venerdì 12 Aprile 2024
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Grom chiude la sua gelateria in piazza Galimberti a Cuneo, 6 senza lavoro

Si smantella anche a Cuneo, in piazza Galimberti lato via Roma, a poche decine di metri da piazza Seminario, il punto vendita della gelateria «Grom», celebre marchio fondato nel 2003 a Torino dagli amici e soci, allora trentenni, Federico Grom e Guido Martinetti. Perde un altro pezzo il sogno del buon gelato artigianale all’italiana nella piccola bottega di quartiere

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CUNEO – In piazza Galimberti a Cuneo, un’altra gelateria della catena Grom chiude i battenti, lasciando disoccupate le sei persone che lavoravano al suo interno e i cittadini senza la possibilità di gustare quel buon gelato artigianale per cui si è sempre distinto il marchio piemontese poi acquistato da Unilever. Leggiamo la notizia dall’articolo di Matteo Borgetto su lastampa.it.

Grom, anche a Cuneo abbassa le serrande

Un foglio appeso in vetrina e uno alla cassa: «Dopo dodici anni chiudiamo il negozio di Cuneo. L’ultimo giorno sarà domenica 15 agosto. Vi ringraziamo per i gelati condivisi e vi aspettiamo negli altri negozi della rete. Un gelato è sempre una buona idea». Che evidentemente non piaceva più, almeno nella connotazione tradizionale di vendita al dettaglio, secondo lo slogan del «gelato come una volta» e «100% artigianale».

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Si smantella anche a Cuneo, in piazza Galimberti lato via Roma, a poche decine di metri da piazza Seminario, il punto vendita della gelateria «Grom», celebre marchio fondato nel 2003 a Torino dagli amici e soci, allora trentenni, Federico Grom e Guido Martinetti. Perde un altro pezzo il sogno del buon gelato artigianale all’italiana nella piccola bottega di quartiere.

Un’idea vincente che aveva conquistato le città e i mercati di tutto il mondo, da New York a Dubai, Malibu, Parigi, fino ad arrivare a 67 gelaterie nei cinque continenti

Nel 2015 la cessione dell’azienda alla multinazionale Unilever, già proprietaria dei marchi Algida e Magnum leader in Italia, con le prime chiusure dei negozi in centro a Torino, Udine, Treviso, Modena, Mestre, Alessandria. «Evoluzione del modello business – spiegava il colosso olandese-britannico, titolare di 400 marchi tra i più diffusi nell’alimentazione – e visione proiettata sul medio e lungo periodo, che tenga conto di nuove opportunità, nuovi canali, nuovi attitudini di acquisto». Tradotto: supermercati, grande distribuzione, bar, chioschi, bici gelato itineranti. «Anche il gelato confezionato – aggiungevano – nasce dal desiderio di mettere la nostra gelateria in barattolo». Con buona pace di quello sfuso.

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