martedì 16 Settembre 2025
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Il caffè sostenibile a casa, Altroconsumo: “L’opzione migliore sono le cialde, da evitare capsule in plastica”

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Capsule di caffè (immagine: Pixabay)

Per preparare il caffè, la maggior parte degli italiani preferisce la macchina automatica alla vecchia moka. Un’opzione che può essere eco-friendly, a patto di fare le scelte giuste. Livia Biardi, senior expert in chemicals and sustainability di Altroconsumo, spiega come gustarsi un ottimo espresso nel pieno rispetto della sostenibilità. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Paola Arosio per il quotidiano La Repubblica.

l test di Altroconsumo

MILANO – Pare che il filosofo russo Michail Bakunin abbia scritto: “Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, dolce come l’amore, caldo come l’inferno”. E, aggiungiamo noi, sostenibile per l’ambiente.

“Questo prodotto ha molte criticità”, rende noto Livia Biardi, senior expert in chemicals and sustainability di Altroconsumo. “Presenta, infatti, una filiera complessa in cui si innescano meccanismi iniqui che sfruttano la manodopera dei lavoratori. Tanti di loro (l’80%) sono piccoli agricoltori che operano in condizioni difficili, su terre impoverite, e che hanno scarso potere contrattuale in un mercato instabile.

In generale, le capsule sono progettate per essere compatibili con specifici sistemi di macchine, tra cui i due più diffusi sono Dolce Gusto e Nespresso.

Proprio su queste nel 2024 Altroconsumo ha effettuato un test. “Abbiamo analizzato 20 capsule compatibili con il sistema Dolce Gusto”, spiega Biardi a La Repubblica. “Sono di plastica robusta, ciascuna contiene 5-8 grammi di caffè (la media è 7,3 grammi) e produce 4 grammi di imballaggi che, nei casi peggiori, arriva fino a 8 grammi, cioè più del prodotto stesso. Abbiamo poi testato 18 capsule compatibili con Nespresso: contengono in media 5,5 grammi di caffè e sono soprattutto di plastica e alluminio, ma esistono anche varie opzioni compostabili”.

In sintesi, che fare dunque? “Utilizzando le macchine automatiche, l’opzione migliore sono le cialde, seguite dalle capsule compostabili. Da evitare, invece, le capsule di plastica e alluminio, non riciclabili”, conclude l’esperta sempre su La Repubblica.

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Cafezal annuncia l’apertura del quinto locale a Milano in zona Bicocca

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Il design del nuovo punto vendita Cafezal (immagine concessa)

MILANO – Cafezal, torrefazione e caffetteria specialty creata da Carlos Bitencourt, annuncia a meno di cinque mesi di distanza dall’apertura di Milano in Porta Venezia (ne abbiamo parlato qui), il nuovo punto vendita che si troverà all’interno del BiM – dove Bicocca incontra Milano, un progetto di design tra cultura, sostenibilità e socializzazione, in perfetta sintonia con i valori della catena.

Il nuovo store Cafezal

Il BiM, situato in viale dell’Innovazione 3, è composto da due edifici nel cuore di Bicocca. Il building Pirelli 10 accoglie aziende, startup, caffetterie, ristoranti, negozi e spazi espositivi per l’arte e il design.

L’edificio Innovazione 3, in via di riqualificazione, sarà ultimato nel 2026.  Il progetto è stato ideato da Vittorio Gregotti grazie a un piano di rigenerazione urbana firmato Puarch.

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La piazza di BiM – dove Bicocca incontra Milano (immagine concessa)

Il locale Cafezal ha l’obiettivo di creare un’esperienza completa: dal primo caffè della giornata all’aperitivo, passando per il brunch e una proposta food tutta nuova.

Con l’arrivo in zona Bicocca, debutta anche l’app Cafezal, con un programma fedeltà pensato per chi ama il buon caffè e vuole viverlo ogni giorno con vantaggi esclusivi.

Il locale va ad aggiungersi agli altri presenti in via Solferino, viale Premuda, Corso Magenta e via San Gregorio. La data di apertura non è ancora stata rivelata.

Chef Express: inaugurata la nuova food hall nella stazione di Padova con un investimento di 2 mln

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L'inaugurazione della nuova food hall nella stazione di Padova. Da sinistra: Gabriele Morisi - chief business development officer Chef Express, Yana Masson, direttrice finanziaria Altarea Commerce, Antonio Bressa, assessore attività produttive e commercio Comune di Padova, Diego Capoano, responsabile Nordest RFI, Simone Maltempi, amministratore delegato Altarea Italia/Altagares (immagine concessa)

PADOVA – Chef Express, la società che gestisce tutte le attività di ristorazione del Gruppo Cremonini, ha inaugurato ufficialmente il 20 marzo la nuova food hall nella stazione di Padova, snodo strategico dei trasporti del Nord-Est con prospettive importanti di sviluppo con l’Alta Velocità. Al taglio del nastro sono intervenuti il Sindaco Sergio Giordani, e l’Assessore alle Attività Produttive Antonio Bressa, oltre ai vertici di Rfi-Rete Ferroviaria Italiana, Altarea Italia e Chef Express.

I nuovi locali della stazione di Padova hanno richiesto un investimento di circa 2 milioni di euro da parte di Chef Express, hanno permesso di valorizzare un’area finora inutilizzata, e sono stati realizzati in partnership con Altarea Italia, società titolare dei diritti di valorizzazione commerciale e pubblicitario.

Gli spazi di ristorazione inaugurati oggi si sviluppano, su due livelli, lungo l’ala est della stazione, tra la piazza e il binario 1; a questi si aggiungerà a breve un’ulteriore offerta nel corpo centrale fronte binari. I nuovi punti di vendita garantiscono un’offerta diversificata e complementare per i viaggiatori attraverso un bar-caffetteria a marchio Italico, un fast food McDonald’s, e una pizzeria Alice Pizza, la cui apertura è prevista nelle prossime settimane.
Nei nuovi locali di Padova lavoreranno a regime circa 60 persone.

Il sindaco Sergio Giordani sottolinea: “Padova è una delle stazioni più importanti per numero di viaggiatori di tutto il nord Italia e quindi l’offerta di servizi di qualità è molto importante. Con questa articolata iniziativa di Chef Express, che ringrazio, l’accoglienza anche dei tanti turisti, oltre che delle migliaia di pendolari che quotidianamente la frequentano fa un significativo salto di qualità e rende la nostra stazione non solo un punto di transito ma anche un luogo dove è possibile ritagliarsi una pausa in tutta tranquillità in un contesto comodo e gradevole. Un percorso che proseguirà in futuro anche in vista, speriamo il più presto possibile, dell’arrivo dell’alta velocità che comporterà una completa riqualificazione di tutta la zona”.

L’assessore alle attività produttive e al commercio Antonio Bressa commenta: “Grazie a questi investimenti per i nuovi locali della Food Hall e alle aperture più recenti, oggi tutti i locali commerciali della stazione sono pienamente attivi, senza più quindi alcun locale sfitto. Un ottimo risultato per il quale ringraziamo Alterarea Italia e Chef Express, e che sta portando più luce, più vitalità, più presidio sia all’interno della stazione che nelle immediate adiacenze su cui si affacciano i locali”.

Bressa aggiunge: “Dopo le difficoltà attraversate nel periodo Covid andiamo quindi a celebrare una rinascita piena della stazione che testimonia la centralità di Padova negli investimenti in ambito retail con riflessi positivi sull’indotto, il servizio ai cittadini e l’occupazione; sono infatti circa 60 i nuovi posti di lavoro assicurati da questa nuova iniziativa commerciale”.

