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I mercati del caffè nel 2019: New York finisce con il botto, Londra segna il passo

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Dalla Corte
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – New York chiude l’anno con il botto: anche se le ultime due sedute hanno segnato una parziale flessione, che ha riportato il contratto principale sotto la barra dei 130 dollari (129,70 centesimi) nella giornata del 31 dicembre, l’ultimo scorcio del 2019 si chiude con la migliore prestazione trimestrale dal 2014. Tutto un’altra storia a Londra, che ha chiuso l’anno a 1382 dollari, in flessione del 9,7% rispetto alla prima seduta del 2019.

È bene sottolineare che la performance fa seguito a un periodo di prezzi depressi, in un anno in cui gli arabica hanno toccato i loro minimi storici dalla seconda metà degli anni duemila.

È accaduto ad aprile, quando il contratto “C” è crollato a 87,05 centesimi per la prima posizione e a 89,65 centesimi per la seconda.

Livelli di prezzo visti per l’ultima volta nel lontano settembre del 2005. Nuovo down a maggio, con la prima posizione più volte sotto la quota dei 90 centesimi.

I prezzi hanno ripreso quota da giugno, con un rally culminato a metà luglio, quando il benchmark ha messo la testa sopra la soglia dei 110 centesimi.

A scatenare la scintilla per i consistenti rialzi, il forte calo delle temperature in Brasile, con gelate in zone circoscritte della coffee belt.

È seguita una nuova discesa, che ha portato per un’ultima volta, il 20 agosto, a un minimo giornaliero in area 80 centesimi.

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