venerdì 03 Maggio 2024
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La moka della Bialetti è nata da una lavatrice: ecco la storia della geniale invenzione

Osservando le donne del paese lavare i panni in una specie di pentola a vapore, con un tubo che portava su dal basso verso l’alto l’acqua insaponata calda, Alfonso Bialetti ebbe l’intuizione che avrebbe portato alla moka

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MILANO – L’Independent ha scoperto che la moka è nata da una lavatrice. Se la politica resta in sordina, prima dei fuochi artificiali della prossima settimana, e se Wikileaks comincia a sapere di déjà vu, la stampa estera va in caccia dei segreti d’Italia. E talora ne scova che persino alcuni di noi ignorano.

La nascita della moka Bialetti

Un esempio: alzi la mano chi sapeva che la moka della Bialetti è nata da una lavatrice. Lo racconta l’Independent, che ha una passione per la macchina da caffè tuttora più popolare in Italia, nonostante il trasferimento degli impianti e dell’omino con i baffi di uno dei caroselli più famosi dal Piemonte nell’Europa dell’Est.

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Alfonso Bialetti era un emigrato in Francia, che nel 1918 tornò in Italia e aprì una officina dove mettere a frutto quel che da aveva imparato in dieci anni da operaio nell’industria dell’alluminio.

Osservando le donne del paese lavare i panni in una specie di pentola a vapore, con un tubo che portava su dal basso verso l’alto l’acqua insaponata calda, ebbe l’intuizione della moka che avrebbe trasformato il caffè da bevanda per soli uomini, da consumarsi nei caffè e nelle osterie, in bevanda familiare. L’invenzione risale al 1933 e fu subito popolare.

Alfonso non l’ha mai abbandonata: l’omino con i baffi, che il figlio Renato introdusse come marchio sulle caffettiere, è ispirato alla sua figura. Segreti, ma anche banalità : James Grieson, un esperto, consiglia agli inglesi quello che tutti gli italiani sanno, “Non togliete dal fondo e dalle pareti della vostra Moka la patina di caffè, così l’aroma del prossimo sarà migliore”.

Pubblicato da Giampiero Gramaglia

Riguardo l’autore

Giornalista, nato a Saluzzo (Cn) il 22 giugno 1950. Ha lavorato alla Provincia Pavese, alla Gazzetta del Popolo e all’ANSA, per cui e stato corrispondente da Bruxelles, Parigi e Washington, prima di esserne direttore dal 2006 al 2009. Dall’ottobre 2010, dirige a Bruxelles l’Agence Europe. Inoltre, collabora con numerosi media, fra cui Il Fatto Quotidiano, e tiene corsi alla Sapienza e in altri Atenei e Scuole di Giornalismo. E’ consigliere per la comunicazione allo IAI, segretario generale dello European Press Club, presidente del Premio Giovannini e dell’Associazione degli Amici di Media Duemila.

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