giovedì 13 Novembre 2025
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Filippo Poletti, musica e caffè in 120 interviste e per Ernesto Illy: “Sono le due cose che ci mettono in risonanza con il mondo”

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Filippo Poletti L'arte dell'ascolto 1 Filippo Poletti L'arte dell'ascolto 1 - Foto di Alessandro Tintori
Filippo Poletti L'arte dell'ascolto 1 Filippo Poletti L'arte dell'ascolto 1 - Foto di Alessandro Tintori

MILANO – Il curriculum di Filippo Poletti non mente: giornalista professionista, laureato in musicologia con la chitarra classica regalata da sua madre ancora in mano, top voice di LinkedIn, nonché sound engineer ed executive MBA alla business school del Politecnico di Milano. E ora autore del libro “L’arte dell’ascolto: musica al lavoro” edito da Guerini Next.

Quello che colpisce prima di tutto è la passione con cui Poletti ha articolato questa ricerca, queste conversazioni con i grandi personaggi italiani. Così come l’ha descritto lui stesso, questo libro è: “Il grande sogno di un ragazzo che ha finito l’università ed è andato a bussare alle porte dei giganti protagonisti del made in Italy e della conoscenza.”

Ha scelto una forma che sembra contro tendenza, perché un libro che arriva a quasi 400 pagine, con 120 interviste su cui soffermarsi, è un prodotto che forse male si presta al consumismo veloce dei social e di internet. Una logica che Poletti conosce bene, essendo il giornalista italiano più seguito su LinkedIn: “Qui è tutto breve – commenta – e così ho voluto dare un esempio differente per i giovani: alcuni progetti necessitano un buon grado di dedizione e possono richiedere anni. Non è tutto fruibile nell’immediato.

Bach ha scritto in 25 anni la Messa in Si minore: così anch’io ci ho impiegato il tempo necessario.”

Poletti, ci racconta come si fa a portare avanti un lavoro così mastodontico? Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato?

“Nel 1999 sono partito con l’idea di raccontare la storia dell’ascolto della musica, ovvero la relazione che si crea tra essa e le persone. Ho voluto confrontarmi su questo tema con diverse personalità di grande spessore come Norberto Bobbio, Antonio Ricci, Bruno Vespa e Giorgio Armani, che ho contattato e poi coinvolto in questo progetto.

Tutti gli intervistati sono innanzitutto dei grandissimi ascoltatori: mi sono confrontato con dei veri appassionati di musica. Mi sono voluto assestare al numero 120, perché mi ispirava e poi li ho distribuiti lungo sette capitoli, così come sono sette le note musicali.”

Ernesto Illy, prima amministratore delegato poi presidente di illycaffè e Andrea Pozzolini, amministratore delegato di Rhea Vendors Group: lei li ha conosciuti e intervistati entrambi.

Che ci può raccontare di questo scambio?

“Con Ernesto Illy fu un’intervista straordinaria. Gli ho chiesto con quale musicista avrebbe preso un caffè e la sua risposta è arrivata subito come un gioco di parole: Gusta(v) Mahler. Mi ha spiegato: il caffè, ha una grande complessità dal punto di vista organolettico e poi nel suo apprezzamento.

Ha citato la terza sinfonia di Mahler, in cui il corno postale a un certo punto riproduce alcune note in lontananza: questa melodia rappresenta per Ernesto Illy il gusto del caffè, mentre l’accompagnamento dell’orchestra, la sua complessità appunto, rispecchia l’aroma esaltato nell’espresso.

Mi ha spiegato anche, a proposito di affinità tra musica e caffè, che i due hanno degli effetti fisiologici in sintonia. Il riferimento è al coinvolgimento della corteccia pre-frontale (dove si confronta il vissuto con il memorizzato) che si attiva sia ascoltando la musica che nell’assunzione di caffeina.

Infine, alla domanda: qual è il genere musicale più eccitante della caffeina? Lui ha risposto: la grande musica e il grande caffè vanno a braccetto. Entrambi stimolano la capacità di reazione e la concentrazione. Al contempo, ci mettono in risonanza con il mondo. Illy amava Mahler e Johannes Brahms, la prima sinfonia, soprannominata la decima, di Ludwig van Beethoven.

Andrea Pozzolini invece ha sottolineato un altro aspetto molto interessante: il caffè e la musica sono composti da strati complessi. Esiste quindi un parallelo tra la ritualità del caffè e l’ascolto della musica. In sostanza entrambi richiedono un momento di pausa e di riflessione da dedicarvi. Per far sì che l’esperienza sia multisensoriale è bene che ci si fermi. L’aroma della musica è l’aroma della complessità.

Assieme a Davide Livermore hanno progettato Kairos per i 60 anni di Rhea Vendors, che unisce l’arte performativa e quella del caffè: 30 secondi davanti alla macchina, in attesa, diventano un’esperienza completa, che ti fa entrare nel mondo del teatro e della musica.

Avevo conosciuto il direttore artistico Carlo Majer, quando ha collaborato con l’orchestra Verdi dove io stesso dal 2000 al 2001 ho lavorato. Così, quando ho iniziato il libro ho pensato di coinvolgere anche lui, grandissimo direttore artistico di importanti teatri italiani. Dato che è venuto a mancare, ho deciso di proseguire il dialogo con Andrea Pozzolini e indagare così la relazione tra musica e caffè.

Ancora sul tema del caffè si è espresso Maurizio Porro, critico musicale, attraverso la storia degli spettacoli cinematografici: nella sua intervista ricorda come i primissimi eventi si svolgessero proprio all’interno delle caffetterie, quando si improvvisava su un organetto della musica.

Altra testimonianza del genere, è data dal filologo Cesare Segre che mi ha raccontato di come ascoltasse spesso i pianisti che suonavano nei caffè. Era un uomo molto curioso e quindi ascoltava dalla musica leggera a quella classica. Amava molto Astor Piazzaola e il suo Libertango del ‘74 e gli Inti-Illimani e Beethoven.”

Tutti noi così come abbiamo bisogno di degustare tanti caffè, abbiamo bisogno di ascoltare diversa musica. È davvero così?

