domenica 09 Novembre 2025
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Caffè: manca la materia prima, costi alle stelle (+90%), Iei chiede un tavolo di filiera

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iei istituto borea caffè
Alessandro Borea, presidente Iei (immagine concessa)

BRESCIA – Il settore del caffè sta affrontando una crisi senza precedenti, con un aumento dei prezzi delle materie prime fino al 90% su base annua e una crescente difficoltà nel reperire le varietà tradizionali. Un meccanismo questo causato da vari fattori, a partire da anni di produzione insufficiente, soprattutto per il cambiamento climatico, ma anche una domanda in forte crescita con l’espansione di nuovi mercati come Cina e India.

L’appello dell’Istituto espresso italiano

“L’intera filiera si trova sotto pressione – commenta il presidente dell’Istituto Espresso Italiano, Alessandro Borea – le torrefazioni che puntano sulla qualità devono adattarsi continuamente per mantenere gli standard, mentre i costi di importazione e la speculazione sui mercati da parte delle commodities aggravano ulteriormente la situazione nella quale nonostante gli aumenti dei prezzi si riflettano sui listini, spesso i consumatori non percepiscono immediatamente l’impatto sulla tazzina”.

Un tavolo di filiera per un approccio collettivo e innovativo

“Per rispondere alle sfide attuali, si propone la creazione di un tavolo di filiera che coinvolga tutti gli attori, dai produttori ai torrefattori fino ai distributori”. È quanto afferma il presidente dell’Istituto espresso italiano, Alessandro Borea.

“Un confronto aperto e collaborativo potrebbe favorire la definizione di linee guida comuni e soluzioni condivise”, continua Borea “inoltre, prendere spunto da settori come quello vinicolo per lo storytelling potrebbe rappresentare un’opportunità per costruire una narrazione che valorizzi il prodotto e la sua storia”. Per aumentare la percezione del caffè come prodotto di eccellenza quindi, secondo IEI è necessario puntare sul concetto di valore: non solo quello del prodotto venduto, ma anche quello dell’esperienza vissuta dal consumatore”.

Tre i punti su cui il tavolo di filiera dovrebbe lavorare. Secondo Iei sono tre i punti su cui il tavolo di filiera dovrebbe riflettere a partire dalla mancanza di materia prima. A questo proposito è essenziale sviluppare strategie per garantire una produzione sostenibile e una distribuzione equa tra gli attori della filiera”, aggiunge il presidente di Iei.

Pensando anche al secondo punto di analisi: ovvero i mercati in evoluzione. “L’espansione di mercati come Cina e India offre opportunità, ma richiede adattamenti per soddisfare nuove preferenze di consumo e naturalmente quantitativi di prodotto che al momento facciamo fatica a reperire in agricoltura” ancora Borea.

Infine, terzo punto di confronto dovrebbe essere necessariamente legato al consumatore quindi al rapporto della qualità del servizio: “la valorizzazione dell’esperienza offerta al consumatore nei bar può contribuire ad assorbire parte della pressione economica della filiera dando un giusto margine per tutti gli attori a partire dal costo della tazzina” ancora il presidente di IEI.

Il caffè espresso come esperienza, non come “vizio”. In conclusione, IEI sottolinea che la crisi del caffè pone sfide significative, ma può essere affrontata attraverso un approccio integrato e innovativo.

La filiera deve adattarsi alle condizioni del mercato globale, garantendo qualità, sostenibilità e valore per il consumatore. Solo attraverso una collaborazione attiva e un investimento nella formazione e nell’esperienza si potranno superare le difficoltà attuali e costruire un futuro solido per il settore. Reinventare la figura del barista con una formazione non solo tecnica, ma soprattutto narrativa.

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Per maggiori info basta cliccare qui.

Duvall Espresso: al via le vendite della macchina FC-1 con tecnologia Flow Ramp che consente di impostare tempi di estrazione e velocità di flusso

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La macchina FC-1 di Duvall Espresso (immagine presa dal sito ufficiale)

SEATTLE (Usa) – La macchina per caffè FC-1 di Duvall Espresso è stata una delle protagoniste più attese alla SCA Expo di Houston. Il prototipo era stato presentato per la prima volta nel 2018 in occasione della SCA Expo di Seattle, ma soltanto in questo mese Duvall Espresso ha ufficialmente aperto gli ordini per le sue macchine di punta, disponibili in versioni a uno, due e tre gruppi.