RFI ha dichiarato: La stazione di Padova, con i suoi circa 11 milioni di passeggeri l’anno, si caratterizza non solo come luogo di transito, ma come snodo urbano strategico. La riqualificazione degli spazi e l’apertura di nuovi servizi di ristorazione con il supporto di RFI è in linea con la strategia del Gruppo FS di valorizzare le stazioni come centri polifunzionali intermodali, garantendo alti livelli di servizi e sicurezza per i viaggiatori, cittadini e turisti.

Nicolas Bigard, amministratore delegato di Chef Express, ha dichiarato: “Chef Express ha sviluppato da anni una forte presenza nel segmento della ristorazione in viaggio, in particolare nelle stazioni ferroviarie dove è leader nazionale. Il Veneto, in particolare, è una delle regioni dove siamo maggiormente presenti. Grazie alla partnership con Altarea Italia – con cui operiamo anche nelle stazioni di Torino Porta Susa, Milano Porta Garibaldi e Napoli Afragola – consolidiamo la nostra presenza in Regione e garantiamo un’ampia offerta di ristorazione per viaggiatori, cittadini e turisti di una delle più prestigiose città italiane”.

Simone Maltempi, amministratore delegato di Altarea Italia, ha aggiunto: “Trasformare una stazione è sempre una sfida entusiasmante perché unisce l’ambizione di soddisfare le attese dei viaggiatori a quella di reinterpretare il contesto urbano in cui si inserisce. Con l’apertura di Padua Food Hall, la stazione di Padova diventa una realtà ancor più integrata con la città. Oltre ad essere per sua natura un luogo di flusso, che offre comfort e servizi ai viaggiatori, si legittima come uno spazio di vita e di commercio”.

La scheda sintetica di Chef Express

Chef Express è la società che gestisce tutte le attività di ristorazione del Gruppo Cremonini, con oltre 560 punti vendita e un fatturato 2024 di 827 milioni di Euro, di cui il 54% derivante dalle attività in concessione (stazioni, aeroporti e autostrade, e a bordo treno). Chef Express è leader in Italia nel segmento dei buffet di stazione, con punti vendita in 54 scali ferroviari, è presente nel settore della ristorazione aeroportuale in 15 aeroporti italiani, e gestisce 57 aree di ristoro sulla rete autostradale italiana e sulle strade di grande comunicazione.

Nel mercato della ristorazione a bordo treno Chef Express è uno dei principali operatori in Europa con oltre 120 treni serviti quotidianamente in 5 Paesi Europei. Nel settore della ristorazione commerciale controlla direttamente le catene casual dining Roadhouse Restaurant, Calavera e Billy Tacos, mentre sviluppa in licenza altri marchi importanti come McDonald’s, Pret A Manger, wagamama e Panella. All’estero gestisce la catena anglosassone Bagel Factory, con 45 locali distribuiti tra UK e Irlanda.

La scheda sintetica di Altarea

Altarea è il principale sviluppatore immobiliare in Francia, con l’obiettivo di fornire risposte alle grandi trasformazioni urbane in materia ecologica e ambientale, sociale, stili di vita e nuovi usi. Sviluppatore e investitore, il Gruppo è presente nei tre principali mercati immobiliari (Retail, Housing e Business real estate), il che gli consente di essere leader nei grandi progetti di rinnovamento urbano misto.

Per ciascuna delle sue attività, il Gruppo dispone di tutto il know-how per progettare, sviluppare, commercializzare e gestire prodotti immobiliari su misura. Altarea è quotata nel compartimento A di Euronext Paris e fa parte dell’indice SBF 120.

illycaffè e Fondazione Ernesto Illy sostengono il Rapporto mondiale sulla felicità 2025

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Gruppo Illycaffè polo gusto illy illetta
Il logo illycaffè

TRIESTE – illycaffè e Fondazione Ernesto Illy confermano il loro supporto al World Happiness Report, il rapporto annuale che dal 2012 indaga il livello di felicità e benessere degli individui su scala globale, perché il caffè è la bevanda della felicità: fa bene all’anima, fa bene al corpo e alle relazioni umane.

Dal World Happiness Report 2025, che quest’anno ha analizzato il legame fra la gentilezza e felicità, è emerso che tendenzialmente le persone sono molto più gentili di quanto ci aspettiamo, con differenze legate alle fasce d’età e alle diverse regioni del mondo, come rilevato dagli autori del report John F. Helliwell, Richard Layard, Jeffrey D. Sachs, Jan-Emmanuel De Neve, Lara B. Aknin e Shun Wang.

La felicità è guidata dalle nostre relazioni con gli altri: la connessione sociale, la gentilezza e la fiducia producono infatti una maggiore felicità. Il caffè è la bevanda dell’altruismo perché contiene tutta la generosità del gesto dell’offrire e del bere insieme, della condivisione, migliora la vita attraverso le sue proprietà benefiche e crea sviluppo nelle comunità che lo producono innescando un circolo virtuoso che dalla tazzina arriva nei paesi produttori dove genera crescita economica e sociale, portando benessere che si mantiene nel tempo.

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Tutelare il benessere, inteso come felicità, sviluppo personale e salute, attraverso forme di sostegno alle comunità di persone che producono i preziosi chicchi di caffè e a quelle dei paesi consumatori è un impegno che rientra nella costante missione di illycaffè e della Fondazione Ernesto Illy, che da anni sono attivi con progetti volti ad accrescere lo sviluppo sociale ed economico.

Andrea Illy, presidente di illycaffè e co-fondatore della Fondazione Ernesto Illy: “La felicità, in questo periodo sembra sfuggirci. In realtà, è proprio nei momenti difficili che si rafforzano i fattori più critici per una vita felice, come la solidarietà, che ci unisce permettendoci di risolvere i problemi più impensabili ridandoci così quel sentimento di sicurezza che ci manca. illycaffè e Fondazione Ernesto Illy sostengono il World Happiness Report da 13 anni, condividendone profondamente i valori fondamentali: la ricerca della felicità, l’incentivazione dello sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà e il benessere delle persone”.

Illy aggiunge: “Il nostro modello di business è pensato per generare benessere in tutta la filiera a livello globale, dal produttore al consumatore, con la creazione di valore economico, sociale e ambientale; inoltre, la nostra identità aziendale è fortemente legata all’attenzione per la salute e all’inclusione, elementi fondamentali della felicità.”

Nella classifica dei paesi più felici al mondo, la Finlandia si conferma per l’ottavo anno consecutivo in prima posizione. Costa Rica (6°) e Messico (10°) entrano entrambi per la prima volta nella top 10, mentre paesi come la Lituania (16°), la Slovenia (19°) e la Repubblica Ceca (20°) sottolineano la convergenza dei livelli di felicità tra l’Europa orientale, centrale e occidentale. Gli Stati Uniti scendono alla 24° posizione, la più bassa di sempre. L’Italia sale di una posizione, raggiungendo il 40° posto. 

Frutto di una collaborazione tra Gallup, l’Oxford Wellbeing Research Centre, il Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite e il Comitato editoriale del WHR, il World Happiness Report, sin dalla sua prima pubblicazione nel 2012, riflette una richiesta mondiale di maggiore attenzione alla felicità e al benessere come criteri per le politiche governative ed esamina lo stato della felicità nel mondo attuale.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi.

