domenica 23 Novembre 2025
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Ritter Sport rinnova la partnership con Rifugi di Lombardia

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ritter sport
Ritter Sport insieme a Rifugi di Lombardia (immagine concessa)

MILANO – Ritter Sport – l’iconico cioccolato dalla forma quadrata – è da sempre per tutti sinonimo di qualità, praticità, colore e anche montagna. Il legame di Ritter Sport con la montagna, infatti, è forte e indissolubile: l’amore per la natura e l’impegno per la salvaguardia del Pianeta accomunano gli intenti dell’azienda familiare Alfred Ritter GmbH & Co. KG a quelli di rifugisti ed escursionisti. Proprio per questo motivo, Ritter Sport ha deciso di rinnovare anche quest’anno la sua partnership con Rifugi di Lombardia – l’associazione che riunisce oltre 200 rifugi in regione – continuando a sostenere l’ambiente montano.

Ritter Sport insieme a Rifugi di Lombardia

Per Ritter Sport, l’impegno verso la sostenibilità rimane alla base del proprio purpose per un cioccolato davvero buono, in armonia con le persone e l’ambiente. Infatti, dal 2018, l’azienda si rifornisce esclusivamente di cacao 100% certificato sostenibile in conformità ai programmi Rainforest Alliance e FairTrade.

Ritter Sport ha intensificato anche i programmi di partnership in diverse parti del mondo. Cacao-Nica è stato il primo ad essere avviato più di 30 anni fa in Nicaragua e ha permesso negli anni di collaborare con cooperative e organizzazioni di produttori in diverse regioni, promuovendo la sostenibilità a lungo termine nella coltivazione del cacao e concentrandosi sul miglioramento delle condizioni di vita delle comunità coinvolte.

Un esempio concreto di coltivazione sostenibile è dato poi da El Cacao, la piantagione di proprietà di Ritter Sport situata nel sud-est del Nicaragua e coltivata secondo criteri di agricoltura integrata allo scopo di favorire la biodiversità, aumentare la fertilità del suolo e creare un ambiente favorevole alla fauna locale.  La piantagione rappresenta un sistema agroforestale, dove la coesistenza tra alberi di cacao e altri tipi di alberi e piante ha la duplice capacità di creare un habitat per la fauna e la flora e, contemporaneamente, favorire la coltivazione stessa del cacao.

La famiglia Ritter ha poi adottato una posizione chiara sull’energia, impegnandosi nella transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili.

Dal 2020, Ritter Sport ha raggiunto la neutralità climatica a livello aziendale*. Inoltre, in collaborazione con i suoi fornitori di materie prime, intende raggiungere l’ambizioso obiettivo della neutralità climatica per l’intera filiera entro il 2025.

La rinnovata partnership tra Ritter Sport e Rifugi di Lombardia rappresenta quindi un’alleanza vincente basata su valori condivisi: rispetto per l’ambiente, impegno verso la sostenibilità e la volontà di regalare momenti di gioia e condivisione.

In estate, poi, la Lombardia si conferma un paradiso per gli amanti della natura, con esperienze indimenticabili tra attività adrenaliniche e piaceri genuini: dalle escursioni in solitaria, immerse nel silenzio della natura, alle calde atmosfere conviviali dei rifugi. Storie e sapori in cui non può mancare il tocco gustoso del cioccolato Ritter Sport.

*Compensando con i certificati climatici Gold Standard le emissioni che non possono essere ridotte

La scheda sintetica dell’azienda

Azienda familiare indipendente fondata nel 1912 da Alfred Ritter e da sua moglie Clara. Ritter Sport, dal 2018 è stato il primo grande produttore di tavolette di cioccolato ad approvvigionare cacao 100% certificato sostenibile per la sua intera gamma di prodotti.

Caratterizzati dalla peculiare forma quadrata e dai pack vivaci e colorati, i prodotti a marchio Ritter Sport sono venduti in oltre 100 paesi al mondo. L’azienda impiega attualmente circa 1.900 persone e ha raggiunto un fatturato di 565 milioni di euro nel 2023.