La macchina FC-1 di Duvall Espresso

La FC-1 è caratterizzata dalla tecnologia Flow Ramp, che consente al barista di impostare tempi di estrazione, volumi e velocità di flusso prima di ogni estrazione, nonostante le variazioni nella macinatura, pressatura e dose.

Il retro della macchina (immagine presa dal sito ufficiale)

Questa tecnologia innovativa richiede perciò meno attenzione da parte del barista per la preparazione dell’espresso, lasciando più tempo per curare l’esperienza con il cliente.

Per soddisfare i requisiti di precisione e versatilità della FC-1, Duvall Espresso ha implementato inoltre la tecnologia brevettata Smart-Pump. Questa novità consente alla macchina di fornire istantaneamente qualsiasi velocità di flusso desiderata, da 0,01 cc/sec a 30 cc/sec, con precisione in tempo reale a qualsiasi pressione compresa tra 0 e 14 bar, monitorando al tempo stesso il volume totale erogato con maggiore precisione rispetto ai flussometri.

Il risultato? Una macchina più versatile e precisa. Ogni gruppo dispone di una caldaia per il caffè da 3 litri indipendente, garantendo stabilità della temperatura sia per gli espressi che per i caffè fino a 12 fl oz, ovvero fluid once, 1 fl oz (US) che equivale a circa 29,573 millilitri.

Gli eleganti componenti della FC-1, come pompe e pulegge, sono visibili dall’esterno della macchina: ciò permette ai clienti di essere coinvolti attivamente nel processo di preparazione dell’espresso.

I prezzi delle macchine sono fissati a 17.000 dollari (circa 15.000 euro) per la versione a un gruppo, 25.000 dollari (circa 22.000 euro) per quella a due gruppi e 32.000 dollari (circa 28.000 euro) per quella a tre gruppi.

Per maggiori informazioni basta visitare il sito ufficiale cliccando qui.

Distribuzione automatica: fatturato a 1,6 miliardi, -1,62%: le consumazioni scendono a 3,8 miliardi, -3,74%

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Massimo Trapletti, Presidente di CONFIDA
Massimo Trapletti, presidente di Confida (immagine concessa)

MILANO – Il 2024 si è confermato un anno di sfide per la distribuzione automatica: il fatturato del comparto si attesta a circa 1,6 miliardi di euro (-1,62%), le consumazioni scendono a 3,8 miliardi (-3,74%) e cala anche il parco macchine (808.631 distributori sul territorio, -2,71%).  Stabile il mercato dell’OCS (Office Coffee Service: il caffè e le altre bevande calde in capsule e cialde) che nel 2024 supera i 401 milioni di fatturato (+0,96%) e registra oltre 1,11 miliardi di consumazioni (+0,86%). Il giro d’affari totale del comparto è quindi pari a 1,9 miliardi di euro e oltre 4,9 miliardi di consumazioni.

È quanto emerge dallo studio di settore realizzato da Jakala per Confida, Associazione italiana distribuzione automatica.

A pesare principalmente sui risultati del comparto una generale frenata del tessuto economico italiano, in particolar modo del settore manifatturiero che, da solo, vale per il 30% delle consumazioni del vending.

Il calo riguarda tutte le tipologie di prodotti: dalle bevande calde (-3,4%) a quelle fredde (-4,51%), dagli snack (-4,68%) ai gelati (-34,84%). Tra le bevande calde, anche il caffè, re delle consumazioni alle vending machine, nel 2024 ha subito una frenata (-2,93%) figlia della ripresa dello smart working e dell’aumento della cassa integrazione, che hanno ridotto il numero di lavoratori nelle imprese e quindi le consumazioni.

