mercoledì 31 Dicembre 2025
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Vanúsia Nogueira, Ico: “Domanda e offerta non sono più bilanciate”

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Vanusia Nogueira Ico crisi
Vanusia Nogueira è la direttrice esecutiva dell'Ico

Vanúsia Nogueira, direttrice esecutiva dell’International Coffee Organization, parla del clima delicato intorno alla filiera del chicco tra prezzi in salita, cambiamenti climatici e nuove regole. Leggiamo di seguito la prima parte dell’intervista di Nicolas Lozito per La Stampa.

Vanúsia Nogueira sul prezzo del caffè

MILANO – “La geopolitica del caffè sta cambiando in fretta: prezzi, clima, nuove regole e mercati cambiano il volto a una filiera globale”. Vanúsia Nogueira, brasiliana, è la direttrice esecutiva dell’International Coffee Organization (Ico), organizzazione intergovernativa nata 63 anni fa per coordinare il mercato del caffè.

Da “regolatore” a “facilitatore”, oggi l’Ico mette allo stesso tavolo governi, imprese e società civile per cercare soluzioni comuni lungo la filiera. Era a Torino per il 21° anniversario della Fondazione Lavazza, per un evento dedicato alla sostenibilità.

Perché il mercato è così nervoso?

Nogueira: “Da febbraio abbiamo visto picchi importanti, i più alti dagli anni Settanta. Il mercato soffre una grande volatilità. Pesano gli shock climatici nei principali Paesi produttori — Brasile, Vietnam, Colombia, Africa e Centroamerica — che riducono le scorte, mentre i consumi crescono, spinti dai nuovi mercati. Domanda e offerta non sono bilanciate. Tutti aspettiamo i prossimi raccolti: il clima è la variabile decisiva”.

Quanto vale il mercato?

“Partiamo dalle persone: circa 25 milioni di aziende agricole nel mondo; attorno a loro circa 100-125 milioni di persone che vivono principalmente di caffè.

Si produce in 80 Paesi; il caffè muove ogni anno un valore stimato in oltre 250 miliardi di dollari; si bevono oltre 3 miliardi di tazze al giorno. Solo l’export di chicchi di caffè nell’ultimo anno ha sfiorato i 50 miliardi di dollari, più del doppio di quindici anni fa. Un effetto dei prezzi, non di una crescita massiccia della produzione”.

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La Marzocco riconosciuta tra i migliori luoghi di lavoro in Italia secondo la classifica Best workplaces for Blue Collar

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la marzocco
Il logo La Marzocco

La Marzocco è stata riconosciuta tra i migliori luoghi di lavoro d’Italia nella categoria “Blue collar”, secondo la classifica “Best workplaces for Blue Collar 2025” realizzata da “Great place to work Italia”. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Il Filo.

La Marzocco tra i migliori luoghi di lavoro

FIRENZE – La Marzocco, azienda mugellana leader nella produzione artigianale di macchine per caffè espresso di alta gamma, è stata riconosciuta tra i migliori luoghi di lavoro d’Italia nella categoria “Blue collar”, secondo la classifica “Best workplaces for Blue Collar 2025” realizzata da “Great place to work Italia”, posizionandosi al settimo posto.

Non si tratta certo della prima volta che l’azienda entra in questa importante classifica, nella quale nel 2023 ha addirittura ottenuto il primo posto.

“Il riconoscimento ottenuto per il quarto anno consecutivo, – spiega una nota dell’azienda – conferma l’impegno costante nella costruzione di un ambiente di lavoro equo, inclusivo e centrato sul benessere delle persone. Il risultato – aggiungono – rappresenta un importante traguardo per La Marzocco, che da anni promuove una cultura aziendale basata su ascolto, fiducia e crescita condivisa, integrando lo sviluppo professionale con l’attenzione alla persona e alla qualità della vita lavorativa”.

