sabato 04 Maggio 2024
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Caffè e dieta mediterranea aiutano con la memoria: lo studio Predimed

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MILANO – Un’insalata di verdura fresca condita con olio extravergine d’oliva, un po’ di vino rosso, qualche noce o nocciola e un bel caffè. È la ricetta tutta mediterranea per avere un cervello sempre giovane e in forma, stando ai risultati di uno studio spagnolo su anziani ad alto rischio cardiovascolare: la dieta mediterranea e soprattutto alcuni alimenti che la caratterizzano sono infatti in grado di ridurre il rischio di deficit cognitivi e Alzheimer, migliorando memoria e capacità cerebrali.

Lo segnalano i geriatri della società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), secondo cui gli antiossidanti e soprattutto i polifenoli contenuti in olio, vino, caffè e noci sono gli alleati più preziosi per mantenere il cervello sano molto a lungo. Grazie a una prevenzione basata sulla dieta, spiegano gli esperti, si potrebbero ridurre gli enormi costi correlati all’Alzheimer, che nel nostro Paese riguarda oltre il 3.5% della popolazione con un numero di casi attesi annui di circa 500mila casi e che hanno un costo annuo di oltre 30 miliardi di euro fra costi sociali e sanitari.

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Predimed (PREvencion con DIeta MEDiterranea): lo studio

Appena pubblicato sul Journal Alzheimer Deseases è stato condotto da ricercatori spagnoli dell’università di Barcellona su circa 450 uomini e donne fra i 55 e gli 80 anni, tutti ad alto rischio cardiovascolare.

I medici hanno valutato il profilo del genotipo di apolipoproteina E

Una proteina che trasporta il colesterolo e che spesso si associa a un maggior rischio di Alzheimer; quindi hanno indagato il tipo di alimenti consumati, il livello di polifenoli nelle urine e i risultati ottenuti in test neuropsicologici di valutazione della memoria e delle capacità cognitive. «Il modello alimentare mediterraneo, che prevede un largo consumo di cereali, legumi, frutta e verdura, fornisce grandi quantità di composti antiossidanti e da tempo viene considerato prezioso per ridurre il rischio di deficit cognitivo – riprende Paolisso – Questi dati confermano che è proprio così e indicano che probabilmente, seguendo una corretta dieta mediterranea che preveda un introito giornaliero di circa 1500 calorie nel paziente anziano, potremmo ridurre l’incidenza di declino cognitivo e demenza negli anziani, diminuendo anche le enormi spese che gravano sul Sistema Sanitario per la cura e l’assistenza di questi soggetti».

«Alcuni cibi sono risultati associati a una migliore funzionalità cognitiva – spiega Giuseppe Paolisso, presidente SIGG – Un paio di cucchiai di olio di oliva al giorno migliorano la memoria verbale e quella a lungo termine; due /tre tazzine di caffè al giorno si associano a un incremento della capacità di immagazzinare ricordi nel lungo periodo; un pugno di noci, nocciole o altra frutta secca migliorano la memoria di lavoro, mentre il consumo di una modica quantità di vino rosso al giorno è correlato a punteggi migliori ottenuti nel test chiamato Mini-Mental State Examination, molto attendibile nel determinare il grado di un eventuale deficit cognitivo e la progressione in condizioni di demenza». Fonte: Journal Alzheimer Deseases

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