domenica 14 Aprile 2024
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Caffè Fappani, il locale di Viareggio frequentato anche dai vip ha compiuto 100 anni

«Indubbiamente – ricorda Carlo Fappani affiancato dalla moglie Rita – il locale è uno dei simboli della città, quando la gente cenava da Tito, Bombetta o Buonamici. Mio padre prese inizialmente in affitto tutti i fondi in costruzione e il sovrastante appartamento in piazza Mazzini e lo presero per pazzo. Fino al 1979, anno in cui è scomparso, tornavano a trovarlo gli amici di gioventù come Alemagna che arrivava in Rolls Royce". Elencare tutti i clienti illustri di Fappani è impresa impossibile

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VIAREGGIO (Lucca) – E’ recente la notizia della nascita del primo sindacato a tutela dei locali storici italiani: in linea con questo tema, condividiamo un grande traguardo di uno di questi spazi che hanno accolto sino a oggi la cultura del nostro Paese. Il Caffè Fappani compie 100 anni di attività e li festeggia con ancora più forza se si pensa alla prova della pandemia superata. Leggiamo la notizia dall’articolo di Francesca Navari su lanazione.it.

Caffè Fappani, 100 candeline per il locale

Il tè servito nell’abitacolo dell’auto a Wanda Osiris e le brioches consumate all’alba da Mina. Il Caffè Fappani, punto di ritrovo in Passeggiata di imprenditori, nobili, personaggi della politica e dello spettacolo, compie oggi 100 anni. Un cognome diventato un marchio: “Ci troviamo da Fappani“ è il leitmotiv di viareggini e turisti in vena di chiacchiere o incontri di lavoro. Un’avventura iniziata il 3 luglio 1921 da Primo Fappani, abile pasticciere dell’hinterland milanese che, dopo aver fatto la gavetta da Rinaldo Rossi (condividendo le fatiche di laboratorio con gli allora giovanissimi Angelo Motta e Gioacchino Alemagna) si innamorò di Viareggio e decise di aprire la sua prima Pasticceria Lombarda – come si chiamò inizialmente – nel fondo attualmente occupato dall’ottica Ruffo.

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Fu subito un successo grazie anche alla ricetta speciale dei budini di riso di Primo Fappani che, nel 1933 si spostò nei fondi che l’architetto Belluomini stava facendo costruire proprio in piazza Mazzini dove il Caffè Fappani è rimasto per sempre. Nonostante i momenti difficili – come la morte della moglie nel 1945 a Cremona – l’attività è sempre stata portata avanti con energia e nel 1965 è subentrato il figlio Carlo che ha gestito ininterrottamente il bar pasticceria fino al 2003.

«Indubbiamente – ricorda Carlo Fappani affiancato dalla moglie Rita – il locale è uno dei simboli della città, quando la gente cenava da Tito, Bombetta o Buonamici. Mio padre prese inizialmente in affitto tutti i fondi in costruzione e il sovrastante appartamento in piazza Mazzini e lo presero per pazzo. Fino al 1979, anno in cui è scomparso, tornavano a trovarlo gli amici di gioventù come Alemagna che arrivava in Rolls Royce”. Elencare tutti i clienti illustri di Fappani è impresa impossibile.

“Venivano Enrico Pea, Renato Carosone, il commendatore Pergher dell’Ambrosiana, Peter Van Wood e Marino Marini – racconta – ricordo quando arrivò Re Faruk: per la stazza imponente non poteva sedersi in veranda e calammo una poltrona dal salotto di casa mia per metterlo comodo. Erano gli anni della mia amicizia con Piero Giannotti e Sergio Bernardini che da Fappani faceva passare tutti gli artisti della Bussola. Mina dopo il concerto alle 5 bussava al laboratorio per prendere croissant caldi e budini; prima di lei c’era Wanda Osiris che parcheggiava la Lancia Aurelia a lato del bar e voleva che le fosse servito il tè nell’abitacolo. Tutta la politica è passata da qui: dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini a Silvio Berlusconi. Il mio lavoro è stato non solo una stimolante avventura – chiude – ma anche un grandissimo amore”.

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