venerdì 03 Maggio 2024
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Ecco perché Howard Schultz vuole uscire dal mercato britannico

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MILANO – La notizia di una possibile uscita di Starbucks dal mercato Uk, trapelata la scorsa settimana, è stata un po’ uno shock. Va subito chiarito che uscita non significa abbandono o chiusura, bensì passaggio a un licenziatario di tutti i locali di proprietà, che costituiscono tuttora quasi un terzo delle oltre mille caffetterie a marchio Starbucks attive oltremanica.

Il management britannico ha smentito che sia stato avviato un formale processo di vendita. E ha ribadito il desiderio di rimanere presente nella regione.

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Ma fonti bene informate riferiscono che la catena di Seattle avrebbe dato mandato alla banca di investimento americana Houlihan Lokey di “esplorare le opzioni possibili per le sue attività in Regno Unito”.

Come osserva in un commento il Financial Times, quando Howard Schultz sbarcò, nel 1998, in terra britannico considerava questo mercato, allora in grande fermento, come una testa di ponte per l’espansione in tutta Europa.

A quasi 25 anni di distanza, lo stesso Schultz medita ora il ritiro da questo mercato, dove Starbucks, pur mantenendo una presenza forte, è surclassata dai padroni di casa di Costa Coffee.

E deve fare i conti inoltre con la concorrenza di altri marchi storici, come Caffè Nero e Pret A Manger.

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