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Bar tra crisi e rilancio del settore: quale futuro per il caffè italiano? Alessandro Borea (Presidente IEI): “Il settore è a un bivio: la direzione è quella della qualità e della formazione”

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IEI

BRESCIA – A circa un mese dall’appuntamento con IEI Connect, l’evento per fare il punto sul settore in programma quest’anno per il 28 novembre a Milano, l’Istituto Espresso Italiano (IEI) intende evidenziare le sfide che caratterizzano oggi il settore del caffè e fare chiarezza sulle prospettive future, con uno sguardo concreto e costruttivo rivolto sia agli operatori del settore sia ai consumatori.

Le parole di Alessandro Borea, presidente di IEI

“Non possiamo negare che il settore bar stia vivendo una fase complessa, con numerose criticità evidenziate anche dagli ultimi dati di FIPE secondo cui molte attività stanno chiudendo e, in troppi casi, la qualità del caffè, del servizio e della preparazione del barista non è all’altezza delle aspettative e sarebbe anacronistico ignorare questi aspetti,  – afferma il presidente di IEI, Alessandro Borea – tuttavia, esistono in Italia moltissimi locali che rappresentano l’eccellenza, bar dove si può gustare un espresso di alta qualità, servito da baristi preparati e attenti, capaci di offrire un’esperienza che valorizza la tradizione italiana”.

L’Istituto Espresso Italiano, da sempre impegnato nella formazione e promozione della qualità pronto ad affrontare le sfide del settore

“In questo contesto, il nostro impegno è duplice: da una parte, aiutare e portare a esempio quei locali che fanno scuola per professionalità e qualità, dall’altra, sostenere la crescita delle caffetterie classiche – continua Borea – Queste con passione e cura contribuiscono a far conoscere e apprezzare l’espresso italiano nel mondo.

Sono questi locali, spesso a conduzione familiare, il vero motore del settore, e meritano di essere valorizzati. Inoltre, meritano attenzione le caffetterie specialty, luoghi dove la cultura del caffè evolve attraverso ricerca, formazione e sperimentazione. Queste realtà contribuiscono a elevare la qualità complessiva del settore e a diffondere una nuova consapevolezza tra i consumatori”

Il prezzo della tazzina? In Italia è il più basso del mondo, serve ridare valore all’intera filiera

“Il nostro obiettivo come IEI – prosegue il presidente Alessandro Borea – è far crescere il valore percepito del caffè espresso, affinché il consumatore sia disposto a riconoscere e pagare un prezzo adeguato alla qualità, sia che si tratti di un espresso che di un cappuccino ben preparato e per questo promuoviamo la formazione, la cultura del caffè e progetti come quello dei baristi Ambassadors, per colmare il divario tra tradizione e innovazione”.

Comodato d’uso: da problema a opportunità per la filiera del caffè

“Il comodato è spesso indicato come una delle cause di alcune problematiche del settore e, senza dubbio, ha contribuito in passato a un abbassamento generale della qualità. Tuttavia, oggi rappresenta una prassi consolidata, adottata dalla quasi totalità di baristi e torrefazioni – aggiunge Borea –.

Pensare di eliminarlo sarebbe impraticabile; più opportuno è considerarlo come un’occasione, laddove torrefazioni e baristi, pur avvalendosi del comodato, continuano a lavorare con miscele di alta qualità”.

IEI Connect, in programma a Milano il 28 novembre, affronterà temi centrali legati all’evoluzione del bar italiano e al ruolo dell’ospitalità come leva competitiva.

Italian Coffee Experts TALKS: il Green come valore, non come tendenza

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Andrea Bazzara con Rudi Albert (immagine concessa)

MILANO – Ideato da Bazzara in collaborazione con Host Fiera Milano, Italian Coffee Experts TALKS è il nuovo appuntamento di approfondimento che anticipa il Trieste Coffee Experts, il summit B2B di riferimento per il mondo del caffè, previsto per il 6 e 7 dicembre 2025.

Tra gli interventi, mediati da Andrea Bazzara, Head of Sales Department di Bazzara e Event Director del Trieste Coffee Experts analizziamo oggi le parole di Rudi Albert, fondatore e proprietario di Alkaff, Gennaro Del Percio, direttore vendite Flex packaging e Michele Curto, Presidente Bio Cuba Café.

