lunedì 15 Dicembre 2025
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MUMAC ospita per l’ottava volta la Prima Diffusa con Lady Macbeth del distretto di Mcensk

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Prima Diffusa Mumac (immagine concessa)

BINASCO (MILANO) –  Per l’ottava volta, MUMAC, il Museo della Macchina per Caffè di Cimbali Group, ospita la Prima Diffusa, l’iniziativa di Comune di Milano, Edison, Rai e Teatro alla Scala che porta l’opera della Prima – Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Dmitrij Šostakovič – nei quartieri della Città e in Città Metropolitana, con proiezioni, concerti e performance in oltre 40 luoghi di Milano e dintorni.

La Prima Diffusa rappresenta un appuntamento imprescindibile per avvicinare un vasto pubblico alla conoscenza della rappresentazione della Prima Scaligera.

Quest’anno viene proposta un’opera di forte intensità emotiva, provocatoria e innovativa nella scrittura musicale e drammaturgica. Composta intorno al 1934, Lady Macbeth del distretto di Mcensk è un lavoro dirompente che combina tensione narrativa, critica sociale e una trama orchestrale di grande modernità.

L’opera, diretta dal Maestro Riccardo Chailly con la regia di Vasily Barkhatov, inaugura la stagione scaligera di Opera 2025/2026.

Le parole di Fabrizia Cimbali

“Partecipare alla Prima Diffusa è diventato un appuntamento irrinunciabile per Cimbali Group. Siamo fieri di mettere a disposizione della comunità gli spazi del MUMAC per promuovere l’arte e la bellezza.

Questo è reso possibile grazie alla nostra duratura collaborazione con il Teatro alla Scala, simbolo della cultura non solo milanese, ma internazionale”, afferma Fabrizia Cimbali, AD del Gruppo.

Il MUMAC, con sede a Binasco, ha il piacere di accogliere tutti gli appassionati – previa prenotazione sul sito mumac.it fino ad esaurimento posti– che vorranno assistere alla proiezione in diretta dell’opera in un contesto inusuale di condivisione collettiva

La serata sarà introdotta da “Prima della Prima”, una presentazione e un approfondimento a cura della musicologa Liana Püschel, divulgatrice e ricercatrice attiva presso istituzioni ed enti teatrali di rilievo, che guiderà il pubblico con una narrazione appassionata tra letture musicali, contesto storico e aneddoti, approfondendo anche la travagliata vicenda dell’opera.

La Prima Diffusa negli spazi del MUMAC conferma l’impegno del museo e di Cimbali Group nella promozione della cultura, unendo due realtà simbolo dell’eccellenza italiana: da un lato, Cimbali Group, eccellenza italiana tra i principali produttori al mondo di macchine professionali per caffè, dall’altro, il Teatro alla Scala, uno dei più riconosciuti e prestigiosi ambasciatori della cultura italiana nel mondo.

Le parole di Barbara Foglia, MUMAC Director

“La partecipazione alla Prima Diffusa al MUMAC è la prima espressione della consolidata e rinnovata partnership per il biennio 2025-26 con la Scala e con il suo Museo Teatrale sia da parte del museo d’impresa di Cimbali Group, il MUMAC, che da parte del brand La Cimbali, le cui macchine si trovano in tutti i foyer per offrire un caffè agli spettatori delle rappresentazioni del più importante teatro d’opera al mondo” afferma Barbara Foglia, MUMAC Director.

Il supporto di Cimbali Group alla Scala e al suo museo ha avuto avvio nel 2016 e da allora è proseguito senza interruzioni sia attraverso la Prima Diffusa che con altre collaborazioni e sinergie in occasione di numerosi altri momenti di spettacolo e cultura, fra cui, nel 2024, la mostra allestita presso il Museo del Teatro, “Fantasmagoria Callas”.

Programma della serata

  • Apertura accrediti: ore 17.00
    • Introduzione all’opera con guida all’ascolto: ore 17.15
    • Inizio opera: ore 18.00
  • Fine opera: ore 21.45 circa

Durante gli intervalli sono previsti buffet e caffè per tutti gli ospiti.

Accesso con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti sul sito: mumac.it/prenotazioni

Nestlé presenta la mappatura della diversità genetica del cacao

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Nestlé
Il logo Nestlé

Nestlé, con l’aiuto di alcune università internazionali, ha creato una collezione genetica del cacao che rappresenta il 95% della biodiversità mondiale per proteggere il futuro del cioccolato. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Capitalist.