“Quella popolare ritorna spesso. De Gregori viene citato da Alice De Andrè, ma anche Guccini è apprezzato molto da Tiziano Sclavi. A cui ho domandato: quando la musica è un incubo? E lui ha citato Arancia Meccanica, nella scena in cui fanno odiare ad Alex il suo amato Ludwig Van Beethoven. Per Sclavi in realtà la musica è un piacevole abbandono, e apprezza particolarmente quella barocca, da Vivaldi a Bach.

Una chicca: anche Mike Buongiorno era appassionatissimo di Vivaldi perché era diventato amico di un direttore d’orchestra, Angelo Ephrikian, papà della prima moglie di Gianni Morandi, nonché scopritore e interprete del repertorio vivaldiano: siamo nel 1947 quando si conoscevano soltanto le Quattro stagioni.

Mike Buongiorno mi ha raccontato che ogni volta che questo direttore scopriva un tassello nuovo della sua opera strumentale, lo incideva e gliene mandava una copia. Nei movimenti allegri, trovo l’allegria di Mike Buongiorno.”

Parliamo di musica, letteralmente il leitmotiv del suo libro: perché ha scelto questa chiave (di sol) e di lettura, e come è riuscito a tradurla per così tanti personaggi?

“Da una parte tutto nasce dal fatto che mi sono laureato in musicologia e sono un tecnico del suono.

Dall’altra parte l’interesse degli intervistati mi ha guidato. Ci sono degli studi dell’università del Michigan che dicono che i grandi professionisti sono dei grandi curiosi, ovviamente questo si estende anche alla musica.

Che è qualcosa che ci può far dialogare con gli altri. Ricordo bene due film: “Mission”, in cui c’è il tema di Gabriel che discute con l’indigeno eseguendo una melodia con l’oboe e poi il celebre dialogo con il tema di di 5 note per parlare con gli extraterrestri di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. La musica permette di comunicare.

Più che di musica leggera e pesante – scherzo – preferisco parlare di forte e debole: quella che ti arriva e quella che non lo fa. Al Bano mi ha insegnato che la musica forte è quella che provoca in te quello che fa uno sbrego, che ti entra dentro.”

Poletti ha una sua playlist?

“Al caffè sono stati dedicati tanti brani: i miei preferiti sono “The coffee song” del 1946 di Frank Sinatra, “Anna” di Lucio Battisti del ’70 nel verso “La mattina c’è chi mi prepara il caffè”. Mi piace molto anche “Caffè nero bollente” di Fiorella Mannoia. Poi non può mancare De Andrè e il suo “Don Raffaè”, in cui il caffè napoletano viene inserito nel contesto critico del carcere. Per andare oltre confine, cito “One more coffee” di Bob Dylan.

Guardando invece al passato, una delle composizioni più belle resta la cantata del caffè di Bach del 1732- 34, divisa in 10 movimenti: si racconta di un padre che si rivolge alla figlia e la rimprovera di bere il caffè. Lei risponde: “Non posso farne a meno, il caffè è più dolce di mille baci”. Infine, conclude: “Le ragazze non smetteranno mai di bere il caffè.”

Poletti, ma a lei come piace bere il caffè?

“Non sono un purista e mi piace gustarlo lungo. Una cosa che mi hanno insegnato dei colleghi irlandesi: quando ci sono andato per lavoro mi hanno chiesto come facessi a bere l’espresso, perché non sapevano spiegarsi come si facesse a parlare in così poco tempo. Per loro il caffè doveva essere per forza lungo. Così mi sono abituato a questa estrazione in tazza grande, come se fosse un tè.

Apprezzo l’Arabica, che è più delicata e ha una maggiora dolcezza e note aromatiche. La abbino con tutti quelli che sono i movimenti lenti della musica barocca: sono un grande amante di Bach e apprezzo quel periodo in cui la musica seguiva la parola e venivano risaltati i testi. Erano melodie delicate, che portano verso l’interiorità.

Una musica verde, intima, introspettiva. La vedo come una miscela che bene si accompagna con l’ascolto di oboi lancinanti. Alcune parti delle cantate di Bach e di Monteverdi sono l’ideale.”

Ma quelli citati sono solo alcuni dei nomi contenuti nel ricchissimo libro di Poletti.

Giacomo Ponti dal food, le cantine Ferrari di Franco Lunelli per il vino, Gualtieri Marchesi come grande chef, il marchese Piero Antinori che racconta il rapporto tra vino e musica. Oppure Luigi Veronelli, il più grande comunicatore di cibo italiano. Insomma, il materiale non manca.

E così come ha detto molto bene lo stesso Poletti: “Ho provato in questo libro a condividere delle degustazioni musicali: tante quanti sono gli intervistati.

Si può dire che ci è riuscito egregiamente. “L’arte dell’ascolto: musica al lavoro”, di Filippo Poletti, è acquistabile a 22,32 euro sul sito della Feltrinelli, ma è disponibile online su diverse piattaforme.

E il Consorzio promozione caffè abbina i benefici della caffeina e della musica nello sport

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consorzio promozione caffè sport pinguini
Il legame tra musica e caffè (immagine concessa)

MILANO – Ogni sportivo ha il proprio rito: c’è chi non può fare a meno di ascoltare la propria musica preferita durante l’allenamento e chi non riesce a iniziare a muoversi se prima non ha bevuto un buon caffè. Per la scienza sono entrambe buone abitudini, che possono avere un effetto benefico sulle prestazioni sportive come dimostrato da numerose evidenze. Finora, però, nessuno aveva provato ad analizzare l’impatto che il loro connubio può avere sulle performance atletiche.

A farlo per primo è stato uno studio pubblicato sulla rivista Nutrients[i] e condiviso anche dall’Isic, l’Institute for scientific information on coffee, secondo cui assumere caffeina un’ora prima di fare esercizio per poi allenarsi  sulle note di una playlist ad alto ritmo e selezionata in autonomia può migliorare in modo significativo la potenza di picco, la potenza media e il lavoro totale durante un esercizio come il test di Wingate[ii].

Bere caffè con moderazione, come raccomandato dagli esperti dell’EFSA[iii], prima di una sessione di sport al ritmo della propria musica preferita, può essere quindi d’aiuto per massimizzare i benefici che sia questa bevanda sia una delle arti più amate possono dare, in particolare negli sport che prevedono esercizi anaerobici come il salto, la corsa e il sollevamento pesi, dove gli sforzi sono intensi ma di breve durata.

