numero limitato di iscrizioni:
L’ultima tappa del 2025 prevede un numero limitato di posti. Il Latte Art
Grading System si riserva di stabilire il numero massimo di partecipanti sulla base delle adesioni ricevute. In caso di esubero, i concorrenti potranno essere contattati per alternative.
Link di registrazione:
Le iscrizioni sono disponibili al seguente link: latteartgrading.com/campionati
Si raccomanda di accedere esattamente all’orario di apertura indicato, poiché non è possibile registrarsi in anticipo.
MILANO – In Italia la celiachia è una condizione che interessa sempre più persone. Basti pensare che ad oltre 200.000 mila persone è stata diagnosticata con la celiachia, tuttavia tenendo conto dei casi non registrati, il numero effettivo sarebbe più vicino ai 600.000 individui secondo il portale Humanitas.
Ma cosa è di preciso la celiachia? Si tratta di una reazione immunitaria all’assunzione di alimenti con glutine come orzo e cereali.
Tuttavia ci sono delle buone notizie per i coffee lover. È possibile consumare caffè e cappuccino purché privo di glutine.
Per maggio, il mese della celiachia, Nutrifree, brand di riferimento nel mondo del “free from”, ha promosso uno studio per esplorare nel dettaglio questa condizione. Normalità, sicurezza, inclusione: sono questi i valori che emergono dalla ricerca.
Un’indagine condotta con la collaborazione di Personalive su oltre 3.000 persone – tra celiaci, intolleranti e caregiver – che, con il supporto della Dott.ssa Lara Pelagotti, Psicologa e psicoterapeuta, ha portato alla nascita del Manifesto dell’Orgoglio Free: un progetto valoriale capace di andare oltre la patologia, mettendo al centro le persone, le relazioni e il loro vissuto emotivo.
Una diagnosi che spaventa, ma che fa crescere
Alla scoperta della diagnosi, il 60% dei celiaci e il 74% dei caregiver dichiara di aver provato ansia, preoccupazione, confusione. Eppure, già dopo il primo anno, la situazione cambia radicalmente:
l’81% dei celiaci non prova più paura,
il 68% ha fiducia in sé stesso,
e ben l’88% non prova vergogna.
(dati concessi)
Accanto a questi segnali di adattamento positivo, emerge un dato particolarmente significativo: il 59% dei celiaci afferma di aver affrontato il momento con forza — un dato che racconta qualcosa di più profondo della semplice resilienza. “Questa “forza” può essere interpretata come una forma di agentività: la capacità di padroneggiare la propria condizione, affrontando attivamente ciò che accade anziché subirlo. L’agentività è la capacità di una persona esercitare il controllo sulle proprie azioni ed influenzare l’ambiente con queste. Ecco perché è un passaggio chiave nella costruzione dell’autostima personale, soprattutto in contesti di malattia cronica.” – spiega la dottoressa Lara Pelagotti, Psicologa e psicoterapeuta
Il potere della condivisione
Non si tratta solo di reazione individuale: la survey rivela quanto il supporto relazionale sia un pilastro nel vissuto gluten free.
L’88% dei caregiver parla con orgoglio della propria esperienza al fianco di un familiare o partner celiaco.
Il 65% si sente orgoglioso del supporto offerto, e l’82% dichiara di essere cresciuto personalmente.
Anche tra i pazienti, il 54% parla con orgoglio della propria dieta e l’81% si confronta nei forum e sui social.
“La connessione sociale è un fattore protettivo. Nei disturbi cronici, sentirsi sostenuti e compresi riduce il rischio di isolamento, allevia ansia e insicurezze, rafforza l’identità. E anche chi offre supporto evolve: si crea una dinamica di scambio, riconoscimento reciproco e senso di appartenenza.” – aggiunge la Dott.ssa Pelagotti.
Il Manifesto dell’Orgoglio Free: una voce nuova, più forte
Dai risultati della survey nasce il Manifesto dell’Orgoglio Free: un testo partecipato che raccoglie i valori più rappresentativi per chi vive – o accompagna – la celiachia. In cima ci sono normalità, sicurezza e inclusione, scelti spontaneamente da migliaia di persone.