La mappatura del cacao

I ricercatori Nestlé, in collaborazione con importanti istituzioni scientifiche, hanno completato la mappatura della diversità genetica del cacao per tutelare il futuro del cioccolato. Il lavoro ha portato alla creazione di una collezione centrale composta da 96 varietà di cacao.

La raccolta rappresenta oltre il 95% della diversità genetica globale del cacao e consentirà a studiosi e breeder di identificare con maggiore efficienza piante con caratteristiche desiderabili, tra cui resilienza climatica, tolleranza alle malattie, resa più elevata e qualità sensoriale.

In un contesto segnato dagli effetti del cambiamento climatico, parassiti e patologie che riducono le rese e influenzano il reddito degli agricoltori, questa ricerca costituisce una base fondamentale per costruire una filiera più resiliente.

La collaborazione scientifica internazionale

Lo studio, pubblicato su BMC Genomics, è frutto di una collaborazione tra The Pennsylvania State University (Penn State), il Tropical Agricultural Research and Higher Education Center (CATIE), Fox Consultancy e Nestlé Research. La nuova collezione include numerose sequenze genomiche di alta qualità generate da Penn State tramite il programma di lunga data dedicato alla Molecular Biology of Cacao.

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Food Service Forum: la ristorazione in crescita dello 0,5% rispetto allo scorso anno

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Andrea Penazzi, Editor, Gruppo Food (immagine concessa)

MILANO – Con oltre 150 manager invitati, in rappresentanza dell’intera filiera dell’out-of-home, e 30 top brand italiani e internazionali della ristorazione a catena che hanno calcato la scena, anche quest’anno il Food Service Forum ha rappresentato l’occasione perfetta per riunire la community del fuoricasa. Il titolo di questa edizione, “Ristorazione, reazione a catena”, ha posto l’accento sullo sviluppo di questa formula consolidata, che in Italia vale ormai il 10% del mercato.

L’evento è stato anche il palcoscenico per la presentazione della III° edizione dell’Osservatorio Food Court, a cui hanno contributo nella fase di analisi e ricerca oltre 50 tra aziende leader di mercato, associazioni partner, partner scientifici e sponsor.

La fotografia del mercato: +0,5% rispetto allo scorso anno

A definire lo scenario, in termini di nuove aperture e trend delle vendite, Confimprese che ha presentato in anteprima i dati aggiornati a ottobre 2025, corredati dalle prospettive per il periodo natalizio. In particolare, il dato Year to Date (YTD) vede la ristorazione in crescita dello 0,5% rispetto allo scorso anno. Il 37% del campione dichiara un dato YTD superiore al 2024, mentre il 63% dichiara una tendenza negativa.

Parola ai protagonisti del settore: sfide, opportunità e temi

Riflettori puntati, sul palco del Food Service Forum, anche sul ruolo decisivo assunto dal canale horeca. Con un focus particolare sulle insegne franchisor con cui i marchi possono promuovere il proprio sviluppo tramite, ad esempio, l’aumento della fornitura e l’investimento su prodotti o macchinari ad hoc.

È questa la strategia che racconta Gianluigi Ligasacchi, direttore del Consorzio Italiano di Tutela Mortadella Bologna: “La nostra partecipazione, per la prima volta, al Food Service Forum risiede nella scelta strategica del Consorzio di presidiare il canale horeca che, per la Mortadella Bologna IGP, è sempre più importante, in quanto contribuisce ad accrescerne il valore sia in Italia che all’estero”.

Anche Lactalis condivide la sua testimonianza sull’importanza del fuori casa come leva di business. È Gabriele Petrillo, Direttore vendite Food service organizzato e indipendente, Lactalis Italia a raccontarla: “Con la nascita della Business Unit Out of Home ad aprile 2025 in Lactalis Italia, abbiamo avviato un percorso di ulteriore focalizzazione sul canale della ristorazione professionale, puntando su innovazione, performance e sostenibilità. Il nostro obiettivo è offrire soluzioni che semplifichino il lavoro degli operatori e creino valore per tutta la filiera, attraverso un dialogo costante con i protagonisti del settore. La prima edizione della Coppa delle Pizze, che abbiamo organizzato in partnership con aziende di riferimento nel settore, rappresenta un esempio concreto di questo modello collaborativo e di come vogliamo essere parte attiva nello sviluppo e nella valorizzazione della cultura gastronomica italiana”.

