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giovedì 14 Novembre 2024
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Ernesto Piloni su Venditalia 2024: “L’obiettivo è superare i 20mila visitatori del 2022, con il 34% degli espositori esteri”

Il presidente: “Sicuramente sono da seguire le diverse convention e i summit che tratteranno temi di attualità e piuttosto ricorrenti. Ad esempio la digitalizzazione nella distribuzione automatica oggi è un aspetto più che mai seguito, insieme a quello dei collegamenti per i pagamenti digitali e per la gestione del parco macchine espresso."

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MILANO – Ernesto Piloni, presidente Venditalia fa una panoramica alle porte dell’edizione del 2024, stavolta all’interno dell’ampia cornice di Rho Fiera Milano: la vetrina della distribuzione automatica a livello internazionale è pronta ad accogliere gli operatori mostrando i nuovi trend e possibilità di mercato.

Piloni, la scorsa edizione si è conclusa con 20mila visitatori: quali sono le stime per Venditalia 2024?

“Innanzitutto ci siamo posti l’obiettivo di performare al meglio. I 20mila visitatori del 2022 sono stati un evento storico e quindi vogliamo almeno replicare questo numero se non addirittura superarlo, dato che questa volta ci troviamo a Rho Fiera Milano.

Con questa manifestazione ci confermiamo sempre di più leader, dopo un anno dispari dove si è svolta anche l’altra fiera Vending Parigi che si è dimostrata performante per una prima edizione che abbiamo ereditato da una situazione più complicata e che abbiamo saputo risollevare in collaborazione con l’Associazione di settore francese NAVSA”.

Nel programma serrato della fiera, quali sono gli spunti più interessanti da segnare in agenda per chi visiterà gli stand?

“Sicuramente sono da seguire le diverse convention e i summit che tratteranno temi di attualità e piuttosto ricorrenti. Ad esempio la digitalizzazione nella distribuzione automatica oggi è un aspetto più che mai seguito, insieme a quello dei collegamenti per i pagamenti digitali e per la gestione del parco macchine espresso.

Tutta la filiera del vending si sta dedicando alla telemetria, a partire dal gestore che può contare sui dati di vendita, al produttore di macchine che può renderle innovative: tutto questo dà la possibilità di generare dei big data sui consumi e sugli orari di vendita.

Rappresentiamo un settore strategico per la raccolta di informazioni perché ci troviamo in diversi ambiti, nel pubblico, negli uffici, negli ospedali e raggiungiamo un gran numero di utenti.”

Quest’anno Venditalia torna a Rho Fiera: gli spazi espositivi sono aumentati come previsto e con forte attenzione dedicata ai foreign countries?

“In questa edizione del 2024 abbiamo dato molto spazio ai paesi stranieri, con il 34% di espositori esteri (principalmente dall’Europa e dall’Asia) e più di 300 espositori, da 32 paesi. Pensiamo che soltanto quattro edizioni fa, lo stesso dato era al di sotto del 20%.

Nei mercati asiatici, il vending è leader in Giappone e anche la Cina sta facendo passi da gigante. Questi Paesi sono interessanti anche per i produttori di vending machine in termini di tecnologia: tutti i sistemi touch arrivano ad esempio dall’Asia. Ma la componente qualità-caffè resta europea e italiana, anche se la Cina sta diventando un coffee country e per questo puntiamo ad un export made in Italy.”

Il caffè che ruolo avrà a Venditalia? E la sostenibilità?

“Il caffè è il principe della distribuzione italiana. È l’articolo più venduto, rappresenta la quotidianità degli italiani soprattutto in determinate fasce orarie (ci sono dei picchi la mattina e il dopo pranzo in particolare).

Per quanto riguarda la sostenibilità, stiamo monitorando la carbon foot print di Venditalia per confrontarla con le edizioni precedenti e fare meglio nelle prossime attraverso un progetto portato avanti con la stessa Fiera Milano e l’obiettivo di avvicinarci al carbon neutral il prima possibile.