Come sottolineato da Andrea Bazzara: “Dalla coltivazione alla selezione del caffè verde, fino al confezionamento, Albert, Del Percio e Curto ci raccontano quanto il tema del Green non sia un semplice trend, ma una necessità strutturale che si sviluppa attraverso la tecnologia, il rapporto con l’ambiente e la valorizzazione del lavoro umano che si cela dietro ogni tazzina.”

Rudi Albert – Alkaff

Rudi Albert, CEO di Alkaff, ha illustrato una panoramica sulle origini più gettonate dai torrefattori, denotando un certo impoverimento delle miscele.

“Oggi si assiste a un appiattimento delle miscele dal punto di vista commerciale: l’Arabica si concentra su origini come Brasile e Honduras, mentre tra le Robusta cresce l’interesse per l’Uganda, a discapito del Vietnam. Il mercato dello Specialty, invece, vive una fase di stabilizzazione dopo anni di grande crescita.”

Albert ha evidenziato tre grandi priorità per la filiera: il cambiamento climatico, la sostenibilità economico-sociale — considerando che si stima come circa il 70% dei produttori di caffè sia costituito da piccoli coltivatori che vivono sotto la soglia di povertà — e la trasparenza, sempre più richiesta da un consumatore attento all’origine e alla tracciabilità del prodotto.

“La nuova legislazione europea sulla deforestazione delle EUDR è nobile negli intenti, ma complessa da attuare. Serviranno strumenti digitali e collaborazione lungo tutta la filiera.”

Tra le novità presentate da Alkaff, un sistema informatico avanzato che consente ai torrefattori di monitorare in tempo reale ordini, logistica e tracciabilità dei lotti acquistati, semplificando la gestione e garantendo conformità normativa.

Gennaro Del Percio – Flex Packaging

Gennaro Del Percio, responsabile di Flex Packaging, ha raccontato l’impegno dell’azienda verso soluzioni di confezionamento sempre più sostenibili.

“Da anni lavoriamo su prodotti con monomateriali riciclabili con grammature sempre più ridotte ridotte per quanto riguarda il triplice standard con alluminio, allo stesso tempo ci impegniamo anche per ottimizzare l’energia, i rifiuti e gli scarti dovuti alla produzione per un approccio green a 360°.”

Del Percio sottolinea anche l’importanza del design e della collaborazione con i clienti:

“Grazie a un reparto grafico all’avanguardia, riusciamo a coniugare estetica, funzionalità ed ecosostenibilità, in costante dialogo con i clienti”

Tra le novità presentate a Host Milano: nuovi monomateriali in polietilene e polipropilene per il caffè, un accoppiato carta–polimero e una riduzione degli strati e delle grammature per il triplice alluminio, per prestazioni migliori e minore impatto ambientale.

Michele Curto – Bio Cuba Cafè

“Il caffè cubano è come la sua gente: dolce e autentico. È un caffè forestale, che nasce in un Paese dove oltre il 42 % del territorio è coperto da foreste e dove la coltivazione non avviene in piantagioni, ma all’interno di ecosistemi agroforestali ricchi di biodiversità.”

Curto ha ricordato come Cuba, dopo decenni di riforestazione, sia diventata un laboratorio naturale di equilibrio tra uomo e ambiente:

“Da oltre vent’anni Cuba produce un caffè completamente pulito, senza residui chimici, frutto di tecniche avanzate di agroecologia e del lavoro di comunità fortemente coese. Le persone sono il cuore del nostro sistema.”

A rendere ancora più unico questo modello è il capitale umano del Paese:

“Cuba rappresenta solo l’1% della popolazione delle Americhe, ma conta il 12% dei laureati, il 14% dei chimici e il 15% degli ingegneri. La nostra forza nasce da un popolo di persone intelligenti, che amano la loro terra e la vivono in simbiosi con essa.”