L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica. Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

La scheda sintetica della Fondazione Ernesto Illy

Nata per tutelare, valorizzare e diffondere il pensiero e la figura del suo eponimo, la Fondazione Ernesto Illy è una corporate foundation espressione della famiglia imprenditoriale, costituita il 30 ottobre 2008 e presieduta da Anna Illy. In linea con il pensiero di Ernesto Illy, il valore fondante della fondazione è l’Etica, intesa come principio guida che regola tutte le attività umane e senso di responsabilità nei confronti della Natura e dei propri simili. La Fondazione tutela e diffonde il pensiero di Ernesto Illy attraverso la ricerca scientifica e l’innovazione, l’educazione e la divulgazione, la realizzazione di progetti di sostenibilità̀ e filantropia dedicate alle filiere del caffè. Le attività si concentrano principalmente nell’ambito della scienza e della cultura del caffè e nel campo della formazione e istruzione per produttori e operatori di filiera.

Viene rivolta particolare attenzione allo svolgimento di ricerche agronomiche con i progetti Virtuous Agriculture e Ernesto Illy Colloquia, anche al fine di aiutare i Paesi produttori e gli stessi agricoltori a migliorare le loro condizioni di vita e a individuare soluzioni innovative per la coltivazione del caffè del futuro, e alla formazione con il Master in economia e scienza del caffè.

SCA Coffee Triathlon: Andrea Gatti conquista la seconda tappa alll’HORECA Expoforum di Torino

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Il vincitore Andrea Gatti (immagine concessa)

TORINO – La SCA Arena, il nuovo format di SCA Italy ha animato l’horeca Expoforum di Torino. Tra talk, incontri professionali e le nuove competizioni Coffee Triathlon e Latte Art Throwdown, l’evento ha consolidato il crescente interesse per il mondo dello specialty coffee. Il Coffee Triathlon è una competizione pensata per avvicinare nuovi talenti al mondo delle gare professionali. I partecipanti si sono sfidati in tre discipline fondamentali della caffetteria: espresso, caffè filtro e signature drink.

Coffee Triathlon: la vittoria di Andrea Gatti

Ad aggiudicarsi la vittoria è stato Andrea Gatti sotto gli occhi attenti dei tre giudici Marco Aloy, Francesco Corona e Paolo Milani, Andrea, che ha lasciato gli studi di matematica per dedicarsi al mondo della caffetteria ha ottenuto viaggio, vitto e alloggio per una selezione ufficiale SCA Italy in vista dei prossimi campionati.

Sono stati premiati anche in questa occasione i migliori in ogni disciplina, che hanno guadagnato l’accesso alle prossime selezioni delle rispettive categorie Barista, Brewers Cup e Coffee in Good Spirits: Andrea Gatti ha conquistato anche il premio per il Best Espresso; Jean Ellaine Andal Silva ha vinto il premio per Best Filtro; a Fabrizio Abrescia è andato il Best signature drink.

Latte Art Throwdown: trionfa Joy Parungao

La Latte Art Throwdown è una gara a eliminazione diretta in cui i partecipanti si sono sfidati con versaggi e disegni di Latte art. Joy Parungao ha vinto, ottenendo viaggio, vitto e alloggio per una selezione ufficiale Latte Art SCA Italy valida per i prossimi Campionati Italiani Baristi 2026.

Al secondo posto si è classificato Matteo Ripoli, che ha guadagnato l’accesso diretto a una selezione ufficiale Latte art di SCA Italy.

Un plauso speciale agli studenti di sala bar del centro di formazione professionale Immaginazione e Lavoro di Torino che si sono messi in gioco per la prima volta vivendo una giornata ed una esperienza unica a stretto contatto con i professionisti del settore e ai giudici: Giuseppe Musiu, Marco Aloy, Andrea Lattuada.

Tutti i partecipanti hanno ricevuto premi e gadget messi a disposizione da Sca Italy e dagli sponsor: La San Marco, Balugani, Remidag, Caffè Costadoro , Fiorenzato , Pietro Grinders, Centrale del Latte di Torino di Torino, Metallurgica Motta,Oatly, Sweet Coffee Italia e pulyCAFF.

Arena Talk e Villaggio Roasters: focus sulle tendenze del settore specialty

Durante le due giornate, esperti e professionisti del settore hanno condiviso visioni e tendenze attraverso talk, momenti di confronto e masterclass.

Federica Trombetta (Costadoro) ha sottolineato l’importanza della sostenibilità e della diffusione della cultura del caffè, mentre Andrea Lattuada (SCA Italy) ha approfondito il ruolo cruciale della Specialty Coffee Association per la promozione del caffè specialty.

Angelo Ceola (REMIDAG) ha evidenziato l’importanza della macinatura “free style”, Paolo Milani ha illustrato la cura della materia prima lungo la filiera, e Andrea Antonelli (Pulycaff) ha offerto consigli sulla manutenzione delle attrezzature per espresso. Francesco Corona (FM Corona) ha mostrato innovative applicazioni del caffè nella mixology e nella cucina.

Carlo Ciccarone e Fausto Casnaghi (Balugani) hanno discusso l’importanza dell’acqua nel processo di estrazione del caffè, Matteo Don Giovanni (Fiorenzato) ha presentato soluzioni avanzate per la macinatura professionale e domestica, Fabio Sipione (SCA Italy) ha spiegato il ruolo e come diventare giudici nelle competizioni SCA, e Andrea Guerra (La Tosteria) ha guidato una degustazione approfondita di espresso.

Non sono mancati i momenti dedicati al cupping con Tomassi Specialty Coffee che ha presentato decaffeinati ad acqua provenienti da Honduras, Kenya , Colombia e Ethiopia, e Alessandro Simonetta, che ha raccontato il lavoro nelle piantagioni dell’Ecuador con un cupping dedicato. Giuseppe Musiu con Centrale del latte di Torino ha fornito un approfondimento sulle tecniche di montatura , versaggio guidando i concorrenti durante le prove.

Il Villaggio Roasters, è stato animato da 7 micro roastery La Tosteria, Spazio caffè Firenze, FM Corona, Pier Coffee Roasters, Orso Laboratorio Caffè, Tresessanta Coffee Roaster, Tomassi Specialty Coffee. Una opportunità preziosa per i visitatori di scoprire le realtà dei caffè specialty in Italia, approcciarsi alle preparazioni in filtro e confrontarsi, rendendo questa edizione un appuntamento di grande rilevanza. Ad accogliere i visitatori anche la possibilità di vivere per la prima volta l’esperienza di tostatura con una area dedicata.

Andrea Lattuada, events coordinator SCA Italy commenta così l’iniziativa: “È stato davvero emozionante, in così poco tempo, dare la possibilità a giovani professionisti e ai giovanissimi studenti la possibilità di mettersi in gioco nelle competizioni SCA e di confrontarsi con i professionisti di settore.

Ringrazio tutte le aziende che ci supportano e che credono nel successo di questi eventi, cosi come i torrefattori che partecipano attivamente, contribuendo a rendere la coffee Arena un autentico punto di condivisione.

Questo spazio non è solo un luogo di incontro per noi, ma anche un’opportunità per visitatori, baristi, studenti di avvicinamento alla filiera di qualità del caffè.

Il format funziona, e stiamo già lavorando per svilupparlo al meglio e ampliarlo anche nei prossimi mesi, per connettere sempre più persone con i professionisti e roasters in tutta Italia”.

Presto verranno annunciate le nuove tappe di questo format e soprattutto le tappe di selezioni che ci accompagneranno fino ai Campionati Italiani Baristi nel 2026. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, seguite SCA Italy cliccando qui.

