venerdì 03 Maggio 2024
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Bar: il modello classico è meno frequentato, vengono premiati quelli innovativi

La tendenza, anche a Bergamo, è quella dei locali multitasking: panifici, pasticcerie, bar e ristoranti a mezzogiorno e sera con una diversificazione dell’offerta in grado di soddisfare una domanda quanto più ampia possibile

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Rispetto a un tempo, vengono apprezzati soprattutto i locali e i bar innovativi nella proposta e nell’arredo. Le persone tendono, però, a frequentare sempre di meno i bar tradizionali senza una diversificazione dell’offerta. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Donatella Tiraboschi per il quotidiano Il Corriere della Sera.

L’evoluzione del bar nel tempo

BERGAMO – Eravamo quattro amici al bar, cantava Gino Paoli nella ben nota canzone. Sì, ma che tipo di bar era e, soprattutto, è ancora in attività? Viene da chiederselo a fronte dei cambiamenti del terziario che seguono le tendenze e i fenomeni sociologici. Uno su tutti: “Oggi la gente frequenta meno i bar e molto di più i ristoranti“, osserva il direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini, riavvolgendo il nastro indietro di un quarto di secolo: si rifà al decreto Bersani del 1998 cui sono seguite altre vicende normative all’insegna di una liberalizzazione che ha accresciuto il numero di esercizi senza un aumento corrispondente della domanda.

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Il risultato? Un decennio di aperture a raffica di nuovi bar, se non che “adesso le abitudini dei consumatori sono cambiate e — ribadisce Fusini — al bar ci si va sempre meno, prediligendo invece il ristorante”.

La diversificazione dell’offerta

Anche questo è un grande fiume del cibo che scorre dove confluiscono un’infinità di rivoli. C’era una volta il cinese, regno indiscusso degli involtini primavera e del riso alla cantonese. Ora, invece, è “un’offerta tra le tante ormai, perché — prosegue il direttore dell’Ascom — stiamo assistendo all’affermarsi della ristorazione etnica in tutte le salse, dal giapponese al fusion al pokè, che rappresentano un must in particolare per le giovani generazioni. E ovviamente i consumi fanno il paio, anzi danno luogo al radicamento di un’imprenditoria straniera che è pronta a sfruttare questa tendenza”.

Pur con tutti i “se” e i “ma”, quello dei bar è un comparto che dopo le pene infernali della pandemia ha saputo risollevarsi, al netto di una desertificazione commerciale che colpisce i paesi più piccoli e le zone montane “dove un bar — osserva Fusini — rappresenta qualcosa di più di un semplice esercizio in cui andare a bere il caffè, ma diventa un elemento della socialità. Per questo sono attività che andrebbero sostenute con contributi pubblici”.
C’è poi il fattore “moda”, se così vogliamo chiamarlo, perché anche i pubblici esercizi funzionano se dotati di un appeal attrattivo capace di stare al passo con i tempi. La tendenza, anche a Bergamo, è quella di locali multitasking: panifici, pasticcerie, bar e ristoranti a mezzogiorno e sera con una diversificazione dell’offerta in grado di soddisfare una domanda quanto più ampia possibile.
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