Accanto a questa dimensione umana, il presidente di Bio Cuba Café ha sottolineato l’importanza dell’alleanza con Fondazione Lavazza, che ha scelto di investire direttamente nel Paese con un modello di impresa sostenibile:

“Lavazza non si è limitata a sostenere un progetto, ma ha creato con noi una vera impresa: una partnership in cui il 40 % degli utili viene reinvestito ogni anno nella crescita del progetto.”

Innovazione e tracciabilità si intrecciano così alla dimensione sociale:

“La nostra blockchain è composta da 96 parametri che ci permettono di sapere tutto sul caffè: dove nasce, quanta acqua consuma, quanta energia utilizza, quanto il produttore è vicino a scuole e ospedali. È la nostra bussola per misurare la sostenibilità reale.”

Ma è soprattutto il ruolo delle donne a rendere unico il progetto:

“Non esiste buon caffè senza le donne: in Bio Cuba Café ci sono 85 artigiane che elezionano a mano ogni chicco, dopo la selezione elettronica, diminuendo al minimo i difetti. Sono loro che danno al nostro caffè la qualità e l’anima che lo rendono unico.”

Infine, uno sguardo al futuro che riassume la filosofia di tutta l’iniziativa:

“Il futuro del caffè dipende dalla capacità di costruire catene sostenibili. Noi non coltiviamo solo caffè: coltiviamo coltivatori di caffè.”

Edizioni limitate: ecco le strategie dei brand Nutella, Nespresso e Coca-Cola

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nutella cafè gaza
Il primo Nutella cafè in Italia potrebbe aprire a Firenze

L’edizione limitata di un prodotto è una strategia utilizzata da brand famosi come Nutella, Nespresso, Giovanni Rana, Levissima, Coca-Cola e Mulino Bianco; a volte con marchi non food: Baci Perugina e D&G o Pringles e SuperMario. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Manuela Soressi per Il Sole 24 Ore.

Le edizioni limitate

MILANO – In principio furono Natale e San Valentino. Poi sono arrivati Halloween e il Giro d’Italia. E ora i prodotti alimentari in “edizione limitata” stanno dilagando anche in altre occasioni speciali, come il compleanno, tanto che il Birthday cake sandwich, lanciato da Marks and Spencer nel Regno Unito è considerato uno dei nuovi prodotti di maggior successo del 2025.

È la conferma dell’attualità della politica delle limited edition, che è nata negli Stati Uniti nel mondo del lusso e che poi si è ambienta molto bene anche in un universo tutt’altro che esclusivo qual è il largo consumo alimentare. Soprattutto da quando si è trasformata in un efficace strumento di marketing.

“Il maggior ricorso alle limited edition si deve al ribaltamento della strategia industriale classica, quella che introduceva solo i nuovi prodotti capaci di generare grandi volumi di vendite – spiega a Il Sole 24 Ore Daniele Tirelli, docente di product innovation, consumption & marketing allo Iulm di Milano –. Oggi che private label e copacker sono diventati più agguerriti, le aziende devono proporre tanta micro-innovazione per mantenere e occupare lo spazio a scaffale. Perdipiù, oggi che lanciare un nuovo prodotto alimentare è estremamente costoso e la probabilità di successo è molto bassa, le edizioni limitate rappresentano un’innovazione economicamente sostenibile”.

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Bialetti e Netflix ancora insieme con una nuova capsule collection ispirata a Stranger Things

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COCCAGLIO (Brescia) – Bialetti, azienda icona del caffè e del vivere italiano nel mondo, e Netflix, uno dei più grandi servizi di intrattenimento del mondo, rafforzano la loro collaborazione con una nuova capsule collection ispirata a Stranger Things.

Dopo il successo delle due collezioni dedicate a Bridgerton e Squid Game nel 2024, Bialetti unisce ancora una volta il proprio design iconico con l’immaginario di una delle serie Netflix più amate e viste di sempre, Stranger Things, che quest’anno si appresta a concludersi con un’ultima e attesissima quinta stagione.

Per celebrare questo importante traguardo, il 31 ottobre, nell’ambito del Lucca Comics & Games, il cast e i creatori della serie prenderanno parte a un evento speciale dedicato ai fan.