Marchesi 1824 celebra la Pasqua con le nuove proposte dolci

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Colomba cioccolato gianduja e arancia (immagine concessa)

MILANO – La Pasqua firmata Marchesi 1824 celebra la tradizione grazie a una proposta di lievitati classici, uova di cioccolato monorigine e iconiche decorazioni realizzate a mano che catturano l’immaginazione e trasportano in un universo di dolcezza. Le dolci creazioni del Pastry Art Director Diego Crosara, ispirate a un mondo bucolico e al Gioco dell’oca, trasportano grandi e piccini in un universo di dolcezza e spensieratezza.

Le colombe

Marchesi 1824 celebra la Pasqua con un’ampia varietà di colombe. Si parte dalla Colomba Classica, l’essenza della tradizione, che richiede una preparazione paziente e accurata: oltre 48 ore di lenta lievitazione, ingredienti selezionati come i tuorli d’uovo di galline allevate a terra, lo zucchero di canna, le arance siciliane candite e una fragrante glassa di mandorle. Questa colomba è disponibile nei formati da 1 kg, 1,5 kg, 2 kg e 3 kg. Su ordinazione, inoltre, la colomba da 1,5 kg si arricchisce di una copertura di morbida pasta di mandorla e decori in ghiaccia reale realizzati interamente a mano.

Accanto alla colomba tradizionale, Marchesi 1824 propone delle rivisitazioni creative, disponibili esclusivamente nel formato da 750 g. La Colomba pesche, mandorle, vaniglia e miele presenta un impasto soffice e ricco, arricchito dalla dolcezza delle pesche, dalla croccantezza della glassa alle mandorle, dal profumo della vaniglia Bourbon del Madagascar e dalle note calde del miele italiano.

Per chi ama i contrasti, c’è la Colomba albicocca, zenzero e amaretti, dove la dolcezza dell’albicocca incontra la freschezza dello zenzero e il tocco distintivo degli amaretti, in un equilibrio di sapori sorprendente.

Gli amanti del cioccolato troveranno la loro colomba ideale nella Colomba cioccolato, gianduja e arancia, un impasto al cioccolato della Costa D’Avorio, arricchito dai cubetti di arancia candita e dalla golosità della gianduja con nocciole del Piemonte IGP.

Un’altra proposta fresca e originale è la Colomba pistacchio e limone, un connubio tra i pistacchi di Sicilia e il limone candito, che regala un gusto delicato e aromatico, da accompagnare con due tubetti di crema spalmabile al pistacchio per un’esperienza ancora più intensa.

Infine, la Colomba Cioccolato e Ciliegie, dove l’intensità del cioccolato fondente Venezuela 74% si sposa con la dolcezza delle ciliegie semicandite, creando un abbinamento ricco e appagante che conquista al primo assaggio.

Le uova di cioccolato

Pasqua secondo Marchesi 1824 è anche un’occasione per celebrare l’arte della cioccolateria, con una collezione di uova che nascono da una selezione scrupolosa di cacao pregiato. Ogni uovo è un viaggio sensoriale, a partire dalle materie prime: il cioccolato fondente Venezuela Sur del Lago 72% è un’esperienza intensa, con note di mandorla tostata e caffè che si fondono in un sapore ricco e persistente. Il cioccolato al latte Repubblica Dominicana 46%, invece, è un abbraccio cremoso e avvolgente, con un profilo aromatico che richiama la dolcezza della frutta secca e del caramello.

Oltre alle Uova classiche al latte e fondente (disponibili nei formati da 120 g, 250 g, 500 g e 800 g) Marchesi 1824 propone una varietà di Uova Speciali, creazioni che giocano con abbinamenti golosi e originali: troviamo così le uova al Lampone, Pistacchio, Caramello salato, Nocciolato e Mandorlato, per soddisfare ogni desiderio. Disponibili nei formati da 250 g, 300 g e 500 g. E per il 2025, una novità che promette di conquistare i palati: l’Uovo Stracciatella, un’interpretazione fresca e golosa con cioccolato bianco arricchito da gruè di cacao.

Infine, la collezione si arricchisce con le Uova Decorate a mano con ghiaccia reale e pasta di zucchero disponibili su ordinazione. Delle vere e proprie opere d’arte che celebrano la Pasqua con elementi che rimandano al tradizionale Gioco dell’Oca: il percorso a spirale, le caselle numerate e le oche prendono vita su finissimo cioccolato fondente, al latte o bianco. Ogni uovo Marchesi 1824 è un piccolo capolavoro di gusto e artigianalità, un invito a riscoprire la gioia del gioco e la dolcezza della tradizione.

L’esperienza pasquale Marchesi 1824

L’offerta pasquale si completa con biscotti decorati a mano, soggetti di cioccolato, ovetti ripieni, la tradizionale pasticceria fresca che include la Pastiera e la sofficissima Focaccia pasquale alla caprese, e le preziose confezioni regalo.

I prodotti sono disponibili presso le tre pasticcerie di Marchesi 1824 a Milano – via Santa Maria alla Porta 11/a, via Monte Napoleone 9 e Galleria Vittorio Emanuele II -, e presso la pasticceria di Londra al 117 Mount Street, Mayfair. Una selezione di prodotti, tra cui gli immancabili lievitati e le uova di cioccolato, è disponibile online su www.marchesi1824.com

La scheda sintetica di Marchesi 1824

Meta preferita di un’elegante clientela cosmopolita, dal 1824 Pasticceria Marchesi è simbolo dello stile milanese. Con le sue preparazioni eccellenti, gli ambienti eleganti e il servizio impeccabile, accompagna i momenti di convivialità tra gusto artigianale e creatività raffinata. Oggi come allora, Marchesi 1824 è fedele alle sue tradizioni e alla produzione basata sull’accurata selezione delle materie prime, l’alta maestria pasticciera e l’attenzione ai dettagli.

I suoi prodotti sono in vendita presso la storica pasticceria in Via Santa Maria alla Porta, presso le sedi milanesi di Via Monte Napoleone e Galleria Vittorio Emanuele II, nonché presso la pasticceria sita a Londra al 117 di Mount Street, Mayfair e sul sito.

Marchesi 1824 è parte del Gruppo Prada che include inoltre i marchi Prada, Miu Miu, Church’s e Car Shoe.

La storia della Pasticceria Marchesi è intessuta di tradizione e creatività che si fondono in un’irresistibile armonia. In un elegante edificio Settecentesco nel cuore della città di Milano, in Via Santa Maria alla Porta 11/a, nel 1824 la famiglia Marchesi aprì una pasticceria che presto, grazie al duro lavoro e all’impegno costante, si guadagnò un’ottima reputazione per i suoi prodotti artigianali.

Oggi la Pasticceria Marchesi è diventata tappa d’obbligo per milanesi e turisti, è il luogo dove assaporare la magia che si sprigiona con il gusto. Per apprezzare il frutto di quasi due secoli di esperienza. Per godersi il piacere di un caffè espresso, scegliere una torta di compleanno speciale o sorprendere qualcuno con una sublime selezione di cioccolatini.
Fedele alla sua storia e tradizione, Marchesi 1824 è sinonimo di eccellenza per l’offerta di pasticceria e cioccolato, e per la produzione del panettone, il tipico dolce milanese.

Filippo Poletti, musica e caffè in 120 interviste e per Ernesto Illy: “Sono le due cose che ci mettono in risonanza con il mondo”

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Filippo Poletti L'arte dell'ascolto 1 Filippo Poletti L'arte dell'ascolto 1 - Foto di Alessandro Tintori
Filippo Poletti L'arte dell'ascolto 1 Filippo Poletti L'arte dell'ascolto 1 - Foto di Alessandro Tintori

MILANO – Il curriculum di Filippo Poletti non mente: giornalista professionista, laureato in musicologia con la chitarra classica regalata da sua madre ancora in mano, top voice di LinkedIn, nonché sound engineer ed executive MBA alla business school del Politecnico di Milano. E ora autore del libro “L’arte dell’ascolto: musica al lavoro” edito da Guerini Next.