A prendere parola al dibattito è anche Antonio Cellie, Amministratore delegato Fiere di Parma, che pone l’enfasi su quanto sia fondamentale trovare un terreno comune per lo sviluppo del comparto: “La ristorazione commerciale italiana è un fenomeno con dinamiche uniche al mondo, che la rendono rappresentazione plastica e purissima della nostra cultura dell’accoglienza. Il mercato del food service richiede però sempre più flessibilità, capacità esplorative ed esportabilità dei format. Perciò, gli imprenditori e i professionisti di questo mondo devono poter contare su veri e propri momenti ‘costituenti’, nei quali scoperta, confronto e networking creino quell’intelaiatura necessaria a dare un impulso vincente al loro business”.

Cellie: “Chi verrà a Tuttofood Milano dall’11 al 14 maggio 2026 troverà proprio questo: grandi player, trend ed eccellenze dall’Italia e dal mondo, relazioni di enorme qualità, occasioni di business globali. Questa è una ricetta centrale di tutti i nostri format fieristici, pensata per promuovere la trazione innovativa esistente nel settore alimentare e riportare l’Italia al centro del dibattito europeo sui temi caldi del food e del food service”.

L’Osservatorio Food Court: è la Gen Z a frequentare maggiormente le aree di ristorazione

Giunto alla sua III° edizione, l’Osservatorio Food Court ha arricchito la propria analisi, approfondendo ulteriormente tutti i principali cluster dello studio (Centri commerciali, travel retail e consumatore finale) grazie alla partecipazione delle associazioni partner (Assofranchising, ATRI, CNCC – con il Patrocinio -, Confimprese e Federfranchising), dei partner tecnici e scientifici (IPSOS DOXA e IULM – novità di quest’anno) e al supporto di sponsor di primaria rilevanza (Cigierre, Parma Promenade e Oriocenter).

Proprio sul consumatore finale, l’indagine di Ipsos Doxa dimostra che la frequenza di visita è decisamente maggiore tra i più giovani e cala al crescere dell’età – altra frequenza (più volte al mese): Gen Z 51% vs Boomers 32%. La varietà dell’offerta e la rapidità del servizio rappresentano i due principali driver di scelta della Food Court, per tutte le generazioni. La cucina tradizionale è di gran lunga la preferita da tutti, soprattutto da Gen X (71%) e Boomers (77%), mentre fra i giovani c’è una maggiore eterogeneità – spicca il 21% di preferenza per Sushi/Poke e cucina vegana e/o vegetariana

Parallelamente, lo studio pilota condotto da Behavior and Brain Lab IULM presso la food court di Oriocenter, dimostra che sono i brand più noti ad attivare le emozioni più elevate, anche senza prodotti esposti. L’engagement neurofisiologico è un predittore della scelta: il ristorante più scelto ha un engagement del +76% rispetto agli altri.

Franchising e Food Court: svelate le realtà nelle power list del Gruppo Food

Il Food Service Forum si presenta quale palcoscenico privilegiato per valorizzare due segmenti di mercato di straordinaria rilevanza per il settore della ristorazione a catena: il Franchising e le Food Court.

La power list dedicata al Franchising è una selezione di 30 franchisor, frutto di un’indagine giornalistica sui numeri attuali e sui progetti di sviluppo dei brand, finalizzata a dare risalto ai grandi player e, parimenti, alle insegne di media dimensione che attraverso la leva del franchising cercano di lanciarsi o di rilanciarsi, per alimentare una crescita finanziariamente sostenibile, veloce e capillare sul territorio nazionale.

La selezione, invece, relativa alle Food Court nasce dall’esperienza dell’Osservatorio Food Court ed è la prima selezione in Italia delle migliori piazze della ristorazione all’interno di centri commerciali, stazioni ferroviarie e aeroporti. La short list è stata redatta in base alle preferenze espresse dai food retailers.

Spesa digitale: in Italia vale 66 miliardi, il motore è il food delivery, pure del caffè

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smart working
Smart working (immagine: Pixabay)

La spesa digitale in Italia vale ora 66 miliardi. Il motore è il food delivery, che da solo rappresenta quasi metà della spesa alimentare via web. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Massimiliano Jattoni Dall’Asén per il Corriere della Sera.

La spesa digitale in Italia

MILANO – La spesa digitale degli italiani vola a 66 miliardi: gli e-shopper diventano 35 milioni. Intanto, le big tech accumulano 22,5 miliardi di multe globali (ma sono una goccia nel mare dei loro ricavi).