Stranger Things: il fenomeno globale di Netflix

Con oltre 140 milioni di visualizzazioni a livello globale per la sola quarta stagione, Stranger Things è diventata un vero e proprio fenomeno globale che ha rivoluzionato il genere sci-fi, mescolando perfettamente suspense, nostalgia e avventura.

Lettera d’amore ai classici film di genere degli anni ’80 che hanno affascinato una generazione intera, Stranger Things è un drama emozionante ambientato nell’apparentemente normale cittadina del Midwest di Hawkins, Indiana. Dopo che un ragazzo scompare nel nulla, il suo affiatato gruppo di amici e familiari cerca delle risposte e viene trascinato in una serie di eventi rischiosi e mortali.

Sotto la superficie della loro ordinaria cittadina si nasconde uno straordinario mistero soprannaturale, insieme a esperimenti governativi top-secret e a un pericoloso portale che collega il nostro mondo a un regno potente e sinistro.

Le amicizie saranno messe alla prova e le vite saranno sconvolte, perché ciò che scopriranno cambierà Hawkins e forse il mondo, per sempreCon un mix avvincente di mistero, amicizia, orrore e coraggio Stranger Things è diventata una vera icona pop, capace di affascinare milioni di spettatori e conquistare intere generazioni.

Bialetti x Stranger Things

La collezione Bialetti x Stranger Things, imperdibile per i fan della serie e per tutti i Bialetti Lovers, rappresenta un connubio perfetto tra il mondo soprannaturale ed inquietante del Sottosopra e l’estro creativo di Bialetti, capace di evolvere e reinventare costantemente i propri prodotti.

La capsule collection, disponibile in edizione limitata, si compone in totale di 11 diversi prodotti – oltre all’immancabile caffettiera Moka Express, anche tazzine e mug in ceramica e numerosi accessori in acciaio per il coffee to go – dotati di funzionalità nuove, uniche e sorprendenti: un mix perfetto tra quotidiano e straordinario, praticità e suggestioni sovrannaturali, per un’esperienza immersiva che va oltre il semplice gusto di godersi un caffè.

Moka Express con pomolo musicale: preparare il caffè non è mai stato così avventuroso

Al centro della collezione spicca l’intramontabile ed iconica Moka Express, che in questa edizione speciale ispirata a Stranger Things si trasforma, portando un tocco di mistero e meraviglia nella routine quotidiana.

Il suo innovativo pomolo musicale, infatti, diffonde le inconfondibili note della sigla della serie proprio mentre il caffè comincia a salire. Un incontro sorprendente tra tradizione e innovazione, che trasforma un gesto familiare come quello di preparare il caffè in un’esperienza unica e fuori dall’ordinario.

Ceramiche termo-sensibili: il calore rivela il Sottosopra

Tra i must have della collezione anche una serie di oggetti in ceramica che stupiscono con un effetto dal sapore quasi soprannaturale.

La mug, il set da quattro bicchierini, le due tazzine e i bicchierini abbinati alla Mini Express non sono più semplici accessori da caffè: a contatto con il calore, si trasformano svelando, come per magia, dettagli ispirati al mondo del Sottosopra. Un piccolo effetto sorpresa che renderà ogni pausa ancora più speciale.

Accessori con effetto luminescente: il buio risveglia il mistero

Gli amanti del coffee to go potranno, inoltre, scegliere tra un ricco assortimento di accessori in acciaio double wall caratterizzati da una suggestiva particolarità: al buio, si illuminano.

Tumbler con cannuccia (900 ml), cold cup (600 ml), camp mug (420 ml) e travel mug (380 ml) uniscono praticità e stile, distinguendosi per l’inconfondibile e temibile figura del Demogorgone, che con l’oscurità si accende di un rosso intenso.

Completa la collezione un set di tazzine impilabili, anch’esse luminescenti al buio, perfette per ricreare a casa l’iconica atmosfera della serie.

La collezione Bialetti x Stranger Things fonde innovazione, design e storytelling, trasformando ogni momento caffè in un viaggio nel suggestivo mondo di Stranger Things. Una limited edition imperdibile per tutti gli appassionati della serie e per chi desidera aggiungere un tocco di “straordinario” al proprio rituale quotidiano.