Quello che colpisce prima di tutto è la passione con cui Poletti ha articolato questa ricerca, queste conversazioni con i grandi personaggi italiani. Così come l’ha descritto lui stesso, questo libro è: “Il grande sogno di un ragazzo che ha finito l’università ed è andato a bussare alle porte dei giganti protagonisti del made in Italy e della conoscenza.”

Ha scelto una forma che sembra contro tendenza, perché un libro che arriva a quasi 400 pagine, con 120 interviste su cui soffermarsi, è un prodotto che forse male si presta al consumismo veloce dei social e di internet. Una logica che Poletti conosce bene, essendo il giornalista italiano più seguito su LinkedIn: “Qui è tutto breve – commenta – e così ho voluto dare un esempio differente per i giovani: alcuni progetti necessitano un buon grado di dedizione e possono richiedere anni. Non è tutto fruibile nell’immediato.

Bach ha scritto in 25 anni la Messa in Si minore: così anch’io ci ho impiegato il tempo necessario.”

Poletti, ci racconta come si fa a portare avanti un lavoro così mastodontico? Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato?

“Nel 1999 sono partito con l’idea di raccontare la storia dell’ascolto della musica, ovvero la relazione che si crea tra essa e le persone. Ho voluto confrontarmi su questo tema con diverse personalità di grande spessore come Norberto Bobbio, Antonio Ricci, Bruno Vespa e Giorgio Armani, che ho contattato e poi coinvolto in questo progetto.

Tutti gli intervistati sono innanzitutto dei grandissimi ascoltatori: mi sono confrontato con dei veri appassionati di musica. Mi sono voluto assestare al numero 120, perché mi ispirava e poi li ho distribuiti lungo sette capitoli, così come sono sette le note musicali.”

Ernesto Illy, prima amministratore delegato poi presidente di illycaffè e Andrea Pozzolini, amministratore delegato di Rhea Vendors Group: lei li ha conosciuti e intervistati entrambi.

Che ci può raccontare di questo scambio?

“Con Ernesto Illy fu un’intervista straordinaria. Gli ho chiesto con quale musicista avrebbe preso un caffè e la sua risposta è arrivata subito come un gioco di parole: Gusta(v) Mahler. Mi ha spiegato: il caffè, ha una grande complessità dal punto di vista organolettico e poi nel suo apprezzamento.

Ha citato la terza sinfonia di Mahler, in cui il corno postale a un certo punto riproduce alcune note in lontananza: questa melodia rappresenta per Ernesto Illy il gusto del caffè, mentre l’accompagnamento dell’orchestra, la sua complessità appunto, rispecchia l’aroma esaltato nell’espresso.

Mi ha spiegato anche, a proposito di affinità tra musica e caffè, che i due hanno degli effetti fisiologici in sintonia. Il riferimento è al coinvolgimento della corteccia pre-frontale (dove si confronta il vissuto con il memorizzato) che si attiva sia ascoltando la musica che nell’assunzione di caffeina.

Infine, alla domanda: qual è il genere musicale più eccitante della caffeina? Lui ha risposto: la grande musica e il grande caffè vanno a braccetto. Entrambi stimolano la capacità di reazione e la concentrazione. Al contempo, ci mettono in risonanza con il mondo. Illy amava Mahler e Johannes Brahms, la prima sinfonia, soprannominata la decima, di Ludwig van Beethoven.

Andrea Pozzolini invece ha sottolineato un altro aspetto molto interessante: il caffè e la musica sono composti da strati complessi. Esiste quindi un parallelo tra la ritualità del caffè e l’ascolto della musica. In sostanza entrambi richiedono un momento di pausa e di riflessione da dedicarvi. Per far sì che l’esperienza sia multisensoriale è bene che ci si fermi. L’aroma della musica è l’aroma della complessità.

Assieme a Davide Livermore hanno progettato Kairos per i 60 anni di Rhea Vendors, che unisce l’arte performativa e quella del caffè: 30 secondi davanti alla macchina, in attesa, diventano un’esperienza completa, che ti fa entrare nel mondo del teatro e della musica.

Avevo conosciuto il direttore artistico Carlo Majer, quando ha collaborato con l’orchestra Verdi dove io stesso dal 2000 al 2001 ho lavorato. Così, quando ho iniziato il libro ho pensato di coinvolgere anche lui, grandissimo direttore artistico di importanti teatri italiani. Dato che è venuto a mancare, ho deciso di proseguire il dialogo con Andrea Pozzolini e indagare così la relazione tra musica e caffè.

Ancora sul tema del caffè si è espresso Maurizio Porro, critico musicale, attraverso la storia degli spettacoli cinematografici: nella sua intervista ricorda come i primissimi eventi si svolgessero proprio all’interno delle caffetterie, quando si improvvisava su un organetto della musica.

Altra testimonianza del genere, è data dal filologo Cesare Segre che mi ha raccontato di come ascoltasse spesso i pianisti che suonavano nei caffè. Era un uomo molto curioso e quindi ascoltava dalla musica leggera a quella classica. Amava molto Astor Piazzaola e il suo Libertango del ‘74 e gli Inti-Illimani e Beethoven.”

Tutti noi così come abbiamo bisogno di degustare tanti caffè, abbiamo bisogno di ascoltare diversa musica. È davvero così?

“Quella popolare ritorna spesso. De Gregori viene citato da Alice De Andrè, ma anche Guccini è apprezzato molto da Tiziano Sclavi. A cui ho domandato: quando la musica è un incubo? E lui ha citato Arancia Meccanica, nella scena in cui fanno odiare ad Alex il suo amato Ludwig Van Beethoven. Per Sclavi in realtà la musica è un piacevole abbandono, e apprezza particolarmente quella barocca, da Vivaldi a Bach.

Una chicca: anche Mike Buongiorno era appassionatissimo di Vivaldi perché era diventato amico di un direttore d’orchestra, Angelo Ephrikian, papà della prima moglie di Gianni Morandi, nonché scopritore e interprete del repertorio vivaldiano: siamo nel 1947 quando si conoscevano soltanto le Quattro stagioni.

Mike Buongiorno mi ha raccontato che ogni volta che questo direttore scopriva un tassello nuovo della sua opera strumentale, lo incideva e gliene mandava una copia. Nei movimenti allegri, trovo l’allegria di Mike Buongiorno.”

Parliamo di musica, letteralmente il leitmotiv del suo libro: perché ha scelto questa chiave (di sol) e di lettura, e come è riuscito a tradurla per così tanti personaggi?

“Da una parte tutto nasce dal fatto che mi sono laureato in musicologia e sono un tecnico del suono.

Dall’altra parte l’interesse degli intervistati mi ha guidato. Ci sono degli studi dell’università del Michigan che dicono che i grandi professionisti sono dei grandi curiosi, ovviamente questo si estende anche alla musica.

Che è qualcosa che ci può far dialogare con gli altri. Ricordo bene due film: “Mission”, in cui c’è il tema di Gabriel che discute con l’indigeno eseguendo una melodia con l’oboe e poi il celebre dialogo con il tema di di 5 note per parlare con gli extraterrestri di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. La musica permette di comunicare.

Più che di musica leggera e pesante – scherzo – preferisco parlare di forte e debole: quella che ti arriva e quella che non lo fa. Al Bano mi ha insegnato che la musica forte è quella che provoca in te quello che fa uno sbrego, che ti entra dentro.”

