venerdì 21 Novembre 2025
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La recensione di “Bialetti a catalogue”: l’iconica moka fotografata da David Bergé in un libro che racconta per immagini

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Bialetti, a catalogue, la copertina (foto dal sito davidberge.info)
Bialetti, a catalogue, la copertina (foto dal sito davidberge.info)

MILANO – Da Atene e Bruxelles, dove l’artista e fotografo David Bergé vive, ad Omegna, la patria dell’iconica moka Bialetti. Da questo sguardo nasce il libro “Bialetti Catalogue” edito da Spector Books nel 2023: nell’immaginario di Bergé prende vita un catalogo immaginario del brand made in Italy attraverso diversi modelli raccolti dallo stesso autore in diversi luoghi, esplorandone i processi produttivi che si intrecciano con la storia di una famiglia, dei suoi dipendenti, scanditi dal ritmo di una fabbrica e delle intuizioni ingegneristiche.

Bialetti in un catalogo suggestivo

Le atmosfere sono fotografate partendo dalle nuvole cariche di pioggia per tracciare il profilo dello stabilimento Bialetti dall’alto.

Bergé visita il sito per la prima volta nel maggio 2019 e torna nel novembre 2021 quando incontra alcuni ex lavoratori Bialetti a cui scatta una foto. E questo è lo spunto per fare un excursus dell’evoluzione dell’industria italiana attraverso questa azienda ma soprattutto attraverso il racconto degli imprenditori – da Alfonso a Renato – dietro un brand destinato a segnare la storia.

La moka Bialetti Express, che molti italiani conoscono (foto dal libro)

Compaiono degli scatti storici del secondo piano della fabbrica Bialetti a Crusinallo, dove ciascun operatore ha il suo proprio compito nella catena produttiva: da 1 a 12 tazze, le moka nascono lì per poi entrare nelle case di tutti gli italiani.

Ovviamente la storia del successo Bialetti va insieme all’approdo sui media, dove l’uso di campagne pubblicitarie contribuiscono a rafforzare l’iconicità di questo metodo di estrazione che cambierà il modo di consumare il caffè in casa anche oltre i confini nazionali.

Bialetti, 36 anni di produzione ininterrotta

Senza però, scrive Bergé, una raccolta di documenti sistematica di questo processo:

Design decisions and commercial strategies remain unarchived – e continua per chiarire gli obiettivi di questo catalogo inventato – No documentation. No catalogue. No archive. No traces were kept. No one knows the design flaws which did not make it into the market. No
one knows the order in which the machines came into the market. Gathering the machines here in this book, in your hands, is my attempt to make the first Bialetti catalogue.

My collection, gathered from second hand markets, flag ship stores, ex-employees and friends’ kitchens“.

(“Le decisioni progettuali e le strategie commerciali rimangono non archiviate – e continua per chiarire gli obiettivi di questo catalogo inventato – Nessuna documentazione. Nessun catalogo. Nessun archivio. Nessuna traccia è stata conservata. Nessuno conosce i difetti di progettazione che non sono stati introdotti nel mercato.

Non si conosce l’ordine in cui le macchine sono arrivate sul mercato. Raccogliere i modelli in questo libro, nelle vostre mani, è il mio tentativo di realizzare il primo catalogo Bialetti. La mia collezione, raccolta da mercatini dell’usato, negozi di bandiera, ex-dipendenti e cucine di amici.”)

Il suo viaggio di conoscenza porta Bergé a imbattersi con il figlio di Alessio Alessi, Carlo, l’attuale CEO dell’Alessi Industries all’headquarters in Crusinallo, che definisce la loro moka come un “prodotto popolare, affordable for the mass”: adesso le attività produttive del Gruppo Bialetti sono concentrate negli stabilimenti di Coccaglio (Brescia) e Ploiesti (Romania).

Dopo diverse vicende (la vendita da parte di Renato Bialetti a Faema Group nel 1986 che a sua volta l’ha ceduta nel 1993 a Rondine Italia con cui nel 1998 si è costituita l’attuale Bialetti Industries) quella che è stata per tanto tempo considerata la Ferrari delle caffettiere, si evolve – in modelli più grandi, uno elettrico e uno in acciaio inox – venduta in diversi punti vendita in tutta Italia.

Bergé chiude così il suo racconto per poi lasciare parlare direttamente le immagini

Alcuni modelli Bialetti (foto dal libro)

Una carrellata di moka di diverse forme e grandezze, alcune delle quali non si comprende neppure bene come funzionino tanto sembrano distanti dalla classica Bialetti a cui tutti siamo abituati.

Le caffettiere si mettono in posa, di profilo, di spalle, aperte, colorate, alcune un po’ ossidate dopo chissà quanti giri sui fornelli, con l’omino baffuto che ogni tanto si mostra con l’indice puntato verso il cielo, decorate di fiori…per mostrare le mille facce dello stesso strumento che in tantissimi hanno sentito borbottare negli anni.

Bialetti a Catalogue, 80 pagine

Pubblicato da Spector Books, 2023

In vendita a 24 euro, qui.

 

Vincenzo Santoro, maestro de La Pasticceria Martesana, si è spento all’età di 72 anni

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vincenzo santoro la martesana
Un'immagine dal video della pagina Instagram della pasticceria Martesana

MILANO – La pasticceria Martesana è un luogo diventato iconico per il settore: il suo capitano, Vincenzo Santoro, si è spento all’improvviso all’età di 72 anni per un malore durante la notte dell’11 dicembre. Il maestro del lievito madre, affermato a livello internazionale per la sua forte professionalità, lascia una delle insegne più celebri di Milano. Leggiamo la notizia completa da milanotoday.it.

La storia di Vincenzo Santoro

Vincenzo Santoro, detto Enzo, nasce in Puglia nel 1952 e da giovanissimo lascia la sua terra d’origine per raggiungere Milano negli anni del boom economico. Fin da subito si distingue per la sua passione verso il mondo della pasticceria, tanto che nel 1966 apre il primo negozio e laboratorio a marchio Martesana in Via Cagliero.

Chiamata così per la sua posizione, a pochi metri dal famoso Naviglio della Martesana che ancora scorre a nord est di Milano. Dunque una pasticceria di quartiere che Santoro sviluppa con piglio innovativo, distinguendosi all’epoca per creatività e visione imprenditoriale.

Tanti i riconoscimenti che Santoro riceve nella sua lunga carriera. Nel 1986 crea la celebre torta commemorativa del Duomo di Milano, opera che gli è valsa il riconoscimento internazionale in occasione della manifestazione APAL. Nel 2015 Martesana conquista le Tre Torte del Gambero Rosso, premio confermato per gli anni consecutivi fino al 2024.