C’è un’Italia che compra, guarda, ordina e prenota sempre più spesso passando da uno schermo. Un’Italia che, in appena dieci anni, ha moltiplicato per tre la spesa online e che oggi affida alle piattaforme digitali un pezzo consistente della propria quotidianità. Ma c’è anche un’Italia che, proprio per questo, si trova di fronte a un potere nuovo, pervasivo, difficile perfino da misurare: quello dei giganti del web.

La fotografia arriva da una ricerca di Consumers’ Forum, presentata nel convegno Il Potere delle Piattaforme, che ha riunito Antitrust, Ivass, Arera, Bankitalia, Garante Privacy e le principali authority del Paese. Una mappa nitida del modo in cui siamo cambiati — e del prezzo che potremmo pagare per esserlo diventati.

Nel 2015 gli italiani che usavano l’e-commerce erano 17,7 milioni. Oggi sono 35,2 milioni: il doppio. Ma il dato che colpisce è un altro: la spesa. Si passa da 16,6 miliardi di euro a 62 miliardi nel 2025, con un balzo del +273%. Una crescita che ha trasformato la quota dell’online nelle vendite retail: dal 4% all’11% in un decennio.

Se elettronica, moda e turismo restano i tre pilastri del carrello digitale nazionale, a sorprendere è la marcia trionfale del Food&Grocery. Nel 2015 valeva 377 milioni di euro, una nicchia quasi sperimentale. Nel 2025 supera i 4,9 miliardi: +1.200%. Il motore è il food delivery, che da solo rappresenta quasi metà della spesa alimentare via web. È la normalizzazione della cena da app, una rivoluzione silenziosa avvenuta senza che ce ne accorgessimo.

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A Milano il regalo di Natale più speciale è un’esperienza: la Starbucks Reserve™ Roastery apre le porte della torrefazione

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Milano Roastery Interior (immagine concessa)

MILANO – A Natale, più che un oggetto, ciò che resta sono i momenti speciali. Il Rapporto Coop 2025 fotografa chiaramente questa tendenza: gli italiani stanno entrando nell’“era del deconsumismo”, privilegiando sempre più le esperienze ai beni materiali.

In un Paese in cui il 73,9% delle persone beve caffè ogni giorno[1] e cresce il desiderio di vivere esperienze autentiche, il dono perfetto è quello che invita alla scoperta, alla connessione e al racconto. È in questo spirito – e nel segno dell’idea che “together is the best place to be” – che Starbucks Reserve™ Roastery Milano presenta un regalo da vivere: un invito esclusivo alla sua esperienza più speciale, “Roast with a Starbucks Reserve™ Roaster”.

Un’esperienza “dietro le quinte”, nel cuore della torrefazione

L’esperienza prende vita all’interno dello storico Palazzo Broggi, dove si ripercorrono la storia della Roastery e il legame tra Starbucks e Milano, prima di accedere all’area di torrefazione: uno spazio normalmente non visitabile, aperto in esclusiva per questo percorso. Un vero viaggio dietro le quinte, che permette di seguire da vicino la trasformazione dei chicchi verdi di arabica in una tazza ricca e aromatica.

Camminando tra sacchi di iuta, macchinari iconici, calore e profumi di tostatura, è possibile scoprire ogni passaggio fondamentale: dall’arrivo dei chicchi grezzi ai sistemi di selezione, fino alla tostatura e al confezionamento. Un viaggio immersivo nel mondo del caffè, in cui tecnologia e artigianalità dialogano in armonia, mostrando la bellezza nascosta del lavoro dei Roaster.

Il percorso si conclude all’Arriviamo Bar, con la degustazione del Milano Roastery Microblend – dalle note di ciliegia maraschino, gianduia, zafferano e scorzetta di arancia candita – preparato in coffee press: un momento pensato per assaporare il risultato finale di ciò che è stato osservato dietro le quinte, per un’esperienza sensoriale completa.

La “tecnologia umana” nel caffè

Parte del fascino di questo percorso risiede proprio nella possibilità di osservare da vicino la dimensione innovativa e tecnologica del caffè. Durante l’esperienza, è infatti possibile osservare come macchinari, sistemi di controllo e competenza del team lavorino in armonia per garantire precisione, qualità e coerenza. È un equilibrio raro tra ingegneria e sensibilità artigianale: la tecnologia sostiene il lavoro umano, trasformando ogni fase in un gesto di cura.

