giovedì 02 Maggio 2024
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Equo Caffè, il bar-edicola milanese nato dalla passione di Giuseppe Bruno

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MILANO – “Dopo 23 anni nella moda e molteplici esperienze in aziende e paesi diversi, mi sono reso conto che non importava a nessuno delle mie qualità come artista. Ero solo un numero, parte di un sistema che contribuiva a fare girare l’economia. Così ho deciso di dare vita a qualcosa di mio”.

L’Equo Caffè nasce lo scorso aprile a Milano, a due passi dalla centralissima via Torino. Dietro questa salottino d’altri tempi c’è la mente di Giuseppe Bruno, 37 anni, pugliese, stanco di un lavoro che non lo faceva sentire valorizzato.

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“Volevo mettere a frutto le mie capacità senza le pressioni di capi o manager interessati solo al risultato economico”, spiega Giuseppe a L’Huffington Post. “Oggi sono i clienti le mie più grandi soddisfazioni”.

La passione per il cibo Giuseppe la eredita dalla nonna, mentre l’idea del locale gli viene durante i suoi viaggi di lavoro. “Non riuscivo a trovare da nessuna parte un luogo dove mi sentissi davvero a casa”, commenta.

Il 37enne dà le dimissioni, e si mette all’opera. Decide di farlo nella città dove la moda lo aveva trascinato a vivere, Milano.

Trova il posto che fa al caso suo, e lo arreda riadattando i mobili di una vecchia farmacia e dandogli un tocco viennese. Alla classica attività da bar affianca la possibilità di acquistare giornali e riviste.

“Mi piaceva l’idea di creare un’oasi di pace, dove poter bere un caffè o mangiare una fetta di torta e nel frattempo leggersi un giornale”, afferma Giuseppe.

“La gente quando entra a Equo Caffè si sente in un’altra epoca. Una cliente lo ha definito ‘un piccolo angolo di paradiso in una giungla che corre dietro al tempo’”.

Giuseppe sceglie personalmente le materie prime e i prodotti, tutti artigianali e per lo più pugliesi, in larga parte provenienti dall’azienda della sua famiglia. “Le melanzane e le zucchine ripiene sono squisite”, assicura.

Le difficoltà però non sono mancate. Rilevare la licenza non è stato facile, e tanto meno rispettare le norme igieniche necessarie per aprire una mini-edicola dentro al locale. Per di più i problemi con i fornitori sono frequenti.

Nonostante ciò, il progetto si è rivelato un successo. “Ogni giorno serviamo circa 150 clienti”, dice il 37enne, che ha assunto due persone per dargli una mano con la gestione. “I ritmi sono completamente diversi rispetto a quelli della moda. In un certo senso mi sono un po’ incasinato la vita, ma mi piace”.

L’obiettivo è aprire altri due bar, sempre a Milano: uno in zona Isola e uno nel quartiere cinese Paolo Sarpi. Anche se forse non con lo stesso nome.

“Impossibile usare solo prodotti equo solidali”

“L’idea iniziale era usare solo prodotti equo-solidali (da cui la scelta di chiamare il locale “Equo Caffè, ndr), ma nella pratica ciò non è sempre possibile.

Vorrei continuare a divulgare la mia passione per il cibo, facendo assaporare alla gente i prodotti della mia terra. Le parole chiave sono originalità e semplicità”.

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