Rubens Gardelli svolta sul 100% compostabile del suo packaging: “NatureFlex, stesse performance della plastica 100% riciclabile”

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Rubens Gardelli con il nuovo pacchetto green (foto da Instagram)
Rubens Gardelli con il nuovo pacchetto green (foto da Instagram)

MILANO – Quando si sposa la cultura degli specialty coffee allora si fa attenzione alla creazione di una filiera che oltre ad essere trasparente sia sostenibile, dal punto di vista sociale e ambientale: lo sa bene Rubens Gardelli, campione mondiale roasting 2017 e fondatore della micro roastery Gardelli Specialty Coffee.

Ma soprattutto lo dimostra ancora meglio nella pratica: l’ultima notizia conferma il suo impegno costante per avere minore impatto con la scelta di un packaging per i suoi specialty totalmente compostabile, grazie alla composizione con un materiale innovativo, il NatureFlex.

La materia prima di cui è fatto principalmente questo particolare film prodotto dall’azienda Futamura è la cellulosa derivata dalla pasta di legno (certificata dalla catena di custodia FSC™ (Forest Stewardship Council), proveniente a sua volta da foreste gestite in modo responsabile.

Gardelli lo ha raccontato innanzitutto in un video sulla sua pagina Instagram:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Gardelli Specialty Coffees (@gardellicoffees)

E ora torna a parlarne su queste pagine, per spiegare più nel dettaglio il processo che lo ha portato a sostenere questa nuova sfida, per niente semplice.

Gardelli, come e perché è arrivato a prendere questa decisione responsabile?

“Ho iniziato a valutare il packaging compostabile stimolato dalla visione del documentario Seaspiracy su Netflix, che mi ha mostrato l’impatto che ha l’imballaggio di plastica sull’ambiente.

Ho voluto quindi far parte del cambiamento e ho svolto delle ricerche. Già tempo fa ero passato dal classico packaging in triplice accoppiato (che finiva nei termoregolatori per essere incenerito) alla soluzione 100% di plastica riciclabile.

Ancora però non mi bastava: spedendo il mio caffè in tutto il mondo, mi sono reso conto di non poter essere certo che in determinati Paesi, per esempio l’Arabia Saudita, esistano dei centri di riciclaggio adatti e che le bags non vadano a finire nelle discariche sotto terra.

Non avendo quindi totale controllo sul fine vita di questo packaging 100% riciclabile, ho voluto informarmi sul materiale compostabile oggi in mercato.

Nel luglio 2022 ho iniziato per la prima volta a usare il primo pacchetto da 250 grammi di questo genere e però sono presto emerse delle criticità: in condizioni climatiche particolari, il caffè a volte si rovinava e raccoglievamo dei feedback da alcuni clienti che, soprattutto estraendo in espresso, riscontravano delle note non desiderate, una crema che svaniva subito e un’erogazione troppo veloce.

Risultati che solitamente sono sintomi di un caffè vecchio, che non era certo il nostro caso.

Abbiamo realizzato nei mesi che la composizione dell’imballaggio che avevamo scelto nel 2022 – due strati, uno di carta esterno che però faceva passare soprattutto l’umidità all’interno del sacchetto e che aveva una bassa resistenza a ossidazione, poi quello interno in PLA derivato dal mais, che si opponeva di più all’ossigeno ma non del tutto – reagiva male ad un’estrema umidità o all’eccessivo calore.

Dopo sei mesi di segnalazioni e di test svolti, ho capito che bisognava trovare un altro prodotto, sempre certificato compostabile, ma che mi garantisse una maggiore opposizione all’ossigeno.

Dopo diverso tempo impiegato nella ricerca e nel confronto tra tante aziende, sono stato convinto dal materiale NatureFlex. Il nostro sacchetto attuale esternamente è caratterizzato da uno strato di carta e internamente da uno di NatureFlex.

NatureFlex, nuovo materiale (foto da Instagram)

Di fatto, attualmente è il materiale più evoluto tecnicamente e certificato come compostabile (TUV Austria). Posso affermare con certezza, dopo averlo acquistato e testato, che NatureFlex offre le stesse performance del vecchio sacchetto di plastica 100% riciclabile. Ora lo uso per le bags da 250 grammi e da un chilo.

La settimana scorsa ho iniziato a spedire nelle tante nazioni tra Stati uniti, Europa e Arabia Saudita, ma ho dovuto precisare contestualmente in un video che il fatto di vedere l’imballaggio gonfio non significa che lo specialty al suo interno sia andato a male.

