giovedì 05 Giugno 2025

Dapper Coffee, ancora specialty a Torino: “Nel nostro euro e 70 c’è caffè di qualità e un grande servizio”

Uno dei fondatori: “Ci sarà un’evoluzione nell’uso del caffè, uscendo dalla sua concezione di sola bevanda. Proprio per questo proponiamo ricette un po’ insolite in Italia, come il Cortado o il Flat White. Stiamo stringendo anche più collaborazioni con diverse bakery di Torino, cercando di supportare le realtà locali in modo da relazionare tanti piccoli imprenditori. L’obiettivo è far diventare Dapper Coffee un’esperienza sociale, costruendo una rete di coffee lovers. Man mano che questo succede, allargheremo l’offerta."

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  • TME Cialdy Evo

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TORINO – Dapper coffee ha aperto da pochissimo a Torino, una città dove lo specialty coffee non è del tutto uno sconosciuto: qui sono nati diversi presidi, tra locali, ristoranti, micro roastery, che puntano a trasformare il modo di vedere la bevanda in maniera più consapevole. Dapper Coffee è un buon posto dove far incontrare diversi flussi, così come hanno descritto i tre baristi professionisti dietro a questo progetto, Andrea Perrone, Giada Cistaro e Andrea Violano.

Tutti naturalmente spinti da una forte passione, incentivata dagli assaggi e dalle conoscenze di diverse tazze in giro per l’Europa.

Dapper Coffee apre in un momento critico per il settore: lo specialty è sostenibile?

“Siamo convinti che proprio per sostenere economicamente un progetto a lungo termine, bisogna differenziarsi offrendo qualità. Il discorso vale anche per il caffè, sebbene in Italia siamo ancora molto legati ai grandi brand, resta un prodotto che ha un lavoro incredibile alle spalle.

Una volta che se ne assaggia uno di livello, non si torna indietro. Questo è quello che ci ha spinto a investire su questa materia prima e filosofia. Dapper Coffee è il nostro contributo su Torino per fare un po’ di cultura attorno allo specialty, che è il risultato di una filiera etica, tracciabile, sostenibile.

Ci siamo allontanati da certe dinamiche diffuse nel nostro Paese: non ci ha mai convinti il comodato d’uso che spesso porta i gestori ad essere troppo inconsapevoli nell’organizzare il bar e a pagare tantissimo al chilo un caffè che spesso poi non è neppure di alta qualità.

Per questo motivo abbiamo investito acquistando tutta l’attrezzatura (dalla Marzocco, al Mahlkonig, ai Fellow etc.). Abbiamo selezionato le attrezzature anche in base all’ esperienza sviluppata nei vari corsi SCA.”

E da Dapper Coffee, il caffè com’è?

“In espresso abbiamo due proposte: un blend singolo a 1,70 con Guatemala, Etiopia e Colombia, con sentori di cioccolato al latte e mandorla, che sviluppa una dolcezza data dal 100% Arabica d’altura; poi un monorigine della Colombia, con dei sentori agrumati, delle note floreali e un’acidità citrica molto interessante. Tostiamo con i ragazzi di Santa Romero, con i quali abbiamo iniziato questa scommessa su Torino. Crediamo che sia giusto offrire qualcosa di buono, particolare e sincero.

E questo essere insoliti, sta premiando, funziona?

“Il locale è studiato per la convivialità, il prodotto di base è ottimo – siamo attentissimi a tutte le materie prime e alle attrezzature performanti – quindi l’esperienza del cliente è positiva. Non siamo dei puristi, sconsigliamo lo zucchero ma non lo escludiamo del tutto dal nostro locale e i feedback fin qui sono favorevoli: alcuni dicono in cassa che non avevamo mai bevuto un espresso buono, senza aggiungere lo zucchero.