Se la musica, come sottolineato da numerose ricerche, ha il potere di migliorare l’umore[iv], aumentare la motivazione[v] e ridurre la percezione dello sforzo[vi] mentre si fa sport, il caffè non è certo da meno: assumere caffeina prima di dedicarsi all’attività fisica, infatti, può aiutare a migliorare l’energia, l’umore, i tempi di reazione e la memoria[vii] durante l’allenamento.

“Il caffè e la musica sono considerati due piaceri della vita, soprattutto da noi italiani, ed è interessante osservare come abbiano un effetto benefico quasi speculare sull’organismo durante le prestazioni sportive”, dichiara Michele Monzini, presidente di Consorzio promozione caffè, il Consorzio che da oltre 30 anni riunisce le principali aziende che producono e commercializzano le diverse tipologie di caffè oltre che i produttori di macchine professionali per l’horeca e fornitori di attrezzatura. “Il binomio caffè e sport rappresenta uno degli ambiti più analizzati dagli scienziati, a conferma del ruolo fondamentale della nutrizione nella routine degli atleti. Non c’è niente di meglio di dedicarsi allo sport con della buona musica nelle orecchie, dopo aver gustato una buona tazzina di caffè”.

Tra le bevande più studiate dagli scienziati, il caffè ha dato prova in numerosi studi della sua capacità di migliorare le performance sportive. Il merito è soprattutto della caffeina: il suo effetto antagonista sui recettori dell’adenosina, un neurotrasmettitore che regola il ritmo del sonno, riduce la percezione della stanchezza, stimolando il sistema nervoso centrale. In questo modo viene incentivato il rilascio di sostanze come la dopamina, nota anche come l’“ormone del benessere”, che attenua il senso di fatica, migliora l’umore, favorisce la concentrazione e la pianificazione dei movimenti[viii].

Per questo il caffè è considerato un vero e proprio elisir per gli atleti nelle attività motorie più diverse: oltre a contribuire a una buona idratazione[ix], può aiutare ad aumentare la resistenza nel ciclismo[x] e nel mezzofondo[xi], ma anche a migliorare il salto e lo sprint nel calcio[xii]. E per chi vuole un effetto potenziato… basta mettersi le cuffiette e schiacciare “play”.

Note

[i] Qiu, B.; Wang, Z.; Zhang, Y.; Cui, Y.; Diao, P.; Liu, K.; Del Coso, J.; Liu, C. Effects of Caffeine Intake Combined with Self-Selected Music During Warm-Up on Anaerobic Performance: A Randomized, Double-Blind, Crossover Study. Nutrients 2025, 17, 351. https://doi.org/10.3390/nu17020351

[ii] Lo studio, randomizzato in doppio cieco e crossover, ha analizzato le prestazioni di 24 uomini fisicamente attivi nel test anaerobico di Wingate in tre condizioni: nessun intervento, musica più placebo e musica più caffeina. La combinazione di musica con caffeina ha ulteriormente migliorato la potenza di picco e aumentato la potenza autopercepita rispetto alla sola musica. Mentre l’ascolto di musica autoselezionata durante il riscaldamento ha fornito benefici misurabili sulla prestazione di esercizio anaerobico, la combinazione di musica e caffeina ha dimostrato effetti additivi, rendendola la strategia ottimale per massimizzare la prestazione anaerobica.

[iii] Il consumo moderato di caffè può essere definito come 3–5 tazze al giorno, sulla base della Opinione Scientifica sulla sicurezza della caffeina dell’EFSA.

[iv] Zhang, S.; Yang, J.; Tao, X.; Du, L.; Li, X.; Lv, Y.; Hou, X.; Yu, L. Listening to Self-Selected Music during Warm-Up Improves Anaerobic Performance through Enhancement of the Excitability of the Cerebral Cortex. Appl. Sci. 2023, 13, 7180.

[v] Terry, P.C.; Karageorghis, C.I. Psychophysical effects of music in sport and exercise: An update on theory, research and application. In Proceedings of the 2006 Joint Conference of the Australian Psychological Society and New Zealand Psychological Society, Auckland, New Zealand, 26–30 September 2006; pp. 415–419.

[vi] Castañeda-Babarro, A.; Marqués-Jiménez, D.; Calleja-González, J.; Viribay, A.; León-Guereño, P.; Mielgo-Ayuso, J. Effect of Listening to Music on Wingate Anaerobic Test Performance. A Systematic Review and Meta-Analysis. Int. J. Environ. Res. Public Health 2020, 17, 4564.

[vii] Calvo J.L. et al. (2021) Caffeine and Cognitive Functions in Sports: A Systematic Review and Meta-Analysis. Nutrients, 13(3):868.

[viii] Daly, J.W.; Shi, D.; Nikodijevic, O.; Jacobson, K.A. The role of adenosine receptors in the central action of caffeine. Pharmacopsychoecologia 1994, 7, 201–213.

[ix] Killer S.C. et al. (2014) No Evidence of Dehydration with Moderate Daily Coffee Intake: A Counterbalanced Cross-Over Study in a Free-Living Population. PLoS ONE, 9(1): e84154.

[x] Clarke N.D. & Richardson D.L. (2020) Habitual caffeine consumption does not affect the ergogenicity of coffee ingestion during a 5km cycling time trial. Journal of Sports Nutrition and Exercise Metabolism, published online.

[xi] Whalley P.J. et al. (2019) The Effects of Different Forms of Caffeine Supplement on 5-km Running Performance. Int J Sports Physiol Perform, 1-5.

[xii] Mielgo-Ayuso J. et al. (2019) Caffeine Supplementation and Physical Performance, Muscle Damage and Perception of Fatigue in Soccer Players: A Systematic Review. Nutrients, 11(2):440.

Lavazza lancia Tales of Italy, 4 miscele e la ricerca Eumetra: 5 italiani su 10 fanno colazione fuori casa almeno una volta al mese

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Tales of Italy Lavazza (foto concessa)
Tales of Italy Lavazza (foto concessa)

MILANO – Il Training Center Lavazza insieme al pastry chef Fabrizio Fiorani, riscrivono la tradizione della colazione italiana: espresso e cappuccino protagonisti dell’evento “There’s a new breakfast in Town” per gustare le 4 miscele Tales of Italy, dedicate al mondo dei professionisti e certificate dall’Istituto espresso italiano (IEI). Appuntamento in via Alfredo Capellani 25 da Moebius a Milano, aperto eccezionalmente la mattina per la colazione (il locale che nel 2024 si è aggiudicato una Stella Michelin, è noto per la sua proposta serale).