Ecco cosa succede: tostando chiaro, il chicco non ha il tempo di sviluppare tutta la CO2 e il sacchetto si gonfia di poco. Ma è solo per via dell’anidride carbonica che va a occupare il suo spazio e raggiunge un equilibrio interno di pressione per cui la CO2 si stabilizza senza far esplodere questa atmosfera controllata.

Questo preserva in modo naturale la shelf life del prodotto stesso. Il fatto che il pacchetto diventi così gonfio è sintomo che il fornitore del sacchetto ha fatto il giusto lavoro, perché tutti i bordi sono stati sigillati a dovere.

Questo effetto di solito si combatte con una valvola monodirezionale che però non ho mai voluto applicare, perché è solitamente prodotta in maniera massiva: essendo anche soluzioni spesso economiche per unità, non sono state realizzate nel rispetto di parametri scientifici per cui si è certi che l’aria esce soltanto e non entra. Secondo le mie ricerche anzi queste riducono la shelf life e per questo motivo non ho mai voluto adottarle.”

Ma costa di più per lei acquistare questo materiale?

“Devo dire che dal sacchetto del 2022 il costo per noi è aumentato di tre volte. Ho deciso di assorbirne io il costo riducendo i miei margini, parliamo di 10-50 centesimi in più a sacchetto. In ogni caso sono più che contento di dare questo esempio e magari spingere altri a compiere lo stesso passaggio verso la compostabilità. Ho fatto questa scelta perché ci credo e non per cavalcare una moda.

Nel mio piccolo, quello che posso fare lo faccio. Il caffè arriva perfetto, senza ossidazione, e sono certo che la sua fine vita sarà gestita meglio. Certo, la certificazione è compostabile a livello industriale per il momento e non a quello domestico.

Avevo valutato di entrare anche nel settore capsule seguendo la stessa linea, ovvero l’uso di un materiale al 100% biodegradabile compostabile: ci sono dei fornitori ho visto che già si occupano di produrlo, ma ancora non ho trovato il tempo di fare ricerche più approfondite per poter sviluppare una nostra linea di monoporzionato.”

Brasile: Safras & Mercato taglia le stime, raccolto 2024/25 di poco superiore a quello dell’anno scorso

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Piantagione in Brasile (immagine concessa)

MILANO – Safras & Mercado taglia le stime sulla produzione del Brasile: con la raccolta ormai completate per circa i tre quarti (74% alla data del 16 luglio), l’autorevole analista agricolo brasiliano ha annunciato venerdì una complessiva revisione al ribasso della sua stima sul raccolto 2024/25 di circa 4 milioni di sacchi a 66 milioni. La produzione di arabica è ora prevista in 45 milioni, contro i 47 inizialmente stimati.

Un dato superiore soltanto del 3% rispetto a quello registrato nell’annata 2023/24. Il raccolto di robusta è stimato in 20,7 milioni, in flessione del 3% circa rispetto all’annata trascorsa.

“In un precedente report avevamo già osservato dei problemi nell’avanzare delle operazioni di raccolta indicando la possibilità di un raccolto 2024/25 minore del previsto” scrive Safras & Mercado. “La produzione di robusta era quella che evidenziava le perdite maggiori rispetto alla stima preliminare.

Le temperature molto al di sopra della media e il periodo di siccità a fine anno, in un periodo critico per lo sviluppo del raccolto, hanno finito con il pregiudicare la produttività delle piantagioni, soprattutto nell’Espírito Santo”.

La stima preliminare dava la produzione di robusta a 23,32 milioni di sacchi.

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Accademia del caffè espresso collabora con CDR Coffee Lab nello studio della lavorazione del chicco

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la marzocco accademia
Il centro culturale de La Marzocco studia la fermentazione del caffè, approfondendo il legame tra il caffè che beviamo e la sua lavorazione (immagine concessa)

COPENHAGEN – Accademia del caffè espresso ha partecipato, il mese scorso, alle conferenze sponsorizzate da SCA dedicate all’avvicinamento dei paesi consumatori ai paesi produttori di caffè, attraverso attività congiunte di ricerca e di divulgazione. Massimo Battaglia, in rappresentanza di Accademia del caffè espresso, ha condotto la conferenza, che ha avuto luogo alla fiera World of Coffee a Copenhagen in Danimarca.