Poletti ha una sua playlist?

“Al caffè sono stati dedicati tanti brani: i miei preferiti sono “The coffee song” del 1946 di Frank Sinatra, “Anna” di Lucio Battisti del ’70 nel verso “La mattina c’è chi mi prepara il caffè”. Mi piace molto anche “Caffè nero bollente” di Fiorella Mannoia. Poi non può mancare De Andrè e il suo “Don Raffaè”, in cui il caffè napoletano viene inserito nel contesto critico del carcere. Per andare oltre confine, cito “One more coffee” di Bob Dylan.

Guardando invece al passato, una delle composizioni più belle resta la cantata del caffè di Bach del 1732- 34, divisa in 10 movimenti: si racconta di un padre che si rivolge alla figlia e la rimprovera di bere il caffè. Lei risponde: “Non posso farne a meno, il caffè è più dolce di mille baci”. Infine, conclude: “Le ragazze non smetteranno mai di bere il caffè.”

Poletti, ma a lei come piace bere il caffè?

“Non sono un purista e mi piace gustarlo lungo. Una cosa che mi hanno insegnato dei colleghi irlandesi: quando ci sono andato per lavoro mi hanno chiesto come facessi a bere l’espresso, perché non sapevano spiegarsi come si facesse a parlare in così poco tempo. Per loro il caffè doveva essere per forza lungo. Così mi sono abituato a questa estrazione in tazza grande, come se fosse un tè.

Apprezzo l’Arabica, che è più delicata e ha una maggiora dolcezza e note aromatiche. La abbino con tutti quelli che sono i movimenti lenti della musica barocca: sono un grande amante di Bach e apprezzo quel periodo in cui la musica seguiva la parola e venivano risaltati i testi. Erano melodie delicate, che portano verso l’interiorità.

Una musica verde, intima, introspettiva. La vedo come una miscela che bene si accompagna con l’ascolto di oboi lancinanti. Alcune parti delle cantate di Bach e di Monteverdi sono l’ideale.”

Ma quelli citati sono solo alcuni dei nomi contenuti nel ricchissimo libro di Poletti.

Giacomo Ponti dal food, le cantine Ferrari di Franco Lunelli per il vino, Gualtieri Marchesi come grande chef, il marchese Piero Antinori che racconta il rapporto tra vino e musica. Oppure Luigi Veronelli, il più grande comunicatore di cibo italiano. Insomma, il materiale non manca.

E così come ha detto molto bene lo stesso Poletti: “Ho provato in questo libro a condividere delle degustazioni musicali: tante quanti sono gli intervistati.

Si può dire che ci è riuscito egregiamente. “L’arte dell’ascolto: musica al lavoro”, di Filippo Poletti, è acquistabile a 22,32 euro sul sito della Feltrinelli, ma è disponibile online su diverse piattaforme.

E il Consorzio promozione caffè abbina i benefici della caffeina e della musica nello sport

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consorzio promozione caffè sport
Il legame tra musica e caffè (immagine concessa)

MILANO – Ogni sportivo ha il proprio rito: c’è chi non può fare a meno di ascoltare la propria musica preferita durante l’allenamento e chi non riesce a iniziare a muoversi se prima non ha bevuto un buon caffè. Per la scienza sono entrambe buone abitudini, che possono avere un effetto benefico sulle prestazioni sportive come dimostrato da numerose evidenze. Finora, però, nessuno aveva provato ad analizzare l’impatto che il loro connubio può avere sulle performance atletiche.

A farlo per primo è stato uno studio pubblicato sulla rivista Nutrients[i] e condiviso anche dall’Isic, l’Institute for scientific information on coffee, secondo cui assumere caffeina un’ora prima di fare esercizio per poi allenarsi  sulle note di una playlist ad alto ritmo e selezionata in autonomia può migliorare in modo significativo la potenza di picco, la potenza media e il lavoro totale durante un esercizio come il test di Wingate[ii].

Bere caffè con moderazione, come raccomandato dagli esperti dell’EFSA[iii], prima di una sessione di sport al ritmo della propria musica preferita, può essere quindi d’aiuto per massimizzare i benefici che sia questa bevanda sia una delle arti più amate possono dare, in particolare negli sport che prevedono esercizi anaerobici come il salto, la corsa e il sollevamento pesi, dove gli sforzi sono intensi ma di breve durata.

Se la musica, come sottolineato da numerose ricerche, ha il potere di migliorare l’umore[iv], aumentare la motivazione[v] e ridurre la percezione dello sforzo[vi] mentre si fa sport, il caffè non è certo da meno: assumere caffeina prima di dedicarsi all’attività fisica, infatti, può aiutare a migliorare l’energia, l’umore, i tempi di reazione e la memoria[vii] durante l’allenamento.

“Il caffè e la musica sono considerati due piaceri della vita, soprattutto da noi italiani, ed è interessante osservare come abbiano un effetto benefico quasi speculare sull’organismo durante le prestazioni sportive”, dichiara Michele Monzini, presidente di Consorzio promozione caffè, il Consorzio che da oltre 30 anni riunisce le principali aziende che producono e commercializzano le diverse tipologie di caffè oltre che i produttori di macchine professionali per l’horeca e fornitori di attrezzatura. “Il binomio caffè e sport rappresenta uno degli ambiti più analizzati dagli scienziati, a conferma del ruolo fondamentale della nutrizione nella routine degli atleti. Non c’è niente di meglio di dedicarsi allo sport con della buona musica nelle orecchie, dopo aver gustato una buona tazzina di caffè”.

Tra le bevande più studiate dagli scienziati, il caffè ha dato prova in numerosi studi della sua capacità di migliorare le performance sportive. Il merito è soprattutto della caffeina: il suo effetto antagonista sui recettori dell’adenosina, un neurotrasmettitore che regola il ritmo del sonno, riduce la percezione della stanchezza, stimolando il sistema nervoso centrale. In questo modo viene incentivato il rilascio di sostanze come la dopamina, nota anche come l’“ormone del benessere”, che attenua il senso di fatica, migliora l’umore, favorisce la concentrazione e la pianificazione dei movimenti[viii].

Per questo il caffè è considerato un vero e proprio elisir per gli atleti nelle attività motorie più diverse: oltre a contribuire a una buona idratazione[ix], può aiutare ad aumentare la resistenza nel ciclismo[x] e nel mezzofondo[xi], ma anche a migliorare il salto e lo sprint nel calcio[xii]. E per chi vuole un effetto potenziato… basta mettersi le cuffiette e schiacciare “play”.

Note

[i] Qiu, B.; Wang, Z.; Zhang, Y.; Cui, Y.; Diao, P.; Liu, K.; Del Coso, J.; Liu, C. Effects of Caffeine Intake Combined with Self-Selected Music During Warm-Up on Anaerobic Performance: A Randomized, Double-Blind, Crossover Study. Nutrients 2025, 17, 351. https://doi.org/10.3390/nu17020351

[ii] Lo studio, randomizzato in doppio cieco e crossover, ha analizzato le prestazioni di 24 uomini fisicamente attivi nel test anaerobico di Wingate in tre condizioni: nessun intervento, musica più placebo e musica più caffeina. La combinazione di musica con caffeina ha ulteriormente migliorato la potenza di picco e aumentato la potenza autopercepita rispetto alla sola musica. Mentre l’ascolto di musica autoselezionata durante il riscaldamento ha fornito benefici misurabili sulla prestazione di esercizio anaerobico, la combinazione di musica e caffeina ha dimostrato effetti additivi, rendendola la strategia ottimale per massimizzare la prestazione anaerobica.

