domenica 14 Aprile 2024
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Fallimento Brasilia: alla sbarra contumace Giampiero Rossi, per mezzo milione

In sostanza, per la procura di Pavia, l’amministratore della società che produceva macchine da caffè con uno dei marchi più prestigiosi a livello mondiale (al momento del fallimento contava 123 dipendenti) avrebbe attestato falsamente all’Inps di avere anticipato assegni familiari, maternità e malattie per i propri dipendenti, per poi ottenere il conguaglio degli importi sotto forma di riduzione dei contributi previdenziali

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PAVIA – Giampiero Rossi, già proprietario della Brasilia, l’azienda pavese produttrice di macchine professionali per l’espresso con sede a Retorbido (Pavia) e andata in bancarotta nel 2012, è scomparso ed è irreperibile. E, tra l’altro, Rossi si sarebbe portato via mezzo milione di euro di soldi pubblici. Una vicenda ancora poco chiara su cui sta indagando da tempo la magistratura di Pavia. Riprendiamo alcuni aspetti delle notizia dal sito laprovinciapavese.geolocal.it.

Giampiero Rossi alla sbarra in contumacia

Ora il tribunale di Pavia e la procura di Milano hanno stabilito che l’ex patron della Brasilia è irreperibile. Ma questo non ha fermato processi e inchieste a carico dell’industriale collegate al fallimento dell’azienda di Retorbido.

Giampiero Rossi, 64 anni, principale azionista della Brasilia, la società con stabilimento a Retorbido fallita nel 2012, è sotto indagine a Milano per bancarotta fraudolenta, mentre a Pavia è a giudizio davanti al collegio dei giudici presieduto da Luigi Riganti con l’accusa di avere percepito in maniera indebita quasi mezzo milione di euro di soldi pubblici.

I fatti

In sostanza, per la procura di Pavia, l’amministratore della società che produceva macchine professionali per l’espresso con un marchio noto in tutto il mondo – al momento del fallimento contava 123 dipendenti – avrebbe attestato falsamente all’Inps di avere anticipato assegni familiari, maternità e malattie per i propri dipendenti, per poi ottenere il conguaglio degli importi sotto forma di riduzione dei contributi previdenziali.

In questo processo Rossi è difeso dall’avvocato Massimo Adriatici, nominato d’ufficio perché all’imputato non è stato possibile notificare alcun atto giudiziario.

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