Accademia del caffè espresso insieme a CDR Coffee Lab

Durante l’intervento Battaglia ha parlato dello studio realizzato in collaborazione con IHCAFE, l’organismo di tutela del caffè dell’Honduras, che ha come obbiettivo quello di misurare e monitorare l’evoluzione di zuccheri e acidi durante la fase di lavorazione dei chicchi di caffè verde.

La coltivazione del caffè e il raccolto che ne risulta, infatti, è influenzata dalle diverse pratiche di coltivazione e di lavorazione utilizzate, nonché dall’altitudine, dal terreno e dalle condizioni climatiche. Sono parecchie, quindi, le variabili che influenzano il risultato finale.

Battaglia, Coffee Research Leader di Accademia, spiega come il caffè, dopo la raccolta, subisca una fermentazione in grado di influenzare profondamente il profilo organolettico – ovvero l’insieme delle qualità percepibili attraverso i nostri organi di senso – del chicco e della bevanda finale.

Lo studio ha analizzato le varietà Pacas e Lempira, durante la raccolta 2022/2023, a tre diversi stadi di maturazione.

Entrambe le varietà sono state fatte fermentare in vasca con il metodo lavato per 48 ore, e, durante la fermentazione, sia l’acqua usata nel processo che i chicchi di caffè verde sono stati analizzati a intervalli regolari utilizzando CDR CoffeeLab.

Lo studio della fermentazione del caffè (immagine concessa)

Successivamente, per confrontare e valutare la risposta delle due varietà al processo di fermentazione, i campioni di caffè verde sono stati tostati e valutati mediante degustazione in cupping seguendo il protocollo SCA. Nella varietà Pacas, i parametri rilevati precedentemente sono andati incontro a cambiamenti significativi, a dimostrazione delle grandi potenzialità qualitative di questa antica varietà.

Lo studio, quindi, ha evidenziato come l’equilibrio tra acidità e zuccheri è stato fondamentale nel determinare la qualità finale del prodotto estratto in espresso, dato che è stata riscontrata una correlazione tra il risultato ottenuto nella degustazione e i valori di acidità e zuccheri misurati nel caffè verde.

illycaffè supporta il reparto odontoiatrico della Comunità di San Patrignano: il bilancio

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Gruppo Illycaffè polo gusto illy illetta
Il logo illycaffè

TRIESTE – Donare sorrisi alle ragazze e ai ragazzi è l’impegno che San Patrignano porta avanti da sempre, supportando i suoi ospiti nella costruzione del loro futuro. Una responsabilità che dallo scorso anno si avvale anche del sostegno di illycaffè, che ha scelto di supportare il reparto odontoiatrico della Comunità.

Il supporto di illycaffè al reparto odontoiatrico della Comunità di San Patrignano

Nel 2023 il centro odontoiatrico della comunità di San Patrignano ha erogato 6090 prestazioni fra prime visite e urgenze, radiografie, protesi mobili e fisse, visite di igiene dentali, devitalizzazioni, ricostruzioni e carie, interventi di chirurgia. Nove, inoltre, sono state le ragazze ei ragazzi che hanno frequentato la scuola odontotecnica del centro studi della comunità nell’anno scolastico 2023/24 di cui 5 stanno affrontando l’esame di Stato per diventare odontotecnici.

illycaffè, società B Corp che si impegna a crescere promuovendo un modello di business basato su una strategia orientata al bene comune, ha deciso di dare un aiuto concreto e immediato alla Comunità di San Patrignano, contribuendo all’acquisto di strumentario, materiale e utensileria, garantendo la continuità e la qualità delle cure odontoiatriche e della formazione professionale. Un contributo fondamentale non solo per i ragazzi che devono curare l’apparato orale a causa dei danni provocati dalle droghe con i deficit masticatori che ne conseguono, ma anche per quelli impegnati nel laboratorio odontotecnico, importante realtà di formazione per il percorso di rinascita delle ragazze e dei ragazzi ospiti della Comunità.

