mercoledì 10 Aprile 2024
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Carolina Fregnan: dal mondo del caffè al palco insieme a Roberto Bolle

La ballerina: "Danzavo da quando avevo 4 anni, una grande passione. A 11 anni l’Accademia della Scala di Milano mi ha notata e mi voleva, ma per i miei genitori ero ancora troppo piccola per vivere da sola lontano da casa. Così ho dovuto aspettare di compiere 15 anni, poi mi sono trasferita a Milano. I primi anni sono stati molto duri: allenamento dalle 9 alle 16, quindi scuola, il liceo dalle 16.30 alle 21, non avevo tempo per nulla, era difficile riuscire a tornare a trovare la mia famiglia a Treviso. L’Accademia è un ambiente durissimo, mi ha fatta crescere in fretta. Poi mi sono abituata, in fondo stavo vivendo il mio sogno. Ora sono felice"

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MILANO – Carolina Fregnan di Treviso, 20 anni, fa parte del prestigioso Bejart Ballet di Losanna, fondato da Maurice Béjart. È stata in scena con Roberto Bolle al Teatro Arcimboldi di Milano in Trittico fino a sabato. Una famiglia di industriali alle spalle, il papà è Federico Fregnan della storica azienda di caffè di Dosson, la più antica al mondo nella produzione di macchine da caffè, il nonno Florindo, una leggenda a Treviso, è stato pioniere nel settore. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Francesca Visentin pubblicata su Il Corriere della Sera.

Carolina Fregnan in questi giorni danza a Milano con Roberto Bolle, quanti sacrifici ha fatto per arrivare, giovanissima, nel giro della danza che conta?

“Questo è il mio sogno e per quanto sia dura la strada per arrivare, ne vale la pena. I sacrifici portano risultati. Quando salgo sul palco l’emozione è così forte che ripaga di tutto. Roberto Bolle è una persona straordinaria, ha portato la danza classica in televisione. Abbiamo anche una storia di vita simile. L’ho già conosciuto perché veniva spesso in Accademia alla Scala, è bello ritrovarlo”.

Quando ha spiccato il volo da Treviso ai palcoscenici internazionali?

“Danzavo da quando avevo 4 anni, una grande passione. A 11 anni l’Accademia della Scala di Milano mi ha notata e mi voleva, ma per i miei genitori ero ancora troppo piccola per vivere da sola lontano da casa. Così ho dovuto aspettare di compiere 15 anni, poi mi sono trasferita a Milano. I primi anni sono stati molto duri: allenamento dalle 9 alle 16, quindi scuola, il liceo dalle 16.30 alle 21, non avevo tempo per nulla, era difficile riuscire a tornare a trovare la mia famiglia a Treviso. L’Accademia è un ambiente durissimo, mi ha fatta crescere in fretta. Poi mi sono abituata, in fondo stavo vivendo il mio sogno. Ora sono felice”.

Per amore della danza non ha vissuto l’adolescenza

“Sì, l’adolescenza l’ho saltata proprio. Vedevo i miei amici fare una vita normale, andare alle feste, uscire la sera e li invidiavo”.

Il sacrificio più grande?

“Stare lontana dai miei affetti, famiglia e amici. Ancora oggi mi pesa. Riuscire a passare Natale e Pasqua in famiglia spesso è difficile, ho sempre qualche spettacolo in giro per il mondo”.

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