domenica 14 Aprile 2024
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Bva-Doxa: “98% degli italiani consuma gelati confezionati d’estate”

L’indagine svolta da Bva-Doxa e commissionata da IGI – Istituto del Gelato Italiano – delinea le abitudini di consumo e le principali convinzioni degli italiani, sia giuste che errate, sui gelati confezionati. Il pregiudizio più diffuso? Ben l’81% degli italiani è ancora convinto – a torto – che contengano conservanti.

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ROMA – Un alimento amato da tutti (o quasi), un momento di piacere da condividere con gli altri, considerato sicuro, buono e sempre più innovativo e inclusivo. È questo, in estrema sintesi, il profilo del gelato confezionato delineato dai risultati di un’indagine Bva-Doxa, commissionata dall’Istituto del gelato italiano e somministrata a un campione più di 2.000 persone, rappresentativo della popolazione italiana.

Il profilo di consumo del gelato confezionato

Alimento simbolo delle giornate più calde, il gelato viene consumato in prevalenza nella stagione estiva: la quasi totalità degli italiani (98%) dichiara, infatti, di consumarlo in estate.

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Ma si assiste ad una almeno parziale destagionalizzazione dei consumi: due italiani su tre lo consumano anche in primavera e quasi uno su tre perfino in inverno.

In quale momento della giornata? Per due italiani su tre il momento migliore è la merenda del pomeriggio. Soprattutto per le donne (71% vs 61%). Un italiano su due lo apprezza molto anche a fine cena (49%) o in serata (41%).

Oltre il 10% dichiara di consumarlo anche come sostituto del pranzo o della cena. Anche in quest’ultimo caso, prevalgono le donne: il 17% a volte sostituisce il pasto serale col gelato.

Le modalità di consumo del gelato confezionato

Alla domanda “quali tipi di gelati confezionati preferisci?” gli italiani rispondono in modo inequivocabile: più della metà del campione, il 57%, sceglie il cono; al secondo posto troviamo le vaschette formato famiglia (41%). Oltre un italiano su tre dichiara di preferire lo stecco o il biscotto mentre le mini-porzioni sono indicate tra le preferenze da un italiano su 10.

Complice probabilmente anche la maggiore frequentazione delle proprie abitazioni data dalla pandemia, il luogo in cui si consuma prevalentemente il gelato confezionato è casa: il 58% del campione dichiara di consumarlo prevalentemente tra le mura domestiche, contro un 18% che dichiara di mangiarlo per lo più al bar o passeggiando all’aperto.

I driver di scelta: gusto amato e certo “senza sorprese”, porzionatura, sicurezza e trasparenza in etichetta Il principale vantaggio che gli italiani riconoscono al gelato confezionato è la porzionatura, citata nelle risposte da un italiano su tre (33%).

“Questo dato ci fa molto piacere” – commenta il prof. Michelangelo Giampietro, presidente IGI, medico dello sport e specialista in scienza dell’alimentazione: “Perché il controllo della porzione, insieme alla lettura dell’etichetta del prodotto su cui vengono riportati tutti gli ingredienti, permette al consumatore di conoscere esattamente i valori nutrizionali assunti e la qualità dell’alimento”.

I controlli igienico-sanitari

Al secondo posto nella classifica dei principali vantaggi spicca il fatto che, ovunque lo si acquisti, il gelato confezionato ha sempre lo stesso gusto, riconoscibile e certo (28%).

Altre importanti qualità di questi prodotti citate come il loro principale pregio sono la sicurezza data dai controlli igienico-sanitari (nominata da ben il 15% degli italiani) e la possibilità di leggere le informazioni riportate in etichetta (principale vantaggio per l’11% del campione).

Alla domanda “In base a quale criterio scegli un gelato confezionato?” ben la metà del campione (49%) dichiara di acquistare semplicemente il tipo di gelato più amato, certo di ritrovare il gusto e la sensazione che gradisce, senza rischiare delusioni.

Informazione e luoghi comuni

La principale opinione errata relativa al gelato confezionato, che ha espresso ben l’81% degli italiani, è la convinzione che il gelato industriale contenga conservanti, dato che sale addirittura all’87% nella fascia fra i 18 e i 34 anni.

Un numero che, seppure lentamente, sta calando se pensiamo che gli italiani che avevano questa opinione errata erano addirittura il 91% nel 2018 (DOXA -IGI 2018).

“In realtà nel gelato confezionato non vengono mai utilizzati conservanti: il freddo stesso è il conservante naturale per eccellenza. Di conseguenza, diventa fondamentale il rigoroso rispetto della catena del freddo per mantenere le migliori qualità organolettiche del gelato” – commenta Giovanna Rufo, tecnologa alimentare dell’Igi.

“Tra i luoghi comuni più difficili da estirpare troviamo anche la convinzione che i gelati contengano grassi idrogenati: ben il 71% del campione ne è convinto e anche questo è lontano dalla realtà.”

“La parte grassa di questi alimenti è rappresentata dai grassi del latte o da olii e grassi vegetali.”

“Quanto questi ultimi, grazie a un’iniziativa volontaria delle industrie produttrici di gelato, non vengono più impiegati gli idrogenati, che possono apportare acidi grassi trans, potenzialmente dannosi per il sistema circolatorio”.

Non ci sono dubbi invece sulla sicurezza: ben il 93% degli intervistati esprime fiducia verso l’ambiente produttivo, che ritiene igienicamente sicuro. Un dato rilevante, soprattutto in tempo di Covid, che sale addirittura alla quasi totalità (97%) degli intervistati della fascia di età 55-74.

Le aziende produttrici

La ricerca ha infine indagato se gli italiani abbiano percepito un cambiamento, rispetto a 5 anni fa, in relazione a come sono affrontati temi quali la sostenibilità, la qualità nutrizionale, la bontà e l’innovazione dai protagonisti del settore dei gelati confezionati.

Rispetto a 5 anni fa, il 46% degli italiani (51% delle donne) riconosce un maggior impegno delle aziende nei confronti del tema della sostenibilità ambientale.

Per quanto riguarda la qualità nutrizionale dei gelati confezionati, questa è ritenuta migliore rispetto al passato da quasi un italiano su due (48%), dato che sale notevolmente per la fascia 55-74, fino a raggiungere il 59%.

Sulla bontà dei gelati confezionati, i dati sono chiari: negli ultimi 5 anni è invariata, per il 49% degli italiani, e persino migliorata per il 28% della media nazionale e per il 33% degli intervistati tra i 55 e i 74 anni.

Parlando di innovazione, il 60% degli italiani ritiene che ci sia più varietà e più possibilità di scelta, rispetto a 5 anni fa.

Dato che sale al 67% tra i 55-74 anni. Il 41% ritiene che siano formulati con ingredienti sempre più adeguati ai vari regimi alimentari (ipocalorici, vegan, senza lattosio, senza glutine, ecc.), in particolare secondo l’opinione femminile (46%).

Il 28% ritiene che abbiano più formati e che quindi le aziende siano più sensibili rispetto alle esigenze dei single e delle famiglie numerose.

Il gusto preferito degli italiani?

Un grande classico: il gusto più amato degli italiani (con il 27% delle preferenze) è senza dubbio il cioccolato, in tutte le sue declinazioni. Seguono pistacchio (14%) e nocciola (11%). Tra i gusti, invece, più inusuali che vorrebbero assaggiare, il 43% del campione è incuriosito dal panettone, seguito da zenzero (21%) e peperoncino (11%).

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