mercoledì 10 Aprile 2024
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REPORTAGE DAL VENEZUELA – Alla ricerca del cacao perduto

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Ecco gli appunti di Gilberto Mora, Presidente di Compagnia del Cioccolato, raccolti nel corso di un recente viaggio in Venezuela tra piantagioni di cacao.

E’ veramente un’impresa arrivare a Chuao. I viaggiatori di Compagnia del Cioccolato da Caracas sono arrivati a Maracay nello stato di Aragua e poi si sono inerpicati in una strada bellissima, affascinante e terribile che in circa due ore tra salite e discese e arrivata a Choroni.
Usciamo ora da una visione lontana; e quasi da sceneggiatura cinematografica per arrivare alle mie impressioni. Il porto di Choroni sembra un imbarco d’altri tempi. Un porto canale con centinaia di barche ammassate che faticosamente trovano una via d’uscita verso il largo. Questa è l’unica possibile porta d’entrate verso Chuao.

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Spesso le barche vengono legate insieme (anche tre o quattro) per trasportare camion o automobili. Circa quaranta minuti di viaggio ed ecco apparire una grande spiaggia con un piccolo approdo di pescatori. Sbarchiamo emozionati. Siamo veramente a Chuao o è un’illusione?

Ci aspetta un camion. Saliamo sul cassone e dopo poco entriamo nelle piantagioni. Una strada stretta separa e quasi taglia chirurgicamente la foresta. Di qua e di là banani, platani e piante di cacao. Ai lati della strada secchi di plastica da muratore colmi di polpa bianca e semi di caco appena raccolti aspettano che qualcuno li recuperi.

Tra gli alberi le donne di Chuao staccano, con il machete e con lunghe pertiche che terminano con lame affilate, le cabosse. Le aprono e gettano la parte esterna.

Dopo circa venti minuti arriviamo al piccolo paese. E molto più piccolo e minuto di come ce lo siamo immaginati dalle fotografie. La piazza della chiesa sta lì ad accogliere le fave da essiccare. Oggi le troviamo in piccoli mucchietti. La chiesa però non c’è. Tutta la parte in fondo come un grande palcoscenico che prepara un cambio scena è coperta da un telo /sipario nero ma non dobbiamo preoccuparci; la chiesa bianca e azzurra è proprio dietro scrostata e ammaccata e la stanno ristrutturando. Capiamo subito che molto sta cambiando a Chuao.

La piantagione adesso è gestita dalla Consorteria socialista del cacao venezuelano. Non è una cooperativa ma un insieme di coltivatori “aiutati, protetti e un po’ controllati dal governo”. I Referenti governativi che ci hanno accolto sono molti discreti e gentili.
Continua il reportage dal Venezuela del cacao con le considerazione della viaggiatrice Emanuela Italiano, socia di Compagnia del Cioccolato e ideatrice del blog Riccioli di Cioccolato.

Le visite in piantagione ci hanno lasciato la convinzione che il cacao venezuelano possa tornare ad essere un cacao di alta qualità purché si continui ad investire sulla ricerca scientifica e tecnologica, sul controllo delle prime fasi della trasformazione (fermentazione ed essiccazione) e sul miglioramento delle condizioni di vita dei coltivatori.

Nella regione di Barlovento continuiamo ad incontrare i coltivatori nelle piantagioni locali e a constatare come le primissime fasi di trasformazione del seme (fermentazione ed essiccazione), fondamentali per la formazione dei precursori aromatici, siano ancora da migliorare.
A Barlovento abbiamo anche l’occasione di conoscere da vicino il caso dell‘impresa produttiva Oderì.

Il 13 aprile del 2010, sulla Gaceta Oficial del Venezuela, il Governo dichiara il cacao bene nazionale di “prima necessità” e nel 2011 viene creata la Corporación Socialista del Cacao Venezolano avente come scopo il coordinamento e la supervisione di tutte le attività (coltivazione, lavorazione, commercializzazione e politiche sociali) legate al cacao. Lo sforzo dello Stato in tal senso è volto al recupero della qualità pregiata, propria del cacao del Venezuela, per tornare ad essere competitivi sul mercato internazionale.
La corporazione comprende attualmente diciotto imprese, con una capacità produttiva di circa 18.000 tn/l’anno, di cui il 69,4% commercializzato nel mercato internazionale e il 30% destinato all’industria nazionale. La percentuale rimanente viene utilizzata dall’industria manifatturiera artigianale.

Cacao Oderì – L’Azienda Bolivariana di Produzione Socialista Cacao Oderì appartiene a questa corporazione e rappresenta un’azienda importante nella produzione di cacao del Venezuela. Inaugurata nell’ottobre del 2006, l’azienda nasce su iniziativa dei produttori di cacao della regione di Barlovento i quali, dopo un processo di valutazione delle proprie condizioni lavorative e di vita, hanno identificato i problemi esistenti ed elaborato, con il sostengo della Corporazione, criteri di miglioramento continuo, attraverso un corretto processo di lavorazione ed un adeguato prezzo di vendita della produzione ricavata da ogni raccolto.

L’impresa produce attualmente massa, burro e polvere di cacao da semi di cacao trinitario (o criollo F2, come lo chiamano loro, cioè ibridato con un “alto amazzonico” più resistente e produttivo) varietà Carenero Superiore. Questi prodotti vengono poi processati dalla cioccolatera “El Cimarròn” che ne ricava tavolette destinate alla vendita. Molte persone, lavorano ogni giorno con lo scopo di tornare a produrre, un giorno speriamo non troppo lontano, il miglior cacao del mondo.
Fonte: Mondo del gusto

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