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Così illycaffè ridefinisce gli store prestando più attenzione al consumatore

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MILANO — “Il 2017? E’ stato un anno positivo. Abbiamo rispettato il nostro Piano”: così Massimiliano Pogliani, ceo di illycaffè da circa due anni, alla presentazione di Food match 2018 del Gruppo Food a Milano.

“Il 2017 è stato il mio primo esercizio intero in illycaffè – aggiunge il top manager – e sono soddisfatto. A dispetto della corsa al gigantismo avviata da alcuni player internazionali del caffè.  Due anni fa l’azienda ha deciso una gestione manageriale e questo è molto positivo. Ma, come succede in questi casi, ci vorranno non meno di 5-7 anni, se tutto va bene, prima che questo tipo di cultura pervada completamente l’azienda”.

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Anno di consolidamento

Cosa prevede il piano 2017 di illycaffè? Pogliani rinvia all’approvazione del bilancio in primavera. Tuttavia a  margine del World economic forum di Davos, Andrea Illy aveva dichiarato che “il 2017 è stato un anno di consolidamento, di trasformazione della governance. Abbiamo migliorato la struttura organizzativa, siamo tra l’altro tornati in termini nuovi alla pubblicità. Ora puntiamo su un’accelerazione».

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Poi Pogliani aggiunge: “Dimostriamo di poter andare avanti nella nostra nicchia dell’alta qualità. A dispetto della corsa al gigantismo avviata da alcuni player internazionali. In questa fase siamo impegnati nella ridefinizione dei nostri store. Ciò non significa necessariamente cambiamenti strutturali, ma approcciare il consumatore con prodotti e storie interessanti che lo fidelizzino”.

Poi il manager si sofferma anche sull’approccio poco social dell’azienda al suo arrivo: “Non sono un Millenial, non posso essere il più social in questa azienda”.

La frenatina del 2016

Il bilancio consolidato 2016 si era chiuso con ricavi per 460,4 milioni, in crescita del 5,3%, un Ebitda sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente, 65,3 milioni, e un utile netto di 16,6 milioni (16).

La posizione finanziaria netta risultava negativa per 121 milioni (-120,6 milioni) ma il rapporto debito/equity scendeva sotto l’unità, esattamente a 0,94 (pesano gli stock di caffè nei magazzini). Nel bilancio 2015 la crescita dei ricavi era stata di quasi il 12%.

Emanuele Scarci

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