mercoledì 17 Aprile 2024
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”Ghiaccio contaminato dai coli per bevande servito in bar e ristoranti”

I cubetti serviti negli esercizi pubblici possono contenere germi come enterococchi, batteri di origine intestinale, ma non solo...

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BERNA – I cubetti di ghiaccio serviti negli esercizi pubblici potrebbero nascondere delle brutte sorprese.

Lo evidenzia una ricerca della Divisione della salute pubblica svizzera che esaminando la qualità microbiologica del ghiaccio aggiunto a bevande o altre derrate alimentari, consiglia di evitarlo.

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Sì, perché, si legge nello studio, “la qualità del ghiaccio aggiunto a derrate alimentari o bevande, principalmente in esercizi pubblici, non è soddisfacente”.

Il laboratorio svizzero avrebbe evidenziato come uno su tre esercizi non sarebbe soddisfacente.

Come viene specificato nel documento, l’acqua potabile proveniente dalle aziende pubbliche che controllano gli acquedotti è di ottima qualità.

L’origine di questi problemi di igiene è da cercare nella cattiva manutenzione delle macchine per il ghiaccio. Le mancanze più importanti riscontrate in sede ispettiva sono state infatti “l’assenza di un piano di pulizia regolare e/o di un contratto di manutenzione per le macchine del ghiaccio, ad esempio nessuna sostituzione dei tubi che se usurati possono essere facilmente contaminati”.

L’inchiesta condotta dagli ispettori svizzeri delle derrate alimentari, ha controllato 37 esercizi prelevando campioni dalle macchine del ghiaccio presenti principalmente in bar, osterie, ristoranti o di una sagra.

Come si apprende dal bollettino, “tredici campioni, pari al 33%, sono risultati non conformi per il superamento di uno o più valori di tolleranza. Di questi, 11 campioni sono stati prelevati in un esercizio pubblico, 1 durante una sagra e 1 in un supermercato”.

In 10 campioni sono stati trovati Enterococchi e/o E. coli, batteri di origine intestinale, anche in concentrazioni elevate (7 campioni con >30 UFC/100ml). In 3 campioni, tutti prelevati presso esercizi pubblici, è stata rilevata la presenza di Pseudomonas aeruginosa, indice di una scarsa igiene di produzione e/o conservazione.

Sei campioni, fra cui quello prelevato presso un supermercato, sono risultati non conformi solo per il superamento del valore di tolleranza per i germi aerobi mesofili”.

Anche nel nostro paese, la richiesta di ghiaccio per uso alimentare è in aumento e con il caldo aumenta il consumo di bevande con cubetti di ghiaccio che viene direttamente ingerito.

Particolare riguardo dovrebbe essere osservata dalla ristorazione veloce come bar e discoteche che nei drink potrebbero servire ghiaccio contaminato dai coli.

Fonte: http://www.bag.admin.ch/index.html?lang=it

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