Un regalo per chi ama il caffè… e per chi ama meravigliarsi

Questa esperienza è pensata per gli appassionati del mondo del caffè e del food, ma anche per chi è semplicemente curioso di scoprire un mondo nuovo. È un dono ideale per chi cerca un regalo autentico e originale: un momento da vivere in compagnia, un’esperienza che lascia ricordi ed emozioni; tutto ciò che il Natale rappresenta.

Come donare il “pacchetto regalo” da vivere e assaporare

L’esperienza Roast with a Starbucks Reserve™ Roaster è disponibile in forma di gift card dal valore di 90€, acquistabile presso Starbucks Reserve™ Roastery Milano (in piazza Cordusio) fino al 7 gennaio 2026. Il pacchetto comprende l’accesso al percorso completo – tour della Roastery, ingresso all’area di torrefazione e coffee tasting finale – e una bag di Christmas Blend Starbucks Reserve™, confezionata negli iconici sacchetti di juta della Roastery.

Il Christmas Blend di quest’anno unisce chicchi provenienti da Hacienda Alsacia, la farm Starbucks in Costa Rica, a chicchi di Aged Sumatra raccolti nel 2019 e affinati lentamente, così da sviluppare note profonde di spezie, legno e cuoio che rendono questo caffè ricco, avvolgente e perfetto per le festività. Usufruibile fino al 31 dicembre 2026, è un dono che unisce un momento da vivere a un caffè da gustare, trasformando il Natale in un ricordo autentico e speciale.

[1] Fonte: Consorzio promozione caffè

Mondo più goloso di panettone: esperienziale e personalizzato. Ecco tutte le tendenze del Natale 2025, secondo i maestri pasticcieri

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Infografica Sigep Natale 2025 (immagine concessa)

RIMINI – Quali tendenze guidano il Natale che sta arrivando? Come cambia il consumo di dolci in Europa? A rispondere, come ogni anno, è l’Osservatorio Sigep Natale, la lente con cui IEG (Italian Exhibition Group) osserva il mercato in vista di Sigep – The World Expo for Foodservice Excellence, il salone internazionale dedicato a pasticceria, gelateria, panificazione, cioccolato, caffè e pizza, alla Fiera di Rimini dal 16 al 20 gennaio 2026.

Il termometro del mercato parla chiaro: nonostante la lieve contrazione delle visite nel fuori casa (-0,6%), in Europa il dolce continua a crescere e a guadagnare spazio.

“Negli ultimi dodici mesi, nei cinque principali Paesi europei, sono stati consumati 3,2 miliardi di dessert fuori casaLa categoria cresce del 6% in Europa e in Italia registra un +2,3%, a conferma che il dessert resta un piacere irrinunciabile, anche in un contesto di economie più prudenti” — spiega Matteo Figura, esperto del settore Out of Home e direttore Foodservice di Circana Italia.

Europa più golosa, panettone esperienziale e ora anche viola: il Natale 2025 secondo i maestri pasticcieri

A leggere i dati non solo cresce il consumo, ma anche l’attenzione verso il prodotto artigianale. Lo conferma il maestro pasticciere veneto Luigi Biasettoaccademico AMPI e membro Relais Dessert: “Nonostante il minor potere d’acquisto, il dolce resta un rifugio. A ottobre ‘25 si è registrato un +28% sui lievitati rispetto al ‘24 e all’estero gli aumenti sono straordinari: +28% a Parigi, +40% a New York, +80% a Hong Kong.

Per il Natale 2025 presentiamo un panettone superfood con farina integrale, semi, miele al timo e curcuma, insieme a una versione con ricotta, fichi e noci perfezionata attraverso lunghi test di invecchiamento”.

Marta Boccaneramaestra pasticciera romana e vicepresidente APEI, sottolinea l’importanza dell’’equilibrio tra creatività e qualità, in un momento in cui il settore è messo alla prova dai rincari: “L’aumento del costo delle materie prime, soprattutto del cioccolato, non ci aiuta, ma le persone continuano a cercare prodotti unici e sorprendenti.

Per questo Natale abbiamo creato un panettone viola con farina integrale ricca di antociani (pigmenti naturali che si trovano in frutti e fiori), arricchito da un cremino al pistacchio e fragoline. Innovare mantenendo alta la qualità è la chiave, senza farsi tentare dalle occasioni dell’ultimo momento”.

