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Esselunga: l’addio al gruppo di Germana Chiodi, ex segretaria di Caprotti

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MILANO – Germana Chiodi (FOTO), la storica assistente di Bernardo Caprotti ha detto addio all’Esselunga, dopo cinquant’anni di lavoro durante i quali ha visto fondare e crescere il più grande gruppo italiano dei supermercati.

È proprio per questo impegno che il fondatore dell’Esselunga scomparso lo scorso 30 settembre, l’aveva inclusa nel testamento destinandole 75 milioni, pari alla metà dei risparmi personali dell’imprenditore, che si aggiungono ai 10 milioni che in passato Caprotti le aveva già riservato come donazione.

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Germana Chiodi ha comunicato all’azienda la volontà di concludere il suo rapporto di consulente tornata da una vacanza a Ischia dove si reca ogni anno, con una breve lettera in cui ha scritto che da lunedì 31 avrebbe lasciato.

Motivi personali

Era consulente, ma molto operativa tutti i giorni, dal 2008, anno in cui è andata in pensione come dirigente, con la responsabilità di tutte le attività di segreteria del gruppo.

«Per motivi personali», ha spiegato nel suo addio la segretaria di una vita del patron del gruppo della distribuzione, 69 anni e la voglia di voltare pagina.

Adesso partirà per la Germania, racconta chi le è vicino, paese di cui è appassionata per le sue vacanze in montagna.

La sua decisione sarebbe però anche figlia della nuova epoca in cui è ormai entrata Esselunga che per Germana Chiodi è stata un po’ la sua famiglia dove hanno trovato lavoro anche le sue quattro nipoti.

Tutte le tappe di una lunga carriera

Germana Chiodi ha percorso tutte le tappe della carriera fino a diventare dirigente e la sua figura è parte integrante della storia di Esselunga.

È stata il consigliere di fiducia di Caprotti in molte scelte strategiche e in tante dinamiche tra i rami familiari in una lunga stagione spesso caratterizzata da rapporti burrascosi.

«Germana custodisce il ricchissimo archivio che narra anche le molte dolorose vicende di famiglia oltre che aziendali. A lei voglio esprimere la mia gratitudine per lo straordinario aiuto», aveva scritto Caprotti nelle suo testamento.

Adesso però quella stagione è cambiata. Il patron non c’è più. Nello stesso tempo anche la logica dei rapporti all’interno della dinastia è mutata e le tensioni sono state messe da parte.

La svolta è stata sancita dall’accordo firmato a metà giugno tra Giuliana Albera, vedova di Caprotti, con la figlia Marina, da una parte, e i fratelli Violetta e Giuseppe, figli del primo matrimonio dall’altra.

L’intesa quadro ha chiuso il lungo capitolo della successione rimasta sospesa dopo la scomparsa di Caprotti. Per le evidenze relative al perimetro successorio, questioni ora completamente superate.

Marina e Giuliana, eredi universali, hanno il 70 per cento della capogruppo Esselunga. Mentre la parte rimanente del 30 per cento è dei figli Violetta e Giuseppe. Che ora sono azionisti a tutti gli effetti dopo la firma dei nuovi patti in famiglia.

Nuovi scenari di governance

C’è chi lega la decisione di Germana Chiodi anche ai nuovi scenari di governance del gruppo. Per il quale gli azionisti hanno deciso di esplorare la strada della quotazione in Borsa. Forse già entro un biennio in base ai patti firmati a giugno. L’obiettivo è di valorizzare un marchio di pregio nella distribuzione. In pratica, Esselunga si prepara al mercato.

E lo fa, tra l’altro, anche con un consiglio di amministrazione rinnovato. Che dalla scorsa primavera ha visto l’ingresso di Marina come vice presidente e di sua madre Giuliana come presidente onorario. Che si affiancano all’amministratore delegato Carlo Salza. Anche se il lavoro è solo alle battute iniziali.

L’addio di Germana, insomma, è un po’ segno dei tempi che stanno cambiando. In vista di un percorso che vede la creazione di una squadra coesa ed affiatata. Pronta ad affrontare anche il tema dei profili di governance e finanziari. Che la sfida impone a un gruppo con un fatturato ormai vicino agli 8 miliardi. E con 156 negozi e l’ambizione di crescere ancora tra Nord e Centro Italia. Ma anche di raccogliere la sfida dell’e-commerce, salvaguardando il futuro dei 23 mila addetti.

Diana Cavalcoli

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