“San Patrignano rappresenta un punto di riferimento e una guida per i giovani che hanno smarrito la via e vogliono ricominciare un percorso di riscatto e fiducia – sottolinea Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè -. Il nostro contributo vuole essere un segno concreto per supportarli in questo loro impegno quotidiano. I risultati raggiunti in questo anno di collaborazione sono per noi motivo di orgoglio e ci spingono a continuare su questa strada”.

“L’aiuto offerto da illycaffè alla Comunità San Patrignano e ai suoi ragazzi è un vero e proprio sostegno al loro futuro – sottolinea Letizia Moratti, Cofondatrice della Fondazione San Patrignano – Pensare che alcuni di loro siano riusciti a prendere un diploma è una vittoria enorme e un grande riscatto nei confronti della società. Altrettanto importante il sostegno di illycaffè a chi, a causa delle dipendenze, sarebbe stato fisicamente segnato per tutta la vita e invece così è letteralmente tornato a sorridere”.

 Un’alleanza, quella fra San Patrignano e illycaffè, che nasce dall’affinità di valori tra le due organizzazioni e si basa sulla volontà di migliorare la qualità della vita delle persone in modo sostenibile e duraturo, come testimoniato dagli ospiti della Comunità in questo video.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.

Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

La scheda sintetica di San Patrignano

San Patrignano è la comunità di recupero per ragazze e ragazzi con problemi di dipendenza più grande d’Europa e al momento ospita oltre 800 ragazzi. Per tutti loro e per le loro famiglie il percorso di recupero è completamente gratuito. Dal 1978 ad oggi, San Patrignano ha accolto oltre 26.000 persone, offrendo loro una casa, l’assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare, di imparare un lavoro e reinserirsi pienamente nella società al termine del percorso di recupero.

Secondo una ricerca effettuata dall’Università di Bologna, che ha monitorato un gruppo di ex ospiti della comunità a cinque anni dal loro reintegro nella società, il 72% dei ragazzi che terminano positivamente il percorso non ricadono nel problema della tossicodipendenza. Oltre a questo, la Comunità è da tempo impegnata in progetti di prevenzione alle dipendenze, tanto che incontra oltre 40.000 studenti l’anno.

Starbucks inaugura lo store alla stazione di Napoli Centrale: è il 43° in Italia

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Lo store Starbucks alla stazione di Napoli Centrale (immagine concessa)

NAPOLI – Inaugurato venerdì 19 luglio alla stazione di Napoli Centrale il secondo store Starbucks in città, il terzo in Campania e il 43° in Italia, in partnership con Percassi, licenziatario esclusivo del brand in Italia, e in collaborazione con Grandi Stazioni Retail. La stazione ferroviaria di Napoli Centrale conta oggi circa 250 mila visite al giorno (90 milioni l’anno) e rappresenta il principale hub intermodale della città e il più importante nodo ferroviario del sud Italia.

Con la riqualificazione di tutte le aree destinate ai servizi commerciali e di ristorazione, come ad esempio la Food Hall, la stazione è diventata attrattiva anche per la città e l’affluenza dei visitatori è cresciuta ulteriormente.

Il nuovo punto vendita Starbucks alla stazione di Napoli Centrale

Come per la recente apertura di giugno nella splendida cornice di Galleria Umberto I, anche per questo opening sono stati creati 18 nuovi posti di lavoro qualificati, dopo un approfondito percorso di formazione sostenuto dai partner (dipendenti di Starbucks).

Gli interni del nuovo locale, che si estende su un unico piano di circa 80 mq, si contraddistinguono per le tonalità dell’azzurro, che traggono ispirazione dal mare e dal Golfo di Napoli, riflettendo la bellezza del paesaggio della città e l’habitat naturale della sirena, oltre alla famosissima squadra di calcio partenopea.

I dettagli in ottone e legno di quercia riportano a questa dimensione, mentre gli elementi di illuminazione e il metallo forato rimandano alla leggerezza e alla vivacità del mare.