[iii] Il consumo moderato di caffè può essere definito come 3–5 tazze al giorno, sulla base della Opinione Scientifica sulla sicurezza della caffeina dell’EFSA.

[iv] Zhang, S.; Yang, J.; Tao, X.; Du, L.; Li, X.; Lv, Y.; Hou, X.; Yu, L. Listening to Self-Selected Music during Warm-Up Improves Anaerobic Performance through Enhancement of the Excitability of the Cerebral Cortex. Appl. Sci. 2023, 13, 7180.

[v] Terry, P.C.; Karageorghis, C.I. Psychophysical effects of music in sport and exercise: An update on theory, research and application. In Proceedings of the 2006 Joint Conference of the Australian Psychological Society and New Zealand Psychological Society, Auckland, New Zealand, 26–30 September 2006; pp. 415–419.

[vi] Castañeda-Babarro, A.; Marqués-Jiménez, D.; Calleja-González, J.; Viribay, A.; León-Guereño, P.; Mielgo-Ayuso, J. Effect of Listening to Music on Wingate Anaerobic Test Performance. A Systematic Review and Meta-Analysis. Int. J. Environ. Res. Public Health 2020, 17, 4564.

[vii] Calvo J.L. et al. (2021) Caffeine and Cognitive Functions in Sports: A Systematic Review and Meta-Analysis. Nutrients, 13(3):868.

[viii] Daly, J.W.; Shi, D.; Nikodijevic, O.; Jacobson, K.A. The role of adenosine receptors in the central action of caffeine. Pharmacopsychoecologia 1994, 7, 201–213.

[ix] Killer S.C. et al. (2014) No Evidence of Dehydration with Moderate Daily Coffee Intake: A Counterbalanced Cross-Over Study in a Free-Living Population. PLoS ONE, 9(1): e84154.

[x] Clarke N.D. & Richardson D.L. (2020) Habitual caffeine consumption does not affect the ergogenicity of coffee ingestion during a 5km cycling time trial. Journal of Sports Nutrition and Exercise Metabolism, published online.

[xi] Whalley P.J. et al. (2019) The Effects of Different Forms of Caffeine Supplement on 5-km Running Performance. Int J Sports Physiol Perform, 1-5.

[xii] Mielgo-Ayuso J. et al. (2019) Caffeine Supplementation and Physical Performance, Muscle Damage and Perception of Fatigue in Soccer Players: A Systematic Review. Nutrients, 11(2):440.

Lavazza lancia Tales of Italy, 4 miscele e la ricerca Eumetra: 5 italiani su 10 fanno colazione fuori casa almeno una volta al mese

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Tales of Italy Lavazza (foto concessa)
Tales of Italy Lavazza (foto concessa)

MILANO – Il Training Center Lavazza insieme al pastry chef Fabrizio Fiorani, riscrivono la tradizione della colazione italiana: espresso e cappuccino protagonisti dell’evento “There’s a new breakfast in Town” per gustare le 4 miscele Tales of Italy, dedicate al mondo dei professionisti e certificate dall’Istituto espresso italiano (IEI). Appuntamento in via Alfredo Capellani 25 da Moebius a Milano, aperto eccezionalmente la mattina per la colazione (il locale che nel 2024 si è aggiudicato una Stella Michelin, è noto per la sua proposta serale).

Tanti altri hanno potuto seguire la presentazione in diretta streaming.

La colazione italiana, sì, ma con una veste rinnovata, addirittura si potrebbe definire evoluta per intercettare le nuove forme della caffetteria italiana.

Tales of Italy: il pairing per una colazione diversa dal solito

Tutto lo Stivale rappresentato nelle quattro referenze legate ad altrettanti capoluoghi italiani: Galleria (Milano), Canal Grande (Venezia), Trastevere (Roma) e Riviera di Chiaia (Napoli). Da nord a sud, Lavazza reinterpreta la tradizione e allo stesso tempo la eleva.

Nuove soluzioni si esprimono attraverso l’inserimento sapiente di una Robusta fermentata (processo che scompone gli zuccheri e sprigiona sapori e note esotiche), e della Cereja Apassita (la ciliegia di caffè maturata a lungo sulla pianta).

Disponibili in formati da 1 chilogrammo in grani e in capsule Lavazza Blue per un’estrazione singola e doppia.

Si entra nel dettaglio delle quattro nuove soluzioni Tales of Italy

Milano – Galleria: è l’espresso ispirato al quadrilatero del gusto. Lo spirito sofisticato di Milano in una miscela 100% Arabica. La miscela è arricchita dalla Cereja Apassita, una selezione di ciliegie di caffè lasciate maturare più a lungo sulla pianta. Questo processo dona alla miscela un profilo gustativo più complesso, caratterizzato da una dolcezza naturale e avvolgente.

– Area di gusto: Aromatica
– Miscela: 100% Arabica, selezionata da piantagioni montane in Centro America, Sud America e Africa, certificate Rainforest Alliance
– Note aromatiche: Miele, uvetta
– Tostatura: Chiara

Venezia – Canal Grande. Il gusto si veste in maschera, con una miscela che richiama il profumo delle caffetterie di Venezia, è l’espresso dal retrogusto rotondo che si ispira alle calli veneziane.

La Robusta fermentata scompone gli zuccheri del chicco grazie all’uso del lievito, sprigionando aromi esotici, note vinose e un retrogusto più rotondo e piacevole.

– Area di gusto: Bilanciato
. Miscela: 70% Arabica – 30% Robusta (lavata e fermentata). Arabica naturale del
Centro America, Robusta lavata da diverse parti dell’Asia e Robusta Fermentata
. Note aromatiche: Cioccolato, mandorla
. Tostatura: Media

Roma – Trastevere. La grande dolcezza: l’espresso dal gusto innovativo è ispirato al fascino della città Eterna, Roma.

La presenza della Robusta fermentata dona a questa miscela un retrogusto persistente con note esotiche e vinose, arricchendo l’esperienza sensoriale con una dolcezza intensa e profonda.

– Area di gusto: Bilanciato
– Miscela: 50% Arabica – 50% Robusta (lavata e fermentata). Robusta lavata proveniente dall’Asia, Robusta Fermentata e Arabica naturale provenienti dal Centro America
– Note aromatiche: Cioccolato, nocciola
– Tostatura: Media

Napoli – Riviera di Chiaia. Questa città e i suoi mille aromi: un gusto intenso come lo spirito partenopeo e una corposità che rievoca l’anima travolgente del Sud Italia nelle sue pause caffè.

Note di cioccolato fondente, spezie e caramello caratterizzano questa miscela, donando un corpo eccellente ed un retrogusto irresistibile

– Area di gusto: Intenso
– Miscela: 20% Arabica – 80% Robusta, dal Sud America e Asia
– Note aromatiche: Cioccolato fondente, spezie, caramello
– Tostatura: Scura

Tales of Italy: il lancio supportato dai dati

Frutto della collaborazione con l’Istituto di ricerca sociale e di marketing Eumetra, che si è tradotta in dati interessanti attorno a questo primo momento della giornata e il rapporto che con esso intrattengono oggi gli italiani nel fuori casa.

La ricerca Eumetra è stata svolta su un campione di 1800 persone, rappresentative della popolazione italiana (600 casi Italia; focus su Milano, Venezia, Roma, Napoli – 1200 interviste rappresentative della popolazione residente nelle aree cittadine (300 per città); nel periodo di rilevazione dal 18 febbraio al 3 marzo 2025.