“Le marche hanno un importante ruolo sociale, nel sostenere le persone che soffrono di celiachia o intolleranze alimentari e nell’offrire una rappresentazione diversa, che sia da stimolo ad un ritrovato benessere ed equilibrio con sé stessi e con i propri familiari ed amici, incoraggiando le persone a fare sistema e a riscoprire il potere della condivisione e del supporto reciproco. – commenta Francesca Carpita, Corporate Communication Manager Morato Group – L’Orgoglio Free non è solo uno slogan, ma il simbolo di un cambiamento culturale. Chi vive gluten free non chiede eccezioni, ma rispetto e normalità. Nutrifree è orgogliosa di dare voce a una comunità che ogni giorno trasforma la sfida in consapevolezza.”
A raccontarlo sono anche le parole di chi lo vive ogni giorno, come alcune testimonianze raccolte nella survey: “Molti mi dicevano ‘io non ce la farei’, e invece io ce la faccio. E con orgoglio”; “Quando dico a qualcuno che sono celiaco ogni tanto mi rispondono ‘ah mi dispiace’. Lì sono orgoglioso di dirgli che non ha senso dispiacersi, perché faccio una vita normalissima e serena.”
Fuori casa, lo stigma resiste
Il vissuto positivo non elimina del tutto le difficoltà, soprattutto nei contesti esterni:
Il 55% dei celiaci prova ansia quando mangia fuori casa.
Il 77% si infastidisce se viene trattato con sufficienza da baristi o ristoratori.
Il 65% ha sentito dire almeno una volta “un po’ di glutine non fa male”.
“Laddove manca comprensione, conoscenza, ascolto e rispetto, riemerge la vulnerabilità. Frasi sminuenti o atteggiamenti superficiali non sono solo fastidiosi: possono riattivare il senso di esclusione. Per questo è fondamentale lavorare non solo sul vissuto individuale, ma sul contesto sociale.” – osserva Pelagotti.
Oltre i falsi miti: informare è includere
Ancora oggi circolano luoghi comuni che banalizzano la celiachia: “È solo una moda”, “Un po’ di glutine non fa male”, “Basta evitarlo e sei a posto”.
Secondo i dati raccolti:
Il 65% dei celiaci ha sentito dire almeno una volta “Un po’ di glutine non fa male”
Il 52% ha ricevuto commenti come “L’alimentazione free from è solo una moda”
Il 77% si dichiara infastidito da questi stereotipi
E il 52% prova a fornire spiegazioni corrette a chi li pronuncia
“Contrastare questi falsi miti è parte essenziale del lavoro culturale da fare. Campagne come questa aiutano a restituire dignità e complessità a chi vive gluten free, riducendo il rischio di stereotipi e promuovendo una narrazione più equa e consapevole.” – conclude la Dott.ssa Pelagotti.
Dal digitale al territorio: Orgoglio Free in movimento
Il Manifesto è solo il primo passo. Da settembre 2025, Nutrifree porterà l’Orgoglio Free anche on the road, con un truck itinerante presente in festival e manifestazioni in tutta Italia, per trasformare la narrazione in esperienza concreta e incontro reale.
La prima piantagione di tè in Svizzera si trova proprio sopra il Lago Maggiore: un punto di riferimento per gli appassionati e non solo. Scopriamo di più sul progetto Casa del tèin Svizzera con un estratto dell’articolo di Emma Berger per il portale d’informazione RSI.
La piantagione sul Monte Verità
ASCONA (Svizzera) – Nella cornice del Monte Verità in Svizzera si situa una piccola piantagione accompagnata da un giardino zen e dalla Casa del tè, un autentico padiglione giapponese, che accoglie chi vuole degustare le foglie prodotte sul posto e partecipare alle Cerimonie dedicate alla bevanda che tanto spazio ha in Oriente. Chi lavora lì ama ripetere che “In una tazzina di tè è contenuto tutto l’universo”: una frase che rappresenta non solo tutto il lavoro che c’è dietro il prodotto finale, ma anche una filosofia e dei rituali precisi.
A dirci di più sulla storia del luogo è Yvonne Dellamora, che si occupa principalmente di accogliere i visitatori e guidarli alla scoperta delle varietà della specie botanica.
Come racconta Dellamora, la Casa del tè nasce una ventina di anni fa, grazie a Peter Oppliger, grande appassionato e conoscitore di tè, che aveva già avviato una piantagione sulle Isole di Brissago. Grazie al direttore delle Isole che era lo stesso del Monte Verità, Oppliger ha potuto iniziare la coltivazione anche in quel luogo, creando così il Giardino riservato alla specie botanica, la prima piantagione in Svizzera.
