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LUGANO – Il team di ricerca in Blockchain dell’Istituto sistemi informativi e networking (ISIN) della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), in collaborazione con l’azienda Alcomex SA e con il sostegno di Innosuisse, sta sviluppando un sistema blockchain innovativo dedicato interamente al commercio internazionale del caffè (ne abbiamo parlato qui).
Il progetto vuole essere una soluzione ai problemi che più attanagliano la filiera, tra cui l’assenza di dati chiari e condivisi e la scarsa fiducia tra aziende e intermediari. Per saperne di più, abbiamo intervistato Giuliano Gremlich, ricercatore ISIN.
Qual è l’idea dietro la piattaforma blockchain? Come può garantire una filiera più trasparente?
“Lo scopo del progetto è rivoluzionare il commercio di caffè internazionale ma, per come è impostata la piattaforma, potrebbe altresì essere utilizzata per tutte le materie prime in qualsiasi tipo di supply chain. Siamo partiti da un problema di base: nelle aziende produttrici di caffè in Sud America e Asia, è necessaria la figura degli intermediari per l’importazione nei paesi occidentali, i quali devono garantire la fiducia tra le varie società, gestire il processo commerciale, i vincoli nei vari contratti.
La questione di fondo è che gli intermediari percepiscono un grande guadagno a fronte di tutta l’operazione e alle aziende produttrici, alla fine, rimane davvero ben poco.
L’azienda con cui abbiamo intrapreso il progetto ha come obiettivo quello di ridistribuire i guadagni, ribilanciando il meccanismo di potere tra produttori e intermediari. Una delle parti in cui è necessario intervenire è sicuramente la verifica delle identità tramite un metodo decentralizzato con l’utilizzo di nuove tecnologie Self-Sovereign Identity.
Grazie a questa tecnologia le compagnie possono ottenere identità verificate, gestite su una struttura blockchain, e scambiare informazioni con le aziende occidentali, le quali non avranno più bisogno di un’azienda intermediaria garante poiché sarà tutto basato sulla matematica che gira intorno alle credenziali verificate.
La Camera di Commercio Brasiliana potrebbe quindi fornire le credenziali al produttore che può scambiarle direttamente con le aziende interessate. Questa operazione non può tuttavia essere processata in questo momento poiché mancano le informazioni verificate matematicamente su una struttura condivisa.
Un altro obiettivo è quello di utilizzare la tecnologia blockchain per gestire le garanzie tra aziende tramite smart contract con regole verificate basate sulla qualità del prodotto”.
Cosa comporta l’integrazione delle nuove tecnologie? Come funzionano?
“Qualsiasi azienda all’interno del sistema adotta un applicativo su uno smartphone che diventa un wallet, all’interno del quale si trovano le credenziali. L’obiettivo nel lungo termine è che siano direttamente le Camere di Commercio a rilasciare le credenziali alle aziende su blockchain.
In questo modo, i produttori potranno salvare tutte le informazioni sul wallet, navigare sulla piattaforma che abbiamo sviluppato in collaborazione con Alcomex, ed entrare autonomamente con le proprie credenziali. Chiunque voglia, in seguito, commerciare con quelle aziende potrà verificare la propria identità grazie alle credenziali.
È la stessa tecnologia che stanno adottando tutti gli Stati che creano l’identità digitale. Ci sono algoritmi matematici salvati sull’infrastruttura, in questo caso la blockchain, che permette di autenticare l’identità in maniera sicura e certificata”.
Avete già condotto dei test?
“Abbiamo già condotto dei test interni con l’azienda partner e abbiamo in programma di fare ulteriori verifiche con un’azienda brasiliana e una svizzera che proveranno il reale grado risparmio e di efficienza della tecnologia”.
Qual è il ruolo della tecnologia nel futuro della supply chain?
“La tecnologia giocherà un ruolo di prim’ordine. La Comunità Europea sta cercando di introdurre regolamenti come il Digital Passport, documento digitale che raccoglie tutte le informazioni rilevanti su un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita.
Nel futuro si avrà più fiducia nel linguaggio matematico e verificato: è il primo passo per uno scambio di confidenza e sicurezza tra persone e aziende al fine di garantire una filiera più giusta e trasparente anche dal punto di vista commerciale”.