La nuova capsule collection è disponibile nei negozi Bialetti, sul sito ufficiale bialetti.com e nei migliori negozi specializzati.

Da via Monte Napoleone alla Stazione Centrale: Cova porta l’arte del gusto nel cuore di Milano

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Cova

L’eleganza di via Monte Napoleone arriva alla Stazione Centrale di Milano. La storica pasticceria Cova, simbolo della tradizione e dell’eccellenza meneghina, apre un nuovo punto vendita nello spazio che un tempo ospitava il Bar Centrale. Un’inaugurazione che segna il ritorno del marchio alle origini, per accogliere viaggiatori e turisti con un gesto di stile e ospitalità tutta italiana. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul Corriere Della Sera.

MILANO- Da via Monte Napoleone alla stazione, Cova fa rivivere il Bar Centrale. «Un modo per dire ai viaggiatori: benvenuti a Milano, questa è la nostra eleganza, la nostra accoglienza, il nostro gusto» racconta Paola Faccioli, ad di Cova, marchio storico che vanta oltre due secoli di vita.

Nato nel 1817, dal 2013 è parte del gruppo Lvmh e ha conquistato il mondo con 35 aperture tra Europa, Asia e Medio Oriente, le ultime a Istanbul e Taipei. Adesso, grazie all’accordo con Grandi stazioni retail, il viaggio di Cova continua dove tutto ha avuto inizio, a Milano, con il Nuovo Bar Centrale: inaugurazione mercoledì 29 ottobre. «Cova è parte dell’anima di Milano. La nostra maison, nata nel cuore della città, ha accompagnato la sua evoluzione, i suoi cambiamenti. Oggi — spiega l’ad — Milano è una città in movimento, sempre più internazionale, e la Centrale ne è il simbolo più evidente: luogo di arrivi e partenze, di incontri, di nuove opportunità».

Tra pochi mesi, la città ospiterà i Giochi olimpici invernali: «Ogni grande brand dovrebbe contribuire a rendere speciale questa esperienza. Noi lo facciamo con un espresso preparato con cura e una pasticceria che profuma di tradizione. Cova, in fondo, è questo: un gesto quotidiano che diventa un simbolo di stile, di arte di vivere italiana».

Inaugurata nel 1931 su progetto dell’architetto Stacchini, la Centrale è un monumentale intreccio di stili, dal neoclassico al liberty all’art déco. «Il Nuovo Bar Centrale rappresenta un equilibrio tra la solennità dell’edificio e l’eleganza di Cova: marmi preziosi, geometrie, palette ton sur ton ispirata ai pavimenti originali. Al centro, un grande bancone rétro in legno, un orologio simbolo del viaggio e uno chandelier in cristallo».

Torino: 1500 ristoranti a favore della candidatura della cucina italiana all’Unesco

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Epat, Associazione dei pubblici esercizi di Torino, lancia la campagna che coinvolgerà 1500 ristoranti per sensibilizzare sull’importanza della candidatura Unesco per la cucina italiana. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo dell’Ansa ripreso dal portale Tiscali.

La candidatura Unesco per la cucina italiana

TORINO – Una campagna diffusa nei ristoranti del territorio per sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. Torino e il Piemonte si mobilitano in vista della scadenza del 10 dicembre, quando a Nuova Delhi si saprà se la candidatura avrà successo.

Epat, Associazione dei pubblici esercizi di Torino, aderente ad Ascom Confcommercio, lancia la campagna ‘Io amo la cucina italiana’ che coinvolgerà 1500 ristoranti per sensibilizzare tutti, dai ristoratoti, agli chef fino ai clienti, sull’importanza della candidatura Unesco.

“I nostri chef sono anche grandi comunicatori che hanno portato la cucina italiana e regionale nel mondo e l’hanno fatta conoscere – ha sottolineato Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino -. Credo che tutti poi dobbiamo fare un ringraziamento a Carlo Petrini che è stato un grande valorizzatore dei nostri territori”.

