Condividi con noi le tue storie legate al caffè scrivendo a direzione@comunicaffe.it.
FIRENZE – Ditta Artigianale, fucina di nuovi campioni. Una cifra stilistica che contraddistingue questo brand di caffetteria italiana specialty e che riflette la filosofia dell’azienda: spazio alla formazione, ai giovani, alla voglia di imparare un mestiere, mettendosi in gioco. Anche il 2025, il punto di Firenze in via Carducci 2r, ospita le selezioni per chi poi andrà a sfidarsi sul palco del Sigep 2026, come barista e brewers.
I qualificati sono 5 per barista, 2 brewers giudicati idonei alla gara nazionale.
Ditta Artigianale non molla un colpo: come mai è ancora importante investire sui campionati?
Francesco Sanapo condivide la sua opinione a gara appena conclusa:” Giunta al termine la seconda competizione interna a Ditta Artigianale, ci troviamo profondamente emozionati. Abbiamo visto un team di ragazzi che si è impegnato tantissimo. I frutti si sono visti in gara, strabiliando i nostri giudici con delle performance da livello nazionale. Sono cresciuti tantissimo e come azienda siamo estremamente soddisfatti.
Mi hanno chiesto: perché lo fai? Perché voglio instillare nei ragazzi che lavorano con noi la continua ricerca di miglioramento, dello studio e infine della vittoria. La nostra azienda deve fare questo e ha bisogno di farlo. Abbiamo visto vincere di nuovo Cesare Spinella tra i baristi, un secondo posto a Salvatore Sanapo e al terzo Cristian Dorado. Il livello era molto elevato e abbiamo deciso che tutti e tre sul podio si presenteranno a Sigep per la categoria barista.
Claudio Guri e Giuseppe Morelli rappresenteranno invece Ditta per il brewers. Per me è una grande gioia vedere la loro passione messa in campo. Il fatto di averlo fatto qui in caffetteria poi e vedere i clienti avvicinarsi ad osservare, ci ha permesso di coinvolgere il pubblico nel mondo dei campionati dietro il bancone. Ho portato le gare baristi agli occhi del consumatore.”
Ditta Artigianale torna a investire sui campionati barista
Sanapo: “Per anni abbiamo un po’ lasciato stare le gare. Ci siamo ributtati sopra negli ultimi due anni accompagnando questi ragazzi che avevano voglia di eccellere. Spinti dal loro desiderio ci siamo riportati in pedana, cercando di iniziare un percorso a lungo termine, gettando le fondamenta per un progetto futuro.”
Simone Amenini, manager della Scuola del Caffè: “Una seconda edizione di gare qui che è andata molto bene. L’attenzione è cresciuta anche da parte di consumatori e dei professionisti. Chi ha gareggiato questa volta ha inteso questa esperienza ancora di più come un lavoro di squadra che porta tutti ad un miglioramento comune. Hanno condiviso la gioia della vittoria. Per rafforzare il concetto abbiamo inserito il fatto che tutti gli altri competitor potessero assaggiare i caffè in gara. Così che potessero anche calibrarsi in seguito sulle valutazioni date dai giudici.
Continueremo su questo percorso di competizione: prima quando eravamo una realtà più piccola abbiamo puntato solo su singoli campioni per poi fermarci per qualche tempo. Nel 2021, con l’apertura della Scuola del Caffè ho voluto riportare in auge il nostro spirito competitivo, che è un ottimo metodo di apprendimento per i ragazzi a livello pratico. Una sfida ti porta a superare i limiti e questo non si può imparare dai libri. Abbiamo dato voce alle persone che si stavano appassionando allo specialty e a Ditta Artigianale e che volevano fare qualcosa che andasse oltre al lavoro dietro al bancone.
Così siamo tornati a piccoli passi in un progetto pluriennale, puntando su determinati ragazzi che poi sono aumentati. È stata una naturale evoluzione interna.
Il mondo della competizione ha ancora appeal, ma il livello nazionale sta talmente aumentando che avere un team alle spalle fa abbastanza la differenza. Tra acquisto del caffè, uso di macchinari e disponibilità di allenarsi con tempi prolungati, avere alle spalle un gruppo è fondamentale. Probabilmente arriverà uno spazio di approfondimento di formazione e gara anche a Milano.”
Cesare Spinella, campione barista: “Ho scelto come prima cosa il caffè, con l’aiuto del roaster che mi ha consigliato il Colombia di Fincas Los Nodales, che restituisce complessità e flavours più distinti per il milk beverage e per la bevanda espresso un altro Colombia, di Finca El Mirador. Mi è piaciuto per la sua acidità molto fruttata. Più difficile è stato gestire l’aspetto tecnico e la definizione dei flavour, una capacità che si può migliorare solo con l’esperienza e assaggiando tanti caffè.
Mi sono trovato molto in sintonia durante gli allenamenti con i ragazzi di Ditta Artigianale. E questo mi ha restituito tanto in termini di preparazione. Darò ancora di più di quello che ho dato oggi a Sigep, con una consapevolezza maggiore. Sinceramente mi aspettavo di vincere una seconda volta, perché sono cosciente delle mie capacità.”
Claudio Guri: “La gara è andata bene. Ho scelto di gareggiare per la categoria brewing perché era un mio sogno già da tanti anni, avevo già provato l’anno scorso, senza però arrivare al primo posto. Questa volta ho cercato di sintetizzare il più possibile, concentrandomi maggiormente sull’experience dei giudici. Ho usato un Costa Rica di Finca La Ciumeca, cresciuto a 1800 metri, con una fermentazione anaerobica con note cioccolatose, mandorle, frutta rossa che ricorda l’uva e la mela.
Sicuramente saper bilanciare l’estrazione e della comunicazione, è fondamentale: quest’anno poi ho giocato con calcio, magnesio, potassio e sodio, per ricostruirmi un’acqua da abbinare con il caffè. Un rapporto tra calcio e magnesio di 2 a 1, con valori uguali di sodio e potassio per accentuare la frutta rossa.
Avevo usato già questa formula al Sigep scorso, quindi è probabile che la riproporrò anche questa edizione in gara.”
Luca Ventriglia il capo della giuria conclude questo appuntamento in Ditta Artigianale:
“Rispetto alla scorsa edizione, c’è stata una maggiore preparazione dei ragazzi che abbiamo trovato più consapevoli e hanno affrontato la gara con spirito diverso. Devo dire che questo è un fattore positivo, una conferma rispetto all’impegno dei competitor. La giuria, con Federica Parisi e Marco Pizzinato, è più o meno la stessa che si ritrova nella gara nazionale. Abbiamo usato gli stessi protocolli e quindi è stata una competizione dello stesso valore. Sono stati usati a volte gli stessi caffè anche se ciascuno poi ha personalizzato la propria gara. Qualcuno ha creato dei blend con tipologie di latte diversa, con una tecnica del freeze drying, estraendo la parte acquosa del latte.”