venerdì 12 Aprile 2024
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Superpotere del caffè: modifica la percezione del tempo al solo pensiero

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MILANO – Per chi ancora avesse qualche scetticismo rispetto agli effetti positivi per l’organismo del caffè, adesso c’è un’ulteriore prova scientifica a favore della tazzina. A quanto pare, la caffeina ha un superpotere interessante, che agisce direttamente sul nostro cervello, modificandone il pensiero e la percezione del tempo. Lo dicono gli studiosi dell’University di Toronto. Ecco i dettagli dal sito scienze-fanpage.it.

Superpotere del caffè: basta anche solo immaginarlo

I ricercatori hanno analizzato gli effetti fisici del caffè sulle persone. A livello psicologico, il quesito di partenza è stato: ‘cosa succede nel cervello delle persone che pensano al caffè?’. Prima di rispondere a questa domanda, facciamo chiarezza su alcuni aspetto fondamentali di questo studio.

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Priming e arousal

La ricerca si è basata su due concetti fondamentali della psicologia, il priming, cioè le reazioni che abbiamo in seguito all’esposizione ad uno stimolo, e l’arousal. Cioè l’attivazione di alcune aree del cervello che passa dunque ad uno stato di allerta e attenzione. L’arousal varia in base a molte cose, come ad esempio le emozioni, i neurotrasmettitore nel cervello o le bevande che contengono caffeina.

Lo studio

Gli esperti hanno realizzato quattro diversi studi che hanno preso in analisi diversi partecipanti provenienti da culture orientali e occidentali. Dai test effettuati, è emerso che coloro che pensavano al caffè percepivano il tempo più corto e avevano pensieri più concreti e precisi.

“Le persone che sperimentano l’arousal a livello fisiologico, quindi attraverso il priming e non bevendo il caffè, vedono il mondo in termini più specifici e dettagliati”. Così spiegano gli esperti.

Diverso è nelle culture orientali

Gli esperti sottolineano però che lo stesso effetto non è riscontrabile nelle persone che culturalmente non bevono tanto caffè come da noi in occidente. Lo studio, intitolato ‘Coffee cues elevate arousal and reduce level of construal’, è stato pubblicato su Consciousness and Cognition.

 

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