lunedì 15 Aprile 2024
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Covid: per 8 italiani su 10 il caffè al bar e il pranzo al ristorante

Con quasi tutta lʼItalia che torna "gialla", il settore della ristorazione "si risveglia" dopo un 2020 che ha visto dimezzare il fatturato. Domenica di preparativi e pulizie nei ristoranti di tutta Italia che si preparano alla riapertura di lunedi. Dal primo febbraio, infatti, la gran parte delle regioni a cominciare dalla Lombardia diventerà zona gialla, con restrizioni anti-Covid minori rispetto alla zona arancione precedente

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MILANO – L’emergenza Covid è ben lungi dall’essere risolta. Soprattutto adesso che i vaccini sono in ritardo. Tuttavia da oggi l’80% degli italiani dovrebbe gustare l’espresso al bancone di un bar o dovrebbe poter pranzare al tavolo nei ristoranti situati in zona gialla. Per la sera si potrà ricorrere all’asporto presso i locali con la cucina aperta. E’ quanto emerge dall’analisi dell’associazione coltivatori diretti, in riferimento alla nuova classificazione delle Regioni con quasi tutta Italia che da lunedì primo febbraio tornerà “gialla”. Le riaperture di bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi rappresentano, sottolinea l’associazione degli agricoltori, “un’opportunità per il ritorno alla normalità di 47,8 milioni di italiani”.

Si tratta di “un’importante boccata di ossigeno per le attività di ristorazione, che si classificano tra quelle più duramente colpite dalle misure restrittive che hanno provocato un crack senza precedenti”.

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Nel 2020 il settore dimezza infatti il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro, secondo le stime Coldiretti su dati Ismea.

Ristorazione gialla e arancione – Nelle Regioni gialle, a minore criticità, le attività di ristorazione al tavolo sono consentite solo dalle 5 alle 18 con la possibilità della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 della ristorazione con asporto.

Nelle zone arancioni è invece consentita la sola la consegna a domicilio o l’asporto. Le limitazioni fino alle 18 per i bar riducono ulteriormente la sostenibilità economica per giustificare le aperture, tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate.

Le limitazioni alle attività di impresa, conclude la Coldiretti, “devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione. Ma serve anche una riflessione sulla possibilità di apertura serale dei ristoranti anche alla luce delle importanti misure di sicurezza adottata, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso”.

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