Nel 2020 il panettone classico del Maestro è invece premiato come il migliore d’Italia alla competizione Artisti del Panettone. Mentre nel 2023 in occasione di Host Milano, Santoro riceve da Iginio Massari il premio “Ai Migliori Pasticcieri del Mondo”.

Per leggere l’articolo completo, andare a questo link.

Il legame tra caffè e microbioma intestinale scoperto all’Università di Trento

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Nicola Segata, Paolo Manghi e parte del gruppo di ricerca dello studio (©UniTrento ph. Federico Nardelli)

TRENTO – Comprendere in che modo i singoli alimenti possono interagire con il microbioma e con quali effetti. L’obiettivo è ambizioso. Un primo tassello di questo lavoro viene dai risultati di una ricerca condotta dal Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata – Cibio dell’Università di Trento.

Sotto la lente d’indagine, il caffè. Una bevanda amata e bevuta da molte persone, anche con una certa regolarità. Quello che è emerso è che dal microbioma si può desumere, con un’accuratezza che supera il 95 per cento, se un individuo beve il caffè oppure no. Questo grazie a un particolare batterio, chiamato Lawsonibacter asaccharolyticus.

L’aspetto interessante di questo lavoro è la potenziale opportunità di individuare e analizzare le conseguenze di singoli cibi su determinati batteri.

Lo studio dell’Università di Trento

Il primo autore è Paolo Manghi, ricercatore al Dipartimento Cibio dell’Università di Trento. Hanno partecipato studiosi e studiose del Dipartimento Cibio e dell’Università di Harvard, oltre a diversi enti di ricerca europei e statunitensi. A coordinare il gruppo è stato Nicola Segata, professore di Genetica e responsabile del laboratorio di metagenomica computazionale del Dipartimento Cibio.

Per questa ricerca sono stati analizzati i dati di oltre 22mila soggetti. È stata riscontrata un’evidente relazione tra il consumo di caffè e il microbioma intestinale, determinata dalla presenza del batterio Lawsonibacter asaccharolyticus, che è in media dalle sei alle otto volte più abbondante in chi beve caffè abitualmente rispetto a chi non lo assume.
Un aspetto che è stato confermato anche in laboratorio. “Coltivando questo batterio in vitro – spiega Paolo Manghi – si è visto che cresce di più se si aggiunge caffè al terreno di coltura”.

Non solo. Come ulteriore prova di questa associazione, lo stesso batterio è stato rilevato in quantità maggiori in coloro che assumono elevate dosi di caffè rispetto a chi lo consuma in modo più moderato. Inoltre, utilizzando informazioni provenienti da 25 paesi in tutto il mondo, sono state riscontrate queste stesse relazioni. Nelle popolazioni che bevono molto caffè, questo batterio è quasi sempre presente.

Curiosamente, i paesi europei dove si usa bere più caffè sono Lussemburgo, Danimarca e Svezia. All’altro estremo e ampliando l’orizzonte di riferimento, in Cina, Argentina e India la presenza del Lawsonibacter asaccharolyticus è quasi del tutto assente.

Non è noto se questo microrganismo abbia un impatto positivo o negativo sulla condizione fisica delle persone. “Non sembra avere un ruolo particolarmente rilevante” sottolinea Nicola Segata. “Il punto – aggiunge – è vedere che se beviamo caffè stimoliamo in modo molto deciso la presenza e l’abbondanza di questo batterio, altrimenti no. Questo può essere importante per altri batteri e cibi che hanno effetti più importanti sulla salute. In effetti abbiamo dati su quali siano i batteri intestinali con effetti potenzialmente benefici e ora ci concentreremo sul capire quali cibi specifici ne possano stimolare la crescita”.

Le prospettive

L’intenzione degli autori e delle autrici dello studio è quella di procedere con le stesse analisi anche su altri alimenti. Una sfida non facile. Perché chi beve caffè sa dire con precisione quante volte al giorno lo fa.

Chi mangia invece, per esempio, broccoli – un alimento che può avere un effetto positivo più importante del caffè dal punto di vista dei batteri che stimola – può avere difficoltà a spiegare quanto spesso li consuma e con quali modalità di assunzione e cottura.

In futuro però – è l’auspicio di chi ha condotto il lavoro – se attraverso il test del microbioma verrà evidenziata l’assenza di un batterio associato a un alimento salutare, si potrà raccomandare un tipo di regime alimentare sempre più personalizzato.

Lo studio, dal titolo “Coffee consumption is associated with intestinal Lawsonibacter asaccharolyticus abundance and prevalence across multiple cohorts” è stato pubblicato sulla rivista Nature Microbiology ed è disponibile qui.

È stato sostenuto da fondi europei Erc (progetto “microTOUCH”) e Horizon 2020 e da Istituti nazionali di Sanità.

Italiani e sostenibilità: per 4 su 10 la crisi economica rappresenta un ostacolo a comportamenti responsabili

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beni larghi consumo spesa dolci
Il logo YouGov

MILANO – Nel nostro Paese rimane elevata la soglia di attenzione per il tema della sostenibilità, con il 55% degli italiani che prova a fare del suo meglio per adottare comportamenti idonei, tuttavia emergono parecchi ostacoli: se da un lato chi vorrebbe essere più virtuoso non sa come fare, dall’altro molti consumatori (4 su 10) trovano sempre più difficile agire in modo sostenibile a causa della crisi economica. Queste alcune delle evidenze dell’edizione 2024 dell’indagine “Who cares? Who does? Sustainability”, realizzata su un campione di 4.382 famiglie da YouGov, leader del mercato nelle indagini rivolte ai consumatori.

Lo scenario

Il 75% degli italiani rientra o nella categoria degli eco-actives (il 23%), così vengono chiamati coloro che dimostrano una maggiore sensibilità su tematiche green e cercano allo stesso tempo di acquistare prodotti sostenbili regolarmente, oppure in quella degli eco-considerers (52%), che si dichiarano genericamente preoccupati per l’ambiente ma meno nella condizione di acquistare regolarmente prodotti green: l’interesse di tre italiani su quattro rappresenta un riscontro senz’altro positivo, soprattutto se rapportato alla media globale (64%), ma i margini di miglioramento sono ancora ampi come dimostra il 37% delle famiglie che si dichiara in difficoltà a tradurre questo impegno in azioni concrete a causa di problemi sociali e economici.

I numeri mostrano come, nel nostro Paese, il riscaldamento globale costituisca ancora il problema più sentito (il 20% dei rispondenti lo include tra le tre principali preoccupazioni ambientali) seguito dall’inquinamento dell’aria (11%), che invece non rientra nella top five dei rispondenti nei 33 paesi oggetto della rilevazione.

