giovedì 02 Maggio 2024
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CAMBIAMENTO CLIMATICO – Ecco perché gli effetti si sentiranno anche sulla nostra tazzina di caffè

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MILANO – “La situazione è allarmate”, è possibile leggere sul rapporto Coffee Barometer 2014, prodotto grazie alla sinergia tra varie organizzazioni come WWF, Oxfam-Novib e Hivos. Entro il 2020, secondo lo studio, le aree del mondo adatte alla coltivazione del caffè diminuiranno sostanzialmente e progressivamente, colpite senza pietà dalle temperature e dalle precipitazioni irregolari. Nel mirino, ovviamente, la siccità, dovuta ad un continuo aumento dei gradi segnati dalle colonnine di mercurio, e alle troppo forti piogge torrenziali, aspetto in grado di colpire sia direttamente, rendendo più difficile la crescita delle piante, sia indirettamente, dando le condizioni favorevoli affinché parassiti e malattie possano attaccare le bacche, la produzione del caffè.

Questi cambiamenti, quindi, stando ai ricercatori “influenzeranno direttamente la resa dei raccolti e la qualità stessa del caffè, andando ad aumentare i costi di produzione e facendo calare, conseguentemente, le entrate per il produttore”.

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In questo senso, a preoccupare, è inoltre il futuro di quelle famiglie che, dal Brasile alla Tanzania fino al Guatemala, trovano nel caffè l’unica loro forma di sostentamento, essendo completamente dipendenti dalla terra che coltivano e da ciò che producono. “Per molti piccoli produttori”, si può leggere sul rapporto, “l’impatto dei cambiamenti climatici sta già superando la loro capacità di farvi fronte”.

Tuttavia, stando al rapporto, qualcosa per migliorare questa previsione può e deve essere fatto. In primo luogo, una soluzione potrebbe essere, in maniera sostenibile, produrre più caffè con le stesse unità di terra, acqua, e prodotti per la cura della pianta.

Ma è indubbio come ad avere un peso specifico maggiore su tali questioni possono essere solo i grandi produttori di tutto il mondo, come possono essere Starbucks, Nestlé, Smuckers e Strauss. “Le industrie devono assumersi maggiori responsabilità al fine di investire ed agire contro una tendenza ad oggi molto preoccupante, garantendo sostegno efficace e a lungo termine per i coltivatori di caffè di tutti i Paesi produttori”, scrivono i ricercatori.

Ad ogni modo tale minaccia, che va colpire quindi tanto le coltivazioni quanto ovviamente i piccoli produttori, arriva in un periodo storico in cui la domanda di caffè è in continuo aumento. Secondo alcune stime, il consumo mondiale cresce annualmente del 2,5%, trainato, in particolar modo, da mercati emergenti come possono essere l’Europa dell’Est, l’Asia e gli stessi Paesi produttori.

Entro il 2020, sostengono i ricercatori di Coffee Barometer 2014, la domanda potrebbe raggiungere i 165 milioni di sacchi, richiedendo quindi un aumento pari al 15% della produzione globale. Numeri, questi, che alla luce degli effetti devastanti del cambiamento climatico sulle coltivazioni, difficilmente saranno raggiungibili.

 

Fonte: http://it.ibtimes.com/articles/68083/20140704/caff-cambiamento-climatico-piantagioni-brasile.htm#ixzz36V2bST6O

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