Precipitazioni frequenti e temperature in genere più miti di altri anni durante l’estate hanno causato una contrazione delle consumazioni delle bevande fredde, anche di prodotti come l’acqua minerale (-3,5%), le bevande gasate (-8,14%) e il tè freddo (-13,54%). Tra le bevande gasate, quelle al gusto cola registrano un calo di quasi il 5%, più contenuto rispetto alle altre categorie grazie alla clientela più fidelizzata e alla presenza di un minor numero di alternative possibili che invece penalizzano, ad esempio, le bevande al gusto di arancia (-20,22%).

Tra gli snack, altra categoria di punta alle vending machine, pesa in maniera significativa la performance negativa di quelli al cioccolato (-36,65%) e quella più contenuta dei prodotti freschi (-3,25%). In positivo, invece, gli snack dolci (+6,71%) trainati dagli ottimi risultati delle merendine (+24%), delle barrette (+7,2%) e dei croissant (+6,6%), che beneficiano di un buon rapporto tra convenienza, gusto e durata. Stabile il comparto degli snack salati (+0,43%) dove la flessione di prodotti più tradizionali, come patatine (-0,53%), crackers (-3,93%), schiacciatine (-2,74%) e taralli (-1,7%), è compensata da una crescita della categoria frutta secca ed essiccata (+15,9%), apprezzata perché nutrizionalmente bilanciata, e altri snack salati (+6,75%).

“Da quanto è emerso dai dati provvisori dei primi tre mesi dell’anno, la tendenza negativa registrata nel 2024 sembra si stia confermando anche per il 2025 – commenta Massimo Trapletti, Presidente di Confida – e stimiamo una contrazione nei consumi di un ulteriore -5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le ragioni di questa flessione sono molteplici e intrecciate tra loro: calo della produzione industriale, crescita della cassa integrazione, ripresa dello smart working e l’inflazione che ha portato a una riduzione del potere d’acquisto dei consumatori. Per far fronte a questa situazione il settore deve rimanere coeso, focalizzarsi sull’innovazione e sulla centralità del consumatore.”

Per supportare le imprese della distribuzione automatica, CONFIDA ha investito in una serie di progetti concreti e strategici, volti a migliorare la competitività delle aziende, innovare l’esperienza del consumatore e rafforzare l’intera filiera. Tra questi “l’investimento sulla formazione delle risorse umane del nostro settore – conclude il Presidente Trapletti – la collaborazione con università e centri di ricerca per approfondire i cambiamenti di abitudini di consumo avvenuti nel consumatore e lo sviluppo dei metodi di pagamento elettronici tramite le applicazioni che si stanno rapidamente diffondendo nel settore”

La scheda sintetica di Confida

Costituita il 13 luglio del 1979, Confida è, a livello nazionale, l’unica associazione di categoria che rappresenta i diversi comparti merceologici dell’intera filiera della distribuzione automatica di alimenti e bevande. Aderisce a Confcommercio – Imprese per l’Italia e, nell’ambito UE, è partner di EVA (European Vending & Coffee Service Association).

Rhea ottiene il Rating ESGe “BB” da Cerved Rating Agency: performance sopra la media in ambito sociale e ambientale

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Rhea ESG (immagine concessa)

MILANO – Rhea, tra i più importanti produttori al mondo di macchine per la pausa caffè, ha ottenuto da Cerved Rating Agency un Rating ESGe pari a “BB”, posizionandosi sopra la media in numerosi ambiti rispetto al cluster di riferimento “Fornitures & Consumer Durables”, confermando l’efficacia delle strategie di sostenibilità implementate dall’azienda.

Il Rating ESGe di Cerved Rating Agency ha riconosciuto l’impegno di Rhea nell’integrare i fattori ESG nelle strategie aziendali e riflette il percorso intrapreso dall’azienda nel rafforzamento delle proprie performance ambientali, sociali e di governance.

Il Rating ESGe (immagine concessa)

In ambito ambientale, Rhea ha conseguito risultati superiori alla mediana del settore, in particolare per:

  • la bassa intensità di emissioni di gas serra Scope 1
  • la ridotta produzione di rifiuti;
  • l’utilizzo di materie prime riciclate e certificazioni ambientali come ISO 14001;
  • l’acquisto del 100% di energia da fonti rinnovabili e l’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica elettrica;
  • l’avvio del Life Cycle Assessment e il progetto “Second Life” per il recupero e il ricondizionamento di macchine usate, in ottica di economia circolare.