Tanti altri hanno potuto seguire la presentazione in diretta streaming.

La colazione italiana, sì, ma con una veste rinnovata, addirittura si potrebbe definire evoluta per intercettare le nuove forme della caffetteria italiana.

Tales of Italy: il pairing per una colazione diversa dal solito

Tutto lo Stivale rappresentato nelle quattro referenze legate ad altrettanti capoluoghi italiani: Galleria (Milano), Canal Grande (Venezia), Trastevere (Roma) e Riviera di Chiaia (Napoli). Da nord a sud, Lavazza reinterpreta la tradizione e allo stesso tempo la eleva.

Nuove soluzioni si esprimono attraverso l’inserimento sapiente di una Robusta fermentata (processo che scompone gli zuccheri e sprigiona sapori e note esotiche), e della Cereja Apassita (la ciliegia di caffè maturata a lungo sulla pianta).

Disponibili in formati da 1 chilogrammo in grani e in capsule Lavazza Blue per un’estrazione singola e doppia.

Si entra nel dettaglio delle quattro nuove soluzioni Tales of Italy

Milano – Galleria: è l’espresso ispirato al quadrilatero del gusto. Lo spirito sofisticato di Milano in una miscela 100% Arabica. La miscela è arricchita dalla Cereja Apassita, una selezione di ciliegie di caffè lasciate maturare più a lungo sulla pianta. Questo processo dona alla miscela un profilo gustativo più complesso, caratterizzato da una dolcezza naturale e avvolgente.

– Area di gusto: Aromatica
– Miscela: 100% Arabica, selezionata da piantagioni montane in Centro America, Sud America e Africa, certificate Rainforest Alliance
– Note aromatiche: Miele, uvetta
– Tostatura: Chiara

Venezia – Canal Grande. Il gusto si veste in maschera, con una miscela che richiama il profumo delle caffetterie di Venezia, è l’espresso dal retrogusto rotondo che si ispira alle calli veneziane.

La Robusta fermentata scompone gli zuccheri del chicco grazie all’uso del lievito, sprigionando aromi esotici, note vinose e un retrogusto più rotondo e piacevole.

– Area di gusto: Bilanciato
. Miscela: 70% Arabica – 30% Robusta (lavata e fermentata). Arabica naturale del
Centro America, Robusta lavata da diverse parti dell’Asia e Robusta Fermentata
. Note aromatiche: Cioccolato, mandorla
. Tostatura: Media

Roma – Trastevere. La grande dolcezza: l’espresso dal gusto innovativo è ispirato al fascino della città Eterna, Roma.

La presenza della Robusta fermentata dona a questa miscela un retrogusto persistente con note esotiche e vinose, arricchendo l’esperienza sensoriale con una dolcezza intensa e profonda.

– Area di gusto: Bilanciato
– Miscela: 50% Arabica – 50% Robusta (lavata e fermentata). Robusta lavata proveniente dall’Asia, Robusta Fermentata e Arabica naturale provenienti dal Centro America
– Note aromatiche: Cioccolato, nocciola
– Tostatura: Media

Napoli – Riviera di Chiaia. Questa città e i suoi mille aromi: un gusto intenso come lo spirito partenopeo e una corposità che rievoca l’anima travolgente del Sud Italia nelle sue pause caffè.

Note di cioccolato fondente, spezie e caramello caratterizzano questa miscela, donando un corpo eccellente ed un retrogusto irresistibile

– Area di gusto: Intenso
– Miscela: 20% Arabica – 80% Robusta, dal Sud America e Asia
– Note aromatiche: Cioccolato fondente, spezie, caramello
– Tostatura: Scura

Tales of Italy: il lancio supportato dai dati

Frutto della collaborazione con l’Istituto di ricerca sociale e di marketing Eumetra, che si è tradotta in dati interessanti attorno a questo primo momento della giornata e il rapporto che con esso intrattengono oggi gli italiani nel fuori casa.

La ricerca Eumetra è stata svolta su un campione di 1800 persone, rappresentative della popolazione italiana (600 casi Italia; focus su Milano, Venezia, Roma, Napoli – 1200 interviste rappresentative della popolazione residente nelle aree cittadine (300 per città); nel periodo di rilevazione dal 18 febbraio al 3 marzo 2025.

Tra le principali evidenze emerge che la colazione è un’abitudine consolidata per gli italiani – a casa o fuori viene consumata dal 98% delle persone. Se guardiamo al fuori casa, 5 italiani su 10 fanno colazione fuori casa almeno una volta al mese; il 20% più volte a settimana.

I motivi? Il 66% degli italiani considera la colazione fuori casa un momento di piacere e socialità essenziale.

Tra le altre motivazioni spiccano il gusto del caffè al bar (24%), l’ampia scelta di cibi e bevande (24%) e il risparmio di tempo (19%). I bar sono il luogo prediletto (59%), seguito da pasticcerie e caffetterie (24%).

“I consumi fuori casa consentono di far vivere delle vere e proprie esperienze ai consumatori e, in questo, i brand del settore giocano un ruolo essenziale. Per questo Lavazza continua a credere e investire nella ricerca e nell’innovazione, che consentono lo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni; nell’attenzione costante alla qualità del prodotto, nel racconto valoriale e nella formazione che vengono offerti ai clienti; così come nella capacità di intercettare nuovi trend che permettono al canale Ho.Re.Ca di evolvere e crescere” – ha dichiarato Igor Nuzzi, Regional Director Italia & Iberia di Lavazza.

“In Lavazza crediamo fortemente nell’importanza di diffondere la ‘cultura del caffè’ e con il nostro Training Center, attivo dal 1989 che opera con 58 sedi nel mondo, valorizziamo la qualità, la storia, le origini e l’innovazione che ritroviamo in ogni tazzina di caffè” ha concluso Nuzzi.

Il Training Center Lavazza, guidato da Marcello Arcangeli – Lavazza Training Center Director – eroga ogni anno formazione ad oltre 30.000 clienti del canale nel mondo e divulga conoscenza in Italia a oltre 6.000 clienti.

L’indagine Eumetra evidenzia il caffè come il primo criterio di scelta del luogo dove fare colazione fuori casa (36%), in particolare a Roma e Napoli, dove la percentuale sale al 43% e al 47%.

