lunedì 15 Aprile 2024
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Barbarisi: “BWT non si è sottratta alla sfida più difficile di tutte: trattare l’acqua di Melbourne “

Sull'esperienza di Melbourne: "La strada più facile avrebbe potuto essere quella di aggiungere un piccola quantità di sali necessari per raggiungere il traguardo ma alcune variabili hanno portato BWT a compiere una scelta più radicale: trattare l’acqua della città australiana con un doppio passaggio in osmosi inversa e una remineralizzazione"

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MILANO – Sergio Barbarisi, International Key Account Manager BWT Water+More, ha commentato l’esperienza dell’azienda in qualità di sponsor dei mondiali di Melbourne: per la prima volta fornitore dell’acqua utilizzata per le gare, ha dovuto rispettare i severi controlli e requisiti per rientrare negli standard elevati stabiliti dalla Specialty coffee association.

Una prova che è stata superata a pieni voti da BWT, che in fatto di acqua perfetta ha già alle spalle esperienza e un attento lavoro di ricerca che hanno portato insieme a risultati eccellenti – al punto da esser all’altezza del WBC -. Leggiamo le parole di Barbarisi.

Triestespresso

di Sergio Barbarisi

BWT, l’acqua da mondiali

BWT si è presentata a Melbourne per la prima volta al mondiale WBC come sponsor e fornitore dell’acqua di gara, per la quale SCA richiede il rispetto di una determinata ricetta con precisione assoluta. Ovviamente le caratteristiche fisico chimiche dell’acqua di gara che sono state richieste rientrano esattamente all’interno del diagramma dell’acqua perfetta per il caffè espresso, così come delineate nel libro “The SCA water quality handbook”. Qualità stabilite dalla ricerca presso l’università di Zurigo con il prezioso aiuto del professor Chahan Yeretzian e dei suoi assistenti Marco Wellinger e Samo Smrke.

BWT è sempre alla ricerca di novità nel campo della filtrazione dell’acqua

Così come di nuove tecnologie che possano avvicinare sempre di più i baristi e i torrefattori alla cosiddetta tazza perfetta, e anche questa volta non si è sottratta alla sfida nella più difficile delle situazioni: Melbourne, così come buona parte delle città australiane, usufruiscono di acqua con valori al di sotto delle quantità di solidi disciolti ideali per estrarre un buon espresso.

La strada più facile avrebbe potuto essere quella di aggiungere un piccola quantità di sali necessari per raggiungere il traguardo ma alcune variabili hanno portato BWT a compiere una scelta più radicale: trattare l’acqua della città australiana con un doppio passaggio in osmosi inversa e una remineralizzazione, attraverso l’aggiunta “goccia a goccia” di una soluzione precedentemente approntata con le caratteristiche richieste.

Esisteva anche una piccola libertà di movimento all’interno della ricetta, e così BWT ha approntato un’acqua da gara con l’aggiunta di sali tra cui il magnesio alla base del trattamento per tutti i prodotti già inclusi nell’attuale gamma e che portano nella loro denominazione l’aggettivo “PREMIUM”.

Ulteriore novità di quest’anno a Melbourne

La collaborazione con Barista Attitude e la  macchina Tempesta Gara e con Victoria Arduino con il macinacaffè Mithos 2. BWT ha rifornito ben quattro aree in Melbourne nelle quali i contendenti all’ambita corona di re dei baristi potessero testare la combinazione costituita da macchina, macinacaffè e acqua, la stessache avrebbero trovato poi sul palcoscenico della gara all’interno della Fiera MICE.

Barbarisi è stato qui (foto concessa)

L’iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo da tutti i concorrenti che hanno così potuto metter alla prova in anticipo le proprie doti, e soprattutto osservare i caffè pregiati che hanno portato con loro a soli pochi giorni di distanza dalla gara, nei quattro punti che sono stati denominati Barista Camp e che sono stati ospitati da Cafetto, il produttore di prodotti chimici per la pulizia delle macchine e degli equipaggiamenti da bar per l’estrazione del caffè, e dai torrefattori St. Ali, Fieldwork Coffee e Axil Coffee Roasters.

Proprio quest’ultimo è il luogo in cui, nei giorni precedenti la gara, il barista che sarebbe poi diventato campione del mondo, Anthony Douglas, si è allenato con dedizione e costanza utilizzando appunto l’acqua BWT, la macchina Tempesta e il macinacaffè Mithos Due.

Lo spazio del campione barista (foto concessa)

Anche nei giorni della gara è stata riconosciuta da tutti i concorrenti la costanza e la consistenza della ricetta dell’acqua, base per ottenere un espresso perfetto ma soprattutto elemento fondamentale per i baristi in gara per estrarre e presentare ai giudici i cosiddetti descrittori da ritrovare durante l’assaggio delle tazze.

Una parola anche rispetto ai premi

Oltre a fornire un contributo economico ai primi tre sul podio della prestigiosa competizione, BWT e SCA si sono impegnate per quattro anni – per questa e per i prossimi tre mondiali – a costruire sei pozzi per la fornitura dell’acqua potabile per gli abitanti di alcune cittadine in Gambia, che porteranno un targa con il nome e la firma dei sei baristi che hanno avuto accesso al round finale e dai quali appunto è stato scelto con merito il vincitore Anthony Douglas.

BWT porta la sua acqua ai WCC (foto concessa)

A questi sei pozzi ne verranno aggiunti due ogni anno, intitolati a SCA e BWT e alla loro collaborazione nel perfetto spirito solidale a cui l’associazione si ispira sin dall’inizio della propria missione: restituire, ripercorrendo a ritroso tutta la filiera del caffè, un po’ della “fortuna” che il chicco stesso genera quando arriva da noi, nel nostro mondo e nella nostra vita di tutti i giorni.

di Sergio Barbarisi

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