venerdì 03 Maggio 2024
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Scientific Report conferma il caffè come una bevanda benefica

Il caffè si conferma ancora una volta una bevanda dai tanti benefici. Lo conferma un recente studio di scientific report

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MILANO –  L’opinione comune vuole che il caffè sia un valido aiuto per il nostro benessere, oltre che un piacere per il palato. Ma i suoi “effetti benefici” sono presunti o effettivi? La nuova ricerca “Acute doses of caffeine shift nervous system cell expression profiles toward promotion of neuronal projection growth, pubblicata su Scientific Report, ha analizzato l’effetto della caffeina sui neuroni.

Scientific Report fa chiarezza sul consumo di caffeina

In particolare, lo studio ha evidenziato che la caffeina promuove le connessioni neuronali; fornendo ulteriori informazioni sul meccanismo d’azione della sostanza sulla memoria e sulla cognizione.

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La forza della caffeina

La ricerca, pubblicata su Scientific Report, rappresenta un’esplorazione dei processi cellulari. Questi, possono aiutare a spiegare i molteplici effetti fisiologici della caffeina.

Ad esempio l’aumento della vigilanza e la capacità potenziale di ridurre il rischio di malattie neurodegenerative.

La caffeina nel caffè è una delle sostanze psicoattive più diffuse al mondo

– Sappiamo però relativamente poco su come influisce sui neuroni e sulle loro funzioni cellulari. – ha dichiarato così il professor Juha Kere dell’Istituto svedese Karolinska.

Saperne di più su come influenza il nostro organismo, potrebbe aiutare a spiegare perché il caffè e la caffeina sembrano ridurre il rischio di alcune malattie. Così come possono migliorare la memoria e la cognizione.

Il caffè, un rito che scandisce le giornate di milioni d’italiani

Tanto da muovere circa 1,2 miliardi di euro nei canali Gdo e discount, potrebbe dunque essere un reale alleato nella ricerca del benessere.

Lo studio sul caffè pubblicato su Scientific Report

In particolare, un team di ricercatori provenienti da Svezia, Finlandia, Regno Unito e Giappone ha condotto lo studio sulla caffeina.

Ha quindi analizzato la perturbazione dei cambiamenti di espressione genica causata dalla caffeina. In un modello di cellule neuronali umane.

I ricercatori hanno poi stimolato i neuroni con livelli di consumo normali di caffeina (3 μM e 10 μM) per periodi di 1, 3 e 9 ore.

L’esperimento ha rivelato che la caffeina ha incrementato alcuni processi neuronali detti “upregulation”. Mentre ne ha ridotti altri (“downregulation”). I primi sono dei processi che incrementano il segnale a una cellula, i secondi lo riducono.

La caffeina, dunque, ridurrebbe i processi del sistema immunitario

Inoltre, potenzierebbe i processi di sviluppo della proiezione neuronale, che sono legati alla memoria e ad altre connettività neuronali. La nostra ricerca – continua il Professor Kere – dimostra che l’inibizione della connettività neuronale è ridotta dal normale livello di caffeina. Per livelli simili a quello che potreste bere in un giorno.

Questo potrebbe aiutare a comprendere in parte perché è stato ipotizzato che il caffè possa migliorare la memoria e proteggere contro la perdita della stessa negli anziani.

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