In ambito sociale, il Rating ESGe ha riconosciuto a Rhea una performance superiore alla media in diverse aree:

  • un tasso di turnover molto basso;
  • un alto indice di formazione;
  • la certificazione UNI PdR 125:2022 sulla parità di genere e una policy specifica su diversità e inclusione;
  • l’elevata incidenza di contratti a tempo indeterminato (oltre il 98%);
  • iniziative strutturate per il benessere organizzativo, come smart working, flessibilità oraria, welfare aziendale e indagini di clima;

In ambito governance, l’azienda evidenzia fondamenta solide per la crescita:

  • la presenza di un Comitato di Sostenibilità e di un membro del CdA delegato alla gestione ESG;
  • la definizione di un Piano triennale ESG (2024–2026);
  • la formalizzazione di un Codice Etico e di un sistema di whistleblowing conforme alle normative UE;
  • rappresentanza femminile nel top management.

La valutazione evidenzia anche aree di miglioramento su cui l’azienda è già attivamente impegnata, come l’ampliamento della rendicontazione ESG a tutte le sedi, la misurazione della carbon footprint e l’integrazione di criteri ESG nella gestione della catena di fornitura.

Dal punto di vista economico, Rhea si distingue per un tasso di redistribuzione del valore economico generato del 98,71%, ben al di sopra della mediana settoriale.

“Questo risultato rappresenta un passo importante nel nostro percorso verso una sostenibilità sempre più strutturata e integrata. Il Rating ESGe ottenuto da Cerved Rating Agency è uno stimolo a proseguire con determinazione nel nostro impegno per un impatto positivo, misurabile e duraturo. Continueremo ad ampliare il perimetro della nostra rendicontazione, a definire obiettivi ambientali sempre più sfidanti e a integrare criteri ESG nella gestione della catena di fornitura.” ha dichiarato Stefano Macchi, responsabile ESG di Rhea.

La scheda sintetica di Rhea Vendors Group

Rhea Vendors Group, fondata da Aldo Doglioni Majer nel 1960, è tra i più importanti produttori al mondo di macchine per la pausa caffè. Da oltre sessant’anni, Rhea si contraddistingue per la forte impronta internazionale, design di altissimo livello, tecnologia all’avanguardia ed eccellenza del made in Italy.

Con headquarters e produzione in provincia di Varese e filiali in 10 paesi esteri, Rhea ha il vanto di diffondere la cultura della pausa caffè in 100 Paesi di tutto il mondo. Da player del mondo del vending a precursore nell’utilizzo della distribuzione automatica nei settori del new retail, hotellerie e out of home, Rhea conferma la propria vocazione a interpretare e anticipare un mercato in continua evoluzione. Le nuove proposte di Rhea rivoluzionano il concetto dell’ospitalità, in contesti sia business che residenziali, con una proposta di valore per accrescere l’esperienza della pausa caffè.

Caffè Borbone e Plastic Free insieme per la raccolta rifiuti a Milano per la Giornata mondiale dell’ambiente

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Caffè Borbone insieme a Plastic Free (immagine concessa)

NAPOLI – In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, Caffè Borbone – azienda leader nel business della torrefazione e del caffè porzionato – invita i volontari a partecipare alla raccolta straordinaria di plastica e rifiuti insieme a Plastic Free Odv Onlus sabato 7 giugno 2025, in piazza Piero Gobetti a Milano (zona Lambrate), dalle ore 9.30 alle ore 11.30.

Questo appuntamento rappresenta il consolidamento della partnership tra Caffè Borbone e Plastic Free anche nel Nord Italia, con l’obiettivo di continuare a sensibilizzare i cittadini sull’impatto dell’inquinamento da plastica e sull’importanza dell’azione collettiva.