Tra le bevande che si consumano abitualmente nella colazione fuori casa, al primo posto il cappuccino (34%), seguito dal caffè espresso (27%) – che è, invece, la bevanda preferita a Napoli con il 34% – e caffè macchiato (14%), che segna le maggiori preferenze a Venezia (18%).

La quasi totalità degli italiani accompagna le bevande ad una proposta food (95%) e, tra le scelte, stravince il dolce, con brioche o cornetto (76%), seguito da pasticceria fresca dolce (30%). Emerge anche una preferenza per i prodotti salati per il 14%.

“Se il 44% dei bar scelti a colazione si distingue per l’offerta caffè e food, come emerge dalla ricerca Eumetra, noi ci proponiamo come partner di qualità affiancando i nostri clienti (bar, pasticcerie e luoghi di consumo fuori casa) nel voler offrire un’esperienza unica e valoriale per il consumatore” ha aggiunto Marco Barbieri, Marketing Director Italia di Lavazza Group.

“Cultura del caffè, esperienze valoriali, innovazione, qualità: dall’unione di tutti questi elementi nasce, per Lavazza, l’esigenza di innovare le storiche miscele della caffetteria italiana rendendole più affini alla modernità. Tales of Italy è l’evoluzione del classico espresso italiano frutto del know how di Lavazza reinterpretato per dare un’offerta unica al consumatore, puntando all’eccellenza”, ha ribadito Marco Barbieri.

Fabrizio Fiorani e Lavazza uniti nella Unconventional breakfast: ingrediente speciale, Tales of Italy

In questo viaggio sensoriale nella patria dell’espresso, la partnership con il pastry chef ha valorizzato un nuovo modo di intendere la colazione made in Italy.

Attraverso 4 pairing ideati da Fabrizio Fiorani, dei dolci contemporanei riscrivono la storia della pasticceria tradizionale legata alle 4 città racchiuse in Tales of Italy.

Si inizia con “Il miglior risotto di Milano” per Galleria, poi con “Qualcuno ha detto Tiramisù per colazione?” per Canal Grande, “Il mio Maritozzo 2.0” per Trastevere e infine “Cosa direbbero a Napoli?” per Riviera di Chiaia.

Il miglior Risotto di Milano
Fabrizio Fiorani reinterpreta l’iconico piatto della tradizione milanese, il risotto, in chiave dolce abbinato a Ode a Milano, un cappuccino con la miscela Galleria in cui agrumi, canditi e frutta secca incontrano la crema pasticcera per una creazione in cui è racchiusa tutta l’anima del panettone milanese.

Qualcuno ha detto Tiramisù per colazione?
Fiorani reinterpreta l’iconico dolce della tradizione veneziana, il tiramisù, in chiave sorprendente ed inaspettata, rendendolo un dolce da colazione. In abbinamento Ode a Venezia, un cappuccino con la miscela Canal Grande in cui le meringhe mignon incontrano la crema pasticcera e la polvere di caffè. Una vera e propria ode a Venezia.

Il mio Maritozzo 2.0
Fiorani reinterpreta un dolce cult della pasticceria romana, il maritozzo, in chiave totalmente anticonvenzionale: la classica forma rotonda diventa infatti quadrata e viene abbinato a un espresso Trastevere dal carattere innovativo in cui le note di nocciola e cioccolato donano un retrogusto amabile per tutti i palati.

Cosa direbbero a Napoli?
Quale miglior dolce per celebrare la città partenopea? Fiorani reinterpreta la sfogliatella in cui il croccante lascia spazio alla cremosità. In abbinamento un espresso dal gusto intenso: Riviera di Chiaia in cui la corposità incontra le note di caramello e cioccolato.

Coffea stenophylla: uno studio dimostra le affinità chimiche con l’arabica che potrebbero farne il caffè del futuro

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La Coffea Stenophylla, con le caratteristiche drupe di colore nero, è una specie a rischio di estinzione © CRB Coffea, IRD-CIRAD

MILANO – Da qualche anno, la comunità scientifica e il mondo del caffè hanno riscoperto e rivalutato la Coffea stenophylla – specie endemica di Guinea, Sierra Leone e Costa d’Avorio – un tempo ampiamente diffusa e coltivata in Africa occidentale. La C. stenophylla sopporta temperature più alte rispetto alla C. arabica e alla stessa C. robusta e appare inoltre resistente alla siccità.

Tutte caratteristiche che potrebbero farla tornare in auge, nel processo di adattamento del settore del caffè al cambiamento climatico.

A riportare alla ribalta la C. stenophylla è stata la scoperta, nel 2018, di un’intera popolazione di questa specie botanica in una remota regione della Sierra Leone.

Sono seguite nuove ricerche e, soprattutto, i primi blind test del caffè preparato con i chicchi tostati, che hanno dato dei risultati decisamente interessanti.

La rivista scientifica Science of Food – in collaborazione con la Beijing Technology and Business University e con l’International Union of Food Science and Technology – ha pubblicato un nuovo studio metabolomico sulla C. stenophylla, volto ad analizzare le sue caratteristiche organolettiche – alcune delle quali simili a quelle della C. arabica – nonché la chimica del caffè di qualità.

La metabolomica è lo studio su larga scala dei metaboliti, ovvero dei prodotti delle reazioni cellulari, che si trovano in un sistema biologico.

Per svelare le basi chimiche dell’affinità organolettica delle due specie, i ricercatori hanno analizzato dei campioni di caffè verde utilizzando la cromatografia liquida-spettrometria di massa (LC–MS) e applicato l’approccio metabolomico per confrontare i due profili chimici.

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Caro tazzina: un consumatore su due è pronto a rinunciare del tutto all’espresso al bar

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(dati: SWG)

Ancora una volta si è registrato un aumento del prezzo della tazzina al bar. Molti non hanno tardato a lamentarsi, accusando di speculazione i titolari dei bar, come riportato nell’inchiesta SWG. C’è di più: 1 su 2 intervistati dichiara di essere pronto a rinunciare del tutto al caffè al bar. Leggiamo di seguito un estratto dell’indagine SWG.

Il rincaro della tazzina nei bar: l’opinione degli italiani

MILANO – Continua il trend del caro-tazzina anche nel 2025: come negli anni precedenti si è assistito ad un nuovo aumento del prezzo del caffè al bar, un rincaro che colpisce uno dei simboli più amati del Bel Paese.