Nel nostro euro e 70 c’è caffè di qualità, e un servizio – con delle tazze in ceramica abbinate ad un vassoio customizzato e realizzato da un falegname locale, con una scanalatura per la tazza e per il bicchiere d’acqua (con refill gratuito) – e i clienti capiscono da soli cosa giustifica il prezzo.

Da Dapper Coffee l’esperienza è rivolta a un pubblico di varie età. Dai giovani universitari ai professionisti di ogni settore. capita spesso infatti che il cliente voglia provare qualcosa di diverso e si affidi a noi per questo.

Sta anche ai baristi comprendere che tipo di cliente si ha di fronte e se è pronto o meno a sperimentare.”

Con tutte queste chiusure, voi avete aperto, come mai?

“Quando abbiamo deciso di aprire, ci siamo concentrati soltanto sul nostro percorso, senza guardarci troppo attorno: da un po’ di tempo volevamo metterci in proprio e attraverso lo specialty abbiamo deciso di formarci ulteriormente con Giuseppe Musiu ( SCA Trainer e persona di riferimento per noi tre), studiando per poi mettere a frutto il nostro know-how.

Il nostro approccio è inclusivo, si avverte la nostra esigenza di creare connessioni anche al di fuori del caffè.

Cerchiamo di dare qualità senza compromessi, in tutti i dettagli, dal design al mood, ispirati allo stile nord europeo. Siamo intervenuti anche su quello che poteva essere ottimizzato come ad esempio un bancone monolitico alto 93 cm, realizzato per una performance più efficiente del barista e per dialogare meglio con il cliente.

Invitiamo le persone a chiacchierare. Fronte bancone abbiamo realizzato quella che ci piace definire una ‘gradinata sociale’, costruita per consentire uno scambio più aperto con il consumatore. Da Dapper Coffee, tutto è stato realizzato in funzione del coinvolgimento maggiore anche per chi non è esperto di caffè.”

In Corso San Maurizio 51, in Vanchiglia: una zona strategica

Il bancone studiato al meglio per Dapper Coffee (foto concessa)

“E’ un punto che abbiamo scelto perché lo conoscevamo ed è stata una delle prime zone che abbiamo studiato. La location si trova in un’area della città che già da un po’ si sta evolvendo e valorizzando. Un borgo ricco di relazioni uniche.”

Dapper coffee, cosa c’è di diverso dalle altre realtà specialty di Torino?

“Siamo connessi con la scena specialty torinese. Il nostro sogno è abbattere i luoghi comuni legati alla tradizione italiana del caffè. In Italia siamo cresciuti con un’idea radicata quanto inconsapevole dell’espresso e per questo vogliamo educare, ispirare e contribuire alla cultura della tazzina. Dalla nostra abbiamo la libertà creativa che ci spinge a sperimentare; forti dell’esperienza che può nascere dall’unione di tre professionisti.”

Dal vostro punto di vista quindi, la caffetteria in Italia verso dove sta andando?

“Ci sarà un’evoluzione nell’uso del caffè, uscendo dalla sua concezione di sola bevanda. Proprio per questo proponiamo ricette un po’ insolite in Italia, come il Cortado o il Flat White. Stiamo stringendo anche più collaborazioni con diverse bakery di Torino, cercando di supportare le realtà locali in modo da relazionare tanti piccoli imprenditori. L’obiettivo è far diventare Dapper Coffee un’esperienza sociale, costruendo una rete di coffee lovers. Man mano che questo succede, allargheremo l’offerta.”

Dapper Coffee è un posticino contenuto, con una ventina di posti interni e una decina nel dehors.

“E abbiamo cercato di ottimizzarlo con la gradinata sociale sul fronte bancone e delle sedute alte sul lato.

Un’iniziativa che si ricollega anche alla nostra volontà di raccontare a più persone il caffè, nell’ottica di organizzare prossimamente degli eventi di degustazione e di cupping.

Ci saranno altre novità che contribuiranno a costruire una rete sempre più forte di coffee lovers su Torino. Stay Tuned!”

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