Da notare come in Italia la doppia cifra venga raggiunta inoltre da preoccupazioni relative all’acqua – sia lo spreco che l’inquinamento e la carenza si attestano al 10% – dimostrando come la gestione della risorsa idrica rappresenti sempre più un tema di rilevanza crescente.

La ricerca di YouGov condotta sul Consumer Panel ha indagato anche come questo scenario si traduce nei rapporti tra i consumatori e le aziende e come impatta sui comportamenti d’acquisto dei beni di largo consumo e sul costumer journey.

In generale due italiani su tre (67%, in aumento rispetto al 62% del 2023) dimostrano sfiducia nei confronti dell’effettivo valore delle azioni a favore della sostenibilità dei marchi, che giudicano interessati esclusivamente ai profitti e impegnati solamente a parole.

I consumi

Entrando nello specifico, le abitudini di consumo si declinano in modo equilibrato a favore di una sostenibilità sia economica che sociale e ambientale. Gli italiani si indirizzano infatti verso prodotti locali (81%) e di aziende del territorio (79%) mentre un importante rilievo viene attribuito al packaging, in particolare se totalmente riciclabile (75%) o ricavato da materiale riciclato (74%).

Tra le priorità che rimangono non soddisfatte, circa un italiano su quattro sarebbe disposto a premiare con la propria scelta chi dona parte della sua spesa in beneficenza (29%), protegge, promuove la biodiversità (26%), riduce gli sprechi nella supply chain (25%), garantisce certificazioni ufficiali (25%) e fornisce suggerimenti per ridurre gli sprechi sulla confezione o sul sito web (25%).

Viceversa, la maggioranza relativa di consumatori non prende in considerazione per i suoi acquisti alimenti totalmente vegani (44%) o sostitutivi della carne e dei latticini (22%), confermando come abitudini alimentari alternative a quelle tradizionali fatichino a fare breccia.

Il futuro

Rivolgendo uno sguardo al futuro, oltre la metà dei consumatori (55%) rivela di fare del suo meglio per adottare comportamenti sostenibili. Tuttavia gli ostacoli sono molti: il 50% del totale di coloro che si dichiarano disponibili ad acquisti ancora più virtuosi ammette di non sapere come fare, mentre sono 4 su 10 i consumatori che hanno trovato più difficile rispetto agli anni scorsi agire in modo sostenibile a causa della crisi economica.

Il prezzo elevato è la prima barriera (circa il 60%) ma gli Eco-Actives sottolineano anche deficit prestazionali mentre gli Eco-Dismissers (il cluster di chi abbandona comportamenti ecologici) considerano troppo impegnativa la ricerca di soluzioni eco-compatibili.

Per quello che riguarda i canali di vendita, secondo il 29% degli italiani i retailer pare favoriscano poco o per nulla uno stile di vita sostenibile, non a caso notiamo come gli Eco-Actives siano già orientati verso i negozi specializzati. Dati che fotografano una situazione critica ma che possono costituire anche un’opportunità futura di miglioramento se i retailer avranno la capacità di proporsi come abilitatori di un cambiamento.

La scheda sintetica di YouGov

YouGov è un gruppo globale di ricerca e analisi dei dati. La nostra mission è offrire una visione senza precedenti di ciò che il mondo pensa e agisce nella vita reale. Con attività negli Stati Uniti, nelle Americhe, in Europa, in Medio Oriente, in India e nell’Asia Pacifica, disponiamo di una delle reti di ricerca più estese al mondo.

La peculiarità di YouGov è di essere supportato dalla realtà. Ciò deriva da un panel unico di milioni di membri registrati in 55 paesi, che comprende circa 18 milioni di acquisti e milioni di punti di dati interconnessi. Il nostro approccio unico al reclutamento e al coinvolgimento del nostro panel, unito alle nostre piattaforme tecnologiche all’avanguardia, ci consente di fornire approfondimenti in tempo reale che portano a un migliore processo decisionale e a un vantaggio competitivo per i nostri clienti.

Come innovatori e pionieri delle ricerche di mercato online, godiamo di una solida reputazione in qualità di affidabile fonte di dati e approfondimenti accurati. A riprova di ciò, i dati di YouGov vengono regolarmente citati dalla stampa internazionale e siamo costantemente una delle fonti per ricerche di mercato più menzionata al mondo.

Nespresso presenta il viaggio sensoriale alla scoperta del caffè con lo chef Alessandro Dal Degan

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Lo chef Alessandro Dal Degan (immagine concessa)

MILANO – Un’esperienza gastronomica completamente inedita che mette il caffè al centro di un menu stellato di sei portate proposte in pairing a sei bevande trattate come piatti liquidi, elevando il caffè ad opera d’arte culinaria, per un viaggio da vivere attraverso i cinque sensi.

Frutto dell’estro creativo e della filosofia di cucina unica di chef Alessandro Dal Degan de La Tana Gourmet e l’Osteria della Tana, fatta di rispetto per il gusto, per la materia prima e per l’ambiente inteso come habitat e intreccio di relazioni tra uomo e natura, il nuovo menu è un viaggio sensoriale che parte dalle Terre di Origine del caffè e giunge fino all’Altopiano di Asiago.

Un racconto unico, che esalta tutte le caratteristiche di questa preziosa materia prima, creando un armonioso sodalizio in cui sei caffè monorigine parte della gamma Origins Nespresso Professional vengono affiancati a ingredienti autoctoni, raccolti direttamente nei boschi o acquistati da piccoli produttori locali, come da filosofia dello chef.

Un dialogo costante in cui le origini dei caffè – Brasile, Perù, Congo, Guatemala, India e l’ultima novità Indonesia – si fondono con i sapori della campagna Veneta.

In un approccio alla cucina frutto di contrasti delicati e di una ricerca profonda, orientata a mantenere integra la natura degli ingredienti, nel pieno rispetto dei cicli naturali e della biodiversità, il menu di chef Dal Degan ripercorre le tappe di un viaggio che nelle prime tre portate accompagna gli ospiti in Brasile, Perù e Congo rispettivamente con assaggi in cui il caffè viene utilizzato alla stregua di una spezia, per conferire tocchi di profumo che fungono da completamento gustativo o esaltatore degli altri ingredienti.

Ne è un esempio il caffè di origine brasiliana che viene utilizzato come noce moscata in una fonduta che farcisce un piccolo bignè salato, proposto da Chef in abbinamento ad un bitter a base caffè; o ancora il monorigine peruviano che con le sue note leggermente acide e floreali bilancia la componente “umami” di un mix di funghi selvatici utilizzati sia nel piatto che nella bevanda, un infuso di fungo fermentato con zenzero e caffè; fino ad arrivare al caffè originario del Congo, che con le sue note di cereali tostati è il perfetto sostegno di una linguina cotta in un brodo di cavolfiore alla brace, da degustare insieme ad anice, mezcal e caffè.