Tra le principali evidenze emerge che la colazione è un’abitudine consolidata per gli italiani – a casa o fuori viene consumata dal 98% delle persone. Se guardiamo al fuori casa, 5 italiani su 10 fanno colazione fuori casa almeno una volta al mese; il 20% più volte a settimana.

I motivi? Il 66% degli italiani considera la colazione fuori casa un momento di piacere e socialità essenziale.

Tra le altre motivazioni spiccano il gusto del caffè al bar (24%), l’ampia scelta di cibi e bevande (24%) e il risparmio di tempo (19%). I bar sono il luogo prediletto (59%), seguito da pasticcerie e caffetterie (24%).

“I consumi fuori casa consentono di far vivere delle vere e proprie esperienze ai consumatori e, in questo, i brand del settore giocano un ruolo essenziale. Per questo Lavazza continua a credere e investire nella ricerca e nell’innovazione, che consentono lo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni; nell’attenzione costante alla qualità del prodotto, nel racconto valoriale e nella formazione che vengono offerti ai clienti; così come nella capacità di intercettare nuovi trend che permettono al canale Ho.Re.Ca di evolvere e crescere” – ha dichiarato Igor Nuzzi, Regional Director Italia & Iberia di Lavazza.

“In Lavazza crediamo fortemente nell’importanza di diffondere la ‘cultura del caffè’ e con il nostro Training Center, attivo dal 1989 che opera con 58 sedi nel mondo, valorizziamo la qualità, la storia, le origini e l’innovazione che ritroviamo in ogni tazzina di caffè” ha concluso Nuzzi.

Il Training Center Lavazza, guidato da Marcello Arcangeli – Lavazza Training Center Director – eroga ogni anno formazione ad oltre 30.000 clienti del canale nel mondo e divulga conoscenza in Italia a oltre 6.000 clienti.

L’indagine Eumetra evidenzia il caffè come il primo criterio di scelta del luogo dove fare colazione fuori casa (36%), in particolare a Roma e Napoli, dove la percentuale sale al 43% e al 47%.

Tra le bevande che si consumano abitualmente nella colazione fuori casa, al primo posto il cappuccino (34%), seguito dal caffè espresso (27%) – che è, invece, la bevanda preferita a Napoli con il 34% – e caffè macchiato (14%), che segna le maggiori preferenze a Venezia (18%).

La quasi totalità degli italiani accompagna le bevande ad una proposta food (95%) e, tra le scelte, stravince il dolce, con brioche o cornetto (76%), seguito da pasticceria fresca dolce (30%). Emerge anche una preferenza per i prodotti salati per il 14%.

“Se il 44% dei bar scelti a colazione si distingue per l’offerta caffè e food, come emerge dalla ricerca Eumetra, noi ci proponiamo come partner di qualità affiancando i nostri clienti (bar, pasticcerie e luoghi di consumo fuori casa) nel voler offrire un’esperienza unica e valoriale per il consumatore” ha aggiunto Marco Barbieri, Marketing Director Italia di Lavazza Group.

“Cultura del caffè, esperienze valoriali, innovazione, qualità: dall’unione di tutti questi elementi nasce, per Lavazza, l’esigenza di innovare le storiche miscele della caffetteria italiana rendendole più affini alla modernità. Tales of Italy è l’evoluzione del classico espresso italiano frutto del know how di Lavazza reinterpretato per dare un’offerta unica al consumatore, puntando all’eccellenza”, ha ribadito Marco Barbieri.

Fabrizio Fiorani e Lavazza uniti nella Unconventional breakfast: ingrediente speciale, Tales of Italy

In questo viaggio sensoriale nella patria dell’espresso, la partnership con il pastry chef ha valorizzato un nuovo modo di intendere la colazione made in Italy.

Attraverso 4 pairing ideati da Fabrizio Fiorani, dei dolci contemporanei riscrivono la storia della pasticceria tradizionale legata alle 4 città racchiuse in Tales of Italy.

Si inizia con “Il miglior risotto di Milano” per Galleria, poi con “Qualcuno ha detto Tiramisù per colazione?” per Canal Grande, “Il mio Maritozzo 2.0” per Trastevere e infine “Cosa direbbero a Napoli?” per Riviera di Chiaia.

Il miglior Risotto di Milano
Fabrizio Fiorani reinterpreta l’iconico piatto della tradizione milanese, il risotto, in chiave dolce abbinato a Ode a Milano, un cappuccino con la miscela Galleria in cui agrumi, canditi e frutta secca incontrano la crema pasticcera per una creazione in cui è racchiusa tutta l’anima del panettone milanese.

Qualcuno ha detto Tiramisù per colazione?
Fiorani reinterpreta l’iconico dolce della tradizione veneziana, il tiramisù, in chiave sorprendente ed inaspettata, rendendolo un dolce da colazione. In abbinamento Ode a Venezia, un cappuccino con la miscela Canal Grande in cui le meringhe mignon incontrano la crema pasticcera e la polvere di caffè. Una vera e propria ode a Venezia.

Il mio Maritozzo 2.0
Fiorani reinterpreta un dolce cult della pasticceria romana, il maritozzo, in chiave totalmente anticonvenzionale: la classica forma rotonda diventa infatti quadrata e viene abbinato a un espresso Trastevere dal carattere innovativo in cui le note di nocciola e cioccolato donano un retrogusto amabile per tutti i palati.

Cosa direbbero a Napoli?
Quale miglior dolce per celebrare la città partenopea? Fiorani reinterpreta la sfogliatella in cui il croccante lascia spazio alla cremosità. In abbinamento un espresso dal gusto intenso: Riviera di Chiaia in cui la corposità incontra le note di caramello e cioccolato.

Coffea stenophylla: uno studio dimostra le affinità chimiche con l’arabica che potrebbero farne il caffè del futuro

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La Coffea Stenophylla, con le caratteristiche drupe di colore nero, è una specie a rischio di estinzione © CRB Coffea, IRD-CIRAD

MILANO – Da qualche anno, la comunità scientifica e il mondo del caffè hanno riscoperto e rivalutato la Coffea stenophylla – specie endemica di Guinea, Sierra Leone e Costa d’Avorio – un tempo ampiamente diffusa e coltivata in Africa occidentale. La C. stenophylla sopporta temperature più alte rispetto alla C. arabica e alla stessa C. robusta e appare inoltre resistente alla siccità.

Tutte caratteristiche che potrebbero farla tornare in auge, nel processo di adattamento del settore del caffè al cambiamento climatico.

A riportare alla ribalta la C. stenophylla è stata la scoperta, nel 2018, di un’intera popolazione di questa specie botanica in una remota regione della Sierra Leone.

Sono seguite nuove ricerche e, soprattutto, i primi blind test del caffè preparato con i chicchi tostati, che hanno dato dei risultati decisamente interessanti.

La rivista scientifica Science of Food – in collaborazione con la Beijing Technology and Business University e con l’International Union of Food Science and Technology – ha pubblicato un nuovo studio metabolomico sulla C. stenophylla, volto ad analizzare le sue caratteristiche organolettiche – alcune delle quali simili a quelle della C. arabica – nonché la chimica del caffè di qualità.

La metabolomica è lo studio su larga scala dei metaboliti, ovvero dei prodotti delle reazioni cellulari, che si trovano in un sistema biologico.

Per svelare le basi chimiche dell’affinità organolettica delle due specie, i ricercatori hanno analizzato dei campioni di caffè verde utilizzando la cromatografia liquida-spettrometria di massa (LC–MS) e applicato l’approccio metabolomico per confrontare i due profili chimici.

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