giovedì 12 Giugno 2025

Michele Oliva scrive de “Il futuro del caffè”: come poter affrontare la crisi climatica

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MILANO – Un approfondimento sul tema cambiamento climatico e caffè, arriva dalla penna di Michele Oliva, che nel suo “Il futuro del caffè. Insidie del cambiamento climatico e prospettive sostenibili” edito da Infinito Edizioni, analizza con lucidità un tema che interessa a tutta la filiera di questo prodotto agricolo.

Oliva comincia con una domanda importante per produttori, trasformatori e consumatori

“Ma sarà possibile in futuro mantenere la qualità
del caffè odierno senza farlo diventare un bene di lusso?”.

Tutto dipende dalla corretta gestione della minaccia alla produzione principalmente della pianta di Arabica e Robusta, ovvero, la crisi climatica. Un fenomeno che c’è, esiste, colpisce duro.

Dopo un rapido excursus storico che racconta la genesi di queste due varietà attraverso il tempo e lo spazio (con un breve cenno ad altri esempi come la Liberica e l’Excelsa) torna a parlare del riscaldamento globale e del suo impatto su tutta la filiera.

I risultati sono bel illustrati, come indica Oliva: “Sia C. arabica che C. canephora crescono,
infatti, in maniera ottimale solo in ristretti intervalli di temperature (18°C-22°C la prima e 20°C-28°C la seconda). Temperature troppo alte arrestano la crescita della pianta, ne alterano il metabolismo e ostacolano la fotosintesi (le foglie assumono un colore giallo). La resa di drupe e la qualità dei semi diminuiscono: il contenuto di caffeina si riduce e il gusto è scadente.”

Stando alle proiezioni possibili, si può stimare che l’innalzamento della temperatura potrebbe portare alla riduzione delle aree adatte per la coltivazione della pianta di caffè sino al 50% entro il 2050.

Ovviamente un altro effetto collaterale dell’innalzamento delle temperature è la siccità, la mancanza d’acqua (fattore fondamentale per la buona crescita della pianta, stimando che questa abbia bisogno di 1.500-2.000 millimetri annui di precipitazioni e che, secondo l’organizzazione no profit Water Footprint Network, per estrarre 125 millilitri di bevanda, servono 140 litri d’acqua, una quantità ben otto volte superiore rispetto a quella necessaria per ottenere lo stesso volume di tè.

Opposta alla problematica della siccità, esiste quella altrettanto pericolosa degli acquazzoni, precipitazioni esagerate che comunque hanno effetti devastanti sulle colture. Altri nemici mortali della pianta del caffè, gli agenti patogeni come ad esempio la Roya (la cui diffusione potrebbe essere accentuata sempre dal cambiamento di temperatura).

A questo si aggiunga la difficoltà dell’impollinazione e del reperimento di forza lavoro nelle piantagioni per vari motivi socio-economici e il quadro di crisi è completo.

Cosa fare quindi?

Michele Oliva ci dedica un intero paragrafo, con focus appunto sulle possibili strategie da adottare per reagire a questi fattori avversi: spostamento delle coltivazioni, cambiamento dei metodi di coltivazione, la ricerca di nuove varietà e specie più resistenti, la revisione dei metodi agricoli e di compostaggio, in funzione di una minor produzione di gas serra e di emissioni di CO2.

Altra buona pratica da sviluppare in futuro richiama l’economia circolare: gli scarti del caffè, sia a valle che a monte della filiera, costituiscono un’alternativa valida a sostegno del sistema intero.

Ma non tutto deve ricadere sulle spalle degli addetti ai lavori: parte della catena, così come giustamente ricorda Oliva nelle sue conclusioni finali, come uno dei suoi attori, sono proprio i consumatori. I quali sono “In grado di agire sia scegliendo caffè di cui conosciamo l’origine e i trattamenti, sia durante la preparazione del prodotto. In base a studi europei, solo la preparazione della bevanda incide fino al 30 per cento delle emissioni totali di CO2
dell’intera filiera.”

Si può chiudere così questo testo di 86 pagine, con una riflessione che deve coinvolgere tutti per salvare una bevanda di consumo comune che rappresenta spesso tradizioni molto forti come è il caso dell’Italia.

Il futuro del caffè, è disponibile a questo link al costo di 12,35.

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