Le tappe successive conducono in Guatemala, con un caffè dal gusto spiccatamente dolce che aiuta a bilanciare le note amaricanti del carciofo e intensamente sapide dell’ostrica; e si arriva poi in India, con protagonista una miscela dalla grande potenza gustativa che dona corpo e sensazioni tostate ad un topinambur arrostito, utilizzato sia nel piatto che nella bevanda.

E, come destinazione finale di questo viaggio meraviglioso, Chef Dal Degan ha scelto l’Indonesia, dove il caffè è fondamento del piatto, del dessert nello specifico, trasformandosi in un gelato croccate, vellutato e suadente, che gioca a nascondino con mandorla e uvetta, da assaporare sorseggiando un Irish coffee.

“In questo menu il caffè si inserisce perfettamente nella mia filosofia di cucina basata sul rispetto per l’ambiente e per la nostra Terra. Un approccio in cui il sapore di ogni piatto è frutto della materia, intesa come materia prima, ma anche materia di pensiero e argomento di riflessione. Un flusso in cui instaurare un dialogo autentico con i territori attraverso un approccio concreto alla sostenibilità”, ha commentato Chef Dal Degan. “Rendere il caffè protagonista di un intero percorso, in un alternarsi unico di piatti e bevande, mi ha dato la possibilità di intrecciare innovazione e sostenibilità rendendoli elementi centrali: innovazione applicata alle differenti tecniche attraverso le quali il caffè viene proposto; sostenibilità che si eleva dal concetto di ‘chilometro zero’ a quello di ‘chilometro buono’. Un passaggio in cui la scelta del caffè, ingrediente che ha origini lontane, è guidata dalla scelta di prodotti che sono certo provenire da filiere sostenibili, rispettose dell’ambiente e dei territori e di reale sostegno alle comunità locali. Da qui la scelta naturale dei caffè Nespresso per questa mia ultima creazione”.

Un’esperienza che travalica i confini geografici e della tavola, in cui il gusto si estende oltre il palato abbracciando tutti i sensi, e che sarà possibile vivere da inizio 2025 durante serate evento dedicate al mondo del caffè, in collaborazione con Nespresso, presso l’Osteria della Tana (Asiago), alla scoperta delle origini e dei profili aromatici dei caffè e dei sapori autentici di un territorio ancora poco esplorato.

Un menù che, rispettando la filosofia di chef secondo cui “la stagione è il metronomo che detta il ritmo del gusto”, evolverà nel tempo nel pieno rispetto dei cicli naturali utilizzando ingredienti stagionali e sarà servito seguendo un approccio volto a ridurre gli sprechi e ad ottimizzare le risorse, contribuendo ad aggiungere un livello narrativo all’esperienza in cui la sostenibilità è rappresentata come impegno concreto e non come mero concetto astratto, approccio che unisce chef Dal Degan e Nespresso.

I caffè scelti da chef Alessandro Dal Degan sono sei caffè monorigine della gamma Origins Nespresso Professional, “ciascuno con un profilo aromatico che richiama il Paese di provenienza, raccontando le caratteristiche del suo terroir, ovvero quella combinazione unica di fattori che, nel loro insieme, determinano il profilo aromatico caratteristico di ciascuno, rendendo ogni miscela unica e capace di trasportare chiunque, ad ogni sorso, nella Terra in cui viene coltivata con cura e passione. ” ha commentato Irene Falcone, Coffee Ambassador Nespresso Italiana.

I caffè Origins Nespresso Professional e la novità Indonesia: passione, cura e attenzione dalle origini della filiera

 In un momento storico in cui emerge come sempre più forte la consapevolezza dell’importanza che le scelte individuali hanno sull’ambiente, con 7 italiani su 10 disposti ad approfondire e rivedere alcune cattive abitudini per mitigare il proprio impatto ambientale, è grande l’impegno richiesto alle aziende per superare le mere dichiarazioni e intraprendere azioni capaci di generare impatti concreti per migliorare la qualità della vita nei territori dove operano, un impegno che per 8 consumatori su 10 diventa anche driver per le decisioni di acquisto. [1]

Questo sguardo abbraccia un concetto più ampio di cura per le risorse, per l’ambiente e per le comunità che si integra perfettamente con la filosofia e strategia Nespresso, che pone la sostenibilità al centro del suo approccio a partire dalle origini della filiera grazie al Programma globale AAA Sustainable Quality, fondato nel 2003 in collaborazione con Rainforest Alliance e che da oltre 20 anni permette di costruire rapporti solidi con gli oltre 157.000 coltivatori e coltivatrici di caffè con cui Nespresso collabora in 18 Paesi, per proteggere la natura e la vita nei paesaggi in cui cresce il caffè e rafforzare la resilienza delle comunità.

È proprio da questo racconto di cura e passione è nata anche la gamma Origins di caffè monorigine Nespresso Professional. Una gamma che al suo interno vanta anche caffè certificati biologici, frutto dell’impegno Nespresso verso l’implementazione di pratiche biologiche, punto cruciale nel viaggio verso l’agricoltura rigenerativa, un sistema agricolo positivo per la natura che mira a migliorare la salute e la fertilità del suolo, ridurre il biossido di carbonio dall’atmosfera e le emissioni di gas serra, proteggere la biodiversità ed aumentare la resilienza economica delle comunità.

 Un impegno costante che ha portato Nespresso al lancio dell’ultima novità in gamma, Indonesia, il primo caffè certificato Fairtrade per la linea Professional, frutto dell’obiettivo condiviso tra Nespresso e Fairtrade, ovvero quello di sostenere i coltivatori e le coltivatrici nella costruzione di mezzi di sussistenza sostenibili e comunità prosperose. Un caffè creato con chicchi di Arabica monorigine dal sapore intenso, che regalano alla miscela un profilo aromatico unico, caratterizzato da note di legno e cereali.