Caffè Borbone insieme a Plastic Free Odv Onlus

Giunta al quarto anno consecutivo, la collaborazione, nata in Campania ed estesa nel tempo a tutto il territorio nazionale, ha permesso di coinvolgere migliaia di volontari e rimuovere oltre 26 tonnellate di rifiuti solo nel 2024. Un risultato che riflette i valori fondanti di Caffè Borbone, che crede nella forza dei gesti quotidiani e nel potere delle piccole azioni capaci di generare un impatto concreto sul territorio e sull’ambiente.

Oltre alle collaborazioni e ai progetti attivi sul territorio, l’azienda si impegna nella riduzione dell’impatto lungo l’intera filiera produttiva, promuovendo soluzioni come capsule e cialde compostabili, packaging in carta e processi di produzione sempre più efficienti.

A ciò si affianca un percorso strutturato di decarbonizzazione, ispirato ai principi della Science Based Targets initiative, per contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico.

Plastic Free Odv Onlus è l’organizzazione di volontariato nata nel 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare le persone sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica, impegnata in battaglie per la salvaguardia del pianeta attraverso collaborazioni attive sui vari territori coinvolgendo cittadini volontari, scuole, aziende, media, enti ed istituzioni. In questi anni, Plastic Free Odv Onlus ha provveduto a rimuovere 4.563.749 kg di plastica e rifiuti dall’ambiente attraverso 8.363 appuntamenti con la collaborazione di oltre 260.000 volontari.

Per iscriversi e partecipare alla giornata di clean-up basta cliccare qui

La scheda sintetica di Caffè Borbone

Nata a Napoli nel 1999 come piccola torrefazione legata alla tradizione del caffè napoletano, Caffè Borbone è diventata in pochi anni uno dei principali produttori di caffè monoporzionato in cialde e capsule. Rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi e di qualità che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.

È stata, infatti, la prima azienda in Italia a proporre la cialda compostabile che, smaltita nell’umido, può essere utilizzata per la produzione di compost, con involucro riciclabile nella raccolta della carta.

Successivamente, ha lanciato la capsula compostabile in biopolimero con il top in carta filtro. Dal 2018 Caffè Borbone è controllata da Italmobiliare Investment Holding, che ha acquisito il 60% della società, mentre il restante 40% rimane al fondatore Massimo Renda.

Marco Simonetti, amministratore delegato di Caffè Toraldo, tra i migliori imprenditori under 40 al Premio Industria Felix

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Il riconoscimento ritirato da Marco Simonetti (immagine concessa)

CARINARO (Caserta) – Marco Simonetti, amministratore delegato di T. Corporation – storica torrefazione napoletana nota al pubblico come Caffè Toraldo – ha ricevuto l’Alta Onorificenza di Bilancio, assegnata tra le migliori imprese guidate da under 40, nell’ambito del Premio Industria Felix – “La Campania che compete” all’Auditorium di Città della Scienza a Napoli, l’evento organizzato da Industria Felix Magazine, in co-organizzazione con la Regione Campania, in collaborazione con Cerved e A.C. Industria Felix.

Il Premio Industria Felix: il riconoscimento a Marco Simonetti

Il riconoscimento è riservato alle aziende con conduzione under 40 che si distinguono per performance gestionali e affidabilità finanziaria. Le imprese premiate sono selezionate tramite un algoritmo basato sui bilanci, e individuate da un comitato scientifico qualificato in relazione ai dati 2023, con il merito di promuovere benessere sociale e progresso economico.

A ritirare il premio è stato Marco Simonetti, accompagnato dal management dell’azienda: Stefania, Marilena e Francesca Simonetti. Negli ultimi anni, il gruppo familiare ha guidato l’azienda in un importante percorso di crescita, triplicando il fatturato negli ultimi anni, in particolare la T. Corporation ha raggiunto nel 2024 circa 60 milioni di euro, grazie a una strategia solida e mirata, investimenti strategici, diversificazione dei canali di vendita e un’intensa attività di comunicazione, con particolare attenzione al canale televisivo e a partnership di rilievo, come la sponsorship con la SSC Napoli e la collaborazione con l’artista internazionale Gianpiero D’Alessandro.