Dal fronte europeo, José Miguel Morenopresidente della Confederación Española de Pastelería, osserva l’evoluzione del mercato spagnolo: “Il consumo natalizio si allunga e cresce la richiesta di prodotti da forno: il panettone è sempre più apprezzato e la variante al pistacchio è la più richiesta. Le famiglie acquistano in anticipo e aumentano gli ordini online, che stanno cambiando la stagionalità del nostro settore”.

Antonio Bachourtra i pasticcieri più influenti in America, restituisce la visione internazionale di una pasticceria che cambia ritmo e forme: “Le tendenze natalizie mostrano un ritorno ai sapori della tradizione, reinterpretati con tecniche moderne.

I consumatori cercano gusti nitidi, texture leggere e presentazioni curate. Per il Natale 2025 lavoriamo su dolci che uniscono eleganza e memoria, come il tronchetto Golden Hour con castagna, miso-caramello e agrumi speziati, accanto a proposte che rileggono i classici con pralinato, cioccolato fondente, cranberry e frutta secca tostata”.

Chiude il quadro Denise Vagnipasticciera riminese emergente, che racconta una nuova direzione del panettone, verso una degustazione sempre più personalizzata: “La tendenza di quest’anno vede il panettone evolversi in un dessert più ricco e coinvolgente, capace di offrire un’esperienza multisensoriale.

I clienti amano personalizzare la fetta con la sac à poche servita a parte e riempita con cremino di pistacchio, di nocciola o caramello salato: un gesto semplice che trasforma la degustazione e porta la tradizione in una dimensione più interattiva e creativa”.

Roma: la storica pasticceria di specialità siciliane Dagnino adesso è sotto sfratto

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Il logo del bar Dagnino

La storica pasticceria di specialità siciliane Dagnino, che ha le vetrine a Roma, rischia di chiudere per sempre: uno sfratto imminente minaccia una tradizione lunga decenni. Riportiamo di seguito un estratto dell’articolo di Renato De Filippi pubblicato sul sito di Radio Bicocca.

Lo sfratto della pasticceria Dagnino

ROMA – L’aria che si respira all’interno della pasticceria è diversa dal solito: meno leggerezza, più preoccupazione.

Dagnino, uno dei nomi più iconici della pasticceria siciliana in Italia, si trova oggi di fronte a una delle pagine più difficili della propria storia. Il locale, punto di riferimento a Roma per migliaia di clienti affezionati, ha ricevuto uno sfratto che mette in discussione la sua stessa sopravvivenza.

Un fulmine che ha colpito un’istituzione riconosciuta non solo per i suoi dolci, ma per il legame culturale che ha costruito negli anni.

La notizia ha scosso profondamente la comunità dei clienti, molti dei quali considerano la pasticceria un pezzo di Sicilia trapiantato nella capitale. Tra cannoli, cassate e granite servite come una volta, Dagnino è diventata negli anni un rifugio per chi cercava autenticità e sapori che raccontano una tradizione intera. Ora tutto questo rischia di sparire, lasciando un vuoto difficile da colmare.

Secondo quanto riportato da Adnkronos, lo sfratto è il risultato di un lungo contenzioso che si è aggravato nel tempo fino a sfociare nell’ordine di lasciare i locali. La situazione si è resa più complessa perché il locale si trova in un’area strategica, da anni contesa per ragioni commerciali e logistiche.

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Onitsuka Tiger presenta la caffetteria presso il flagship store a Milano

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Il logo del caffè Onitsuka

Presso il flagship store Onitsuka Tiger di Piazza XXV Aprile 9 a Milano, si trova il Café del brand con un innovativo menù autunnale firmato da PAN in esclusiva. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Gianluca Bolelli per Fashion Times.

Il Café Onitsuka Tiger a Milano

MILANO – Nel cortile interno del flagship store Onitsuka Tiger di Piazza XXV Aprile 9 a Milano, si trova il Café Onitsuka Tiger, uno spazio pensato come piccolo rifugio urbano dove concedersi una pausa tra stile e piacere, che unisce design, sapore e spirito giapponese.

Caratterizzato da un cubo giallo in metallo, una struttura dal design essenziale che anima il cortile della boutique con un tocco contemporaneo, il Café presenta il nuovo menù autunnale firmato da PAN in esclusiva per Onitsuka Tiger.