Il menù nel dettaglio

• Prima portata: Bignè craquelin al caffè Brazil Organic, ripieno di fonduta di formaggio di montagna in abbinamento a Bitter al caffè Brazil Organic

• Seconda portata: Polenta, funghi e arrosto di caffè Peru Organic in abbinamento ad Infuso di fungo fermentato con zenzero e caffè Peru Organic

• Terza portata: Linguine in brodo di cavolfiore tostato, caffè Congo Organic, semi di senape e dragoncello in abbinamento ad anice, mezcal e caffè Congo Organic

• Quarta portata: Risotto al carciofo, ostrica e caffè Guatemala in abbinamento a Kombutcha di gambo di carciofo, sambuco e caffè Guatemala

• Quinta portata: Topinambur e bagna caoda al caffè India in abbinamento a Brodo di topinambur tostato alla brace e infusione di caffè India

• Sesta portata: Gelato al caffè Indonesia e cioccolato, cremoso alla mandorla e uvetta alla grappa in abbinamento ad Irish Coffee con caffè Indonesia

La scheda sintetica di Nespresso

 Nespresso è pioniera e punto di riferimento per il caffè porzionato di altissima qualità. L’azienda lavora con oltre 157.000 coltivatrici e coltivatori in 18 Paesi attraverso il suo Programma AAA Sustainable Quality per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole e nei territori circostanti. Lanciato nel 2003 in collaborazione con la ONG Rainforest Alliance, il Programma aiuta a migliorare la resa e la qualità dei raccolti, assicurando una fornitura sostenibile di caffè di alta qualità e migliorando le condizioni di vita delle coltivatrici, dei coltivatori e delle loro comunità.

Nel 2022 Nespresso ha ottenuto la certificazione B Corp, unendosi a un movimento internazionale di oltre 9.000 aziende che soddisfano gli elevati standard di responsabilità sociale e ambientale e di trasparenza B Corp. Con sede a Vevey, Svizzera, Nespresso opera in 93 mercati e conta 14.000 dipendenti. Nel 2023 ha gestito una rete globale di vendita al dettaglio globale di 791 boutique.

[1] Fonte: 1° “Osservatorio Partecipativo su Economia Circolare, Impatto sulle Comunità locali e territori. Le opinioni italiane, i bisogni e le prospettive future” di Nespresso Italiana realizzato in collaborazione con l’Istituto di ricerca SWG.

Ritter Sport presenta i prodotti per Natale con le confezioni minimetro

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Ritter Sport Winter Nordic
MILANO – Fuori dalla finestra la natura si tinge dei caldi colori autunnali: le foglie si trasformano, passando dal verde brillante al giallo dorato, dall'arancione vivace al marrone intenso. Allo stesso modo, Ritter Sport si veste delle sfumature di stagione, con una gamma di tavolette irresistibili tutte da gustare avvolti in una coperta calda: l’irresistibile nuova linea Duo, la linea Winter e la sorprendente linea Vegan. Ritter Sport, azienda familiare da quattro generazioni, realizza le proprie tavolette seguendo il purpose di “Fare la cosa giusta per produrre un cioccolato davvero buono”. Dal 2018, infatti, l’azienda approvvigiona solo Cacao 100% Certificato sostenibile per l’intera gamma di prodotti, selezionando ingredienti di qualità nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Novità Ritter Sport - Duo Con le nuove tavolette Duo, Ritter Sport eleva il divertimento e la golosità a un livello ancora più pop, unendo due irresistibili gusti in un’unica esperienza! La novità è anche nel ricco formato: la tavoletta con i suoi 218 grammi stupisce con un contrasto di sapori senza eguali, abbinando consistenze e gusti, grazie a ricette golose e ingredienti ricercati. Il Crunchy Duo trasporta in un viaggio tra croccantezza e morbidezza: un ripieno di crema alla nocciola e cornflakes, accostato ad una morbida crema al cacao arricchita da macaron e pezzetti di nocciole tostate. Per gli amanti del connubio tra cioccolato e frutta, il Fruity Duo stupisce con la freschezza del ribes rosso e del lampone, avvolti da crema allo yogurt delicatamente bilanciata dal croccante riso soffiato. Per chi desidera una sferzata di energia, il Coffee Duo regala una vera carica di gusto grazie alla morbida crema al caffè e vaniglia abbinata al crunch dei chicchi di caffé caramellati. Per i fan del contrasto dolce-salato, c'è lo Sweet ‘N Salty Duo: il Caramel Crush conquista con la sua crema al caramello e granella di biscotti al burro salato, mentre il Big Brownie racchiude una crema al cacao ricca di irresistibili pezzetti di brownie. Inoltre ci sono le confezioni "mini metro" in diverse versioni "Allegria, Amore, Grazie, Auguri e Nocciopassion" ognuna che custodisce all'interno diverse varianti di mini tavolette al cioccolato. Ritter Sport Winter - tra new entry e back again Quest’anno la linea Winter di Ritter Sport sorprende con tre tavolette dai sapori avvolgenti e morbidi, come un vero e proprio inno alla stagione invernale da assaporare morso dopo morso nelle fredde serate d’inverno. La nuova Winter Almond Mousse cattura anche i più golosi, grazie al morbido cioccolato al latte che racchiude una soffice crema di mandorle, arricchita da calde spezie autunnali. Tra le tavolette più attese dell’anno, spicca la Crunchy Creamy Winter che conquista con il suo cioccolato al latte impreziosito da spezie invernali e croccante granella di mandorle caramellate. A completare la linea, l'irrinunciabile Caramelized Almond non smette mai di conquistare con la sua dolcezza. Ritter Sport Vegan Ideata per chi non vuole scendere a compromessi in fatto di gusto, la linea Vegan offre quattro golosissime tavolette, che grazie alla loro speciale ricetta vegana regalano un cioccolato sorprendente dai sentori inebrianti. Crunchy Whole Hazelnuts è la tavoletta da sogno per chi ama le nocciole intere perfettamente amalgamate con un gustoso cioccolato. Per chi non sa fare a meno del super croccante, le tavolette Crunchy Almonds regalano un’esperienza unica grazie al connubio tra le mandorle intere e la pasta di nocciole. Gli amanti dei contrasti inaspettati non potranno rimanere delusi dalle tavolette Roasted Peanut con arachidi e Salted Caramel, poichè regalano una perfetta alchimia di sapori con il loro straordinario abbinamento dolce salato. Tutte le referenze sono disponibili in GDO. Prezzo al pubblico consigliato: Linea Ritter Sport Vegan €2,69 Linea Ritter Sport Duo €4,39 Linea Ritter Sport Winter €1,99 La scheda sintetica di Ritter Sport Azienda familiare indipendente fondata nel 1912 da Alfred Ritter e da sua moglie Clara. Ritter Sport, dal 2018, è stato il primo grande produttore di tavolette di cioccolato ad approvvigionare cacao 100% certificato sostenibile per la sua intera gamma di prodotti. Ritter Sport Winter Nordic (immagine concessa)

MILANO – Fuori dalla finestra la natura si tinge dei caldi colori autunnali: le foglie si trasformano, passando dal verde brillante al giallo dorato, dall’arancione vivace al marrone intenso. Allo stesso modo, Ritter Sport si veste delle sfumature di stagione, con una gamma di tavolette irresistibili tutte da gustare avvolti in una coperta calda: l’irresistibile nuova linea Duo, la linea Winter e la sorprendente linea Vegan.

