giovedì 28 Marzo 2024
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«Il caffè non è cancerogeno: la scienza ha provato che sia anzi anti-tumore»

Smentita dalla scienza l'ultima dichiarazione sconcertante che ha colpito il caffè: la bevanda non è cancerogena come le sigarette

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Dalla Corte
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MILANO – Da giorni circola la notizia allarmante che ha visto il caffè complice di una malattia terribile: il cancro. Un’affermazione piuttosto grave, diffusa con una presunta valenza scientifica. Tuttavia, è nostro obbligo riportare un’altra evidenza in tal senso, che smentirebbe proprio il collegamento tra la bevanda e il tumore.

Caffè e salute: cosa dice la ricerca

Alessandra Tavani, epidemiologa, per tanti anni all’istituto Mario Negri di Milano, ha fatto parte nel maggio 2016 del working group dell’Iarc, l’agenzia indipendente per la ricerca sui tumori dell‘Oms. L’organizzazione che ha curato la monografia definitiva (almeno fino a nuove emergenze) sulla relazione tra caffè e cancro.

Spiega l’epidemiologa Alessandra Tavani

«Il caffè non è affatto cancerogeno. Per nessun sito anatomico».

Prima di questo studio c’erano dubbi?

«La precedente monografia degli anni Novanta segnalava possibili effetti cancerogeni per la vescica e le ovaie. Effetti esclusi».

Caffè scagionato

«Più che scagionato. Per alcuni tumori, come quello del fegato e dell’utero, il caffè risulta essere addirittura protettivo».

Continua la dottoressa. «Esistono alcune tossicità relative ad alcune categorie di persone che non metabolizzano la caffeina. 

Quindi non devono bere caffè le donne in gravidanza o in allattamento, i bambini fino all’adolescenza, gli ammalati di cirrosi epatica».

E che succede a chi non metabolizza la caffeina?

«Possono esserci effetti eccessivi su alcuni organi. Può aumentare la frequenza cardiaca, salire la pressione. Ma per poco tempo dopo l’assunzione».

Legami con l’infarto, con l’ictus?

«Esclusi. Fondamentalmente il caffè è una bevanda né tossica né benefica. Che va assunta per il piacere di farlo e in modica quantità. Ovvero dalle tre o quattro tazze al giorno. Ma poi dipende se si è dei metabolizzatori veloci o lenti della caffeina. Io sono lenta e ne devo bere meno».

L’acrilammide per gli americani

«È una sostanza prodotta in quantità minime durante il processo di Maillard, quello della tostatura. Ma gli americani sono così: demonizzano il caffè e poi si ingozzano di patatine fritte che di acrilammide nel contengono molto di più».

 

 

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