L’offerta di food & beverage propone una selezione di creazioni originali: cookies rivisitati, toast personalizzato nelle varianti al formaggio o al tartufo, hot chocolate con mini marshmallows e white matcha. Tutte le specialità — dolci e salate — possono essere gustate sul posto, ai tavolini gialli immersi nel giardino interno del flagship.

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Solitudine: stato d’animo o scelta di vita? Il Loner Consumer protagonista del 2025

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You Gov Logo
You Gov Logo

MILANO – C’è un consumatore che sta cambiando le regole del consumo, e lo sta facendo in modi più profondo di quanto sembri. È il Loner Consumer, il protagonista inatteso del 2025.

In occasione della Giornata Mondiale dei Single YouGov Shopper – leader del mercato nelle ricerche sul mondo del largo consumo che consente un monitoraggio continuo delle abitudini e dei comportamenti d’acquisto di 18.000 famiglie, oltre a raccogliere evidenze relative all’utilizzo dei media – presenta i dati del nuovo Trend Reality Report 2025 – From Signals to Strategy.

La ricerca è stata realizzata in collaborazione con pressrelations e si basa su uno studio strategico condotto su oltre 21.000 individui in 22 paesi europei.

Attualmente nel nostro paese le famiglie ‘single’ costituiscono il 35,4% del totale delle famiglie italiane, con una crescita ancora più marcata se si considera il lugo periodo: +20% rispetto al 2015.

Tra le famiglie ‘monocomponenti’ il 40,9% di queste è composto da persone over 65 – target che si conferma il più alto spendente e che da solo sviluppa il 42,2% del valore del largo consumo. I consumatori ‘single’ generano, inoltre, il 27,6% del valore complessivo del mercato dei prodotti di largo consumo, il che – se confrontato con le famiglie composte da 2, 3 o più persone – indica una spesa pro capite considerevolmente più elevata.

Tuttavia, il Loner Consumer non è un ‘solitario’ nel senso tradizionale: coniato dal The Economist lo scorso giugno, il termine descrive una tendenza tutt’altro che marginale e che – diffusasi durante la pandemia – esprime il crescente desiderio di indipendenza, di ricerca di spazio personale e di tempo di qualità con sé stessi.

Una scelta che, sempre più spesso, influenza il modo in cui le persone comprano, viaggiano e vivono la dimensione quotidiana. Stando ai dati rilevati dal report di YouGov, infatti, tra principali motivazioni che spingono gli italiani a ritagliarsi un momento di solitudine ci sono: la volontà di riposarsi mentalmente (per il 49% di loro), avere un momento di introspezione (per il 45%) e connettersi con sé stessi (per il 41%).

Loner Consumer: in bilico tra vulnerabilità ed emancipazione

I dati del Trend Reality Report di YouGov Shopper evidenziano la doppia sfaccettatura del fenomeno. Da un lato emerge la cosiddetta Loneliness epidemic, la crisi di solitudine che colpisce molte società occidentali. Un recente sondaggio YouGov – rappresentativo della popolazione italiana adulta – mostra, infatti che circa un quarto degli italiani (23%) si senta solo e che per quasi due terzi di loro (62%), questa sensazione sia aumentata rispetto al 2024. La solitudine, inoltre, è un fattore che influisce fortemente sul 21% degli italiani.

Dall’altro lato, però, la solitudine diventa anche una scelta. Molti consumatori, infatti, vivono l’isolamento e il distacco dall’iper-connettività come un modo per prendersi cura di sé, rallentare e compiere scelte più autonome e consapevoli.

Solo un 1 italiano su 7, infatti, dichiara di non apprezzare le attività svolte in solitudine – una tendenza rilevata particolarmente tra gli over 55. Queste ultime, poi, si differenziano in base al genere: il 43% delle donne, ad esempio, preferisce lo shopping mentre il 38% degli uomini si dedica allo sport all’aria aperta.

Più nuclei singoli, più shopping frammentato: come cambiano le dinamiche del largo consumo

Sul mercato italiano il trend del Loner Cosumer è amplificato da un dato demografico importante: il numero dei nuclei familiari aumenta, mentre la popolazione complessiva diminuisce.

Questo significa che le famiglie diventano sempre più piccole e che cresce il numero e il peso dei consumatori single; ciò determina cambiamenti significativi nelle abitudini d’acquisto del settore dei beni di largo consumo caratterizzate da una spesa più frammentata, con una frequenza d’acquisto che dal 2022 è aumentata del quasi 19% ma con il numero di unità per carrello diminuite del 13%.