Ritter Sport, azienda familiare da quattro generazioni, realizza le proprie tavolette seguendo il purpose di “Fare la cosa giusta per produrre un cioccolato davvero buono”. Dal 2018, infatti, l’azienda approvvigiona solo Cacao 100% Certificato sostenibile per l’intera gamma di prodotti, selezionando ingredienti di qualità nel rispetto delle persone e dell’ambiente.

Novità Ritter Sport – Duo

Con le nuove tavolette Duo, Ritter Sport eleva il divertimento e la golosità a un livello ancora più pop, unendo due irresistibili gusti in un’unica esperienza! La novità è anche nel ricco formato: la tavoletta con i suoi 218 grammi stupisce con un contrasto di sapori senza eguali, abbinando consistenze e gusti, grazie a ricette golose e ingredienti ricercati.

Il Crunchy Duo trasporta in un viaggio tra croccantezza e morbidezza: un ripieno di crema alla nocciola e cornflakes, accostato ad una morbida crema al cacao arricchita da macaron e pezzetti di nocciole tostate.

Per gli amanti del connubio tra cioccolato e frutta, il Fruity Duo stupisce con la freschezza del ribes rosso e del lampone, avvolti da crema allo yogurt delicatamente bilanciata dal croccante riso soffiato.

Per chi desidera una sferzata di energia, il Coffee Duo regala una vera carica di gusto grazie alla morbida crema al caffè e vaniglia abbinata al crunch dei chicchi di caffé caramellati.

Per i fan del contrasto dolce-salato, c’è lo Sweet ‘N Salty Duo: il Caramel Crush conquista con la sua crema al caramello e granella di biscotti al burro salato, mentre il Big Brownie racchiude una crema al cacao ricca di irresistibili pezzetti di brownie.

Mini metro (immagine concessa)

Inoltre ci sono le confezioni minimetro in diverse versioni “Allegria, Amore, Grazie, Auguri e Nocciopassion” ognuna che custodisce all’interno diverse varianti di mini tavolette al cioccolato.

Ritter Sport Winter – tra new entry e back again

Quest’anno la linea Winter di Ritter Sport sorprende con tre tavolette dai sapori avvolgenti e morbidi, come un vero e proprio inno alla stagione invernale da assaporare morso dopo morso nelle fredde serate d’inverno.

La nuova Winter Almond Mousse cattura anche i più golosi, grazie al morbido cioccolato al latte che racchiude una soffice crema di mandorle, arricchita da calde spezie autunnali. Tra le tavolette più attese dell’anno, spicca la Crunchy Creamy Winter che conquista con il suo cioccolato al latte impreziosito da spezie invernali e croccante granella di mandorle caramellate.

A completare la linea, l’irrinunciabile Caramelized Almond non smette mai di conquistare con la sua dolcezza.

Ritter Sport Vegan

Ideata per chi non vuole scendere a compromessi in fatto di gusto, la linea Vegan offre quattro golosissime tavolette, che grazie alla loro speciale ricetta vegana regalano un cioccolato sorprendente dai sentori inebrianti.

Crunchy Whole Hazelnuts è la tavoletta da sogno per chi ama le nocciole intere perfettamente amalgamate con un gustoso cioccolato. Per chi non sa fare a meno del super croccante, le tavolette Crunchy Almonds regalano un’esperienza unica grazie al connubio tra le mandorle intere e la pasta di nocciole.

Gli amanti dei contrasti inaspettati non potranno rimanere delusi dalle tavolette Roasted Peanut con arachidi e Salted Caramel, poichè regalano una perfetta alchimia di sapori con il loro straordinario abbinamento dolce salato.

Tutte le referenze sono disponibili in GDO.

Prezzo al pubblico consigliato:

  • Linea Ritter Sport Vegan €2,69
  • Linea Ritter Sport Duo €4,39
  • Linea Ritter Sport Winter €1,99

La scheda sintetica di Ritter Sport

Azienda familiare indipendente fondata nel 1912 da Alfred Ritter e da sua moglie Clara. Ritter Sport, dal 2018, è stato il primo grande produttore di tavolette di cioccolato ad approvvigionare cacao 100% certificato sostenibile per la sua intera gamma di prodotti.

Caratterizzati dalla peculiare forma quadrata e dai pack vivaci e colorati, i prodotti a marchio Ritter Sport sono venduti in oltre 100 paesi al mondo. L’azienda impiega attualmente circa 1.900 persone e ha raggiunto un fatturato di 565 milioni di euro nel 2023.

Verbania e la fabbrica di cioccolato: ecco il podcast dei dipendenti Barry Callebaut sulla chiusura della fabbrica

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Barry callebaut cioccolato unilever
Il logo di Barry Callebaut

Gli otto episodi del podcast Verbania e la fabbrica di cioccolato, disponibili su Spotify, raccontano la storia dello stabilimento e l’impegno di dipendenti, sindacalisti e politici per evitare la chiusura. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Vco News.

Il podcast Verbania e la fabbrica di cioccolato

INTRA (Verbanio, Cusio, Ossola) – In un periodo cruciale per il futuro dello stabilimento Barry Callebaut di Intra e per le famiglie che da esso dipendono, Volt Verbania ha dato vita a “Verbania e la fabbrica di cioccolato”, un podcast in cui gli stessi dipendenti raccontano le loro storie, le loro speranze e le loro paure.

Ogni episodio è un viaggio emozionante dentro la vita di chi sta lottando per salvare il proprio lavoro e la propria dignità.

Gli episodi, disponibili per l’ascolto sulla piattaforma Spotify (o sul sito dedicato), sono otto, ognuno dei quali racconta un diverso aspetto della storia dello stabilimento verbanese tramite le testimonianze di dipendenti, sindacalisti e politici.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

La catena 12oz apre una nuova caffetteria all’aeroporto di Torino

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Da sinistra: Francesca Soncini, direttrice commerciale Extra Aviation di Torino Airport, e David Nathaniel, fondatore di 12oz (immagine concessa)

TORINO – 12oz, il retail format italiano specializzato nel servizio rapido di bevande coffee&milk based, apre un nuovo store nella sala imbarchi dell’aeroporto internazionale di Torino, consolidando la sua presenza nel segmento travel che – tra punti vendita in stazioni e aeroporti italiani – a oggi quota la metà degli oltre 30 punti vendita della catena.

La partnership con Torino Airport era stata avviata già l’anno scorso con l’apertura di un primo temporary store che ha consentito di testare la risposta del pubblico all’offerta food&beverage cosmopolita caratteristica di 12oz.

