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BRASILE – Gain Report ha confermato la stima di 55,9 milioni di sacchi per il raccolto 2012/13. Le piogge e lo sciopero dei doganieri rallentano gli imbarchi durante i passati mesi estivi. I consumi superano i 20 milioni di sacchi avvicinandosi ulteriormente a quelli statunitensi

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MILANO – L’Ufficio Usa del commercio agricolo di San Paolo (Ato/São Paulo) del Brasile conferma la sua stima sul raccolto brasiliano appena concluso.

Secondo il report annuale redatto dall’analista agricolo Sergio Barros, la produzione 2012/13 è stata di 55,9 milioni di sacchi: 6,7 milioni in più (+13,6%) rispetto al raccolto precedente coincidente con un’annata negativa del ciclo biennale.

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La produzione di arabica si attesta a 40,2 milioni di sacchi

Con un incremento sull’anno del 15,8%. Ma cresce anche il raccolto di conillon, che raggiunge i 14,5 milioni di sacchi (+8,3%).

Le  forti precipitazioni hanno rallentato le operazioni di raccolta a giugno e luglio, con ripercussioni, per fortuna non gravi, sulla qualità del caffè. Secondo fonti dell’industria, circa la metà del nuovo raccolto è stata già collocata sul mercato.

Le cifre del minagricoltura americano sono tradizionalmente più elevate rispetto a quelle ufficiali diffuse dal governo brasiliano, ma in linea con le previsioni di numerosi analisti privati.

Ricordiamo che Conab ha stimato a settembre il raccolto 2012/13 nel volume record 50,48 milioni di sacchi.

L’Ibge (l’Istituto brasiliano di geografia e statistica, dipendente dal ministero dello sviluppo e della pianificazione territoriale) ha indicato a sua volta, sempre a settembre, un dato di 50,9 milioni di sacchi.

Le previsioni sul prossimo raccolto sono ancora premature

Secondo report diffusi dall’industria, la fioritura nelle principali aree di produzione è stata buona. Va comunque messo in conto il fisiologico calo ciclico legato all’affaticamento delle piante dopo un’annata da record.

L’ufficio di San Paolo stima l’export di caffè in tutte le forme 2012/13 in poco meno di 33 milioni di sacchi, in netta ripresa (+3,1 milioni di sacchi) rispetto al 2011/12, ma sempre inferiore al volume record di 35,04 milioni registrato nel 2010/11.

Gli imbarchi di caffè verde conterebbero per 29,6 milioni di sacchi e ad essi si aggiungerebbero vendite di solubile per 3,3 milioni. Marginale la quota del torrefatto.

Secondo i dati Cecafé, le esportazioni hanno raggiunto nel periodo luglio-settembre 2012 un volume di 6,94 milioni di sacchi, in flessione del 12,4% rispetto allo stesso periodo del 2011.

Il calo va imputato al già citato ritardo nelle operazioni di raccolta e prima lavorazione del caffè, dovuto al maltempo. Ma anche allo sciopero degli addetti alle dogane. Che ha intasato i magazzini portuali rallentando l’imbarco delle merci.

Gli analisti osservano inoltre che i produttori sono ben capitalizzati grazie ai guadagni consistenti conseguiti nel 2011, nonché ai finanziamenti e alle sovvenzioni pubbliche, e possono permettersi di commercializzare il nuovo raccolto con relativa calma attendendo gli sviluppi di prezzo più favorevoli.

Ma il report nota anche che i produttori appaiono poco propensi ad accumulare grandi quantità di scorte viste le difficoltà economiche in alcuni dei principali paesi consumatori mondiali.

L’Ato stima le scorte finali per l’anno di mercato 2012/13 in 4,54 milioni di sacchi: pressoché il doppio rispetto ai 2,28 milioni di fine 2011/12.

Gli stock Conab sono stimati in 1,62 milioni di sacchi; quelli Funcafé in 14mila sacchi soltanto.

L’indagine condotta la scorsa primavera da Conab quantificava gli stock in mano al settore privato . Quindi produttori, cooperative, esportatori, industria. Ebbene alla data del 31 marzo 2012 si trattava di 8,41 milioni di sacchi, in calo di 823.520 sacchi rispetto alla stessa data del 2011.

Consumi in ulteriore crescita

Crescono ancora i consumi interni destinati a superare quest’anno la soglia storica dei 20 milioni di sacchi. Basandosi sui dati dell’Abic (l’associazione brasiliana dell’industria del caffè9; l’Ato stima i consumi nell’anno di mercato 2012/13 (maggio-aprile) in 20,69 milioni di sacchi. Di cui 19,58 di torrefatto e 1,11 di solubile. Con un incremento sull’anno precedente del 3,5% circa, in linea con i trend di crescita recenti.

Nel 2011/12, i consumi sono stati di 19,98 milioni di sacchi. Per un dato pro capite di poco meno di 5kg, contro i 3,86 kg di 10 anni fa.

Abic prevede che i consumi complessivi di caffè raggiungeranno i 20,41 milioni di sacchi a fine anno solare 2012 e i 21 milioni nel 2013. Dati che avvicinano sempre più il Brasile agli Stati Uniti.

Il fatturato del settore si stima in 7,7 miliardi di reais (2,85 miliardi di euro). Il prezzo medio al dettaglio era pari, a luglio 2012, a 13,55 reais (5 euro), in crescita del 2% rispetto a dicembre 2011.

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