venerdì 12 Aprile 2024
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Russia il caffè già alle stelle Brasile in ripresa e da oggi Sca Expo ritorna a Boston

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MILANO – Guerra e sanzioni cominciano a incidere pesantemente in Russia sull’industria del caffè, in particolare sul segmento dell’alta qualità. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, il prezzo della tazza di caffè di arabica pregiati è lievitato infatti del 60% raggiungendo i 400 rubli (4,4 euro), stando a quanto riferisce un report di Coffee Intelligence.

Un rincaro insostenibile per il consumatore medio, già alle prese con un’impennata dell’inflazione che rende la vita sempre più costosa.

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A pagare le conseguenze sono soprattutto i torrefattori specialty, sempre più in difficoltà nell’approvvigionamento del caffè verde oltre che nel sostenimento delle spese di gestione.

“Per molti anni, gli importatori in Russia hanno avuto un ruolo molto importante nel finanziare la crescita del mercato specialty” dichiara un torrefattore intervistato nel report.

“In Russia, per le piccole imprese, è molto difficile ottenere delle linee di credito, per cui erano gli importatori a fornirle. I torrefattori pagavano solitamente il caffè importato a 30 giorni. Ora non più. Solo pagamento anticipato o alla consegna.”

Una mazzata che rischia di rivelarsi fatale, per un settore che si stava appena risollevando dagli effetti del Covid.

“Dopo cinque-sei anni di crescita accelerata, anche se molto fragile, ora rischiamo di finire sul lastrico” conclude il torrefattore citato da Coffee Intelligence.

Torna Specialty Coffee Expo, la manifestazione fieristica di cartello targata Sca per il nord America, in programma dall’8 al 10 aprile al Boston Convention & Exhibition Center. Ieri e l’altro ieri (6 e 7 aprile) si è svolto invece, all’interno dell’adiacente Westin Boston Seaport, il simposio Re:co, finalmente in presenza dopo due edizioni virtuali.

Evento clou per l’industria di oltreoceano, l’Expo raccoglie l’eredita delle storiche convention della Scaa (Specialty Coffee Association of America), che sin dagli anni ottanta hanno accompagnato la nascita e la crescita del fenomeno specialty in terra americana.

Sono attesi oltre 400 espositori in rappresentanza dell’intera filiera del caffè di alta qualità. Molto nutrita, come sempre, la rappresentanza delle aziende italiane del settore.

In ripresa il comparto brasiliano. Secondo l’Associazione dell’industria del caffè (Abic), i consumi interni del Brasile sono cresciuti, tra novembre 2020 e ottobre 2021, dell’1,7% raggiungendo i 21,5 milioni di sacchi.

Un dato ancora più significativo se si considera la crisi economica che ha colpito molti settori a causa della pandemia.

Il dato pro capite si attesta a 6,06 kg corrispettivo caffè verde all’anno. Guardando ai canali di commercializzazione prevale il piccolo dettaglio (16%) seguito da supermercati e ipermercati (49%) e hard discount (35%).

Notevole la resilienza del settore, che ha dovuto fare i conti con un’impennata generalizzata dei costi. Secondo uno studio della stessa Abic, tra dicembre 2020 e dicembre 2021, il costo della materia prima è cresciuto mediamente del 155%.

La media ponderata dei costi di confezionamento, energia, combustibili e del lavoro è lievitata, a sua volta, del 107,3%.

Questi rincari generalizzati hanno portato a un ritocco dei listini che è stato, in media, del 52%.

Abic ha anche realizzato un’indagine dei consumatori brasiliani dividendoli, per l’occasione, in tre grandi categorie: consumatori medi, appassionati e specialisti.

  • Nel primo gruppo, il 38% beve caffè la mattina e la sera, il 23% 3 volte al giorno e il 26% più di 3 volte al giorno.
  • Nel secondo: il 39% la mattina e la sera; il 25% 3 volte al giorno; il 23% più di 3 volte al giorno.
  • Nel terzo: il 40% la mattina e la sera; il 24% 3 volte al giorno; il 23% più di 3 volte al giorno.
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