“Siamo molto contenti dell’accordo con l’aeroporto di Torino per l’apertura di questo store permanente – commenta il fondatore e ceo David Nathaniel – che ci permetterà di servire i nostri prodotti sia ai torinesi in partenza, che ai turisti che transitano da qui, un pubblico anche internazionale, in forte crescita, che arriva in occasione dei grandi eventi sportivi e meeting che la città ospita, oltre che per visitare Torino o trascorrere qualche giorno nelle località sciistiche limitrofe”.

Nathaniel continua: “Siamo un format perfetto per il canale travel e i suoi alti flussi, e consentiremo agli oltre 4,5 milioni di passeggeri di Torino Airport di essere serviti velocemente, soprattutto nel caso in cui arrivino giusto in tempo per scegliere la loro bevanda prima che l’aereo parta, da portare con sé.”

“Siamo felici che 12oz apra un nuovo punto vendita nel nostro aeroporto, – dichiara Francesca Soncini, direttrice commerciale Extra Aviation di Torino Airport -perché con la sua proposta saprà andare incontro alle esigenze dei nostri passeggeri, in particolare di quelli più giovani e dinamici. Cerchiamo sempre di diversificare l’offerta per soddisfare tutte le esigenze, come quella di un servizio rapido per i turisti della neve che arriveranno numerosi nel nostro scalo fin dalle prossime settimane”.

Il locale di 50 mq (al netto del magazzino) ospita 28 posti a sedere. L’assortimento dei prodotti è più che completo: il menù, infatti, oltre all’iconica selezione di bevande caffeine based calde e fredde servite in pochi secondi, propone una gamma ad hoc di prodotti food dolci e salati, proprio per rispondere al forte consumo richiesto durante tutto l’arco della giornata. Oltre agli iconici donut e bagel del format, i clienti troveranno nuovi prodotti pensati appositamente per questo store, specialmente relativamente alla proposta food salato. Tutto pronto per il consumo sul posto e per il to go, tratto caratterizzante della catena, così da permettere alle persone di curiosare tra i negozi della sala imbarchi, fare acquisti o lavorare nelle aree relax in attesa della partenza effettiva oppure portare con sé i prodotti da consumare in volo.

La nuova location all’interno dello scalo torinese anticipa le prossime aperture già previste nei primi mesi del 2025 per 12oz, che continua così a crescere con punti vendita a gestione diretta e in franchising nei centri città, centri commerciali e prossimamente in altre location anche non convenzionali.

La scheda sintetica di 12oz

Retail format di caffetterie 2.0, nato nel 2015 con un primo locale a Milano, dall’intuizione dell’imprenditore italiano e CEO David Nathaniel, da oltre trent’anni nel settore della prima colazione per l’hotellerie di lusso.

Nel 2018 è nata la joint venture con JDE Peet’s, secondo torrefattore al mondo e parte del colosso internazionale JAB Holding Company, che ha nel suo portafoglio primari brand della ristorazione. JDE Peet’s ha investito nel concept, in cui crede fortemente, diventandone il socio di maggioranza. Il potente piano di sviluppo prevede l’apertura di centinaia di locali diretti e in franchising, in Italia e all’estero.

12oz promuove i nuovi trend di bevande da consumare in movimento, già pienamente nelle abitudini di Millennials e GenZ. Integra il gusto globale e cosmopolita dell’offerta con la rapidità di servizio tipica del bar all’italiana, grazie a un sistema di macchine tecnologicamente avanzate, che consente di erogare la metà delle bevande a menù in meno di 30 secondi, e ingredienti di alta qualità.

Gruppo Gimoka controlla ora la maggioranza di Natfood, il leader in Italia delle bevande calde e fredde: insieme per l’eccellenza nel canale horeca

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Da sinistra: Ivan Padelli, Luciano Lochis e Giuseppe Lochis (immagine concessa)

MILANO – Natfood, leader in Italia nel settore delle bevande calde e fredde (ginseng, orzo, cioccolata, te, tisane, creme) per il canale horeca, con oltre 25.000 clienti serviti, annuncia la partecipazione di maggioranza del Gruppo Gimoka nel capitale sociale dell’azienda. L’operazione completa un percorso di crescita strategica avviato nel 2021, con l’ingresso del Gruppo nell’azionariato.

L’operazione è stata resa possibile anche grazie al supporto finanziario di UniCredit che ha agito come banca capofila e banca agente del pool di banche finanziatrici che comprendono altresì: Banco Bpm, Bper, Banca Popolare di Sondrio e Mediocredito Centrale

“L’ulteriore impegno del Gruppo Gimoka rappresenta un passo avanti per Natfood e un riconoscimento del percorso positivo di questi anni, basato su valori condivisi e visioni complementari – ha dichiarato Luciano Lochis, Amministratore Delegato di Natfood. Siamo convinti che l’integrazione delle nostre competenze aprirà a nuove opportunità di crescita, permettendoci di introdurre soluzioni sempre più complete e innovative nel mercato Ho.Re.Ca., sia in Italia che all’estero.”

L’accordo stabilisce una continuità dell’assetto manageriale e organizzativo di Natfood. La compagine sociale e gli organi amministrativi sono stati confermati con la partecipazione della GF Holding e della famiglia Lochis, che manterranno le quote di minoranza della società.

L’attuale presidente di Natfood, Giuseppe Lochis, farà parte del nuovo CdA e Luciano Lochis continuerà a guidare l’azienda in qualità di Amministratore Delegato. Questo indirizzo rappresenta una garanzia di prosecuzione del percorso che ha permesso all’azienda di raggiungere un fatturato annuo 2024 nell’ordine di 40 milioni di euro.

Da sinistra: Ivan Padelli. Luciano Lochis e Giuseppe Lochis (immagine concessa)

Inoltre, grazie a questa business combination, Natfood potrà beneficiare di un’accresciuta capacità di ricerca e sviluppo, non solo nel campo delle bevande, ma anche nel settore delle tecnologie di erogazione e delle apparecchiature professionali. Questo consentirà al Gruppo di essere particolarmente reattivo rispetto ai nuovi trend di mercato e fornire un servizio di assistenza al cliente ancora più completo. Il consolidamento di Gruppo Gimoka permetterà di focalizzarsi ulteriormente sullo sviluppo del know-how integrato che caratterizza l’offerta di Natfood, favorendo una migliore interazione tra dispositivo, prodotto e distribuzione.

Ivan Padelli, presidente del Gruppo Gimoka, ha aggiunto: “Questa operazione rappresenta un importante investimento per il nostro Gruppo e dà seguito all’impegno che avevamo assunto da tre anni al fianco della famiglia Lochis, fondatori di Natfood. Favoriremo la continuità aziendale, mettendo a disposizione la nostra esperienza e le risorse del Gruppo Gimoka per supportare l’ulteriore sviluppo tecnologico e l’innovazione di prodotto. Natfood manterrà la propria autonomia operativa e continuerà a servire i clienti con la professionalità e la passione che contraddistinguono la sua ampia rete di distributori.”