A tal proposito, Marco Simonetti ha commentato: “Ricevere questo riconoscimento è un onore che condivido con tutta la mia famiglia e il nostro team. Lavoriamo ogni giorno con impegno e visione per garantire ai consumatori un caffè di qualità e un’esperienza autentica. La crescita che stiamo vivendo è frutto di scelte coraggiose fatte con il cuore, e del legame profondo con la nostra terra e la nostra tradizione.”

Starbucks: in Corea del Sud è vietato usare sei nomi per ordinare un caffè

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Il logo di Starbucks

Per il momento in Corea del Sud è vietato ordinare un caffè da Starbucks utilizzando i nomi dei sei candidati alle elezioni presidenziali del 3 giugno. Il divieto, che verrà rimosso dopo il voto, riguarda più precisamente la app con cui vengono fatti gli ordini. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Il Post.

Il divieto di Starbucks in Corea del Sud

SEOUL – In Corea del Sud ci sono sei nomi che al momento non è possibile usare per fare un ordine da Starbucks, come prevede normalmente il servizio della catena di caffetterie. Sono i nomi dei sei candidati alle elezioni presidenziali del 3 giugno: l’azienda statunitense ha vietato temporaneamente che vengano usati per evitare che i nomi associati agli ordini, tipicamente letti ad alta voce dai baristi quando le bevande sono pronte, vengano usati per mandare messaggi politici durante la campagna elettorale, che è molto polarizzata.

Il divieto, che verrà rimosso dopo il voto, riguarda più precisamente la app con cui vengono fatti gli ordini: era capitato spesso che al momento di richiedere un caffè o qualcos’altro i clienti riempissero il campo dedicato al nome con messaggi di sostegno a un candidato, ostili a un altro, o anche solo contenenti uno dei loro nomi. Già prima della campagna elettorale era vietato inserire insulti, nomi impossibili da pronunciare e messaggi offensivi, ma i limiti politici sono una novità.

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India: entro il 2028 il mercato del caffè fuori casa potrebbe raggiungere i 3,2 miliardi di dollari

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Lavazza in India
La bandiera indiana

Il caffè in India sta acquisendo sempre più popolarità. Secondo Redseer Strategy Consultants, entro il 2028 si prevede che il mercato del caffè fuori casa avrà un tasso di crescita annuo composto (CAGR) elevato compreso tra il 15 e il 20%, raggiungendo una dimensione compresa tra 2,6 e 3,2 miliardi di dollari.

Anche Nespresso ha inaugurato il suo primo negozio boutique a Nuova Delhi a marzo, con l’obiettivo di conquistare una quota di mercato sia nel segmento B2C che in quello B2B, entrambi in crescita.

Per sapere di più sull’argomento, Invezz ha intervistato Abhinav Mathur, CEO di Something’s Brewing, la prima piattaforma di e-commerce indiana dedicata all’attrezzatura per la preparazione del caffè, agli accessori e ai workshop formativi.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di

Il caffè in India

NUOVA DELHI – L’India sta per vivere una rivoluzione del caffè, che si sta diffondendo non solo nel numero crescente di caffè artigianali e catene di caffè internazionali che spuntano come funghi in tutto il paese, ma anche nelle case, dove sempre più consumatori abbracciano l’idea di prepararsi il caffè da soli per portare l’aroma inebriante tra le mura domestiche.

Secondo Redseer Strategy Consultants, entro il 2028 si prevede che il mercato del caffè fuori casa crescerà a un tasso di crescita annuo composto (CAGR) elevato compreso tra il 15 e il 20%, raggiungendo una dimensione compresa tra 2,6 e 3,2 miliardi di dollari.

Allo stesso tempo, il mercato indiano delle attrezzature per la preparazione del caffè sta riscaldandosi, alimentato non solo da caffè e ristoranti, ma sempre più anche dalle famiglie che si dedicano alla preparazione del caffè a casa.

Mentre la tedesca WMF e il marchio italiano di alta gamma La Marzocco avevano già conquistato una posizione di rilievo nel mercato, Nespresso ha inaugurato il suo primo negozio boutique a Nuova Delhi a marzo, con l’obiettivo di conquistare una quota di mercato sia nel segmento B2C che in quello B2B, entrambi in crescita.

