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Bialetti, il mito del caffè espresso all’estero

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di Massimo Moscati*
Tra i piccoli elettrodomestici italiani che piacciono all’estero, non possono non essere annoverate le macchine per il caffè, comparto simbolo dell’Italian way of life. Per questi prodotti, il mercato principale è la Germania, per un valore di 122.517 milioni di euro, seguita da Paesi Bassi, Russia, Francia e Spagna (fonte: Ice – agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).

Nei paesi d’esportazione, così come in Italia, le macchine che oggi vanno per la maggiore risultano essere quelle per il caffè porzionato, comparto in crescita anche grazie a un abbassamento dei prezzi.

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In Italia, il mercato delle macchine da caffè nella sua totalità ha ottenuto, tra marzo 2014 e febbraio 2015, un aumento del 15,5% a volume e del 7,2% a valore, rispetto al periodo marzo 2013 – febbraio 2014; mentre la Germania ha visto una crescita del 10,6% a volume e del 4,2% a valore (dati GfK).

Sull’evoluzione di questo mercato abbiamo intervistato Roberto Ranzoni (FOTO), marketing manager di Bialetti Industrie, la storica azienda italiana, che già negli anni ’50 esportava all’estero la sua Moka Express.

In generale, qual è l’andamento del comparto del caffè all’estero?
Da parte dei Paesi esteri, c’è da sempre attenzione al mondo e alla cultura del caffè italiano e di tutti i prodotti ad esso correlati. In questo scenario, le aziende produttrici hanno ampi margini di crescita, soprattutto in quei paesi in cui maggiore è la curiosità legata all’Italia e ai suoi prodotti caratteristici.

Qual è la penetrazione di Bialetti nei mercati oltre confine?
Bialetti Industrie opera principalmente nei mercati europei, in particolare in Germania e Francia, dove è presente anche un’importante sede commerciale. La presenza in Nord America è garantita dall’accordo strategico di partnership siglato nei primi mesi del 2014 con un importante distributore americano che prevede un contratto di licensing di 25 anni. Un prodotto su cui stiamo puntando molto è la nostra nuova macchina per espresso a sistema chiuso Cuore, che è in arrivo anche sui mercati di Taiwan, Giappone e Corea e più in generale in tutta l’area APAC (Asia e Pacifico).

In percentuale, quanto vale per Bialetti il fatturato Italia e quanto il fatturato estero?
Il fatturato Bialetti è rappresentato principalmente dall’Italia, seguita dall’Europa per il 23%, dal Nord America per il 3% e dal resto del mondo per il 4%. L’incremento maggiore è stato registrato proprio nel resto del mondo, in ragione della penetrazione sul mercato asiatico prima citata.

Oggi è diffusa molto l’idea che l’industria italiane debba puntare sull’export: è d’accordo con questa affermazione? Vale anche per il comparto del caffè?
L’esportazione è sicuramente un passaggio importante per la crescita e lo sviluppo di un’azienda, anche nel comparto del caffè. La nostra sfida è quella di investire in termini di innovazione e valore della marca, mantenendo quell’italianità che da sempre ci contraddistingue. Massima attenzione viene rivolta allo sviluppo dei prodotti che seguano e anticipino le esigenze dei consumatori all’estero e che siano capaci di adattarsi alle diverse abitudini in cucina. Nel settore delle macchine per espresso, ad esempio, l’adozione dei sistemi di erogazione automatici è una peculiarità che permette di soddisfare una clientela internazionale sempre più esigente in termini di praticità e funzionalità.

Intervista a cura di Simona Carletti.

 

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