Come ci stiamo riuscendo? Riducendo la quantità di moquette e aumentando i corridoi, con spazi preallestiti con materiale riciclato e la richiesta agli espositori di mantenere gli stessi stand e non crearne di nuovi.

Sempre sull’aspetto green, i distributori automatici si stanno evolvendo verso l’energy saving, nell’uso di nuovi materiali come le plastiche riciclate per la loro produzione, la riduzione di metalli, la scoperta di nuovi gas per la refrigerazione e di nuove tecnologie per l’abbattimento dei consumi energetici”.

L’Italia ha la più ampia rete distributiva alimentare automatica d’Europa con oltre 830 mila vending machine installate, ma di queste, quante sono smart e quante permettono una maggiore qualità in tazza?

“La qualità in tazza per i distributori in Italia è sempre stato un must. Il cliente italiano è attento a un’estrazione di un certo livello. Per quanto riguarda il fattore smart, il parco macchine di oggi corrisponde a meno del 10%. Il 15% è dotato di telemetria e il 30% è già attrezzato per i pagamenti digitali. Vorremmo ampliare questa percentuale raggiungendo il 60-70%.

Se dovessimo imparare qualcosa dal mercato asiatico, sarebbe sul piano dei pagamenti digitali, estremamente comuni tra gli utenti asiatici e che in Italia ancora dobbiamo riuscire ad inserire come tecnologia che chiaramente rappresenta un costo per il gestore e che invece – e Venditalia sarà proprio una delle occasioni per scoprire quanto si possa puntare su questi device – portano a registrare un aumento di vendite.”

E a proposito del caffè: molte aziende produttrici di macchine vending hanno iniziato a proporre anche macchine superautomatiche. Come vede questa evoluzione del vending?

“E’ un’evoluzione già in corso, iniziata parecchi anni fa in tutta Europa, con la Germania come capostipite del coffee corner fornito di macchine superautomatiche. Ultimamente abbiamo riscontrato un avvicinamento anche da parte dell’Italia, perché negli uffici di rappresentanza è gradito avere un angolo di questo genere, dotato di attrezzature che permettono estrazioni di qualità.

Venditalia sarà un promotore anche di questo nuovo servizio. I vantaggi consistono nel poter contare su una tecnologia diversa e sul dare la possibilità di preparare bevande più personalizzate durante un momento di consumo più self made e più conviviale.

Non consiste in un estremo salto in termini di qualità, perché si consideri che già il 99% dei distributori in Italia preparano il caffè dai grani, solo in Francia il solubile è un’abitudine ancora fortemente consolidata e che più in generale nel mondo riscuote molto successo.”

Quanto costa in media ancora oggi il caffè alle vending machine in Italia? Abbiamo raggiunto il gap con il resto d’Europa?

“Siamo purtroppo stabili ancora su dei prezzi bassissimi. Il benchmark si aggira intorno ai 40-50 centesimi, ed è insostenibile. Bisogna quindi far comprendere al consumatore finale che la vending machine è una macchina complessa che dà qualità.

La percezione del caffè ai distributori automatici è ancora da migliorare, ma qualcosa si sta muovendo. Sono scesi in campo grandi brand che coinvolgono il consumatore finale su una tazza di qualità.

Il comparto deve continuare d’altro canto a comunicare attraverso la proposta di attrezzature nuove, la presenza sul punto, l’assistenza tecnica, l’approvvigionamento, le certificazioni. Ricordando sempre che il vero punto di forza dell’espresso è la convivialità, soprattutto in Italia dove si è abituati a condividerlo al bancone del bar.

L’operatore del vending potrebbe meglio valorizzare tutto ciò che fa rispetto ad un settore complesso che cerca di distribuire e somministrare qualità. Sicuramente lo sforzo congiunto di tutta la squadra, tra Associazioni, operatori e aziende coinvolte, porterà ad un risultato che determinerà l’aumento dei prezzi di vendita.”

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