Inoltre, i consumatori single ricorrono alla spesa online il 10% in più rispetto agli altri cluster, rappresentando il 3,4% del valore totale del mercato.

Le differenze non si limitano soltanto alle abitudini d’acquisto: anche il contenuto del carrello del Loner Consumer si caratterizza per una maggiore incidenza, rispetto alla media nazionale, di alimenti per gatti (139%), primi piatti pronti di diverso genere (con i freschi leggermente preferiti rispettp agli ambiente – 133% vs 129%) e integratori (123%).

Un consumatore che si muove da solo

 Il Lower Consumer è quindi un consumatore che si muove da solo e con un desiderio crescente di vivere esperienze individuali, non solo nella sfera personale e sociale – con un aumento dell’80% nel 2025 di ricerche di viaggi in solitaria e l’offerta di bar e locali pensati appositamente per chi desidera vivere esperienze individuali senza sentirsi ‘fuori posto’ – ma anche nell’esperienza d’acquisto.

In italia brand e retailer si stanno, quindi, adattando sempre di più alla diffusione di questo evidente trend sociale proponendo da un lato prodotti su misura con ‘confezioni per single’ e piccoli nuclei familiari pratici e adatti a sostenere stili di vita indipendenti e ridurre gli sprechi; dall’altro supportando i consumatori ‘Loner’ con contenuti chiari, recensioni dettagliate sui prodotti e percorsi di acquisto self-service sempre più semplici e veloci.

“Il Trend Reality Report di YouGov evidenzia un cambiamento culturale profondo che offre il ritratto di un nuovo consumatore, in bilico tra solitudine e ricerca di autonomia, che rivendica libertà e qualità del proprio tempo.” – dichiara Marco Pellizzoni – Commercial Director Consumer Panel di YouGov Shopper.

“In un mercato sempre più guidato da nuclei familiari ridotti e scelte individuali, il ‘Loner Consumer’ rappresenta dunque una sfida e un’opportunità strategica per brand e retailer di ripensare prodotti, servizi ed esperienze che rispondano alle sue esigenze e lo accompagnino nella sua ricerca di indipendenza.”

A Roma la seconda tappa delle selezioni SCA Italy per il Campionato Italiano Roasting 2026

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Il logo Sca Italy

ROMA – Il mondo del caffè di qualità torna protagonista il 29 e 30 novembre 2025 a Roma, ospite di Fratelli Milano Italian Coffee, che accoglierà i migliori aspiranti finalisti in una due giorni dedicata alla tostatura, alla tecnica e alla valorizzazione delle eccellenze del settore.

Organizzato da SCA Italy e da IEG, Italian Exhibition Group, il Campionato Italiano Roasting riunisce ogni anno i migliori torrefattori italiani in una serie di prove tecniche e sensoriali che selezionano i professionisti che accederanno alla finale nazionale prevista al SIGEP 2026.

Durante la gara, i concorrenti si cimenteranno nella tostatura di un caffè verde attraverso un percorso che prevede l’analisi fisica del chicco, la definizione del profilo di tostatura, l’esecuzione e infine la valutazione sensoriale da parte della giuria SCA Italy. La competizione si articola in due giornate: una dedicata alla preparazione e una riservata all’assaggio e al giudizio tecnico. I migliori tre partecipanti accederanno alla finale.

La tappa romana è sponsorizzata da Esperanto Specialty Coffee, sponsor ufficiale, e supportata da DM Italia.

“Partecipare alle selezioni dell’Italian Roasting Championship di Roma significa promuovere la qualità in ogni dettaglio: dalla scelta delle origini fino alla tostatura.”, ha dichiarato Marta Giribaldi di Esperanto Specialty Coffee. “Con Esperanto portiamo caffè tracciabili e sostenibili, frutto di filiere responsabili e di varietà pregiate, per accompagnare i roaster nella loro ricerca dell’eccellenza.”

“Il nuovo format delle selezioni del Campionato di Tostatura si è dimostrato un successo” dichiara Andrea Lattuada, Events Coordinator di SCA Italy. “La semplicità del format non riduce il livello tecnico, anzi lo rende ancora più partecipativo”.

Siamo sempre più vicini ai campionati italiani, evento cardine dove si riflette tutto l’impegno di SCA Italy nel promuovere la cultura del caffè di qualità e nel valorizzare le competenze dei professionisti che, attraverso formazione e competizioni ufficiali, contribuiscono a elevare gli standard del settore in Italia.