giovedì 02 Maggio 2024
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Africa: il caffè diventa agricoltura strategica con la Dichiarazione di Kampala

Uganda Coffee Development Authority: “Il caffè è la linfa vitale delle nostre economie. È fondamentale sfruttare questa risorsa aggiungendo valore al caffè per guadagnare di più, creare occupazione e sviluppare le nostre economie”

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La Dichiarazione di Kampala, tenutasi il 10 agosto, mira a creare una coltura strategica per il caffè in linea con i principi dell’Agenda 2063 dell’Unione Africana. L’obiettivo ultimo è costruire un’Africa unita e, al tempo stesso, partecipare al commercio globale di caffè, il cui valore stimato è di 466 miliardi di dollari. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Africa e Affari.

La trasformazione della filiera del caffè in Africa con la Dichiarazione di Kampala

KAMPALA – Racchiude il tema del trasformare la filiera del caffè africano attraverso l’aggiunta di valore la Dichiarazione di Kampala, firmata da tutti i protagonisti del secondo Summit sul caffè africano del G25, che si è concluso nella capitale dell’Uganda, Kampala.

A questa tre giorni, organizzata in collaborazione con l’Organizzazione interafricana del caffè (Iaco) e inaugurata dal capo di Stato ugandese Yoweri Museveni, hanno partecipato delegazioni di 25 Paesi africani produttori di caffè e di alcuni Paesi consumatori, tra cui capi di Stato, ministri, capi delle autorità del caffè, rappresentanti del settore privato africano, inclusi agricoltori, trasformatori, esportatori, torrefattori e associazioni di caffè.

“Il caffè è la linfa vitale delle nostre economie. È fondamentale sfruttare questa risorsa aggiungendo valore al caffè per guadagnare di più, creare occupazione e sviluppare le nostre economie”, ha affermato in apertura dei lavori l’Uganda Coffee Development Authority, alla quale ha fatto eco la ministra dell’agricoltura etiope e presidente dell’Iaco, Girma Amente, dichiarando “da secoli il caffè è fonte di ispirazione, catalizzatore di conversazione e simbolo di ospitalità, ma è anche un prezioso bene economico che sostiene la vita di milioni di persone nel nostro continente”.

“L’Africa – ha aggiunto – opera all’estremità inferiore della catena di approvvigionamento, il cui 99% viene catturata all’estero. Ciò è dovuto, tra le altre cause, alla mancanza di investimenti negli impianti di lavorazione, nella tecnologia e nel basso livello di consumo di caffè”.

Aggiungere dunque valore alla filiera a partire delle sue contraddizioni

“Un chilogrammo di chicchi di caffè di buona qualità può costare 2,5 dollari al kg. Ma la stessa quantità di caffè tostato, macinato e confezionato costerà 40 dollari. È qui che si verifica una massiccia emorragia di denaro dal Sud del mondo al Nord del mondo”, si è indignato il presidente ugandese Museveni, osservando che “Non è solo la perdita di denaro per kg. È anche la perdita di posti di lavoro. Se si prende l’intero spettro di materie prime dall’agricoltura, minerali, prodotti forestali, ecc., la perdita per l’Africa è enorme”.

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