Oltre al terreno, il Monte Verità disponeva anche di una piccola casa che è stata rinnovata e resa adatta ad ospitare le autentiche cerimonie del tè giapponesi.
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BINASCO (Milano) – Conclusa la 33esima edizione di Maestri dell’Espresso Junior all’interno del Museo della macchina per caffè di Cimbali Group, dove gli otto finalisti si sono sfidati tra espressi e cappuccini, torna a parlare Noemi Migliavacca, Mumac Academy Project Leader Maestri dell’espresso Junior.
Maestri dell’Espresso Junior torna ospite del Mumac: com’è essere la cornice della 33esima edizione?
“La cornice del MUMAC, il Museo della macchina per caffè di Cimbali Group è un luogo che si adatta perfettamente ad un evento di questo tipo poiché rappresenta il simbolo della cultura del caffè e ospitare qui la 33ª edizione conferisce al concorso un valore aggiunto.
È un contesto che ispira, valorizza il lavoro dei giovani e crea un legame concreto tra la tradizione e l’innovazione nel mondo del caffè. All’interno del MUMAC è possibileimmergersi nelle aule esperienziali di MUMAC Academy, il Training Centre e la Sensory Room, spazi dove la formazione è il cuore pulsante.”
Si gioca la finale, ma è frutto di tanti mesi di lavoro congiunto: com’è andata quest’anno?
“Quest’anno è stato particolarmente intenso e coinvolgente e trattandosi di un concorso che dura quanto un anno scolastico, ogni fase richiede uno specifico lavoro e un’organizzazione non indifferente.
Di fondamentale importanza per la riuscita del concorso, è sicuramente la bella sinergia e la collaborazione continua con il team dell’Università del caffè di illy. La fase finale è soltanto la punta dell’iceberg di un lavoro lungo e condiviso sia per gli organizzatori ma anche per i ragazzi finalisti e i loro docenti di riferimento, che dedicano tante ore di studio extra ed esercitazioni pratiche per arrivare al traguardo dell’ultima prova.”
Caffè di qualità e attrezzature all’avanguardia Cimbali, tutto al servizio dell’operatore, che voi non trascurate: l’automatizzazione delle macchine, in che misura supporta senza sostituirlo, il barista?
“Le nostre attrezzature sono dotate di tecnologie all’avanguardia e sistemi di automatizzazione che hanno come obiettivo quello di aiutare e servire al meglio il barista, senza sostituirlo.
L’operatore resta infatti il protagonista ma supportato, standardizzando qualità e servizio anche nei momenti di alta affluenza assicurando precisione, efficienza e affidabilità. Ad esempio, la connettività tra le macchine tradizionali LaCimbali e i macinadosatori, consente un controllo puntuale della macinatura per un risultato in tazza costante e di eccellenza.
Esprimiamo anche soluzioni avanzate per la montatura del latte come la lancia TurboMilk Cold Touch che supporta l’operatore montando e scaldando il latte automaticamente sulla base di ricette preimpostate.”
Cosa avete raccolto da quest’ultima edizione e che cosa pensate per il futuro?
“Da questa edizione abbiamo sicuramente raccolto prima di tutto, un grande entusiasmo e una forte ambizione da parte dei ragazzi. È emersa chiaramente la voglia di mettersi in gioco, di crescere, di affinare le proprie competenze e di fare la differenza in un settore in continua evoluzione. Per il futuro, infatti, progredire significa saper ascoltare il cambiamento e tradurlo in formazione concreta, offrendo ai ragazzi gli strumenti per essere non solo esecutori, ma veri protagonisti del settore.”
Il vermouth Baldoria con Caffè Moak (foto concessa)
MODICA (Ragusa) – Dopo il lancio durante la Milano Design Week, il vermouth al caffè presentato nello spazio Seletti in Corso Garibaldi 117, il vermouth al Caffè Moak torna ad inebriare i sensi: nato dalla collaborazione con l’azienda Baldoria Vermouth, ecco la genesi di questo super alcolico a base caffè.
Com’è nata la collaborazione tra Caffè Moak e Baldoria?
“Abbiamo avuto il piacere di trovarci a lavorare insieme durante un evento importante, noi con le nostre miscele di caffè e Baldoria con i loro vermouth. Insieme abbiamo creato per la prima volta dei cocktail che hanno immediatamente riscosso successo.
