domenica 24 Marzo 2024
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Aurora Thomo porterà l’arte al Sigep con The Golden Bean: 40.000 semi di caffè per un chicco alto 1 metro e 50

Racconta l'artista: "Sono felicissima del risultato. The Golden Bean, il chicco d’oro, rappresenta un mondo: un comune denominatore tra altri paesi e culture. Attorno ad esso, siamo tutti uniti. Vuole essere un incontro tra persone e storie differenti. Questo chicco è lo scambio di più nazioni."

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Dalla Corte
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MILANO – Non è proprio una novità vedere il caffè utilizzato come forma d’arte, ma è sempre unica l’esperienza che ciascun creativo fa rivivere alla bevanda nelle sue opere. Ci immergiamo questa volta, nell’immaginario creativo di Aurora Thomo, pittrice e scultrice che ha interpretato nella sua maniera originale il chicco. Per un amante del caffè e per gli appassionati d’arte, avere uno dei suoi pezzi dentro casa, non può far altro che risaltare la degustazione. Si sa: quello della tazzina è un rito che va oltre, crea e si nutre, di un’atmosfera completa.

Di origine albanese, arrivata in Italia con la famiglia a 11 anni e oggi abitante felice dell’Isola del Liri in provincia di Frosinone, il rapporto di Aurora Thomo con il caffè nasce da piccola, già a 5 anni, quando sua nonna glielo faceva bere di nascosto di pomeriggio diluito con l’acqua. Ha iniziato poi a lavorare dietro al bancone dove la passione del caffè la rapisce e la porta a formarsi. Ha seguito più corsi presso diverse torrefazioni e con Giuseppe Fiorini ha concluso un master di latte art, per poi lavorare per Manuel Caffè, torrefazione di Conegliano Veneto.

Ma nel frattempo, l’arte non l’ha mai lasciata. E anzi, caffè e creatività hanno continuato a correre insieme.

Aurora Thomo, perché e quando ha deciso di interpretare il caffè come ingrediente per le tue creazioni?

“Il motivo è semplice: la mia passione per la bevanda e per l’arte, mi ha portato naturalmente a volerle combinare insieme, cercando di creare qualcosa che le unisse nelle mie opere. Sono molto creativa e presto sono andata oltre la pittura, lavorando il caffè nelle sue varie forme.

Marylin dipinta col caffè

In genere uso l’espresso per il painting, la polvere di caffè lavorata con la colla vinilica, creando un composto che una volta asciutto diventa solido, per essere in seguito intagliato.
Si chiama tecnica di vetrificazione, la combinazione tra caffè e resina. Mentre i chicchi li assemblo per realizzare delle sculture.

Attualmente per esempio, mi sto concentrando su un progetto molto grande da portare al Sigep: un chicco gigante, un metro e 50 per 90, per 40, rivestito interamente da chicchi di caffè (oltre 40mila) selezionando due qualità di monorigini, una Arabica Brasile Alta Mogiana e una Robusta India Kapy Royal e nel solco del chicco ho posizionato la foglia d’oro zecchino 24 carati.”

Usa uno per un determinato materiale rispetto a un altro?

“Non c’è una modalità in particolare che preferisco. La cosa che mi dà più gioia è usare il caffè in qualsiasi sua forma. È lui il protagonista. Alcune mie opere d’arte profumano, soprattutto quelle che non contengono la resina. È un aroma che si respira appena qualcuno entra nel mio laboratorio.”

aurora thomo
Aurora Thomo con il quadro della vera moka made in Italy

Chi commissiona soprattutto i lavori di Aurora Thomo?
“Essendo un’artista creo opere d’arte che vengono commissionate e comprate da
collezionisti d’arte.”

Il mondo del e nel chicco

Aurora Thomo, quali sono le maggiori difficoltà nel lavorare con il caffè per l’arte?

“Innanzitutto la preparazione della tavola o della tela. Faccio quadri su dei multistrati che vengono stuccati, lavorati, rifiniti, con la cementite o l’acrilico: questo è un processo che richiede tempo. Il secondo step difficoltoso è quello di lavorare il caffè: essendo un acquerello, per realizzare le sfumature, ci sono tanti passaggi e bisogna attendere che asciughi ogni strato. In altre si deve macinare per fare un preparato da colare e di nuovo aspettare i tempi di asciugamento, per essere in seguito intagliato attraverso diverse
tecniche e rifinirlo con strumenti particolari. Per fortuna ho un laboratorio in cui mi rinchiudo dentro finché l’opera non è conclusa – scherza Aurora Thomo – in fondo questa è la mia principale attività.”

Ci racconta l’opera che ti ha richiesto il maggior lavoro e quello che invece ti ha dato maggiore soddisfazione?

Il chicco d’oro da un’altra prospettiva

The Golden Bean” è quella che mi ha dato maggior lavoro e soddisfazione. Oltre alla difficoltà della sua costruzione materiale, mi sto occupando anche della struttura che lo sostiene, ricreata scannerizzando l’opera in modo da costruire la base in plexiglass.

Anche per ricavare il solco in foglia d’oro zecchino 24 carati mi sono dovuta impegnare parecchio, in quanto si tratta di un processo particolare e la sua applicazione è composta da vari passaggi. Sono felicissima del risultato. The Golden Bean, il chicco d’oro, rappresenta un mondo: un comune denominatore tra altri paesi e culture. Attorno ad esso, siamo tutti uniti. Vuole essere un incontro tra persone e storie differenti. Questo chicco è lo scambio di più nazioni.

La foglia d’oro è scelta apposta, perché è l’anima del chicco, ovvero il punto che germoglia naturalmente. Ho previsto anche una custodia, che è stata realizzata con dei sacchi di juta della stessa tipologia dal caffè che ho utilizzato, per garantirne un trasporto sicuro.

La custodia protettiva

Mentre ci racconta un po’ la genesi e come hai modificato con il caffè della moka, le Nike di Simone Aquilia?

Il modello 3d della scarpa Nike

“Nell’opera “La scarpa di Simone” ho ricreato il modello in 3d, in polistirolo lavorato strato dopo strato per riprodurne la forma e i suoi dettagli fedelmente. Poi l’ho dipinta con il caffè per evidenziare il contrasto delle ombre. Infine, ho inserito al suo interno dei ritagli dei sacchi di juta, aggiungendo poi i lacci e i chicchi di caffè lavorati in oro.

Aurora Thomo vuole concludere con un messaggio positivo: “se puoi sognarlo puoi farlo” una frase che mi accompagna in tutto il mio percorso artistico. Quando si ha una passione bisogna portarla avanti e provarci sempre. Nonostante le critiche.”

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