(dati: SWG)

Una bevanda apprezzata nella sua purezza, la maggioranza degli italiani infatti resta fedele all’espresso liscio, senza aggiunte (solo un terzo preferisce macchiarlo con latte o panna). Ma il caffè non è solo una bevanda, è un’esperienza, un rito: entrare in un bar e ordinare un caffè viene infatti visto soprattutto come un momento di stacco dalla frenesia quotidiana da 3 italiani su 4, e addirittura come una tradizione cementata nella propria routine quotidiana.

(dati: SWG)

Un’abitudine che però gli italiani sono disposti a cambiare in seguito ai nuovi rincari: 1 su 2 infatti dichiara di essere pronto a rinunciare del tutto al caffè e altri ancora, pur di non rinunciare, inizierebbe a frequentare locali più economici.

I nuovi prezzi sono infatti criticati dal 78% degli intervistati, i quali accusano di speculazione i titolari dei bar, i quali, seppur parzialmente giustificati dall’aumento dei costi di gestione e della materia prima, optano per un aumento dei prezzi considerato eccessivo e non necessario.

(dati: SWG)

Ma il caffè non è l’unico bene “di conforto” a diventare più caro: anche il gelato ha subito rincari significativi negli ultimi anni, ed è proprio questo, ancor più del caffè, a destare maggiori malumori in attesa di vedere come sarà il 2025.

Vincenzo Rossi, l’imprenditore che esporta caffè in 38 Paesi: “Presto costerà 2 euro”

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specialty mercati rossi Brasile caffè UE futures specialty Etiopia
Chicchi di caffè tostato (Image by Couleur from Pixabay)

Vincenzo Rossi, imprenditore del Tirreno cosentino che esporta caffè in 38 Paesi del mondo, analizza il mercato del caffè tra conflitti in Ucraina e Medio Oriente e vertiginosi aumenti del prezzo. Leggiamo di seguito la sua opinione con un estratto dell’articolo del portale d’informazione LaC News 24.

La filiera del caffè secondo Vincenzo Rossi

MILANO – Improvvisamente il mondo sembra entrato in un’epoca di grandi sconvolgimenti. Questo non è un buon momento per i mercati. E tanta la preoccupazione per gli imprenditori calabresi. Ne parliamo con uno di loro, Vincenzo Rossi, giovane imprenditore del Tirreno cosentino che esporta caffè in 38 paesi del mondo.

“No, questo non è un bel momento. Troppe tensioni e tutte insieme non aiutano. I due fronti di guerra, Ucraina e Medio Oriente, creano forti instabilità che si ripercuotono sia su mercati finanziari e sia sul trasporto merci con ritardi ed aggravi dei costi”.

Dazi e controdazi, alla fine tutti i paesi avranno da perdere. Le borse americane e quelle europee sono già entrate in forti fibrillazioni

“Questo è vero. Ma in realtà, per quel che ci riguarda nello specifico, nel settore di alcuni prodotti agroalimentari è già da da oltre un anno che ci sono stati degli aumenti importanti. Un paio di esempi su tutti il valore del cacao che ha triplicato il suo valore in borsa o quello del caffè che è salito del 250%”.

Il prezzo del caffè ha già subito aumenti negli ultimi due anni. Rischia ancora?

“lo dicevo prima in meno di due anni il prezzo di borsa delle robuste è aumentato del 250% e quello delle arabiche del 200%. Tendenzialmente nel breve ci si aspetta un ulteriore rialzo. In queste condizioni a pagare saranno i consumatori finali. Un caffè al bar toccherà presto i 2 euro”.

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Francia: il mercato caffeicolo vale circa 4,5 miliardi e continua a crescere

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Una panoramica di Parigi (immagine: Pixabay)

Il mercato francese del caffè, dove molti marchi italiano sono presenti, è valutato a circa 4,5 miliardi di euro e continua a registrare una crescita notevole. Sebbene tradizionalmente dominato dall’espresso e dal caffè filtro, l’attenzione del consumatore si sta spostando gradualmente verso il caffè specialty. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione International Supermarket News.

Francia: una panoramica di mercato

PARIGI – La Francia è da tempo associata a una ricca cultura del caffè, dove la tazzina gioca un ruolo centrale nella vita quotidiana. Dalle tradizionali bevande espresso alla crescente domanda di caffè speciale e sostenibile, il mercato francese si è evoluto in modo significativo negli ultimi anni. Questo rapporto esamina le tendenze chiave, la crescita del mercato, le preferenze dei consumatori e il panorama competitivo dell’industria del caffè in Francia.

Il mercato francese del caffè è valutato a circa 4,5 miliardi di euro e continua a crescere costantemente. Sebbene tradizionalmente dominato dall’espresso e dal caffè filtro, si è verificato un notevole spostamento verso il caffè speciale e l’approvvigionamento sostenibile.

Nel 2023, la Francia si è classificata tra le principali nazioni consumatrici di caffè in Europa, con un consumo pro capite medio di 5.4 kg all’anno.

Principali tendenze nel mercato del caffè francese

  1. L’ascesa del caffè speciale: I consumatori sono sempre più alla ricerca di caffè monorigine di alta qualità e tecniche di tostatura artigianali. Le caffetterie specializzate sono proliferate nei centri urbani come Parigi, Lione e Marsiglia.
  2. Sostenibilità e approvvigionamento etico: È cresciuta la consapevolezza nei confronti del caffè certificato dal commercio equo e solidale, biologico e Rainforest Alliance, e molti consumatori sono disposti a pagare di più per un caffè prodotto in modo sostenibile.
  3. Crescita delle capsule e cialde di caffè: La praticità del caffè monodose ha portato a un aumento della domanda di capsule, con Nespresso e Dolce Gusto che dominano questo segmento.
  4. Aumento dei consumi domestici: La pandemia di COVID-19 ha accelerato il passaggio alla preparazione casalinga del caffè, con un numero sempre maggiore di consumatori che investono in macchine da caffè e macinacaffè di alta qualità.
  5. Espansione delle catene di caffè: Marchi internazionali come Starbucks e Costa Coffee continuano a espandersi, mentre catene locali come Columbus Café & Co hanno guadagnato terreno.