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Caffè Quadri di Venezia celebra 250 anni con la nuova collezione di porcellane

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Una collezione per festeggiare due anniversari importanti: i 250 anni del Quadri, ora gestito dai fratelli Alajmo, e i 260 della Geminiano Gozzi, storica manifattura di porcellana passata sotto il controllo dalla famiglia Tognana.

Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Martina Liverani per La Repubblica.

Il caffè e la porcellana insieme

VENEZIA – Nella brulicante Venezia della seconda metà del Settecento, piena di incontri e opportunità, iniziano le storie di Giorgio Quadri e di Geminiano Cozzi. Due imprenditori lungimiranti che per primi hanno intuito le potenzialità di due prodotti all’epoca di gran moda, destinati a un futuro glorioso: il caffè e la porcellana.

Oggi, per festeggiare gli anniversari rispettivamente di 250 anni dall’apertura del Caffè Quadri e 260 anni della fondazione della manifattura di porcellane veneziana, queste due storie si incontrano nel segno di Massimiliano Alajmo che ha realizzato insieme a Tognana, che detiene il marchio Geminiano Cozzi, una linea di porcellane per la tavola che omaggia i decori e lo spirito dell’epoca.

Nasce così 510, una collezione che interpreta i decori storici recuperati negli archivi della manifattura con uno sguardo contemporaneo, frutto della collaborazione tra Antonio Tognana e i fratelli Alajmo, alla guida del Gran Caffè & Ristorante Quadri dal 2011. “È un incontro tra visione contemporanea e radici storiche – ha spiegato Raffaele Alajmo alla presentazione della collezione – che prende forma sulla linea Burano, in bone China, caratterizzata da linee delicate e profili leggermente smerlati”.

All’interno della collezione, tre decori storici di Geminiano Cozzi emergono solo su metà superficie, lasciando l’altra parte bianca e intatta, come consumata dal tempo.

I decori sono i classici Leon Rosso, un leone rampante simbolo araldico di una famiglia vicentina; il Feston Blu, una fascia blu cobalto, orlata di oro, ne disegna i bordi, impreziosita da fiori stilizzati, rintracciato negli archivi di fabbrica con il nome Blò e Oro; e Chinesi Fiori Finiti, con un motivo floreale d’ispirazione Imari, che testimonia la fascinazione per l’Oriente dell’epoca, intrecciato con le celebri carpe Koi con i baffi, simbolo di buona fortuna.

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Pagamenti digitali: bar e ristoranti registrano il 47% delle transizioni cashless

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La ricerca sui pagamenti digitali

In caffè, bar, ristoranti, food truck, fast food e delivery si concentra il 47% delle transazioni cashless registrate in Italia (qui è possibile trovare la ricerca completa). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del portale d’informazione Efa News.

I pagamenti digitali in Italia

MILANO – Nel 2025 quasi un pagamento digitale su due in Italia avviene nel mondo della ristorazione. In caffè, bar, ristoranti, food truck, fast food e delivery si concentra, infatti, il 47% delle transazioni cashless registrate. Le abitudini, tuttavia, cambiano di capoluogo in capoluogo: se ad Aosta si predilige il cashless soprattutto al bar, Ancona guida la classifica dei caffè e ristoranti e Venezia svetta per i pagamenti senza contanti nei fast food.

A Trento si acquistano più spesso con carta i biglietti per cinema e concerti; a Trieste sono i taxi a trainare la spesa digitale. A Potenza, infine, ben un pagamento su dieci va ai parrucchieri.

Nel complesso, nei primi nove mesi del 2025, i pagamenti digitali in Italia crescono del +27,5%, mentre lo scontrino medio cashless si riduce a 31,8 euro, segnando un calo del -6,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.

È il quadro che emerge dall’Osservatorio Consumi Cashless di SumUp, fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali con soluzioni innovative per business di ogni dimensione, che ha analizzato i dati di spesa senza contanti nei principali settori merceologici in tutti i capoluoghi di regione, rivelando dove e per cosa gli italiani preferiscono pagare con la carta.

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