Giuseppe Lochis, fondatore di Natfood, ha dichiarato: “L’alleanza tra Natfood e Gruppo Gimoka favorirà nuove opportunità e sinergie che rafforzeranno entrambe le realtà. Attraverso questa partnership, la famiglia Lochis e la famiglia Padelli intendono creare valore condiviso per tutto il settore, continuando a supportare la crescita del comparto horeca  con soluzioni complete e sempre più all’avanguardia.”

Nell’operazione il Gruppo Gimoka è stato assistito da Deloitte Financial Advisory in qualità di advisor finanziario e da ADR S.r.l. in qualità di advisor legale; mentre GF Holding e Luciano Lochis sono stati supportati da Baldi&Partners, GS Lex e DPZ&Partners per l’assistenza legale, finanziaria, legale, fiscale e strategica.

La Casa del Caffè Tazza d’oro al Pantheon, tradizione e innovazione per un espresso perfetto

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la marzocco casa tazza
La macchina KB90 de La Marzocco (immagine concessa)

ROMA – La storica caffetteria romana La Casa del Caffè Tazza d’oro al Pantheon, in pieno centro città, è uno dei locali storici di Roma più amati dai residenti e dai turisti. La sua atmosfera un po’ retrò unita alla grande cura per la ricerca di materie prime eccellenti ne fa un tempio dell’accoglienza e un simbolo della tradizione italiana del caffè.

La caffetteria, nata come torrefazione grazie a Mario Fiocchetto de Saint Arnaud e inaugurata come caffetteria nel 1944 in via degli Orfani 84, appartiene ancora alla stessa famiglia e alla sua guida oggi c’è la nipote del fondatore, figlia dell’ingegner Carlo e attuale titolare, l’architetto Natalia Fiocchetto.

Il logo La Marzocco (immagine concessa)

Una lunga storia ricca di impegno e passione, un’impresa che di generazione in generazione ha saputo trovare nuovi spunti restando al passo con i cambiamenti del settore senza perdere i suoi tratti originari e avendo la stessa cura del suo fondatore nel portare avantiun’attività incentrata sulla qualità delle sue miscele. Il caffè verde viene importato direttamente dalle fazende con cui si sono stretti negli anni rapporti di fiducia.

Unica torrefazione ancora attiva nel centro città, offre ancora oggi lo spettacolo della grande tostatrice rossa, originale degli anni ‘40, che viene messa in funzione per piccoli lotti di caffè verde destinati a una clientela alla ricerca di un caffè gourmet.

La Marzocco (immagine concessa)

La tostatura del caffè destinato al consumo e alla vendita online, essendo ovviamente una quantità più corposa, avviene invece in uno stabilimento dedicato, a Formello, dove il caffè verde viene trasformato in pregiate miscele che vengono apprezzate in tutto il mondo.

Una gestione al passo con i tempi, attenta al benessere del personale, lungimirante e proiettata verso soluzioni sempre nuove, sia per i servizi che per le bevande offerte, capace non solo di leggere ma spesso di anticipare i gusti di una clientela internazionale.

La posizione della La Casa del Caffè Tazza d’Oro, a due passi dal Pantheon, la rende infatti un posto ideale per una piccola pausa durante una giornata alla scoperta delle bellezze cittadine.

La Marzocco protagonista al

“Lavoro qui da trenta anni, la sento un po’ casa mia, mi sento in famiglia. Questa zona negli anni è molto cambiata, ormai siamo circondati da uffici e strutture turistiche, ma questo ci assicura anche un maggiore passaggio. La nostra offerta è rimasta sempre di altissima qualità. Facciamo venti, trenta chili di caffè al giorno. A volte si sentono talmente tante lingue diverse che sembra di lavorare all’estero, da qua potrei dire che è passato tutto il mondo. Ho servito divi del cinema, cantanti famosi, calciatori, personaggi dell’arte, della cultura e della politica.” (Antonio Buccinnà, Responsabile del personale di caffetteria e del reparto bar)

Il locale è pervaso di un’atmosfera senza tempo. Situato in un palazzo storico, negli anni si è rinnovato ma ricalcando sempre lo stile originale e non ha perso quel sapore che oggi definiamo vintage, ma senza invecchiare. Un angolo ancora assolutamente unico.

Il cambiamento più recente ha riguardato l’attrezzatura, indispensabile per valorizzare i sentori in tazza di un caffè tostato con tanta cura. Sul bancone ci sono adesso tre macchine da caffè espresso La Marzocco, altro brand storico che rappresenta l’artigianalità e l’innovazione nel settore delle macchine da caffè espresso da quasi cento anni.

Le tre macchine, tutte modello KB90, sono due quattro gruppi e una tre gruppi, per coadiuvare l’intenso flusso di lavoro che richiede quattro o cinque baristi per turno e sostenere il picco delle ore di punta.

Sono state personalizzate con il logo ed i colori del locale, che da sempre è caratterizzato dal colore rosso. La scelta di questo modello è legata in particolare a due caratteristiche che facilitano e alleggeriscono il lavoro del barista: l’ergonomia, data dal brevetto straight-in che permette l’inserimento frontale del portafiltro e quindi senza gravare sul polso con movimenti di torsione e l’erogazione automatica di acqua (flush) dopo ogni erogazione che assicura una costante pulizia del gruppo caffè, regalando al cliente una migliore esperienza caffè e una maggiore rapidità nel servizio.

Una scelta che denota una grande attenzione a dettagli che l’esperienza diretta di un barista ritiene essenziali per poter offrire sempre un espresso eccellente. Le macchine sono state anche ottimizzate in altezza, per favorire l’interazione tra barista e cliente, e mantenere l’ambiente accogliente e dinamico.

Fondamentale in questo passaggio è stata la sinergia con la squadra di Coffeetech, distributore locale del brand La Marzocco, che ha curato l’installazione in maniera rapida ed efficiente, adeguandosi alle esigenze del locale e ricreando in meno di 5 orele postazioni di lavoro, pronte per essere utilizzate.

Il desiderio de La Casa del Caffè Tazza d’Oro oggi non è soltanto quello di crescere qualitativamente nell’estrazione dell’espresso, ma di portare avanti i valori storici del locale e il gusto per la perfezione. Per questo, sono stati aperti altri due locali all’estero, uno in Grecia, a Nydrie, sull’isola di Lefkada, l’altro a Seul, per esportare la cultura dell’espresso italiano ed assicurare a questa impresa una lunga storia nel futuro.