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BRASILE – Cepea pessimista sul raccolto prossimo brasiliano

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MILANO – Le conseguenze dei prolungati periodi di siccità, che hanno colpito le principali aree di produzione nell’arco del 2014 si faranno sentire anche sul raccolto di quest’anno.

Così, in apertura, l’analisi congiunturale sul settore del caffè in Brasile diffusa in questi giorni da Cepea, l’Istituto di studi avanzati di economia applicata dell’Università di San Paolo.

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“Gli operatori consultati da Cepea reputano possibile un calo del 20-30% del raccolto di arabica” scrive il report nelle prime righe sottolineando che la situazione sarà aggravata dal ricorrere di un’annata negativa nel ciclo biennale.

Uno scenario (comunque non esplicitamente avallato da Cepea) decisamente più pessimistico rispetto a quello delineato nella prima stima Conab, che prevede invece un raccolto 2015/16 sostanzialmente in linea con quello dell’anno scorso.

L’Istituto ricorda la fioritura ritardata degli arbusti e i danni irreparabili causati dalla siccità di inizio primavera. I produttori hanno intensificato l’applicazione degli input agricoli, in particolare dei fertilizzanti, nell’intento di limitare le perdite, ma le ricadute negative sui livelli di produttività appaiono inevitabili.

Il comparto del caffè brasiliano si mostra comunque ottimista per il 2015. Lo sono, in particolare, i produttori di caffè differenziati, i cui prezzi appaiono destinati a crescere, a fronte della prospettiva di un possibile calo di offerta.

Pur arretrando nell’ultima decade, i prezzi di gennaio sono risultati in ripresa rispetto a dicembre. L’indicatore Cepea/Esalq per gli arabica ha segnato un incremento del 2,36% sul mese precedente.

Le quantità commercializzate del raccolto 2015/16 di arabica erano stimate, a gennaio, a un livello tra i 10 e i 15 punti percentuali superiore a quello raggiunto l’anno scorso in questo stesso mese. Hanno chiaramente inciso sia i prezzi più elevati, che i minori volumi prodotti.

Il valore mensile dell’indicatore Cepea relativo ai robusta risulta analogamente in crescita del 2,84% rispetto a dicembre.

L’Espírito Santo – massimo stato produttore brasiliano di questa varietà – è anch’esso tuttora alle prese con la siccità, oltre che con l’emergenza scolite del caffè. In quasi tutte le regioni, il volume delle precipitazioni è stato a gennaio inferiore alle medie storiche.

L’irrigazione è stata ridotta, in ragione della scarsità delle riserve idriche e le piante cominciano ad avvertire gli effetti del calore. Soltanto una decisa ripresa delle piogge a febbraio potrà far sì che la formazione e la maturazione finale dei frutti possa avvenire in modo soddisfacente.

Anche l’immissione nel mercato del raccolto di robusta procede spedita. A fine gennaio era stato commercializzato il 60% della produzione di conilon dell’Espírito Santo.

Oltre a rifornire il mercato interno, il flusso commerciale ha anche contribuito al forte incremento degli imbarchi di robusta testimoniato dalle cifre mensili Cecafé, che abbiamo commentato nel numero di ieri.

Sempre alla fine del mese scorso, la produzione 2014/15 dello stato di Rondônia (secondo stato produttore di robusta) risultava commercializzata –addirittura – al 95%.

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