giovedì 11 Aprile 2024
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Manuela Fensore, latte art da primo posto tricolore, ora verso i Mondiali di Copenhagen: “Accetto le sfide a braccia aperte, per principio”

Racconta la latte artist fuori classe: "Per una personalità come la mia le vittorie non sono un punto di arrivo, ma delle tappe di un percorso di miglioramento che non finisce mai"

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MILANO – Quando si ha la classe del campione, si vede: è il caso di Manuela Fensore, che dopo aver vinto il mondiale di latte art e aver allenato Carmen Clemente raggiungendo lo stesso traguardo, non è ancora stanca di mettersi in gioco. Ecco che per il 2024, si riparte con la vittoria nazionale e ora, di nuovo il livello si sposta su scala globale.

Fensore: terza volta campionessa italiana di latte art: ormai sembra quasi di poter dire che è più una sfida con se stessi più che con gli altri competitor?

“La sfida, in ogni disciplina, è sempre nei confronti di se stessi, i limiti sono fatti per essere superati. Per una personalità come la mia le vittorie non sono un punto di arrivo, ma delle tappe di un percorso di miglioramento che non finisce mai.

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I competitor sono uno stimolo in più e dei talenti in crescita con i quali misurarsi, mettendo in preventivo anche di vedersi superare, perché il tempo passa e la nostra disciplina si evolve continuamente.

In pochi anni, dal mio titolo nel 2019, i temi e la qualità dei disegni sono cambiati in una maniera impensabile.”

Come mai quest’anno è voluta tornare a gareggiare?

“È stato proprio per misurarmi, dopo anni, con questo nuovo mondo della Latte Art così stimolante e arrivato a livelli così alti.

Manuela Fensore nella delicata fase del Set up, ovvero la preparazione della postazione di gara (foto concessa)

Le sfide mi appassionano, chi mi conosce lo sa, ma non solo, sono sempre desiderosa di imparare: lo confesso, non vedevo l’ora di applicare queste nuove tecniche alla mia creatività e mettermi in gioco, rientrare nel vivo della disciplina.”

Il livello ormai raggiunto, parliamo di un mondiale vinto, può essere migliorato? Fensore, lei ha avuto ancora qualcosa su cui lavorare?

“Prima di tutto io devo lavorare su me stessa, sui miei limiti, sulle mie debolezze e sulle mie paure perché i campioni hanno paura come e forse anche di più dei ragazzi che calcano per la prima volta il palcoscenico.

Ritornare dopo un primo posto è una sfida decisamente impegnativa, alcuni non pensavano che lo avrei fatto… io invece lo avevo da subito nei miei programmi dopo Berlino. Ma poi gli anni del COVID con i Campionati fermi e una sfida completamente nuova come quella di allenare Carmen per i Mondiali del 2022, hanno rimandato il mio rientro.

Ovviamente sono felice perché anche Carmen ha potuto trionfare e portare l’Italia della Latte Art ancora una volta sul gradino più alto. Siamo orgogliose dei titoli del prestigioso circuito WCE, e ora la nostra Academy ha due Campionesse mondiali come trainer, anche questo un traguardo unico.

Tornando a me, ho continuamente qualcosa su cui lavorare, basta semplicemente tenere aperti i social, vedere una foto o una illustrazione che mi ispirano a tracciare la bozza di un nuovo disegno su carta… e via… lo devo assolutamente replicare in tazza!

Ci racconta le figure che hai portato in gara e quale è stata la più complessa per lei?

“Per la mia finale ho deciso di portare figure che mi rappresentano nello stile, tendente al realistico, che ho progettato in collaborazione con Carmen che è sempre vicino a me nella fase dello sviluppo creativo.

Manuela Fensore campionati 2024
Ecco alcuni dei disegni che sono valsi a Manuela Fensore il secondo titolo italiano di Latte Art

Il mio primo Free Pour rappresenta una giraffa che bruca la foglia di una palma.

Un pattern che ha nel realismo il suo punto di difficoltà, sia la giraffa che la palma sono molto dettagliate e somiglianti al vero.

Il mio secondo Free Pour rappresenta una volpe musicista che suona il sax.

Una tazza molto creativa in cui mi sono un po’ scatenata con la fantasia, ma che poi mi ha impegnato per la sua realizzazione: ho introdotto dei dettagli un po’ particolari come il disegno a mano libera del sax che ha un movimento tutto suo.

Il mio designer latte, infine, realizzato con la tecnica Hetching, ovvero con finiture a pennino, rappresenta un elefante che durante una passeggiata gioca con una mela.

In questa tazza ho abbinato elementi classici come le rosette, ad un’effetto pittorico dei dettagli con un tratto delicato che delinea la figura e il muso dell’elefante: un disegno estetico.”

Ora di nuovo i mondiali: posto che in pratica è come se non avessi mai smesso di allenarti, ma come prevedi di arrivare pronta a questa sfida? E qual è la tua opinione rispetto all’entrata in scena delle superautomatiche?

“Sicuramente affrontare un nuovo campionato del mondo sarà una grande sfida, con le sue avversità, ma il pensiero di rappresentare nuovamente l’Italia in questa disciplina mi dà molta forza e molta carica per poter dare il massimo… e forse ancor di più.

Manuela Fensore durante la finale Italiana (foto concessa)L’allenamento, vi garantisco che non basta mai: sicuramente mi attenderanno molte ore di allenamento per arrivare pronta ad affrontare una nuova sfida!

Per quanto riguarda l’entrata in scena delle super automatiche la cosa non mi spaventa, anzi non vedo l’ora di provarla!

Mi sento invogliata ad esplorare un nuovo modo di lavorare, sicuramente ci saranno degli aspetti che non vanno sottovalutati e alla fine imparerò qualcosa di nuovo, come piace a me.

Se posso dare un messaggio, è che non bisogna lasciarsi spaventare dai cambiamenti, ma bisogna uscire dalla comfort zone per tirare fuori il meglio di noi stessi. Non è detto che sarà difficile lavorare con una macchina super automatica, penso sia solo una questione di abitudine.

Anzi, su questo aspetto, penso che sia per noi un vantaggio e che ci consentirà di avere più tempo da dedicare ai giudici, allo speech e alla accoglienza, piuttosto che concentrarci molto sulla parte tecnica in fase di routine.

Concludo dicendo che qualsiasi sia la sfida, il mio stile è quello di accoglierla a braccia aperte, sempre e per principio.”

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