Da lì è nato il desiderio di creare un prodotto che mettesse insieme i nostri due brand in modo inedito.”
Perchè proprio il vermouth con il caffè?
“Perchè rappresentava una sfida. E per entrambi è apparso subito come uno stimolo fortissimo. Nessuno lo aveva ancora fatto e non sarebbe stato facile trovare il giusto equilibrio. Ma proprio per questa ragione abbiamo deciso di sperimentare e provarci.”
Quale caffè avete scelto e come l’avete trattato?
“Abbiamo scelto un caffè colombiano molto particolare, il Caturra, una varietà arabica che deriva dal più conosciuto Bourbon. Le sue caratteristiche in tazza rivelano una spiccata ma gradevole acidità e interessanti note agrumate. Ne abbiamo fatto un infuso che è stato aggiunto al vermouth.”
In che modo siete riusciti a bilanciare il sapore del caffè con quello del vermouth?
“Abbiamo fatto molte prove, con percentuali diverse di infuso di caffè e vermouth. Volevamo che le caratteristiche organolettiche del caffè non prevalessero sul vermouth, modificando i tratti distintivi di questo prodotto. Quindi abbiamo lavorato per trovare un equilibrio che consentisse al caffè di aggiungere in modo delicato le sue note a quelle del vermouth.”
Per quale momento della giornata è pensato? Ci sono ricette ideali?
“Può certamente essere un dopo pasto o un aperitivo, perfettamente in trend con le nuove tendenze mondiali di drink al caffè. Può essere quindi usato nel classico Espresso Martini, nel Negroni o nell’Americano.
Stiamo già lavorando ad alcuni signature cocktail firmati da Marco Poidomani, due volte campione italiano di Coffee in Good Spirits.
Essendo un prodotto a bassa gradazione, può essere servito anche solo con ghiaccio e soda o tonica, rendendolo così un drink adatto a qualunque ora del giorno.”
È un prodotto pensato per quale target?
“Sicuramente è pensato per un target giovane ed in trend. Ad oggi, il cocktail al caffè più bevuto al mondo è proprio l’Espresso Martini, quindi, dopo aver affinato il prodotto, insieme a Baldoria, lo abbiamo immaginato proprio per questo cocktail, rendendo così questo amatissimo drink in una versione assolutamente unica, da provare.”
Qual è il prezzo di vendita, dove e quando sarà possibile acquistarlo?
“Il prodotto sarà in vendita online a circa 30 euro. Ma presto sarà possibile trovarlo anche nelle vermuterie migliori.”
MILANO – I mercati a termine del caffè tornano a scendere dopo il consolidamento di metà settimana: nella giornata di ieri, giovedì 22 maggio 2025, entrambe le borse hanno virato al ribasso, toccando i minimi da oltre un mese a questa parte. A New York, il contratto per scadenza luglio ha perso quasi il 2,6% precipitando a 360,75 centesimi/libbra, il livello più basso, per la scadenza principale, dal 14 aprile. Londra (luglio) ha perso, a sua volta, il 2,4% chiudendo a 4.787 dollari/libbra, minimo dal 9 aprile.
Le migliorate prospettive di raccolto nei principali paesi produttori continuano a mettere pressione sui mercati, anche se lo scenario globale rimane sostanzialmente invariato.
Escritório Carvalhaes osserva come, anche considerando le stime più ottimistiche sul prossimo raccolto brasiliano, i mercati continueranno a essere caratterizzati da un equilibrio precario tra domanda e offerta.
Secondo la Banca Mondiale, la produzione mondiale 2024/25 crescerà di circa 3 milioni di sacchi a 173 milioni rimanendo sempre al di sotto dei livelli del 2020/21
Gli analisti della World Bank prevedono che la media dei prezzi degli arabica nel corso del 2025 sarà superiore del 50% a quella del 2024, prima di scendere del 15% nel 2026.
I prezzi dei robusta registreranno invece una crescita di quasi il 25% quest’anno, per calare poi del 9% il prossimo.
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A colazione è meglio il caffè o il tè? Gli esperti rivelano qual è il modo migliore di iniziare la giornata a seconda delle proprie esigenze. Il caffè contiene più caffeinache fornisce una carica di energia più rapida e intensa. È l’ideale per una produttività rapida, ma può causare anche ansia e nervosismo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Men’s Health Editorial.
