sabato 13 Aprile 2024
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L’India di CSC tra qualità e sostenibilità energetica con il biogas

Prosegue il viaggio in India di CSC - Caffè Speciali Certificati: nell’area sud-occidentale del Paese la compagnia BBTC - Bombay Burmah Trading Company – produce caffè pregiati, attenta alla qualità e al rispetto ambientale. È in fase di realizzazione un impianto a bioagas che produrrà l’energia necessaria alla lavorazione della piantagione

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MILANO –  La seconda tappa compiuta da Enrico Romano, titolare di C.B.C. di Roma e responsabile per CSC dei caffè indiani, Vittorio Barbera di Barbera 1870, Paola Goppion di Goppion Caffè e Andrea Matarangolo di Mondi Caffè ha preso il via con la piantagione di Fairland, nello stato di Karnataka (distretto di Kodagu), una realtà dell’area sud-occidentale del Paese.

Il caffè è prodotto da BBTC, nota per avere dato il proprio nome a una famosa varietà di arabica: la BBTC selection, tuttora molto usata in India.

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Il rapporto con il responsabile di allora, Mr. Mike Sanyal, molto orgoglioso dei suoi prodotti, ha preso il via 18 anni fa. Lo sforzo di CSC fu di convincerlo a preparare un caffè adatto alle sue esigenze: un impegno che ha dato ottimi frutti.

Oggi BBTC fornisce un caffè lavato che cresce all’ombra nella fitta giungla indiana tra i 900 e i 1070 metri e viene selezionato a mano due volte.

In bocca è piacevole, dal gusto delicato di cacao che persiste nel retrogusto. È ideale da unire ad altri lavati per realizzare una miscela espresso.

A pochi chilometri è prodotto nuovamente da Bombay Burmah Trading Company nella piantagione denominata Raigode, un robusta di qualità Parchment AB che cresce tra 850 e 950 metri: è lavato, essiccato al sole e si distingue per l’assoluta pulizia e la mancanza di difetti.

In tazza offre corpo pieno e ricco che insieme alla bassa acidità lo rende perfetto per un moderato impiego in miscela da espresso.

Alla cura del caffè si accompagnano anche quella per l’ambiente e il risparmio energetico. Così BBTC ha realizzato un impianto per la produzione di biogas dal residuo di lavorazione delle ciliegie di caffè, con cui oggi produce il 70% circa dell’energia necessaria al funzionamento dei macchinari e al fabbisogno della piantagione.

L’obiettivo è di arrivare al 100% nell’arco di tre anni: probabilmente sarà il primo impianto al mondo a impatto zero.

Ovviamente anche qui non manca la curiosità (peraltro già lanciata qualche anno fa in Thailandia): si tratta del Black Ivory (avorio nero).

I chicchi di caffè robusta contenuti nelle ciliegie mangiate dai pachidermi sono espulsi dopo la digestione e raccolti, ripuliti e tostati per realizzarne estrazioni.

A differenza del blasonato (lo merita davvero?) kopi luwak, non gode di altrettanto favore da parte del mercato.

Il mondo CSC

Le torrefazioni che aderiscono a CSC sono Barbera 1870 – Messina; Blaser Café – Berna (CH); Caffè Agust – Brescia; Mondicaffè C.T.&M. – Roma; DiniCaffè – Firenze; Goppion Caffè – Preganziol (TV); Le Piantagioni del Caffè – Livorno; Musetti Caffè – Pontenure (PC).

Dalla sua nascita nel 1996 lo scopo di CSC è promuovere la qualità e la cultura del caffè di pregio, facendo fronte comune nella realizzazione di un prodotto di qualità superiore certificata.

I torrefattori che vogliono avere la certezza di approvvigionarsi di un prodotto di qualità superiore possono associarsi a CSC, che non acquista direttamente, ma organizza ed effettua i controlli necessari per garantire i migliori caffè, mettendoli a disposizione degli associati.

INFO

www.caffespeciali.it – pagina Facebook Caffè Speciali Certificati – CSC

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