Per comprendere l’impulso che sta dietro a questo movimento, Invezz ha intervistato Abhinav Mathur, CEO di Something’s Brewing, la prima piattaforma di e-commerce indiana dedicata all’attrezzatura per la preparazione del caffè, agli accessori e ai workshop formativi.

Mathur gestisce anche Kaapi Machines, che soddisfa le esigenze di caffè del settore alberghiero e della ristorazione in India.

“Stiamo assistendo a un passaggio da un caffè orientato alla praticità a un caffè orientato all’esperienza”, ha spiegato Mathur in una conversazione illuminante.

Ha sottolineato che la categoria in più rapida crescita su Something’s Brewing è quella dell’attrezzatura per la produzione di birra artigianale, come le French Press, le AeroPress e le macchine per espresso di livello base, evidenziando il crescente entusiasmo per la produzione di birra in casa.

Questo aumento dell’interesse sta plasmando anche la strategia aziendale.

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Parigi: il Centro culturale cinese organizza gli incontri per scoprire il tè di Hunan

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La torre Eiffel di Parigi (immagine: Pixabay)

Il Centro culturale cinese di Parigi ha organizzato una serie di attività in occasione della Giornata del turismo della Cina del 19 maggio. In particolare ci saranno due eventi che combineranno cultura, arte, turismo e patrimonio immateriale tra tè e tradizione. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del portale d’informazione Sortir a Paris.

Il Centro culturale cinese di Parigi tra tè e musica

PARIGI – Il 2025 segna l’inizio di un nuovo ciclo sessagesimale nelle relazioni diplomatiche tra Cina e Francia.

È anche un momento chiave per un rinnovamento globale degli scambi culturali sino-francesi.

In occasione della Giornata del turismo cinese del 19 maggio, il Centro culturale cinese di Parigi organizza due eventi il 19 e il 21 maggio, combinando cultura, arte, turismo e patrimonio immateriale.

Attraverso la musica e il tè, il pubblico francese sarà invitato a immergersi nella ricchezza e nella raffinatezza della cultura tradizionale cinese.

Il 19 maggio il Centro, in collaborazione con la provincia di Hubei, presenterà il concerto di musica tradizionale “Il fascino di Jing-Chu” e le attività a tema del Dragon Boat Festival. Nell’ambito delle celebrazioni per la festa tradizionale cinese di Duanwu (Dragon Boat Festival) e all’insegna della “conoscenza reciproca”, questo evento combinerà musica tradizionale cinese, degustazioni gastronomiche della cucina del Paese Chu, una cerimonia di consegna di libri, mostre e scambi culturali.

L’evento metterà in luce la profondità storica dell’Hubei, una delle principali culle della cultura tradizionale cinese, offrendo al contempo un’interpretazione contemporanea. Questa iniziativa permetterà al pubblico francese di conoscere meglio la provincia cinese dell’Hubei e di scoprire la ricchezza della cultura cinese in profondità.

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Andrea Lattuada passa dietro al bancone di Pio&Friends, locale nell’Oltrepò con i suoi specialty

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Dentro Pio&Friends, nuova avventura con Andrea Lattuada (foto concessa)
Dentro Pio&Friends, nuova avventura con Andrea Lattuada (foto concessa)

RIVAZZANO TERME (Pavia) – Andrea Lattuada, fondatore dell’accademia e torrefazione 9bar, non si ferma e inizia una nuova avventura: il caffè è sempre l’ingrediente – non troppo – segreto, ma il contesto è diverso dal solito. Proprio davanti alla sede che ha visto formati tanti addetti ai lavori, il ristorante Pio&Friends già celebre nella zona per la sua cucina a base di pesce fresco, si trasforma in bistrot specialty.

Dopo un anno di chiusura, Lattuada, già assiduo frequentatore del locale, ha deciso di proporre un nuovo inizio, includendo il concetto di coffee house con diverse alternative per quanto riguarda il caffè.