Caffè e tè hanno gli stessi effetti?
MILANO – La colazione dovrebbe essere il pasto più importante della giornata, ma che dire della bevanda mattutina? La maggior parte delle persone si divide in due categorie: caffè o tè. Certo, alcuni evitano sia il caffè che il tè e optano per una bevanda energetica, un succo d’arancia o un semplice bicchiere d’acqua. Ma qual è il modo migliore per iniziare la giornata? A colazione meglio caffè o tè? La risposta non è così netta.
Diciamo la verità: al mattino si bevono principalmente caffè o tè per via della caffeina, uno stimolante naturale che aumenta l’attività cerebrale e del sistema nervoso, facendoci sentire più svegli, attenti e concentrati. Ma troppa caffeina può avere effetti collaterali negativi, come ansia e nervosismo.
“Ogni individuo può metabolizzare la caffeina in modo diverso, quindi gli effetti della caffeina su concentrazione, umore ed energia variano”, afferma Lisa Andrews, dietista nutrizionista e fondatrice di Sound Bites Nutrition, come riportato su Men’s Health.
“Sia il caffè che il tè possono migliorare concentrazione ed energia, ma lo fanno in modo diverso”, afferma Lauren Manaker , dietista nutrizionista.
Il caffè contiene più caffeina, che secondo Manaker fornisce una carica di energia più rapida e intensa. È l’ideale per una produttività rapida, ma può causare anche ansia e nervisismo.
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ASSAGO (Milano) – Quest’anno il Gruppo Nestlé in Italia ha investito 70mila euro per la prevenzione oncologica delle proprie persone, potenziando ulteriormente il suo impegno in questo campo e ponendosi in maniera complementare al Sistema Sanitario Nazionale. Nel corso di tutto il 2025, Nestlé offre ai propri dipendenti la possibilità di effettuare visite ed esami di screening oncologico su tutti i territori in cui il Gruppo opera nel nostro Paese (headquarter di Assago, stabilimenti produttivi e centri di distribuzione) durante l’orario di lavoro, senza quindi dover chiedere ore di permesso.
L’investimento del Gruppo Nestlé in Italia
Nello specifico, il programma di prevenzione oncologica si focalizza su due tipologie di neoplasie, la cui incidenza è in continuo aumento e l’età media sempre più bassa, come i tumori della pelle (in primis il melanoma cutaneo) e il tumore al seno. Grazie al supporto del personale medico di partner specializzati, le persone Nestlé potranno, con un contributo di 20 euro, eseguire una visita dermatologica con dermatoscopia e, per le donne, una visita senologica con ecografia mammaria direttamente nel luogo di lavoro.
Il Gruppo Nestlé in Italia ha introdotto già da diversi anni programmi di screening oncologico rivolti alle sue persone. Lo scorso anno sono state effettuate quasi 900 visite e per il 2025 l’obiettivo è di mettere a disposizione più di 1.000 slot.
Nestlé è convinta che le aziende rivestano un ruolo cruciale nella promozione del benessere e della salute dei propri collaboratori. Per questo, in affiancamento alla campagna di screening, il Gruppo sta lavorando da anni per aumentare la consapevolezza delle proprie persone sulla rilevanza della prevenzione oncologica e per incentivare la partecipazione ai programmi di screening del Sistema Sanitario Nazionale. Quest’anno Nestlé collabora, tra gli altri, con la Fondazione Umberto Veronesi per sensibilizzare le proprie persone sull’importanza di uno stile di vita sano per la prevenzione del carcinoma del colon retto, nonché su come riconoscere i campanelli d’allarme e su quali siano gli esami da effettuare per una diagnosi precoce.
“La prevenzione svolge un ruolo fondamentale nella lotta ai tumori e, indubbiamente, è più semplice farla al lavoro. Nella consapevolezza che ogni controllo possa fare davvero la differenza, abbiamo scelto di rafforzare ancora di più il nostro programma di screening oncologico, affiancandoci al Sistema Sanitario Nazionale. Queste misure non solo mirano a prevenire malattie, ma anche a supportare le nostre persone nel prendersi cura della propria salute in modo proattivo” ha dichiarato Ramona Politanò, employee health manager del Gruppo Nestlé in Italia.
