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lunedì 05 Maggio 2025
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Istituti alberghieri, il caso del Velso Mucci di Bra: “Obiettivo dei fondi del PNRR, stimolare i ragazzi ad una crescita professionale”

Il docente: "Grazie all’effettuazione degli stage il divario fra formazione scolastica e mondo del lavoro si è leggermente assottigliato; resta comunque il fatto che molti ristoratori considerano il periodo di alternanza come uno “sfruttamento”, pretendendo dai ragazzi una professionalità che ancora deve essere sviluppata con l’esperienza in campo e magari con un trattamento economico, per lo meno simbolico, come riconoscimento"

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⁠MILANO – Il mondo degli istituti alberghieri rappresenta il futuro di un settore in crisi e per questo anche proiettato all’evoluzione: i professionisti del domani trovano le loro radici tra i banchi di scuola, realtà che però spesso purtroppo non sono al passo coi tempi. Su queste pagine, un esempio virtuoso raccontato dal docente Alessandro Fenu, quello dell’⁠Istituto Velso Mucci di Bra.

Suddiviso in più settori (grafico e comunicazione, moda, tecnico agrario e caseario, enogastronomia e ospitalità alberghiera). L’indirizzo alberghiero di Bra nasce però nell’anno scolastico 1999-2000. Gli studenti iscritti in totale sono intorno ai 700, di cui circa 400 presso l’indirizzo di enogastronomia.

Fenu: “La maggior parte dei ragazzi porta a termine gli studi e ha la possibilità di trovare impiego subito, peccato che questa opportunità venga recepita poco, soprattutto dopo il periodo del Covid che ha influito notevolmente sulla loro voglia di mettersi in gioco; a questo si aggiunge anche il fatto che molti ristoratori continuino a “sfruttare“ i ragazzi demotivandoli. Altro aspetto negativo è la troppa presenza dei genitori che non lasciano che i propri figli facciano le loro esperienze, positive e/o negative.”

Formazione negli Istituti alberghieri: quali sono le maggiori problematiche che voi come scuole vi ritrovate ad affrontare?

“Scarsa motivazione degli alunni, poche risorse economiche e attrezzature adeguate, troppa burocrazia richiesta. La scarsa motivazione è un fenomeno altamente diffuso, quindi non specifico al settore in oggetto. Certo, la burocrazia rallenta di molto l’acquisto delle attrezzature e la disponibilità di accesso ai laboratori. La possibilità di fare esperienza sul campo esiste in maniera notevole, peccato non sia cosi recepita dai ragazzi.

Noi siamo riusciti a smuovere un po’ le cose, utilizzando i fondi del PNRR.”

La caffetteria è un ambito attraente per i vostri studenti o sono più propensi verso la ristorazione e la pasticceria che sono più presenti in tv?

“Anche nell’ambito ristorativo i ragazzi hanno l’opportunità di partecipare a lezioni che includono la caffetteria. La nostra scuola rimane comunque in linea con gli altri istituti alberghieri, poiché l’utenza si divide abbastanza equamente fra i corsi di cucina e di sala.”

Corsi di latte art: come mai non ce ne sono negli istituti alberghieri e voi come vi siete posti voi?

“Il problema principale nei vari istituti alberghieri è la mancanza di risorse economiche e questo porta a non investire nella formazione specifica e di settore. Nel nostro caso grazie alla conoscenza personale di un esperto nel mondo della caffetteria e latte art, Signor Andrea Bellisai, e nella disponibilità dei fondi PNRR, abbiamo avuto questa grande opportunità che è stata apprezzatissima sia da parte degli allievi che da noi docenti.”

Quanto c’è ancora di distanza tra il mondo della formazione alberghiera e quello del lavoro vero e proprio? Le aziende collaborano e voi avete stretto partnership per favorire l’ingresso dei ragazzi?

“Grazie all’effettuazione degli stage il divario fra formazione scolastica e mondo del lavoro si è leggermente assottigliato; resta comunque il fatto che molti ristoratori considerano il periodo di alternanza come uno “sfruttamento”, pretendendo dai ragazzi una professionalità che ancora deve essere sviluppata con l’esperienza in campo e magari con un trattamento economico, per lo meno simbolico, come riconoscimento; questo porta ad una demotivazione nell’allievo e ad un conseguente rifiuto della professione stessa.”

Aggiornamento continuo: non solo gli studenti, ma gli stessi docenti dovrebbero stare sempre al passo delle evoluzioni di mercato. I vostri professori sono formati adeguatamente?

“Ultimamente grazie ai fondi PNRR la formazione dei docenti è andata crescendo, anche se dovrebbe essere più mirata alla materia di indirizzo e non solo su corsi basati sull’ intelligenza artificiale. Esistono infatti, grazie al PNRR molti corsi sull’utilizzo dell’AI, che tuttavia non sono attuabili nel nostro settore in quanto lavoro fatto per lo più di presenza sul campo, manualità e contatto con la clientela.”

Siete ricettivi anche rispetto alle possibili competizioni per i ragazzi, come può essere Maestri dell’Espresso Junior?

“Noi come docenti siamo favorevoli alle varie opportunità e competizioni che si presentano, però molto spesso manca la disponibilità dei ragazzi ed il tempo da dedicare alla preparazione di queste iniziative.

La nostra rimane comunque una realtà ed un’opportunità notevole per l’utenza, anche perché abbiamo la fortuna di trovarci in una zona turistica, quindi vocata all’enogastronomia; i nostri ragazzi hanno l’opportunità di lavorare in aziende stellate e non, quindi di poter essere inseriti in contesti lavorativi acquisendo conoscenze e competenze professionali; ciò non toglie che esista sempre un margine di miglioramento e crescita.”

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