venerdì 12 Aprile 2024
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Slow: il modo di degustare il caffè e il vino. Si punta su terroirs e crus

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MILANO – Caffè speciali di crus esclusivi, da degustare in modalità slow. Come nella migliore tradizione vinicola.

Slow: il lento piacere del caffè

Slow, una maniera contemplativa di bere l’Espresso, un po’ come si fa col vino. Anche l’Ansa, la maggiore agenzia di informazione italiana, si occupa di specialty coffee. Descrive il fenomeno (a dire il vero un po’ sommariamente) e sentendo le opinioni di due responsabili di un locale romano “à la page”.

La notizia è stata ripresa da decine di quotidiani e siti nazionali trovando notevole risonanza.

Il settore del caffè è slow

Il mondo del caffè sta cambiando: i tempi di preparazione e degustazione non sono più “espresso” ma lenti e meditativi. La “cremina” non è più un parametro indicativo di una buona tazzina al bar.

Lo diventano invece, un po’ come il vino, le buone pratiche agricole, la qualità dei terreni coltivati. La raccolta e la selezione manuale dei chicchi che ora vengono macinati in diretta al bancone della caffetteria.

Sono questi gli ingredienti top dello “specialty coffee”. Ultima tendenza approdata in Italia e nata nei locali monoprodotto a tutta caffeina nel Regno Unito e Germania.

In Italia si può gustare in una decina di locali

In questi locali, una decina circa in Italia, si celebrano l’artigianalità della produzione e la capacità di narrazione del barman. L’operatore che non ha più una macchina a leva ma ad estrazione.

“La bontà non è più un colpo di fortuna ma una scienza che è l’arte dell’estrarre. – sottolinea Dario Fociani de ‘Il Faro‘ a Roma – che permette di sentire più il frutto e meno la tostatura che comunque è più delicata.

Per questo consigliamo di non aggiungere zucchero.

“Vogliamo restituire l’anima al caffè”

Qui non facciamo né ristretti né lunghi; vogliamo creare un caffè diverso. Restituire l’anima a questa bevanda. Il caffè è una pianta e come tale va pensata.

Va quindi seguita la stagionalità e la geografia dei raccolti.

Ogni piantagione ha una sua peculiare e caratteristica lavorazione. Serve a conferire un sapore particolare, creando, così, una vasta scala di gusti diversi l’uno dall’altro.

“In un mercato ormai globalizzato – conclude Arturo Felicetta – è l’elemento umano, dai campi al bancone del bar, ciò che permette di distinguersi attraverso caffè specialty. Certificati e raccolti a mano seguendo criteri di qualità, sostenibilità e tracciabilità del prodotto”.

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