“Il programma di screening oncologico di Nestlé si inserisce in un piano più ampio per la salute e il benessere delle persone che si focalizza anche sulla salute mentale, sull’educazione alimentare per far comprendere i principi di una sana nutrizione e sul servizio di telemedicina, lanciato nel 2024, finalizzato alla risoluzione da remoto di piccole problematiche di salute non urgenti. Siamo orgogliosi di questo importante investimento e l’obiettivo per i prossimi anni è di continuare lungo questo percorso, per le nostre persone, le loro famiglie e le comunità” ha commentato Ruben Campagner, head of employee relations del Gruppo Nestlé in Italia.
La scheda sintetica di Gruppo Nestlé
ll Gruppo Nestlé opera in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 nella produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.
Nel nido che condividiamo – simbolo di protezione, crescita e identità – lavoriamo ogni giorno per sostenere il benessere delle persone di tutto il mondo, con un impegno concreto verso la nutrizione, il pianeta, le persone e le comunità in cui operiamo.
Presente da oltre 110 anni in Italia, Nestlé rinnova ogni giorno il suo impegno attraverso azioni concrete, esprimendo con i propri prodotti e marchi tutto il buono dell’alimentazione. L’azienda opera nel Paese in 9 categorie merceologiche, con un portafoglio di oltre 90 marche, tra cui: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.
REGGIO EMILIA – Newlat Food S.p.A. (la “Società”), facendo seguito a quanto comunicato lo scorso 28 aprile, rende noto che la delibera dell’Assemblea straordinaria dei soci, che ha approvato inter alia la modifica della denominazione sociale in NewPrinces S.p.A., depositata in data 8 maggio 2025, è stata iscritta in data 21 maggio 2025 presso il Registro delle Imprese di Reggio Emilia, sicché la medesima risoluzione ed il nuovo Statuto Sociale sono divenuti efficaci.
Il Gruppo NewPrinces è un primario player multinazionale, multi-brand, multi-prodotto e multi-canale nel settore agroalimentare italiano ed europeo, con un portafoglio di oltre 30 marchi storici e riconosciuti a livello internazionale.
Il Gruppo è leader in diverse categorie, tra cui pasta e prodotti da forno, latticini, pesce e alimenti in scatola, oli alimentari, piatti pronti e prodotti speciali come alimenti per la nutrizione infantile e per il benessere.
Con una presenza consolidata in 4 mercati chiave e un export verso oltre 60 paesi, NewPrinces serve più di 30.000 clienti tra i più importanti retailer d’Europa. Nel 2024, il Gruppo ha generato ricavi per 2,8 miliardi di euro, grazie a una forza lavoro di oltre 8.000 dipendenti e 31 stabilimenti distribuiti in Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Polonia e Mauritius.
NewPrinces, con la sua solida rete di produzione e distribuzione, è una delle principali realtà nel settore agroalimentare europeo, con un chiaro focus su innovazione e qualità.
La famiglia Alajmo continuerà ancora a gestire lo storico Gran Caffè Ristorante Quadri di Piazza San Marco a Venezia. Il canone d’affitto verrà pagato al russo sostenitore di Putin Valery Gergiev. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Andrea Giacobino per il portale d’informazione Affari Italiani.
La gestione del Gran Caffè Quadri di Venezia
VENEZIA – Gli Alajmo, una delle più note famiglie italiane della ristorazione i cui più noti esponenti sono i fratelli Massimiliano e Raffaele, proprietaria fra l’altro del famoso ristorante Le Calandre, con un gruppo che oggi conta 12 ristoranti di alta qualità in diverse città di tutto il mondo, pagheranno nei prossimi 7 anni 3,5 milioni di euro per restare con la loro insegna nello storico Gran Caffè Ristorante Quadri di Piazza San Marco a Venezia, che ospita un caffè con dehors e un ristorante di alto livello.
A incassare il ricco canone sarà il russo Valery Gergiev, il noto direttore d’orchestra nato a Mosca nel 1953, che ha ereditato un quarto delle fortune (compresa la proprietà del prestigioso immobile veneziano) dell’artista giapponese Yoko Nagae, scomparsa nel 2015, sua fervida ammiratrice.
Gergiev non ha mai tradito la sua salda amicizia con Vladimir Putin cosa che dopo la guerra in Ucraina gli è costata l’allontanamento dal Teatro alla Scala di Milano, dal Münchner Philharmoniker e da altre collaborazioni artistiche in giro per l’Europa.
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