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A Londra è possibile bere una tazzina da 320 euro: le proprietà del Typica Japan

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Il Big Ben (immagine: Pixabay)

Il content creator Carmie Sellitto ha provato uno dei caffè più costosi di Londra al prezzo di 26 sterline per tazza, ovvero 320 euro. Ciò che rende il prezzo del Typica Japan così alto è la sua origine insolita. Viene coltivato sull’isola di Okinawa, in Giappone, presso la Nakayama Coffee Farm. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Edoardo Ciotola per il portale Forum Agricoltura Sociale.

La tazzina di caffè a 320 euro a Londra

LONDRA – Un caffè che costa più di una cena in un ristorante stellato? A Londra è possibile. Il content creator britannico Carmie Sellitto ha provato il caffè più costoso del Regno Unito, spendendo ben 265 sterline per una sola tazzina, l’equivalente di 320 euro. Ma cosa lo rende così speciale?

Il locale e il caffè da record

Il caffè in questione si chiama Typica Japan ed è venduto nel locale di lusso Shot, situato nei quartieri più esclusivi di Londra come Mayfair e Marylebone. Sebbene il locale offra diverse opzioni a prezzi più accessibili (il più economico costa 8 sterline), il Typica Japan rappresenta il massimo del lusso nel mondo del caffè. Sellitto, noto per provare cibi e bevande incredibilmente costosi, ha documentato la sua esperienza in un video diventato virale. Di recente aveva mangiato anche dell’uva da 90€ al grappolo.

Quando gli è stato servito il prezioso caffè, ha ricevuto un semplice bicchiere pieno di un liquido marrone chiaro e una cannuccia d’oro. “Non ho mai provato nulla di simile. L’aroma è fortissimo, incredibile. Ha un sapore fruttato, ma non riesco a identificare esattamente a quale frutto assomiglia”, ha detto nel video.

La provenienza esclusiva

Ciò che rende il Typica Japan così costoso è la sua origine insolita. Viene coltivato sull’isola di Okinawa, in Giappone, presso la Nakayama Coffee Farm. Il Giappone non è tradizionalmente un grande produttore di caffè, ma Okinawa offre un microclima unico che permette di coltivare questa varietà rara di arabica. Secondo Maxwell Colonna-Dashwood, tre volte campione barista del Regno Unito, il valore del caffè non sta nella varietà di chicco utilizzata (la Typica è diffusa anche in altri paesi), bensì nella sua rarità dovuta alla limitata produzione giapponese.

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Starbucks e SLIDE presentano l’installazione eco-friendly per la Milano Design Week

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La Circular Cup di Starbucks su Amore Ocean (immagine concessa)

MILANO – In occasione della Milano Design Week 2025, in programma dal 7 al 13 aprile, Starbucks e SLIDE collaborano per presentare un’installazione che celebra il design sostenibile. Presso lo store Starbucks di Corso Garibaldi 118 a Milano, aperto in partnership con Percassi, licenziatario esclusivo del marchio in Italia, i visitatori potranno ammirare un allestimento outdoor esclusivo, che combina l’iconico design di SLIDE con l’impegno di Starbucks verso pratiche eco-friendly.

Starbucks e SLIDE insieme per la Milano Design Week

L’installazione prevede l’utilizzo della nuova Amore Ocean, la celebre panca calligrafica di SLIDE realizzata con plastiche recuperate dagli oceani, insieme ad altri arredi come tavolini Gear, Cubo e le panche Wave, tutte realizzate in plastiche riciclate.

Amore Ocean rappresenta un tributo alla sostenibilità e all’innovazione, unendo la caratteristica estetica audace e romantica della panchina a una nuova attenzione per il pianeta. Il colore dei prodotti in allestimento è declinato in due tinte differenti: Pacific Green è derivato dalle corde marine, mentre Atlantic Blue proviene dalle reti da pesca: un messaggio potente e un invito a rispettare gli oceani e il nostro ambiente.

L’iniziativa conferma l’impegno di Starbucks Italia nel promuovere comportamenti consapevoli e offrire prodotti sostenibili. Ne è un esempio la Circular Cup, evoluzione dell’iconica Reusable Cup, una tazza riutilizzabile, ciascuna delle quali realizzata con sei bicchieri di carta monouso.

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Amore Ocean, la celebre panca calligrafica di SLIDE realizzata con plastiche recuperate dagli oceani (immagine concessa)

Destinata originariamente solo per il mercato inglese, da cinque anni la Circular Cup è disponibile anche nel mercato EMEA, permettendo ogni anno il riciclo di decine di migliaia di bicchieri da caffè. In molti store, è inoltre attiva l’iniziativa “Grounds for your Garden”, un progetto volto alla valorizzazione dei fondi di caffé che vengono distribuiti gratuitamente all’ingresso dei negozi.

La collaborazione tra Starbucks e SLIDE sottolinea la volontà comune di promuovere un futuro più sostenibile attraverso soluzioni innovative e responsabili. L’installazione sarà visitabile per tutta la durata della Milano Design Week 2025, offrendo al pubblico, ai clienti di Starbucks e a tutti gli appassionati di design l’opportunità di scoprire come il design sostenibile possa integrarsi perfettamente negli spazi quotidiani.

Vincenzo Catrambone, general manager di Starbucks Italia, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di collaborare con SLIDE per sensibilizzare la città di Milano e non solo sul tema per noi imprescindibile della sostenibilità. Questa installazione propone un’inedita riflessione sul nostro presente e sul futuro del pianeta. Come Starbucks e Percassi, sentiamo una grande responsabilità nei confronti delle comunità in cui operiamo. Per questo ci impegniamo quotidianamente a proporre prodotti ecologici, come le Circular Cup, la distribuzione gratuita dei fondi di caffè ai consumatori, l’utilizzo di risorse a basso impatto ambientale, con l’obiettivo di offrire nei nostri store prodotti coerenti con i nostri valori”.

Marco Colonna Romano, ceo di SLIDE, ha aggiunto: “La partnership con Starbucks rappresenta un passo significativo nel nostro percorso verso un design sempre più attento all’ambiente, dimostrando come estetica e responsabilità possano convivere armoniosamente nei progetti retail e contract che rimangono il nostro core business. Il progetto Ocean non è solo una linea di prodotti: è un manifesto del nostro impegno per un design che abbia un impatto positivo sul mondo. Coniugare bellezza, funzionalità e sostenibilità è la nostra missione”.

