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Caffè e tè consumati bollenti aumentano la possibilità di sviluppare il tumore all’esofago: ecco lo studio

Il dottor Stefano Bondi: "Non bisogna ustionarsi. Già a 60 gradi la temperatura di una bevanda è alta. Questo crea una micro ustione con conseguente danno tissutale che l’organismo cerca di riparare. Le cellule vanno in replicazione e in questo processo è possibile che alcune mutino in cellule tumorali"

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Le bevande consumate molto calde, specificatamente ad una temperatura superiore a 60-65°C, farebbero aumentare la probabilità di sviluppare il tumore all’esofago: questo è il risultato finale di numerosi studi scientifici. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Io Donna.

Lo studio sul caffè e le bevande calde

MILANO – Caffè, tè e bevande in generale, se consumati molto caldi, ad una temperatura superiore a 60-65°C, fanno aumentare la probabilità di sviluppare il tumore dell’esofago. Lo hanno dimostrato diversi studi scientifici.

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Il dottor Stefano Bondi, specialista in otorinolaringoiatria e direttore del reparto di Otorinolaringoiatria dell’Istituto di Candiolo-IRCCS, spiega perché.

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (International Agency for Cancer Research, IARC) ha pubblicato un volume in cui sono state raccolte tutte le informazioni disponibili sul legame tra consumo di bevande calde e cancro.

Una commissione di esperti ha analizzato numerosi studi scientifici che si sono occupati dell’argomento e ha individuato una relazione tra consumo di bevande calde e incidenza del tumore dell’esofago. I dati che riguardavano invece lo stomaco o le vie aeree e digestive superiori erano discordanti, rendendo impossibile trarre conclusioni riguardo all’effetto delle bevande calde sullo sviluppo di tumori che colpiscono queste parti del corpo.

La IARC ha concluso che il consumo regolare di bevande molto calde, a una temperatura superiore a 65°C, è probabilmente cancerogeno per gli esseri umani.

Il danno all’esofago

“Quando deglutiamo, cibo e bevande stazionano nella laringe solo frazioni di secondo. Se la faringe poi non si chiude immediatamente, il rischio è che ci va di traverso. Nell’esofago, lungo circa 20 centimetri, invece, il passaggio è rapido ma non come nella faringe, ovvero di circa 2-4 centimetri al secondo. Una volta giunti nello stomaco, cibi e bevande vengono diluiti dai succhi gastrici che ne abbassano anche la temperatura. Ecco perché in caso di cibi e bevande bollenti, l’esofago è l’organo bersaglio”, spiega il dottor Stefano Bondi.

“Non bisogna ustionarsi. Già a 60 gradi la temperatura di una bevanda è alta. Questo crea una micro ustione con conseguente danno tissutale che l’organismo cerca di riparare. Le cellule vanno in replicazione e in questo processo è possibile che alcune mutino in cellule tumorali“, mette in guardia l’esperto.

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