I partner di Starbucks sono pronti ad accogliere i clienti al bancone tutti i giorni della settimana, nell’andirivieni concitato di viaggiatori e passanti, proponendo le ultime novità, come le nuove bevande calde e fredde al gusto Crème Brulée, oltre alle proposte più classiche, come il Frappuccino e il caffè espresso.

starbucks
Il nuovo punto vendita (immagine concessa)

A queste si accompagna un’offerta Food molto gustosa: dalle insalate di cous cous ai bagel al salmone, dai tramezzini alle brioche salate, a cui si aggiungono dolci della tradizione italiana, dal classico cornetto farcito o vuoto alla sfogliatella napoletana, oltre ai più internazionali muffin, donuts e cheese cake. Per godere di una pausa rigenerante, il nuovo store dispone anche di una ventina di posti a sedere, per poter assaporare con maggiore tranquillità una colazione, un pranzo o una merenda.

Matteo Morandi, ceo di Starbucks Italy, ha commentato: “Napoli è una piazza molto importante per noi. Abbiamo ricevuto un’accoglienza molto positiva in occasione dell’apertura del nostro primo store partenopeo, nella splendida cornice di Galleria Umberto I. Con questo nuovo opening, abbiamo puntato sul format del travel retail, canale per noi strategico, considerata l’altissima affluenza di turisti internazionali e di pendolari. Proseguiamo il nostro percorso in questa stupenda città, sempre nel massimo rispetto del territorio e dei nostri partner, con nuove aperture all’orizzonte nello Stivale nel corso dell’anno”.

Indirizzo: Piazza Garibaldi, 1, 80142, Napoli Orari: lunedì-domenica dalle 07:00-21:00

La scheda sintetica di Starbucks Coffee Company

Dal 1971, Starbucks Coffee Company è impegnata nell’approvvigionamento etico e nella torrefazione di caffè Arabica di alta qualità. Con oltre 33.000 negozi in tutto il mondo, oggi Starbucks è il primo torrefattore e rivenditore di specialità caffearie al mondo. Grazie al nostro impegno costante per l’eccellenza e i nostri valori, portiamo l’unicità della Starbucks Experience nella vita di tutti i nostri clienti attraverso ogni singolo caffè.

La scheda sintetica di Percassi

Percassi è una società le cui attività comprendono lo sviluppo e la gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi (come Gucci, Armani Exchange, Saint Laurent, Nike, Jordan, Victoria’s Secret, Bath&Body Works, LEGO, Garmin in ambito fashion-beauty e consumer, e Starbucks nel food). Percassi è anche attivo nella gestione di brand propri (KIKO Milano, Womo e Bullfrog nel settore della cosmetica, Atalanta in ambito sportivo, Da30Polenta nel food). Percassi opera anche in ambito real estate per la realizzazione di importanti progetti immobiliari nel settore commerciale e direzionale. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Grandi Stazioni Retail

Grandi Stazioni Retail è la società privata che dal 2016 gestisce e valorizza gli spazi commerciali e di comunicazione all’interno delle 14 grandi stazioni italiane, nel cuore delle 11 città più importanti (Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Venezia, Bologna, Verona, Genova, Bari e Palermo) e che interpreta in modo nuovo, moderno e funzionale servizi, retail e comunicazione. Napoli Centrale è la terza stazione ferroviaria italiana, vero snodo di riferimento per il Sud Italia.

Espressione del fermento e della vivacità della città, la stazione si presenta come un hub vivo e confortevole che ospita servizi, negozi, temporary store, bar e ristoranti.

Antico Caffè Greco: sfratto definitivo arriva per il locale storico della capitale

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caffè greco condotti
Una tazzina d'espresso nella sale dell'Antico Caffè Greco (immagine concessa)

L’Antico Caffè Greco, una delle attività storiche più antiche della Città Eterna, è stato definitivamente sfrattato. Il locale si è ritrovato a combattere contro lo sfratto dopo più di 260 anni di ininterrotta attività. Il proprietario delle mura, l’Ospedale Israelitico, ha deciso dopo circa 120 anni di non voler rinnovare il contratto. La vicenda è annosa e si protrae da tempo, anche perché si parla di un locale storico su cui c’è il vincolo culturale (ne abbiamo parlato qui).

Ora la Cassazione ha rigettato il ricorso dell’azienda contro la sentenza della Corte di Appello di Roma che aveva già decretato come vincitore l’Ospedale Israelitico. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale adnkronos.

Lo sfratto definitivo dell’Antico Caffè Greco

ROMA – Diventa definitivo lo sfratto dell’Antico Caffè Greco. La Cassazione ha rigettato il ricorso dell’azienda contro la sentenza della Corte di Appello di Roma che aveva già dato ragione all’Ospedale Israelitico, riconoscendogli il diritto a rientrare in possesso dei locali in via dei Condotti, il cui contratto di locazione è scaduto dal 2017.