Aperto dalle sei fino a dopo pranzo, venerdì e sabato tutto il giorno, domenica a colazione e pranzo con chiusura verso le 4. Andrea Lattuada in persona si è occupato di re inventare gli spazi per renderli funzionali al servizio caffetteria, progettando banco, retrobanco, pavimento, colori, illuminazione, impianto idraulico ed elettrico.

Lattuada ha pensato anche ai tre blend: dal 50% e 50% al 100% Arabica, più gli specialty coffee

Un particolare di Pio&Friends (foto concessa)

“Tutto è nato per amicizia nei confronti dello chef Pio Davide Albanese. Il ristorante continuerà a chiamarsi come nella precedente gestione, ma in aggiunta ci sarà un angolo caffetteria, con la creazione di una nuova società che si chiama PIO&Friends SRL.
Non solo espresso ma anche filtro, cold drip e a rotazione, circa sei specialty coffee tostati da noi, che si possono anche acquistare nei pacchetti da 250 grammi di macinato e in grani.

In questo modo stiamo facendo divulgazione verso il consumatore finale dell’Oltrepò Pavese, inserendoci per altro all’interno di un ristorante.

La tipologia di clientela è quella giusta per il nostro progetto, ovvero gli affezionati al nostro chef che sono alla ricerca della qualità in un pranzo: questo ci agevola perché si può fare molta comunicazione ed educazione attorno al caffè. Già dopo due settimane, molti entrano e chiedono direttamente il loro blend preferito, che noi abbiamo nominato il Farmer, il Cherry, il Picker.”

Ma lo specialty per un pubblico così di provincia?

“Gli specialty coffee sono comunque difficili da raccontare, ma una volta spiegati e soprattutto nel momento in cui li si fa annusare o degustare, è immediata la comprensione della differenza. Dicono spesso: “ma questo non è caffè”.

Per quanto riguarda i prezzi partiamo dal popolare euro e 20 per il 50% e 50% e arriviamo fino a 1.60 per il 100% Arabica e per il cherry l’80-20% siamo sull’euro e 40. A tutti spieghiamo le loro caratteristiche. Altra cosa interessante: quasi tutti si orientano verso il Cherry e il Picker e nessuno si è lamentato fin qui del costo.”

In un ristorante avete pensato a delle soluzioni in mixology?

“Abbiamo pensato per il sabato sera, con il nostro barista Andrea, a proporre cocktail a base espresso, come il drink Moscafè, con note di moscato, dolce, con cold drip di un April di Giulio Madrid a fermentazione anaerobica con sentori di pesca e more. La gente vede e ordina incuriosita e costa intorno ai 10 euro.”

Colazione da Pio&Friends?

“Abbiamo una proposta di croissant, brioche vegane di produzione esterna. Stiamo studiando e proporremo più avanti il pairing con il cibo. Bisogna ora far decollare bene la parte relativa al mattino e al bar, perché la gente che arriva deve ancora capire bene che siamo aperti anche a colazione. Chi viene, in ogni caso, torna.”

Lattuada, mentre le attrezzature?

L’angolo caffetteria (foto concessa)

Lattuada: “L’idea è quella di far ruotare diversi modelli. Ora abbiamo una Storm Astoria a controllo di pressione, 4 macinacaffè, più uno da drogheria per il consumo domestico. Inoltre ci siamo dotati di un sistema di trattamento d’acqua centralizzato e proponiamo bevande vegetali soprattutto quelle a base avena con Oatly.

Per il momento dietro al bancone ci siamo io, Mariano Semino, il mio socio e Andrea Gatti, un ragazzo che stiamo formando. Prossimamente si unirà un’altra risorsa.

Il locale all’interno è piccolo, con un massimo di 35 persone sedute ma grazie al dehors fantastico che dà sulle colline dell’Oltrepò scenografico, raggiungiamo circa 70-80 persone. Nel momento in cui partirà la stagione estiva ci organizzeremo con altro personale. Prima era una vecchia macelleria, quindi abbiamo un privé dentro una vecchia cella.

Sono convintissimo che sicuramente sarà un successo, perché non esiste niente del genere nella zona. Il ristorante è già fortissimo con la sua offerta di pesce fresco che ora si completa con un caffè all’altezza del resto dell’offerta.”