Indirizzo: Corso Garibaldi 118, 20121, Milano (MI)

Orari: lunedì-venerdì dalle 7:30 alle 20:00, sabato-domenica dalle 8:00 alle 20:00

La scheda sintetica di Starbucks Coffee Company

Dal 1971, Starbucks Coffee Company si impegna a selezionare e tostare caffè Arabica di alta qualità in modo etico. Con i suoi negozi in tutto il mondo, Starbucks è il principale torrefattore e rivenditore al mondo di caffè speciali. Attraverso un impegno costante per l’eccellenza e principi guida, Starbucks rende unica l’esperienza per ogni cliente, in ogni tazza.

La scheda sintetica di Percassi Group

Percassi è un’azienda che gestisce reti in franchising per importanti marchi (come Gucci, A|X Armani Exchange, Saint Laurent, Nike, Jordan, Victoria’s Secret, Bath&Body Works, LEGO, Garmin nel settore moda-beauty e consumer, e Starbucks nel settore food). Inoltre, Percassi gestisce i propri marchi (KIKO Milano, Womo e Bullfrog nel settore cosmetico, Atalanta nel settore sportivo, Da30Polenta nel food). Percassi opera anche nel settore immobiliare per la realizzazione di progetti di rilievo nei settori commerciale e direzionale.

La scheda sintetica di SLIDE

Fondata nel 2002, l’azienda con sede a Buccinasco, alle porte di Milano, nel tempo ha saputo ritagliarsi uno spazio unico nel mondo del design, che coniuga estetica, emozioni e funzionalità. La missione di SLIDE è stata chiara fin dall’inizio: rivoluzionare il mercato del mobile con prodotti visivamente impattanti e felici ed insieme pratici e durevoli.

Negli anni la produzione si è arricchita di prodotti che sono diventati iconici: la panca Amore, la poltrona Queen of Love, le luci Globo, la collezione Low Lita, solo per citarne alcuni. Oggi, partecipando al Salone del Mobile, EquipHotel, Home Milano e altre fiere internazionali, SLIDE raggiunge 130 paesi nel mondo.

Ditta Artigianale lancia le proposte per il Tiramisù day, 21/03

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Coffemisù e Cubik (immagine concessa)

MILANO – Ditta Artigianale, tra le principali torrefazioni specialty italiane, in occasione del #TiramisùDay in calendario venerdì 21 marzo, nei suoi sei bar custoditi nei punti più suggestivi di Firenze e nel nuovo locale in Corso Magenta 31 a Milano, lancia deliziose proposte artigianali per celebrare il dessert più amato.

Le ricette di Ditta Artigianale

Si comincia con Coffeemisù, il best seller ispirato al tiramisù a base di espresso e realizzato con la crema homemade di mascarpone e panna, rifinito con una spolverata di cacao e biscotto. Questo delizioso signature coffee, che unisce la creatività dei baristi esperti di Ditta Artigianale con la qualità dei loro prodotti, è ideale per una merenda sfiziosa o una pausa originale ed è disponibile sia a Milano che a Firenze.

Nel capoluogo toscano è possibile gustarlo con Pavè, una girella con un’elegante forma a spirale che reinterpreta il croissant e svela strati di sfoglia dorata, con un ripieno cremoso al mascarpone e caffè a garanzia di un morso ricco e avvolgente. Gli ospiti del locale meneghino, invece, possono optare per Cubik, un croissant dalla forma cubica che racchiude tutta la golosità del tiramisù grazie alla sua sfoglia fragrante, alla crema vellutata al mascarpone e a un tocco di caffè, per un equilibrio perfetto tra croccantezza e morbidezza.

Il Tiramisù Day è l’occasione per assaggiare il dolce veneto nelle sue versioni più creative, tra cui Pavè e Cubik in abbinamento a Coffeemisù. Le irresistibili reinterpretazioni del tiramisù firmate Ditta Artigianale, così, si prendono la scena in un tripudio di dolcezza e creatività che attende gli ospiti più golosi a Milano e Firenze. Qua la qualità e l’attenzione al cliente sono al centro dell’esperienza, in un ambiente sereno e conviviale che unisce il valore del tempo trascorso nel locale all’artigianalità dei prodotti.

La scheda sintetica di Ditta Artigianale

Nata come micro roastery di specialty coffee e fondata da Francesco Sanapo e Patrick Hoffer, Ditta Artigianale è una delle principali torrefazioni specialty italiane e riflette una sintesi perfetta tra impresa strutturata e lavoro artigianale.

Rappresenta, infatti, un ritorno ai valori autentici del bar, dove qualità e attenzione al cliente sono al centro dell’esperienza in un ambiente sereno e conviviale. È anche un esempio virtuoso di third wave coffee, il movimento che eleva il caffè a materia prima preziosa da valorizzare lungo tutta la filiera. Non a caso, questo approccio comincia proprio nelle piantagioni, dove la selezione dei migliori chicchi avviene con un’attenzione meticolosa; prosegue poi col rapporto diretto coi produttori, spesso coinvolti personalmente nella coltivazione sostenibile; e si conclude con la tostatura artigianale a Firenze per assicurare la massima qualità. Il risultato è l’esaltazione del caffè in ogni fase, che garantisce una qualità straordinaria e la vera essenza di un prodotto autentico e genuino, servito in una nuova tipologia di caffetteria tradizionale dal respiro internazionale.

Ispirato ai caffè degli anni ’50, infatti, il concept di Ditta Artigianale è radicato nell’idea di riportare il bar alla sua dimensione umana e conviviale, creando un ambiente che unisca l’artigianalità dei prodotti con l’attenzione alla qualità del tempo trascorso nel locale. Ogni locale è pensato come uno punto di ritrovo per socializzare e condividere momenti di qualità, uno spazio accogliente dove lavorare, leggere, incontrare amici o semplicemente rilassarsi, concedendosi il giusto tempo per apprezzare ogni aspetto del servizio, dal caffè all’ambiente.

Attualmente sono sei i punti vendita collocati negli angoli più suggestivi di Firenze e una recentissima apertura in Corso Magenta 31 a Milano, che contribuiscono a diffondere la cultura dello specialty coffee in Italia. L’eccellente qualità delle proposte di Ditta Artigianale è stata riconosciuta anche dalla Guida Bar d’Italia 2025 del Gambero Rosso, che le ha recentemente attribuito Tre Chicchi e Tre Tazzine.