La vicenda è annosa e si protrae da tempo, anche perché si parla di un locale storico su cui c’è il vincolo culturale. Questo significa innanzitutto che non potrà mai essere ‘snaturata’ l’attività, che i beni presenti all’interno devono rimanere e che gli attuali gestori dovranno eventualmente essere ‘indennizzati’ per quelli di loro proprietà.

I supremi giudici della Terza sezione civile, nella sentenza depositata lunedì scorso, fissano paletti ben precisi in questo senso. ‘

‘La portata del vincolo culturale imposto sui locali dell’Antico Caffè Greco e sulla licenza di esercizio deve essere intesa nel senso che il locatore non potrebbe sottrarre il bene (con gli annessi arredi e cimeli storici, tanto se anch’essi di sua pertinenza, quanto in caso contrario) alla destinazione a suo tempo imposta dall’Autorità amministrativa e mai revocata’’.

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Beatriz Mesas, INCAPTO: “La sostenibilità diventa fattore critico di successo per le torrefazioni”

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Aziende più attente alla sostenibilità (immagine: Pixabay)

La sostenibilità gioca un ruolo sempre più importante e costante nell’industria del caffè. Gli attori coinvolti sono principalmente tre: le aziende agricole e quelle di trasformazione a monte, i torrefattori e, infine, il consumatore. Si tratta di un mercato che negli ultimi 30 anni ha registrato una crescita continua.

Leggiamo di seguito parte del post di Beatriz Mesas, co-fondatrice di INCAPTO, la startup dello specialty sostenibile, ripreso da Econopoly.

Il ruolo della sostenibilità nel caffè

MILANO – La tutela della sostenibilità è ormai per le imprese un fattore critico di successo, determinante per intercettare e rispondere alle richieste di un consumatore sempre più attento, consapevole ed esigente e per sancire la competitività aziendale. Ciò si riscontra, in Italia e nel mondo, anche nel Food and Beverage.

Una recente indagine, somministrata a oltre 600 professionisti del settore, ha rivelato come il 100% dei rispondenti interni alla funzione marketing abbia evidenziato un cambiamento sostanziale nel comportamento dei consumatori: mossi da un maggiore desiderio di acquisto di prodotti sostenibili, sensibili alle tematiche ambientali, all’equità e alle questioni sociali, questi ricercano beni e servizi che rispecchiano tali valori e per i quali giustificano anche una spesa più ingente.

Inoltre, il 76% degli intervistati crede fortemente nel progetto di sostenibilità della propria azienda e nella capacità di soddisfare gli impegni ambientali entro il 2030

Nella transizione alla sostenibilità, poi, emergono alcune priorità. Per il 67% dei manager in Italia e per il 62% a livello globale, al cuore di un percorso di transizione sostenibile vi è proprio l’attenzione al packaging: questa dimensione è subito seguita dall’urgenza di ridurre gli sprechi alimentari e la quantità di rifiuti generati (57% mondo e 53% in Italia). Infine, ripensare in chiave green i prodotti aziendali venduti è prioritario per il 24% dei rispondenti in Italia e per il 19% a livello globale.

Analizzando l’industria del caffè, gli attori coinvolti sono essenzialmente tre: le aziende agricole e quelle di trasformazione a monte, i torrefattori e, infine, il consumatore. Si tratta di un mercato che negli ultimi 30 anni ha registrato una crescita costante: seppure questo sia un dato positivo, la produzione di caffè svolge un ruolo particolarmente negativo in termini di inquinamento ambientale, essendo responsabile di un’ingente emissione di gas serra a seconda di come lo stesso caffè viene coltivato.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

IEG: al via il cantiere alla Fiera di Rimini per due nuove strutture temporanee

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Da sinistra: Mirco Zamponi (head of operations Rimini IEG), Giulia Vignali (facility management & exhibition operations specialist IEG), Marco Carniello (chief business officer IEG), Maurizio Ermeti (presidente IEG), Corrado Peraboni (amministratore delegato IEG), Valentina Serrecchia (facility management & exhibition operations specialist IEG), Nazario Pedini (real estate development consultant IEG), Carlo Costa (chief corporate officer IEG) (immagine concessa)

RIMINI – Sono partite in questi giorni le opere di cantieramento per la realizzazione delle strutture temporanee del quartiere fieristico riminese di Italian Exhibition Group (IEG).
“Al termine dei lavori – annuncia il presidente di IEG, Maurizio Ermeti – saranno disponibili due nuove aree espositive per assecondare al meglio la crescita commerciale di Ecomondo 2024, la cui prossima edizione è in programma dal 5 all’8 novembre, e di Sigep World 2025, dal 18 al 22 gennaio. Le nuove aree potranno essere poi utilizzate per tutte le manifestazioni previste sul quartiere fieristico riminese”.

Iniziati i lavori per le strutture temporanee alla Fiera di Rimini

“Le due nuove strutture – dice Corrado Peraboni, amministratore delegato di IEG Group – avranno continuità architettonica rispetto ai padiglioni esistenti e, al pari di questi, saranno espositivamente performanti. L’area di intervento è di 8.300 mq e si collocherà davanti all’attuale ingresso Est, ingresso che sarà realizzato ex novo e posizionato al centro dell’opera”.

Le due strutture temporanee saranno connesse direttamente e tramite due tunnel ai padiglioni ‘gemelli’ B7 e D7. L’obiettivo è quello di utilizzarle fino alla disponibilità del nuovo padiglione circolare, che sarà realizzato all’ingresso Ovest e la cui ultimazione è prevista per la fine del 2027.

Il coordinamento complessivo dei lavori è a cura del Team Operations di IEG e la supervisione progettuale, direzione lavori e sicurezza è di Mijic Architects.
Il programma prevede la conclusione delle opere edili, a cura dell’impresa Pesaresi, entro fine luglio. A seguire si avvierà la predisposizione della struttura temporanea da parte della società tedesca HTS con termine ad inizio settembre. Seguirà la realizzazione degli impianti progettati dal Polistudio di Riccione e realizzati da F.lli Franchini, che terminerà a metà ottobre. Altri consulenti sono lo Studio TI per la sicurezza e lo Studio Sarti per la parte strutturale.

L’intervento comporterà una diminuzione temporanea di circa 250 posti auto ma un’area acquisita da IEG nei pressi dell’ingresso Sud sarà organizzata a parcheggio per ospitare stabilmente circa 1.500 posti auto.

Caffè: ecco il motivo per cui piace nonostante l’amarezza

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Alcuni studiosi della Schulich School of Medicine and Dentistry e dell’Università della California hanno scoperto il motivo dietro la popolarità del caffè. Nel dettaglio, la questione riguarda i nostri geni: è il dna a determinare se ci piace o meno l’espresso e questo finisce per avere effetti sulla salute. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Eugenio Spagnuolo del quotidiano La Gazzetta.

Il gusto del caffè

MILANO – Amaro, forte e anche un po’ acidulo. Eppure, nonostante queste caratteristiche non sempre gradevoli, il gusto del caffè ci ha conquistati tutti. Solo in Italia, ogni giorno sorseggiamo 95 milioni di tazzine, con una media di 1,6 tazze per abitante. Ma perché ci piace tanto il caffè nonostante il suo sapore… deciso?

Alcuni studiosi della Schulich School of Medicine and Dentistry e dell’Università della California si sono posti la stessa domanda, trovando (forse) la risposta all’annoso problema.

In pratica, la questione riguarda i nostri geni: è il dna a determinare se ci piace o meno il caffè e questo finisce per avere effetti sulla nostra salute. Per capirne di più, i ricercatori hanno cercato le varianti genetiche legate al consumo di caffè.

Poi, hanno esaminato i dati di oltre 130.000 americani e li hanno confrontati con quelli di circa 335.000 persone del Regno Unito. Così hanno scoperto le parti del genoma legate al consumo di caffè, individuando i geni che potrebbero influenzare questa abitudine.

Il risultato? Alcune varianti genetiche ereditate dai genitori influenzano la nostra dose quotidiana di caffeina. Ma c’è di più: lo studio ha trovato collegamenti genetici tra il caffè e problemi di salute, come l’obesità e la dipendenza da sostanze.

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